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La convergenza Intratype è la convergenza tra formati distributivi dentro la
GDO. La distintività tra i diversi formati dipende sempre dagli elementi
strutturali, quindi dimensioni, collocazione geografica, numero di referenze,
ecc. Ma quello che è cambiato negli ultimi anni ed ha favorito la convergenza
Intratype sono i servizi offerti e i prezzi che tendono ad una convergenza tra i
diversi formati. Si assiste così ad una perdita di percezione visiva tra i diversi
formati di punti vendita: Auchan simile ad un soft Discount, l’Eurospin che
diventa un ambiente accogliente molto più simile ad un ipermercato, cosi come
Lidle con un’ambientazione non da Discount. A favorire questo processo di
convergenza contribuiscono sia fattori legati alla domanda che fattori
competitivi. I fattori della Domanda riguardano la sostituibilità tra i formati
distributivi che aumenta per effetto della ridotta percezione di distintività, per
cui il consumatore percepisce i formati distributivi in maniera omogenea sul
fronte del soddisfacimento dei fabbisogni di spesa alimentare. Ed inoltre il
consumatore vuole poter soddisfare i suoi bisogni di acquisto in tutti i formati e
in tutte le insegne in un’ottica Time Saving.
21. Che ruolo assumono i fattori competitivi nel favorire il processo di
convergenza intratype? (tentativo di rubare quote ai competitor, reagire al
contesto di maturità)
La convergenza Intratype è la convergenza tra formati distributivi dentro la
GDO. La distintività tra i diversi formati dipende sempre dagli elementi
strutturali, quindi dimensioni, collocazione geografica, numero di referenze,
ecc. Ma quello che è cambiato negli ultimi anni ed ha favorito la convergenza
Intratype sono i servizi offerti e i prezzi che tendono ad una convergenza tra i
diversi formati. Si assiste così ad una perdita di percezione visiva tra i diversi
formati di punti vendita: Auchan simile ad un soft Discount, l’Eurospin che
diventa un ambiente accogliente molto più simile ad un ipermercato, cosi come
Lidle con un’ambientazione non da Discount. A favorire questo processo di
convergenza contribuiscono sia fattori legati alla domanda che fattori
competitivi. I fattori Competitivi che favoriscono questo processo di
convergenza dipendono innanzitutto dal tentativo di reagire al contesto di
maturità che vede i mercati in crisi: per crescere in quota di mercato bisogna
tentare anche di rubare consumatori agli altri, anche se non appartengono al
bacino di utenza che non è propriamente naturale per quel determinato
formato distributivo. Poiché non si riesce più a crescere nel proprio mercato, si
va ad aggredire quello degli altri. Il risultato consiste in una omogeneità delle
politiche promozionali ed una modifica nell’ampiezza dell’assortimento che
provoca fenomeni di Upgrade e Downgrade del servizio commerciale: i
supermercati sono sempre più simili ai discount e questi ultimi sono sempre più
simili ai supermercati. Ciò comporta un allargamento del contesto competitivo
che può essere riassunto in un classico tutti contro tutti.
22*. Quali strategie può assumere la distribuzione per uscire dal contesto di
convergenza intratype? (con una politica di differenziazione, lavorando per
esempio sul marketing nutrizionale, oppure con la convergenza Intertype. In
aula: innovazione di formato – innovazione di marketing)
La convergenza Intratype, fa sì che la strada dell’innovazione diventa un
percorso obbligato se si vuole conferire distintività all’insegna. Si parla allora di
strategie di innovazione di formato e strategie di innovazione di marketing. Per
quanto riguarda queste ultime, iniziano a farsi strada nuovi orientamenti di
marketing che mettono al centro gli emergenti modelli di consumo e puntano
alla differenziazione dell’insegna attraverso la manovra delle leve del retail mix
in chiave innovativa. È ad esempio il caso dello shopper marketing nutrizionale
che si preoccupa di promuovere un corretto stile di consumo alimentare. Si
cerca quindi una nuova veste del marketing distributivo. Per quanto riguarda le
innovazioni di formato, vi sono imprese che sviluppano un nuovo format
puntando all’ibridazione dei formati, che è la causa della cosiddetta
convergenza Intertype. Le imprese cioè, allargano il loro contesto competitivo
ed entrano in mercati del tutto nuovi rispetto a quello proprio di riferimento. Si
assiste così all’ingresso delle imprese distributive nel mercato dei carburanti,
nel mercato della ristorazione o dell’ottica, puntando in tal modo alla
differenziazione dell’insegna.
23. Quali sono gli effetti della convergenza intratype?
La convergenza Intratype ha portato ad una concorrenza sempre più Intertype,
cioè ad un allargamento del contesto competitivo dovuto alla somiglianza tra i
diversi formati distributivi. In questa situazione gli Iper ad esempio, competono
anche con i Discount, e si presenta una classica situazione di tutti contro tutti.
Tutti i formati distributivi (ad eccezione dell’hard discount) perdono la loro
distintività e appaiono sempre più simili nel soddisfare il fabbisogno di spesa
alimentare. La concorrenza diventa dunque Interformat; non si sviluppa più
solo all’interno dello stesso formato distributivo (intraformat) ma sempre più
tra formati distributivi diversi. La concorrenza Interformat può anche essere più
intensa di quella intraformat, proprio per effetto del tentativo delle insegne di
allargare il proprio mercato di riferimento. La convergenza Intertype è quindi
frutto delle strategie di diversificazione attuate dalle imprese commerciali che
oltrepassano i confini dei settori originari per soddisfare i bisogni di consumo
che trovano risposta in prodotti e/o servizi provenienti da altri settori. Basti
pensare ad esempio, all’ingresso di molte imprese commerciali nel settore dei
carburanti o della telefonia mobile.
24*. Completare e discutere la seguente frase: “Il marketing nutrizionale può
rappresentare una strategia per… (differenziare l’insegna – aumentare gli
acquisti d’impulso)
26. Potere di mercato e potere di contrattuale negli acquisti: somiglianze,
differenze e fattori che lo determinano.
Il potere di mercato è il potere dal lato dell’offerta; nel caso di eccesso di
potere di mercato si parla di potere monopolistico, concetto di dominanza. Si
considera una quota almeno del 30% per poter essere considerati in posizione
dominante. Il potere di acquisto invece è quello della distribuzione; è il potere
di mercato dal lato della domanda. Si parla in questo caso di potere
monopsonistico, concetto di dipendenza economica nei confronti di un cliente
(distributore), ritenuto ugualmente pericoloso al pari di quello della dominanza.
Un fornitore che si trova in dipendenza economica nei confronti di un
distributore è svantaggiato, perché non può fare a meno di quel cliente. A
differenza del potere di mercato, il potere contrattuale negli acquisti non ha
una soglia minima per determinare la presenza di un eccesso di potere di
acquisto. Si devono necessariamente guardare altri parametri come ad
esempio il contesto geografico. Si parla di Buyer Power per definire l’abilità di
un’acquirente nel ridurre il prezzo da pagare ad un fornitore o di indurlo ad
offrire condizioni non di prezzo più favorevoli. Nel misurare il potere
contrattuale negli acquisti, infatti, l’antitrust valuta la quota di mercato ma con
soglie più contenute rispetto a quelle assunte nel valutare il potere di mercato.
Una catena di supermercati che rappresenti il 15-20% degli acquisti di uno
specifico prodotto, ma che garantisca al fornitore una presenza
geograficamente distribuita sul territorio, può esercitare un significativo potere
di mercato nei confronti dei fornitori, essendo la sua domanda difficilmente
sostituibile. Il potere contrattuale negli acquisti del distributore dipende dal
potere di mercato del Distributore, considerando anche le concentrazioni
ottenute tramite le centrali e le supercentrali di acquisto, e la quota di mercato
del fornitore, la quota di mercato dell’insegna sul totale delle vendite del
produttore, la posizione di mercato territoriale della marca e dell’insegna, la
presenza della marca commerciale, l’internazionalizzazione della distribuzione.
27. Il potere di mercato dipende dalla quota di mercato. Vero, falso, dipende?
Il potere di mercato è il potere dal lato offerta; nel caso di eccesso di potere di
mercato si parla di potere monopolistico, concetto di dominanza. Si considera
una quota di mercato al di sopra del 30% per poter considerare un’impresa in
posizione dominante. Il potere di mercato, in termini economici, è la capacità di
un’impresa di alzare profittevolmente il prezzo al di sopra del livello
concorrenziale. Quindi si ha potere di mercato quando il tasso di sostituzione
generato dall’aumento del prezzo non è sufficiente a generare un calo di
vendite tale da provocare una perdita di redditività. Quindi nel valutare il
potere di mercato bisogna considerare la quota di mercato ma riferita al
mercato rilevante, distinguibile in mercato rilevante per prodotto e mercato
rilevante geografico. Quello per prodotto comprende tutti i prodotti e servizi
che sono considerati sostituibili dal consumatore, mentre quello geografico è
l’area nella quale le imprese acquistano o forniscono prodotti dove le condizioni
di concorrenza sono omogenee. In definitiva il mercato rilevante è il contesto in
cui, tenuto conto delle esistenti possibilità di sostituzione, si può creare un
significativo potere di mercato.
28. Cosa ci dice la quota di mercato e come si calcola?
Il potere di mercato è il potere dal lato offerta; nel caso di eccesso di potere di
mercato si parla di potere monopolistico, concetto di dominanza. Si considera
una quota di mercato al di sopra del 30% per poter considerare un’impresa in
posizione dominante. La quota di mercato si misura dividendo le vendite
dell’impresa X per le vendite totali del mercato di riferimento. Può essere
espressa in volume o in valore, ed il confronto tra la quota a volume e la quota
a valore può fornire utili indicazioni sulle politiche di prezzo attuate
dall’impresa. La quota di mercato può essere scomposta in grado di
penetrazione e grado di copertura ponderata. La penetrazione misura la
presenza della marca industriale sul totale degli acquisti della categoria da
parte dei distributori serviti. Il grado di copertura indica invece il peso dei
clienti serviti dall’impresa rispetto al mercato totale. Sapere se la quota di
mercato è data da più Pene