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Le lingue in Europa
Polacco = ramo delle lingue slave occidentali
Lituano = ramo delle lingue baltiche
Norvegese = ramo germanico settentrionale
La famiglia linguistica a cui appartiene il maltese: Famiglia delle lingue semitiche.
Lingue non indoeuropee parlate in Europa:
Lingue uraliche appartenenti al ramo ugro-finnico: Lappone, finlandese, estone, ungherese.
Lingue altaiche: Turco (ramo turchico), Calmucco (ramo mongolico).
Lingue semitiche: Maltese (dialetto arabo), Ebraico.
Una lingua isolata e misteriosa: Basco. Presenta il 10% di concordanze linguistiche con i dialetti berberi del Nord Africa e circa il 6% con le lingue caucasiche settentrionali. Ha somiglianze con il sardo e il corso ed è sicuramente una lingua preindoeuropea.
Le lingue isolate sono: Greco, armeno e albanese.
I due rami estinti sono: Anatolico e tocarico.
La norma dell'area isolata afferma che le aree geograficamente isolate di solito conservano una
Ad es. Ita. Cavallo, deriva dal latino volgare "caballus", mentre insardo la parola "casa" si dice "domu" e deriva dal latino classico "domus".
Essendo la Sardegna un'area isolata rispetto all'Italia continentale, il sardo tende a conservare una fase più antica del latino, lingua madre dell'italiano.
Mutamento morfologico:
1. In base a quale meccanismo del mutamento linguistico si è verificato il seguente cambiamento nel plurale della parola scarpa nella storia dell'inglese? Sapendo come funziona oggi la regola per il plurale dei nomi inglesi, descrivere come funziona questo meccanismo e da quali motivazioni è determinato.
- Antico inglese: Shoe - shoon
- Inglese moderno: Shoe - shoes
Si tratta di un mutamento morfologico che avviene sotto la spinta dell'analogia.
In particolare, questo è un caso di analogia proporzionale, che fa sì che una forma irregolare,
morfológico: l'analisi e la sintesi. L'analisi consiste nella scomposizione di una parola complessa in morfemi più piccoli. Ad esempio, la parola "inattività" può essere analizzata come "in-" (negazione), "attività" (azione) e "-ità" (sostantivo astratto). La sintesi, invece, consiste nella creazione di nuove parole attraverso la combinazione di morfemi. Ad esempio, la parola "inattivo" è stata sintetizzata unendo il prefisso "in-" (negazione) e il sostantivo "attivo". Questi meccanismi di mutamento morfologico possono avvenire per diverse ragioni, come l'influenza di altre lingue, l'evoluzione naturale del linguaggio nel tempo o la semplificazione delle forme linguistiche.- morfologico:
- Analogia: Consiste nel fare una forma sul modello di un'altra.
- Grammaticalizzazione: Consiste nell'attribuire un valore grammaticale a una forma che non lo aveva (tipicamente un morfema lessicale).
- Cosa s'intende per analogia?
- L'analogia è un processo tipico del mutamento morfologico che fa sì che forme irregolari o asimmetriche si conformino ad un modello regolare o simmetrico; opera sporadicamente per modellare forme incoerenti rispetto al sistema.
- Vi sono delle motivazioni cognitive riguardanti la riduzione di carico per la memoria: La forza dell'analogia sta nella regolarità che impone alla lingua; la forma "regolare" tende a sostituire quella "irregolare", che cognitivamente "costa" di più.
- Esistono due tipi di analogia:
- Analogia proporzionale: una singola forma viene omologata a un modello preesistente.
- Estende e generalizza un modello di relazione morfologica tra date
paradigmi»: omologazione di una serie di forme all’interno di un paradigma.
Si tratta di una completa o parziale eliminazione di alternanze allomorfiche nella flessione e tendenza all’isomorfismo, principio in base al quale i parlanti tendono a istituire relazioni biunivoche tra forme e funzioni e a eliminare alternanze formaliche non si correlano a differenze di significato rilevanti.
Un esempio è il verbo «scegliere» nella diacronia dell’inglese:
- Che cosa s'intende per grammaticalizzazione?
- Fenomeno per cui forme linguistiche libere (per es., parole) perdono gradualmente l’autonomia fonologica e il significato lessicale, fino a diventare forme legate con valore grammaticale (diventando, per es., desinenze).
- Meillet definisce la grammaticalizzazione come "l'attribuzione di valore grammaticale a una forma precedentemente autonoma".
- Un esempio di grammaticalizzazione sono gli avverbi in mente (fr. ment, spagn/porto.
Il termine "mente" è in origine l'antica forma ablativa del nome latino mens, mentis (mente, animo), che spesso ricorreva in sintagmi in cui si univa a un aggettivo, ad esempio "sed ostinatā mente perfer, obdura (Catullo VIII, 2)", ovvero "ma con animo saldo tu resisti, tieni duro".
Tuttavia, nel latino tardo compare la forma "lentā mente" (presumibilmente "con mente lenta"), che in italiano diventa "lentamente", in francese "lentement" eccetera.
Il caso del futuro romanzo:
Il morfema lessicale dei verbi delle lingue romanze è basato sull'infinito, mentre i morfemi grammaticali sono basati sulle forme del verbo avere. Ad esempio, in italiano si ha "leggerò" (leggere - ho). Questa costruzione deriva da una novità del latino tardo, dove il futuro classico fu sostituito da un nuovo futuro perifrastico formato dall'infinito e da habeo. Ad esempio, "cantare habeo" (ho da cantare, devo cantare) con...
valore modale. Da un'implicazione logica si sviluppa così l'idea di futuro ("se lo devo fare, non l'ho ancora fatto"). 5. Processi e proprietà della grammaticalizzazione: o L'entità lessicale autonoma si trasforma in elemento grammaticale (autonomo) che a sua volta si trasforma in clitico o suffisso (ad es. habeo > cantare habeo > canterò). o Tre meccanismi interrelati sono frequentemente associati alla grammaticalizzazione: indebolimento semantico, riduzione morfologica ed erosione fonetica. 6. Indebolimento semantico (semantic bleeching): o È un processo di grammaticalizzazione secondo il quale avviene una desemanticizzazione, ovvero la perdita di tutto (o quasi) il contenuto lessicale di una parola o espressione. Ad es. claramente "con mente chiara" > chiaramente, oppure "habeo" (da avere, possedere) che diventa marca grammaticale di tempo futuro. 7. Riduzione morfologica: o Processo di- Grammaticalizzazione secondo il quale un'espressione che passa da un significato lessicale a uno grammaticale perde gli elementi morfologici che erano caratteristici della sua categoria di partenza, ma che ora non sono più rilevanti (decategorizzazione).
- Spesso avviene anche una transcategorizzazione, cioè un passaggio da una categoria a un'altra:
- Da nome ad avverbi: lat. mica "briciola di pane" > it. mica.
- Da verbi ad avverbi o preposizioni: fr. pendant, ted. während, ingl. during e it. durante.
- Da dimostrativo a marca di relativo: ing. that.
- Erosione fonetica:
- Processo di grammaticalizzazione secondo il quale avviene una riduzione del significante che fa sì che un'espressione linguistica sottoposta a grammaticalizzazione subisce una graduale perdita della sostanza fonetica.
- Ad es. *līkam "corpo, apparenza, forma" > ant. ing. līc > ing. mod.–ly (friendly, quickly, happily).
- Pronome impersonale francese "on".
Che viene dal lat. Homo "uomo" dal valore di indefinito non referenziale: "Id est, antequam homo sciat (VII secolo)", in francese: "C'est-à-dire, avant qu'on le sache".
Mutamento fonetico:
- Caratteristiche del mutamento fonetico:
- Il mutamento fonetico è regolare ed opera senza eccezioni:
- Ad un particolare suono in determinata fase di una lingua corrisponde sempre lo stesso suono in un'altra fase della stessa lingua, o in un'altra lingua appartenente alla stessa famiglia.
- ES: latino italiano
- iacere giacere
- iocum gioco
- iugum giogo
- Mutamento fonetico: Quali sono le ipotesi della diffusione del mutamento fonetico?
- Vi sono due ipotesi che spiegano la diffusione dei mutamenti fonetici, quella dei neogrammatici e quella della diffusione lessicale.
- L'ipotesi dei neogrammatici sostiene che un mutamento fonetico si realizza contemporaneamente in tutte le parole che contengono il fono interessato. È dunque un...
mutamento istantaneo e privo di cronologia. Questa ipotesi è però poco attendibile, perché i mutamenti linguistici in generale hanno bisogno di tempo per realizzarsi, e i mutamenti fonetici non fanno eccezione. Infatti questa ipotesi è stata smentita da altri studi.
L'ipotesi della diffusione lessicale sostiene invece che il mutamento ha origine in un numero limitato di parole, poi si trasmette in modo graduale a tutte quelle che contengono i foni interessati.
Inoltre, il linguista Sturtevant sostiene che ogni persona che sostituisce il vecchio fono con il nuovo, tende a farlo