Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 18
Domande e risposte teoria, Finanza aziendale Pag. 1 Domande e risposte teoria, Finanza aziendale Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 18.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Domande e risposte teoria, Finanza aziendale Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 18.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Domande e risposte teoria, Finanza aziendale Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 18.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Domande e risposte teoria, Finanza aziendale Pag. 16
1 su 18
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

VAN.

Falso, un aumento della dilazione del CCN implica un aumento del CCN di conseguenza aumenterà anche il

VAN.

e. Quando il VAN è positivo, anche il TIR lo è. Pertanto, quando il TIR è positivo, anche il VAN lo è.

La prima frase è vera. La seconda è falsa perché non necessariamente il TIR >0 implica il VAN >0. La

condizione per avere un VAN >0 è avere il tir maggiore del costo del capitale. Di fatto se il TIR >0 MA

minore del costo del capitale il VAN <0. –

Facoltà di Economia Corso di Finanza Aziendale

– –

(Proff. Belcredi Bozzi Rigamonti)

Appello sessione estiva 22 giugno 2011

Domanda (4) Considerate un mercato finanziario in cui è valido il CAPM. In un mondo simile, le seguenti

affermazioni sono vere, false o incerte? Motivate adeguatamente le vostre risposte.

a) “Un titolo con beta pari a 1,5 verrà sistematicamente ignorato dagli investitori, perché troppo

– –

rischioso; infatti, esiste un portafoglio detto portafoglio di mercato che è caratterizzato, per

definizione, da un beta inferiore (pari a 1)”;

La prima parte è falsa, non verrà sistematicamente ignorato perché bisogna considerare il rendimento relativo

al rischio. Il rendimento potrebbe giustificare il , soprattutto se ci si trova in presenza di investitori propensi

al rischio. Se R > R descritto dal CAPM, non si dovrebbe ignorare sistematicamente questo titolo. La

m,

seconda parte è vera, = 1 ma non ha alcuna relazione con la prima parte.

m

b) “Solo un titolo che abbia rendimenti sempre costanti nel tempo (SQMrendimenti=0) può avere beta

nullo”; = 0 anche se δ > 0. La

Falso, partendo dalla relazione e ; ne deriva che

è ρ = 0

condizione per avere

c) “Due titoli i e j, con uguale grado di correlazione rispetto al portafoglio di mercato devono avere

stesso beta: pertanto l’uguaglianza (ρim =ρjm) implica che (βim =βjm) ”;

anche lo possono essere uguali ma non ne deriva una implicazione dei ρ,

Falso perché ; i

infatti, due società non hanno necessariamente lo stesso ρ Per effettuare una valutazione di questo tipo

im.

bisogna considerare la combinazione delle δ.

d) “Il beta di un’azione dipende solo dagli investimenti che l’impresa effettua, non dalla sua struttura

finanziaria”;

Falso non dipende solo dagli investimenti ma anche dal debito quindi dalla struttura finanziaria.

e) “Il beta di un portafoglio è inferiore alla media ponderata dei beta dei titoli che lo compongono: in

questo consiste il beneficio della diversificazione”. ∑

Falso, è pari alla media ponderata dei titoli che lo compongono:

Facoltà di Economia Corso di Finanza Aziendale

– –

(Proff. Belcredi Bozzi Rigamonti)

I Appello sessione invernale 18 gennaio 2012

DOMANDA (3)Considerate un mercato finanziario in cui è valido il CAPM. In un mondo simile, le seguenti

affermazioni sono vere, false o incerte? Motivate adeguatamente le vostre risposte.

a) “Un titolo con beta (βi) pari a 0 è considerato privo di rischio; pertanto, la variabilità totale dei suoi

rendimenti (σi) è certamente pari a 0”;

La prima parte è vera, se β è pari a zero non c’è correlazione con il mercato. la ciclicità dei ricavi, la leva

finanziaria ( se l’impresa contrae debito) e la leva operativa non influenzano l’andamento del titolo. La

seconda parte è falsa in quanto non è una certo che la variabilità totale dei suoi rendimenti sia pari a zero.

Infatti, la condizione per avere β=0 è ρ=0; se δ=0 allora ρ→∞.

b) “La varianza di un portafoglio (σp più dalle covarianze tra i singoli titoli (σij) che dalle

2 ) dipende

varianze di ciascun titolo (σi 2 ); tale effetto, alla base del principio della diversificazione, è evidente in

un portafoglio piccolo ma si attenua al crescere del numero dei titoli in portafoglio”;

2-

La prima parte è vera, le covarianze (n n) pesano maggiormente rispetto alle varianze(n). il rischio del

singolo titolo nella composizione di un portafoglio conta meno di come il titolo unitaria covaria con gli altri.

All’investitore importa come varia il rendimento del titolo in rapporto a tutti gli altri. Di fatto la seconda

parte è falsa in quanto più si amplia numericamente il portafoglio meno contano i rischi dei singoli titoli.

Maggiore è il numero dei titoli nel portafoglio maggiore è l’opportunità di ridurre il rischio perché è più

probabile trovare dei titoli poco correlati fra loro. Tuttavia, sotto un certo limite il rischio non è più

diversificabile.

c) “In un’impresa indebitata, il beta delle azioni (βE) è pari alla media ponderata dei beta (βj) dei

singoli assets che compongono l’attivo”;

Falso,

d) “In un sistema con tassazione sui redditi societari, una riduzione dell’aliquota di imposta tc produce

sempre un aumento del beta delle azioni”;

Vero, diminuendo l’aliquota d’imposta il beta delle azioni aumenta.

e) “Tizio vuole investire 10.000 € nel portafoglio di mercato; Caio gli consiglia di investirne 12.000 €

(procurandosi i 2.000 € in più attraverso un debito su cui pagherebbe il tasso privo di rischio Rf): così

facendo, infatti, otterrebbe un portafoglio il cui rischio sistematico (βp) è inferiore a 1”.

prima si calcolano i pesi: Calcolo il beta come una media ponderata: il beta del

portafoglio di mercato è pari a 1 mentre il beta di un debito privo di rischio è pari a 0:

Facoltà di Economia Corso di Finanza Aziendale

– –

(Proff. Belcredi Bozzi Rigamonti)

II Appello sessione invernale 1 febbraio 2012

DOMANDA (3) Dite quali tra i fenomeni di seguito indicati paiono indicare una possibile inefficienza del

mercato finanziario (indicando, se del caso, quale forma di efficienza sarebbe violata):

azioni che mostrano un’anomalia di prezzo

a) Un analista finanziario è in grado di identificare le

confrontando il prezzo medio degli ultimi 10 giorni con il prezzo medio degli ultimi 60 giorni.

È violata l’efficienza debole, è una classica tecnica di analisi basata sulle informazioni passate.

rivista del settore aveva identificato le 100 società “meglio gestite” in Europa. Le

b) Nel 2003 una

performance azionarie di tali aziende nel periodo 2003-2011 non sono state migliori di quelle normali

del mercato.

è violata l’efficienza in forma semi-forte, i rating del 2003 sono stati pubblicati e quindi sono informazioni a

disposizione del pubblico. I prezzi si dovevano adeguare immediatamente alle informazioni, impedendo così

futuri rendimenti anomali.

c) Con il passaggio dai principi contabili nazionali agli IAS-IFRS, la R&D (Raffinerie & Distributori)

ha modificato il criterio di valutazione delle scorte; di conseguenza, gli utili dichiarati sono risultati

superiori del 20% rispetto al vecchio sistema contabile; le imposte non ne hanno risentito. Non ci sono

altre sorprese rispetto agli utili attesi dal mercato. All’annuncio della rivalutazione il prezzo delle

state

azioni ha avuto un forte rialzo.

Nella forma semi-forte, il prezzo azionario dovrebbe rimanere immutato. Le variazioni intervenute nel

sistema contabile sono informazioni a disposizione del pubblico. Gli investitori non identificherebbero

alcuna variazione nei flussi di cassa attuali. Di conseguenza, il prezzo azionario non cambierà dopo

l’annuncio dei maggiori utili. Si viola, dunque, l’efficienza semi-forte.

d) Il rendimento conseguito dagli Amministratori Delegati delle società quotate sulle azioni loro

assegnate nell’ambito di piani di incentivazione è superiore al rendimento mediamente ottenuto da

investitori che acquistano e vendono quelle stesse azioni in momenti scelti a caso.

Si viola l’efficienza in forma forte perché gli insider non possono battere il mercato anche se dispongono di

maggiori informazioni rispetto agli altri investitori.

e) Dopo avere letto i vecchi temi d’esame, gli studenti Arturo e Beatrice hanno investito i loro risparmi

seguendo il “metodo del canarino”. Prima di Natale, hanno bagnato di inchiostro le zampe dei loro

canarini e li hanno fatti saltellare sull’ultima pagina del 24 Ore, comprando poi le azioni “macchiate”

dalle zampe dei canarini. Arturo ha scritto al professore una cartolina da Tahiti ringraziandolo della

“dritta”; Beatrice ha perso il 50% di quanto investito e ha deciso di cambiare piano di studi.

A fronte di una scelta casuale dei titoli la non sistematicità dei ritorni ottenuti non viola alcuna forma di

efficienza. Ci sarebbe una violazione se i rendimenti ottenuti fossero sistematici.

Il fondo di private equity Vorace sta considerando l’acquisizione della Trippa Spa (una

DOMANDA (4) settore degli alimenti per animali, il cui fondatore, sig. Trippa, stufo dell’elevata

società operante nel

pressione fiscale italiana, intende vendere tutto e trasferirsi alle Bahamas). La Trippa è una società

“stazionaria”, priva di particolari opportunità di crescita. La Trippa è altresì priva di debiti perché il sig.

Trippa ha sempre diffidato delle banche. In un documento di lavoro si legge quanto segue:

“Vista l’assenza di opportunità di crescita, il valore delle azioni è stimabile come valore attuale dei

dividendi correnti, in perpetuo. Come tasso di attualizzazione dei dividendi abbiamo stimato un tasso RE in

base al CAPM. A tal fine siamo partiti dal Beta medio β di un gruppo di comparables (ossia società simili

E –

alla Trippa sotto il profilo degli investimenti attuati, però indebitate il loro D/E medio è pari a 2,5);

abbiamo poi ottenuto il β attraverso la formula βE = β0 (1+D/E); infine abbiamo stimato RE con la formula

0

del CAPM: RE = RF +β RF)”.

(RM -

0

a) Ritenete corretto utilizzare la formula del CAPM per stimare RE? Sì, è un metodo corretto.

b) Ritenete corretto, in questo caso, utilizzare β No, perché β

nella formula del CAPM? rappresenta

0 0

l’attivo. Si dovrebbe utilizzare RE = RF + β (Rm-Rf).

E

c) Ritenete corretto il processo di stima del β ? È sbagliato perché non tiene conto della tassazione in

0

quanto i comparables contraggono debito. β = β [1 + (1-tc) ]

E 0

Subito dopo l’acquisizione, il dott. Ardito, consigliere di amministrazione dell

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
18 pagine
71 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/09 Finanza aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher 3paperelle di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Finanza aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Belcredi Massimo.