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Indice ......................................................................... 1
1. Che cosa si intende per economie di agglomerazione? 2
2. Cosa sono le economie di scala...............................................................................................................
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3. Cosa si intende per economie di scopo?
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4. Cosa si intende per economie esterne? .................................................................. 3
5. Definite le economie di localizzazione e di urbanizzazione
6. Spiegate quale può essere il ruolo della struttura produttiva nel condizionare la performance e la
crescita di un’economia ................................................................................................................. 4
regionale
7. Descrivete uno dei modelli secondo cui la crescita economica regionale è determinata
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dall'espansione della domanda di beni e servizi ...................................................................................... 10
8. Descrivete il modello dei distretti industriali
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9. Descrivete i modelli di crescita esogena
1. Che cosa si intende per economie di agglomerazione?
Le economie di agglomerazione sono i vantaggi economici (o riduzione di costi) che
derivano dalla concentrazione di imprese e persone in una determinata area.
Le economie di agglomerazione sono un motivo per cui le città sono cresciute nel tempo. Le
categorie delle economie di agglomerazione (o vantaggi che spingono le imprese a
concentrarsi in una determinata area) possono esser:
(economie interne all’impresa)
a) Economie di scala = calo dei costi unitari di
produzione all'aumentare del volume della produzione. Questo è dovuto alla
concentrazione degli impianti in un unico luogo di produzione
(economie esterne all’impresa ma interne al suo settore)
b) Economie di localizzazione
= la concentrazione di molte aziende concorrenti in un'area specifica, porta vantaggi
perché attira più fornitori, clienti, manodopera specializzata rispetto a quanto una
singola impresa potrebbe attrarre agendo da sola
(economie esterne all’impresa e al settore) =
c) Economie di urbanizzazione La
presenza di un ambiente urbano offre vantaggi come un vasto capitale fisso sociale
(insieme di infrastrutture, servizi e reti) e un mercato diversificato di beni intermedi e
finali. questi vantaggi tendono ad aumentare con l'aumentare della dimensione fisica
della città.
Diseconomie di agglomerazione (svantaggi di agglomerazione) sono di due tipi:
A) formazione di costi crescenti = si verificano quando l'aumento della concentrazione
di attività economiche in una determinata area porta a un incremento dei prezzi dei
fattori di produzione meno mobili e più rari, insieme a un aumento dei costi
derivanti dalla congestione (inquinamento acustico e atmosferico, l'aumento della
criminalità e il disagio sociale).
B) costi di trasporto nulli = sono un insieme di fattori economici, temporali e psicologici
associati allo spostamento da un luogo all'altro. Essi comprendono i costi economici
dello spostamento, costo opportunità del tempo necessario (avrebbe potuto essere
impiegato in altre attività), costo psicologico del viaggio, costo e difficoltà di
comunicazione a distanza, e il rischio di perdita di informazioni essenziali.
Se questi costi fossero nulli non avrebbe senso l’agglomerazione.
1
2. Cosa sono le economie di scala
Con economia di scala ci si riferisce al fenomeno per cui, all'aumentare del volume di
produzione di beni o servizi, diminuiscono i costi medi di produzione. In altre parole,
quando un'azienda aumenta la sua produzione può sfruttare il vantaggio di ridurre il costo
unitario di ciascun bene o servizio prodotto. Questo è dovuto ai costi fissi che vengono
diluiti su un numero maggiore di unità, riducendo così il costo medio di produzione.
PRO:
1. Maggiore efficienza = attraverso la specializzazione (suddivisione del processo in
con l’obiettivo di
parti più semplici = faccio meglio durante il processo) ridurre il
tempo impiegato e le risorse necessarie per il processo produttivo
2. Meno costi = (come visto sopra)
CONTRO:
I. Elevato Investimento iniziale = può essere sostenuto solo da grandi imprese inoltre
vincola la flessibilità dell'impresa stessa
II. Domanda di mercato costante = per garantire che la produzione in grande quantità
trovi adeguato sbocco commerciale
3. Cosa si intende per economie di scopo?
che un’impresa può ottenere
Sono vantaggi economici attraverso lo sfruttamento o la
combinazione di risorse già all'interno della stessa entità per entrare in mercati vicini o
collegati a quello attuale. per un’impresa:
Tre situazioni possono portare all'emergere delle economie di scopo
a) sfruttare le risorse esistenti e già utilizzate per accedere a nuovi mercati
es. Amazon originariamente focalizzata sulla vendita di libri online, ha successivamente
sfruttato la sua infrastruttura logistica e la conoscenza del settore dell'e-commerce per
espandersi in molti altri mercati, tra cui l'elettronica, l'abbigliamento, i prodotti per la
casa e i servizi di streaming video.
b) sfruttare il processo produttivo già in uso per produrre contemporaneamente due o più
prodotti differenti
es. San Benedetto che produceva solo acqua ha utilizzato le stesse linee di produzione
per realizzare sia acqua che altre tipologie di bevanda
c) utilizzare le conoscenze acquisite o l'immagine di un determinato prodotto per produrne
altri prodotti diversi e quindi entrare in mercati nuovi
es. Coca-Cola, che ha diversificato la sua offerta introducendo nuovi prodotti, come
Coca-Cola Zero e Coca-Cola Light, sfruttando il marchio e l'immagine positiva del
prodotto originale. 2
4. Cosa si intende per economie esterne?
“economie “esternalità
Con esterne” ci si riferisce alle positive”, ossia quegli effetti esterni
(l’impresa
che portano benefici alle imprese in generale non può produrre al suo interno). Al
“diseconomie” “esternalità
contrario, le si riferiscono alle negative”, ovvero gli effetti
esterni dannosi che causano un danno economico alle imprese a causa di fattori esterni.
Possono essere di differenti tipi:
Economie di localizzazione (economie esterne all’impresa ma interne
a) al suo settore)
= la concentrazione di molte aziende concorrenti in un’area specifica, porta vantaggi
perché attira più fornitori, clienti, manodopera specializzata rispetto a quanto una
singola impresa potrebbe attrarre agendo da sola
(economie esterne all’impresa e al settore) = La
b) Economie di urbanizzazione
presenza di un ambiente urbano offre vantaggi come un vasto capitale fisso sociale
(insieme di infrastrutture, servizi e reti) e un mercato diversificato di beni intermedi e
finali. Questi vantaggi tendono ad aumentare con l’aumentare della dimensione
fisica della città.
5. Definite le economie di localizzazione e di urbanizzazione
Le economie di localizzazione (esterne all’impresa ma interne al suo settore) sono i vantaggi
che le imprese ottengono dal raggrupparsi in aree specifiche. Questi vantaggi sono:
1) ampia presenza di fornitori e quindi più potere di negoziazione per le imprese
2) formazione di un bacino di manodopera specializzata, la concentrazione di molte
industrie dello stesso settore riducono i costi di apprendimento
3) costi di trasporto e transazione ridotti, la concentrazione determina interazioni più
semplici e veloci
4) know how diffuso, la concentrazione favorisce lo scambio di idee e conoscenze delle
imprese
Il modello è criticato perché è troppo rigido e non tiene conto dei cambiamenti nel tempo e
dei primi del ‘900,
delle interazioni tra le imprese. Inoltre, si basa su modelli che non si
adattano alla realtà attuale con nuove tecnologie e modelli di business.
(economie esterne all’impresa e al settore)
Le economie di urbanizzazione sono vantaggi
che si sviluppano all’interno di un ambiente urbano (nelle città):
1) presenza di un mercato ampio e diversificato = opportunità di raggiungere un ampio
numero di clienti e ridurre i costi di trasporto
2) concentrazione di investimento pubblico = le città ricevono un maggiore sostegno da
parte del pubblico in termini di spesa per consumi e investimenti infrastrutturali (ampio
capitale fisso sociale)
3) incubatrice di talenti e risorse: le città agiscono come centri attrattivi per talenti,
competenze e risorse diverse “3 T”:
Infine, al fattore urbano si ricollegano le tolleranza, tecnologia e talento. Secondo
Richard Florida, il talento altamente qualificato, la presenza di tecnologie all’avanguardia e
l’accettazione della diversità culturale e sociale sono essenziali per guidare la crescita e la
competitività delle comunità moderne. 3
6. Spiegate quale può essere il ruolo della struttura produttiva nel condizionare la
performance e la crescita di un’economia regionale
La relazione che esiste tra la struttura produttiva e la crescita regionale può essere dimostrata
attraverso l'analisi shift share:
Il tasso di crescita regionale è influenzato da tre elementi:
I. Struttura industriale
II. Produttività dei settori
III. Dinamica della domanda e delle preferenze dei consumatori
Ipotizziamo che i settori hanno uguale produttività indipendentemente dalla localizzazione,
la regione ha la stessa composizione settoriale della nazione, il tasso di crescita della regione
risulta uguale al tasso di crescita della nazione: ∗
y = y + s
r
Y = tasso di crescita del reddito
r = regione
*
Y = tasso di crescita nazionale
s = differenziale tra tasso di crescita nazionale e regionale
Shift (s) può dipendere da:
a) Effetto MIX (o effetto di composizione della struttura settoriale regionale) = forte
presenza nell’economia regionale di settori che presentano una domanda
rapidamente crescente rispetto ai medesimi nazionali (elementi di domanda)
b) Effetto DIF (o effetto di competizione della struttura settoriale regionale) = indica la
maggior capacità dell'economia regionale di sviluppare per ogni settore tassi medi di
crescita superiori rispetto a quelli dei corrispondenti settori nazionali (elementi di
offerta)
Grafico: 4
Analisi grafico:
▪ SITUAZIONI DI CRESCITA POSITIVA REGIONALE:
a) A, D, E, F = le aree al di sopra della linea tratteggiata di 45 ° (A, D, E, F)
rappresentano la capacità di crescita locale superiore a quella nazionale per
effetto DIF favorevole (lo sviluppo è sorretto dalla competitività dei settori
locali)
b) A, B, C = anche le aree a destra della retta che rappresenta la media settoriale
nazionale (A, B e C) registrano una crescita superiore al tasso di crescita
medio nazionale
c) D, E = crescita positiva anche per i settori che si collocano nelle aree D e E.
La condizione di crisi in cui si trovano i settori a livello nazionale è
compensata dalla competitività dei settori locali
▪ SITUAZIONI DI CRISI REGIONALE:
I. F, G = Situazione di crisi per l'economia locale è rappresentata dai settori che
si collocano nelle aree F e G. Questi settori sono in crisi sia a livello
nazionale che a livello locale.
II. C, H = Altra situazione di crisi riguardo i settori che si collocano nelle aree C
e H dove la crescita della domanda nazionale non è sufficiente a compensare
la scarsa competitività dei settori locali
PRO:
i. Permette di distinguere effetto DIFF ed effetto MIX
ii. Consente di distinguere le leve della domanda da quelle dell'offerta
iii. Individua il contributo dato da ogni settore alla crescita
CONTRO:
I. La composizione dipende dalla disaggregazione settoriale usata
II. Il calcolo dipende dal peso che il settore ha a livello nazionale non spiega le cause
della crescita 5
7. Descrivete uno dei modelli secondo cui la crescita economica regionale è determinata
dall'espansione della domanda di beni e servizi