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Tassonomia di Bloom e correlazione con le intelligenze di Gardner e con i software: indicare 4 tipologie di software
Per introdurre e supportare l'utilizzo della tecnologia nell'apprendimento, è necessaria una teoria ed una pratica pedagogica valide e, per tale ragione, è stata presa come riferimento la teoria delle Intelligenze Multiple di Gardner in quanto sussiste una connessione tra questa teoria e un insegnamento supportato dalle tecnologie. In particolar modo, per quanto riguarda le tecnologie, possiamo far riferimento a dei software didattici di diversa natura che, in base al tipo di intelligenza che sono in grado di stimolare permettono all'insegnante di comprendere quali percorsi di apprendimento sta promuovendo. Non solo, è importante valutare un software anche in base ai particolari processi cognitivi che riesce a stimolare e che possono essere rintracciati nella tassonomia di Bloom. Quest'ultimo individua due categorie di
apprendono le competenze di base), i software di simulazione (che permettono di sperimentare e comprendere fenomeni complessi), i software di creazione (che favoriscono la creatività e l'espressione artistica), i software di valutazione (che permettono di valutare le conoscenze acquisite). Inoltre, la tassonomia di Bloom ci aiuta a comprendere il livello di complessità e di abilità richiesto da un determinato compito. Ad esempio, un compito che richiede di analizzare un testo da diversi punti di vista e di sintetizzare le informazioni corrisponde a un livello superiore di apprendimento, mentre un compito che richiede di conoscere e comprendere il significato di una storia corrisponde a un livello elementare di apprendimento. Infine, la valutazione della nostra prestazione e del livello di difficoltà del compito ci permette di valutare il nostro livello di padronanza delle abilità e di riflettere sulle nostre capacità metacognitive. In conclusione, l'utilizzo dei software di apprendimento, la comprensione dei diversi livelli di apprendimento e l'analisi della nostra prestazione ci permettono di sviluppare le nostre competenze cognitive in modo efficace e mirato.apprendono concetti, abilità e modi per applicarli), e di valutazione (valuta il livello di padronanza di termini, concetti e abilità specifiche attraverso prove di verifica) che coinvolgono l'intelligenza logica e verbale e i processi di conoscenza e comprensione. Oppure, i s. di esercizio guidato (fornisce esercizi pratici con aiuti e feedback) che coinvolgono l'intelligenza logica, verbale, musicale e naturalistica e i processi di conoscenza, comprensione e applicazione e i s. di esercizio autonomo (richiede di applicare determinate abilità per eseguire un compito autonomamente) che, rispetto a quelli di esercizio guidato coinvolgono anche l'intelligenza intrapersonale e i processi di analisi.COME LA TECNOLOGIA HA MODIFICATO I CONCETTI CHIAVE
L'avvento delle tecnologie (intese in senso ampio e non solo in riferimento a quelle digitali) ha influenzato e continua ad influenzare la didattica e il modo di fare scuola. Una delle aree,
Centralinella pratica didattica, in cui è tutt'ora determinante il ruolo delle tecnologie è quello della progettazione poiché i modelli cibernetici hanno permesso lo sviluppo di metodi e strumenti per concepire l'attività didattica come un processo che mira a determinati obiettivi, verificabile nei risultati e in itinere, tramite feedback e monitoraggio.
La progettazione rinvia ad un atteggiamento didattico che ha luogo indipendentemente dalle tecnologie. Ossia, in generale si può dire che il fare scuola è sempre legato ad un'attività intenzionale, progettuale. Tuttavia, l'avvento delle tecnologie, ha fatto sì che questa intenzionalità si traducesse nella strutturazione di processi e quindi di poter concepire: da una parte il lavoro didattico come un lavoro organizzato, razionale, orientato alla razionalità e all'efficienza, ad ottenere i migliori risultati possibili, alla ottimizzazione.
dellacorrelazione tra insegnamento e apprendimento; dall'altra parte ha fatto concepire il lavoroformativo, i percorsi formativi come processi. Quindi, ha restituito a questi una dimensionetemporale, organizzata secondo criteri di razionalità ed efficienza, tanto che oggi parliamo diprogettazione didattica come la predisposizione di percorsi di insegnamento e apprendimento,organizzati in termini di obiettivi, attività, valutazione ecc. In particolare, la formazione comeprocesso indica una concatenazione tra elementi in entrata e elementi in uscita, ovvero tral'allestimento del lavoro didattico e il raggiungimento degli obiettivi da parte degli alunni. Percomprendere a fondo l'idea di formazione come processo e di lavoro didattico orientato a criteridi razionalità e efficienza, possono essere utili i seguenti dispositivi concettuali: obiettivi (ossia ilrisultato esplicito del processo formativo), task analysis (ossia il modello per analizzare leParti di cui si compone un obiettivo formativo), tassonomia (consente di classificare le varie tipologie di obiettivi esistenti), curricolo (consiste nell'insieme degli elementi per rendere attuabile l'azione didattica), modello ADDIE (modello per progettare l'intervento formativo), dispositivi per la pianificazione e la gestione.
COME LA TECNOLOGIA HA MODIFICATO I CONCETTI CHIAVE
DELL'INDIVIDUALIZZAZIONE
L'avvento delle tecnologie (intese in senso ampio) ha influenzato e continua ad influenzare la didattica e il modo di fare scuola, attraverso due modalità: contribuendo alla razionalizzazione o all'amplificazione degli elementi didattici in gioco. Una delle aree centrali nella pratica didattica, in cui è tutt'ora determinante il ruolo delle tecnologie, è quello della individualizzazione. Individualizzare significa adattare l'istruzione alle necessità dell'allievo mantenendo fisso l'obiettivo prestabilito e,
Grazie al pensiero tecnologico, è possibile intervenire su molteplici variabili che possono condizionare l'apprendimento poiché le macchine per insegnare e i computer hanno sottolineato l'importanza di dividere e gestire flessibilmente le variabili su cui intervenire per facilitare l'apprendimento secondo le caratteristiche individuali degli alunni. L'individualizzazione è un ambito nel quale si è manifestato fortemente l'approccio delle tecnologie, anzi si può dire che l'istruzione individualizzata è essa stessa una tecnologia. Quest'ultima insiste sul fatto che l'apprendimento degli individui dipenda da una serie di variabili, messi in luce dalle tecnologie, su cui è possibile operare. L'individualizzazione ha attraversato due fasi parallele nel modo di pensare l'apprendimento poiché è diventata istruzione programmata al tempo della concezione comportamentista.
dell'apprendimento, mentre è diventata istruzione individualizzata in senso stretto, o Mastery learning, al tempo dell'affermazione del cognitivismo. Per quanto concerne l'istruzione programmata si fa riferimento a Skinner e alle macchine per imparare, in un tempo in cui si concepiva l'apprendimento come un cambiamento che si realizzava come risposta ad uno stimolo: l'istruzione programmata, quindi, viene intesa come una sequenzializzazione del lavoro attraverso degli input, prodotti attraverso delle macchine e degli output che rappresentano la risposta degli allievi a questi compiti organizzati. Il Mastery Learning è, invece, una strategia di istruzione individualizzata basata sul fatto che, la maggior parte degli studenti, è in grado di apprendere ciò che è stato programmato di apprendere se solo la scuola è in grado di offrirgli delle condizioni di apprendimento favorevoli. Si offre, quindi, come una metodica che tieneconto di tutte le variabili (tempo, contenuto, modalità di presentazione, interazione e feedback) di apprendimento sulle quali è possibile intervenire nella progettazione o nella messa a punto dell'azione didattica.
COME LA TECNOLOGIA HA MODIFICATO I CONCETTI CHIAVE
L'avvento delle tecnologie (intese in senso ampio) ha influenzato e continua ad influenzare la didattica e il modo di fare scuola, attraverso due modalità: contribuendo alla razionalizzazione o all'amplificazione degli elementi didattici in gioco. Una delle aree centrali nella pratica didattica in cui è tuttora determinante il ruolo delle tecnologie è quello della comunicazione poiché multimedialità e comunicazione mediata hanno reso più chiara la complessità dell'azione comunicativa con la possibilità di regolare i singoli fattori. Le tecnologie ci consentono di gestire verbali, iconici, uditivi, codici (es.
scritto o orale; immagini statiche o dinamiche; audio, suoni, feedback motorio) musica; di comunicativi di tipo diverso, anche in maniera contemporanea. La possibilità di poter mettere in campo, indifferentemente, codici diversi ha trasformato la comunicazione didattica. Le tecnologie ridefiniscono i linguaggi e i formati della comunicazione, che avviene indifferentemente in diversi codici: questo fa aumentare e specializzare gli studi rispetto all'impatto e all'effetto che questi diversi codici hanno nella comunicazione e, quindi, la didattica si avvale di questi ulteriori studi per capire il senso e l'importanza dei diversi formati della comunicazione didattica. Non basta solo dire "utilizzare meno codici", perché come sottolinea Mayer non è poi così vero che usare più codici è necessariamente meglio che usare meno codici. Da un punto di vista della psicologia.cambiare profondamente il concetto di collaborazione. Grazie alle tecnologie, è possibile collaborare a distanza, condividere informazioni in tempo reale e lavorare in modo sincrono o asincrono. Questo ha reso possibile la collaborazione tra persone che si trovano in luoghi diversi, eliminando le barriere geografiche e temporali. Inoltre, le tecnologie hanno introdotto nuovi strumenti e piattaforme che facilitano la collaborazione, come ad esempio i software di gestione dei progetti, i sistemi di videoconferenza e le piattaforme di condivisione dei documenti. Questi strumenti permettono di organizzare e coordinare il lavoro di gruppo in modo più efficiente ed efficace. La tecnologia ha anche favorito lo sviluppo di nuove forme di collaborazione, come ad esempio la collaborazione aperta e distribuita. Grazie ai social media e alle piattaforme di crowdsourcing, è possibile coinvolgere un numero elevato di persone nella risoluzione di problemi complessi o nello sviluppo di nuove idee. Tuttavia, l'uso della tecnologia nella collaborazione presenta anche delle sfide. Ad esempio, la comunicazione a distanza può essere meno efficace rispetto alla comunicazione faccia a faccia, a causa della mancanza di contatto visivo e di segnali non verbali. Inoltre, la gestione delle informazioni e dei documenti condivisi può essere complessa e richiedere competenze specifiche. In conclusione, la tecnologia ha profondamente modificato il concetto di collaborazione, rendendola più flessibile, efficiente e accessibile. Tuttavia, è importante considerare sia i vantaggi che le sfide legate all'uso della tecnologia nella collaborazione, al fine di sfruttarne appieno il potenziale.influenzare la didattica e il modo di fare scuola, attraverso due modalità: contribuendo alla razionalizzazione o all'amplificazione.