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REQUISITI ESSENZIALI DEL CONTRATTO NEL COMMON LAW:
- Accordo (agreement). Perché vi sia consensus ad idem, cioè l’incontro della volontà delle
parti sulla conclusione di una determinata operazione economica, occorre che la volontà di
una parte sia stata espressa in una determinata forma (offerta) e ad essa corrisponda la
conforme volontà dell’altra (accettazione). L’offerta, secondo la definizione di Atiyah, è una
promessa fatta dall’offerente di fare o di astenersi dal fare qualcosa, atteso che l’oblato
accetterà l’offerta e pagherà o prometterà di pagare il prezzo indicato dall’offerta. L’offerta
quindi consiste di due elementi: la volontà di obbligarsi e la determinazione del prezzo o
della controprestazione richiesti. La forma dell’offerta è irrilevante (può essere orale, scritta
o espressa mediante un comportamento inequivocabile). Non è offerta l’invito a trattare e
non vi è offerta neppure quando le parti sono ancora in fase di trattativa e si scambiano
informazioni, dati indicazioni, proposte esemplificative e così via. L’accettazione è l’atto
con cui si completa il contratto. E’ necessaria sia per i contratti bilaterali che per quelli
unilaterali che creano obblighi a carico di una sola delle parti. E’ legittimato ad accettare
solo l’oblato, ma l’accettazione può essere condizionata all’approvazione di un terzo. Anche
l’accettazione contiene due concetti: l’acconsentire alle proposte dell’offerente e la
promessa richiesta dall’offerente di eseguire una prestazione o di compiere un atto. Se non
c’è corrispondenza tra offerta ed accettazione e l’accettazione modifica alcuni termini
dell’offerta, l’accettazione non può considerarsi tale ma si trasforma in contro-offerta, cioè
in offerta destinata alla parte che per prima ha assunto l’iniziativa, e che ora è considerata
oblato. La regola generale è che l’accettazione non ha effetto finché non viene comunicata
all’offerente. Il contratto è concluso quando l’offerente viene a conoscenza
dell’accettazione. La conclusione è perfetta quando l’offerente poteva conoscere, era cioè in
grado di conoscere l’accettazione (teoria della conoscibilità). L’accettazione può essere
espressa o tacita. L’ipotesi più frequente di estinzione dell’offerta (durata del potere di
accettare) è costituita dalla revoca: possibile in ogni momento prima che sia stata data
l’accettazione. La revoca deve essere adeguatamente provata. Oltre che per revoca l’offerta
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si estingue per il rifiuto dell’oblato; e per decorso del termine (salvi i casi di offerta
permanente); per la presenza di una condizione e per morte o sopravvenuta incapacità
dell’offerente.
- Intenzione di creare un vincolo giuridico rilevante (certainty dell’accordo sotto il profilo
soggettivo e oggettivo):si misura avendo riguardo sia alla volontà delle parti di ammettere o
escludere la vincolatività della promessa sia all’oggettiva certezza e sufficienza dell’accordo
concluso a produrre effetti giuridici, in quanto l’accordo sia completo, meritevole di tutela e
intelligibile.
- CONSIDERATION: (scambio, corrispettività). Secondo Atiyah le due componenti della
consideration sono: il beneficio che si deve dare in cambio al promittente e l’affidamento del
promissario, la cui delusione deve portarlo in una posizione deteriore rispetto a quella che
avrebbe avuto se la promessa non fosse mai stata fatta. Due sono quindi le idee che animano
la consideration: la ricompensa per un beneficio reso e la tutela dell’affidamento. In questo
senso la consideration quindi è il fondamento della vincolatività della promessa. La
consideration può essere executed, executory e past. Nei contratti unilaterali la consideration
è executed, perché l’esecuzione della prestazione richiesta dal promittente costituisce ad un
tempo sia l’accettazione dell’offerta che la consideration della promessa. Nei contratti
bilaterali la consideration è al tempo stesso il fondamento della promessa di una parte e il
corrispettivo della promessa dell’altra (la consideration è executory). Non vi è invece
consideration quando una delle prestazioni è già stata completamente eseguita prima della
promessa, in tal caso la consideration è past, e la “past consideration is no consideration”
perché, secondo il diritto inglese, per fondare la vincolatività del contratto è necessaria la
corrispettività attuale delle promesse.
- Forma ove richiesta: secondo Treitel esistono 4 tipi di casi in cui la forma è richiesta:
1. forma solenne “deed” (contratti per i quali non si richiede l’esistenza di consideration);
2. forma richiesta ad substantiam ma non solenne;
3. forma scritta ad probationem;
4. forma scritta, richiesta per alcuni documenti contrattuali che una parte deve consegnare
all’altra.
- Capacità negoziale: le restrizioni previste sono per i minori, i malati mentali e gli ubriachi.
UCTA (UNFAIR CONTRACT TERMS ACT) (1978): costituisce il primo tentativo di disciplinare
legislativamente le clausole vessatorie. L’Act si compone di 32 sezioni e di 4 appendici. Le sections
sono divise in 3 parti: la prima reca emendamenti alla legislazione vigente in Inghilterra, Galles e
Irlanda del Nord; la seconda a quella vigente in Scozia; la terza accoglie una serie di disposizioni di
diverso tenore che trattano problemi di diritto internazionale privato. Le appendici riguardano
l’ambito di operatività della legge, i criteri di valutazione della ragionevolezza, intesa come
strumento di controllo giudiziale delle clausole, i rapporti con la legislazione esistente e le
modifiche di norme in contrasto con quelle dell’Act. Il criterio di fairness e di reasonableness
ricorre in molti modelli di sentenze per operare una corretta interpretazione delle clausole
contrattuali.
L’Act è diretto a disciplinare l’attività negoziale delle imprese condotta con consumatori persone
fisiche, o con altre imprese che agiscono a loro volta o come consumatori o nell’ambito della
normale attività di impresa loro propria.
L’Act si applica tanto a clausole di limitazione o di esclusione della responsabilità contenute in
contratti standard quanto a clausole individualmente negoziate dalle parti, e prevede la nullità
assoluta delle clausole di limitazione e di esclusione della responsabilità per colpa per morte o
lesioni fisiche e delle clausole di esclusione e di limitazione delle garanzie dovute ex lege
dall’imprenditore, se l’altro contraente è un consumer. Le clausole di limitazione o di esclusione
della responsabilità diverse da quelle ora indicate, se contenute sia in contratti con consumers sia
con altri businessmen sono invece valide a condizione che soddisfino il test of reasonableness, ossia
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il controllo di ragionevolezza. Le regole principali introdotte dall’Act sono: 1. le clausole di
limitazione o di esclusione della responsabilità per colpa in ipotesi di danni a persone o a cose; 2. le
clausole di limitazione o di esclusione della responsabilità contrattuale; 3. le clausole di
risarcimento del danno; 4. le clausole di garanzia dei beni di consumo.
UTCR (UNFAIR TERMS IN CONSUMER CONTRACTS REGULATIONS) (1994): Si applica ai
contratti conclusi successivamente alla sua entrata in vigore. L’UTCR si applica però solo alle
clausole contenute nei contratti stipulati da imprenditori con consumatori persone fisiche, che non
siano state individualmente negoziate e riguarda tutte le clausole abusive contenute nei contratti di
vendita di beni e prestazioni di servizi ai consumatori. A tale scopo in appendice è stata riprodotta
una lista delle clausole che si presumono abusive; si tratta di una lista grigia che si limita ad indicare
tipi di clausole che potrebbero essere abusive e non commina automaticamente l’invalidità di esse.
Per stabilire la validità delle clausole vessatorie si ricorre al test of fairness, in base al quale, per
verificare se una clausola è abusiva, cioè unfair, occorre aver riguardo a due elementi: 1. contrarietà
alla clausola della buona fede; 2. presenza di un significativo squilibrio nei diritti e negli obblighi
delle parti derivanti dal contratto, in danno del consumatore.
CAUSE DI INVALIDITA’ DEL CONTRATTO: Alle cause di annullabilità previste dal codice
civile italiano per incapacità d’agire, per incapacità di intendere e di volere, per errore, per violenza,
e per dolo, che possono viziare il procedimento di formazione della volontà contrattuale di una
parte, corrispondono nel diritto inglese cause analoghe che rendono il contratto solitamente
annullabile (voidable), ma in alcuni casi addirittura nullo (void) per lack of contractual capacity
(minors, mental patients, drunken persons), per mistake, per misrepresentation, per dures o undue
influence. Per quanto riguarda le tre categorie di nullità del contratto previste dal codice divile
italiano per difetto di un requisito essenziale, per contrarietà a norme imperative e per contrarietà
all’ordine pubblico o al buon costume, la prima è considerata nel common law sotto l’angolo della
visuale dell’inesistenza del contratto, le ultime due comportano invece un’invalidità che si traduce
ad esempio nella non vincolatività o nullità delle clausole vessatorie e nella nullità degli illegal
contracts.
MISTAKE: Mentre nel diritto italiano si parla di errore vizio e di errore ostativo e si stabilisce che,
per rilevare quale causa di annullamento del contratto l’errore deve essere essenziale e
riconoscibile; nel diritto inglese l’errore si distingue in common mistake (errore comune delle parti)
e unilateral mistake (errore di una sola parte), con disciplina e conseguenze diverse secondo si tratti
di mistake at common law o di mistake in equity. L’eeore per determinare l’invalidità del contrato
deve essere fundamental, ossia essenziale. Lerrore comune alle parti può privare di efficacia
vincolante il contratto già concluso e causarne la nullità. L’errore proprio di una sola parte invece
impedisce la conclusione dell’accordo per incomprensione delle parti, che hanno due diverse
rappresentazioni della realtà. In common law, privilegiandosi l’esigenza di commercial certainty, le
ipotesi in cui l’errore rileva sono più limitate ma hanno conseguenze drastiche determinando
sempre la nullità del contratto; mentre in equity le ipotesi di errore so