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Parte speciale - le sentenze additive di prestazione della Corte costituzionale.
Le sentenze additive di prestazione rientrano nella categoria delle sentenze manipolative; si tratta di decisioni con
cui la Corte costituzionale nell'aggiungere alcunché o nel sostituire spesso ciò che si introduce va a cercare un costo o
comunque un impegno a carico dello Stato.
Le sentenze additive spesso generano dibattiti, poiché aumentano il carico finanziario per lo Stato. Ogni sentenza che
impone sanzioni o riconoscimenti di somme dovute genera spese non previste nel bilancio.
Questo solleva la questione di come conciliare tali spese impreviste con il principio di copertura del bilancio stabilito
dall'art.81, co.4 Cost. Sebbene questo principio sia fondamentale, non può impedire la tutela dei principi fondamentali
della Costituzione. Allo stesso modo, non si può compromettere eccessivamente il bilancio per tutelare un valore
costituzionale.
È essenziale trovare un equilibrio ragionevole in quanto la Corte costituzionale deve garantire non solo l’applicazione
delle norme costituzionali, ma anche il buon funzionamento dello Stato. Sebbene la Corte sembri avere un potere
limitato, in realtà ha la responsabilità di adattare il proprio giudizio a una varietà di situazioni.
Per rendere ancora più comprensibile il ruolo svolto dalla Corte in questi casi, si può dire che la Corte non “inventa”
nuove sentenze, ma, piuttosto, “scopre” nuove possibilità, nuovi campi d’azione all’interno dei poteri a sua
disposizione. Sebbene non possa modificare direttamente le conseguenze delle sue decisioni, può chiarire meglio quali
norme debbano essere eliminate. Quando una norma viene abrogata, si crea un “vuoto” che può essere riempito da una
reazione dell’ordinamento o da un intervento legislativo successivo. Tuttavia, gli interventi del legislatore sono spesso
lenti o assenti, e questo può portare a una situazione di incostituzionalità più grave.
La Corte, infatti, deve considerare le conseguenze delle sue decisioni, preoccupandosi degli effetti negativi che
potrebbero derivare da una legislazione non tempestiva. Le sentenze che rigettano o accolgono questioni di
incostituzionalità rappresentano i primi passi per un’analisi più approfondita della norma in questione.
Quando la Corte si preoccupa di non causare danni irreparabili, adotta sentenze di infondatezza interpretative,
accogliendo o rigettando una questione solo in base a determinate interpretazioni. Le sentenze additive, che eliminano
l’assenza di una norma, non si discostano formalmente dalle sentenze di accoglimento, ma favoriscono una “reazione
spontanea” dell’ordinamento.
La Corte deve quindi individuare la norma mancante, ma, poiché non ha discrezionalità come il legislatore, si basa su
norme già esistenti formulate dal legislatore stesso. Le sentenze additive non creano nuovo diritto, ma portano alla
luce norme già presenti, interpretando disposizioni o principi costituzionali.
Questo spiega perché le sentenze di tipo “additivo” possono essere emesse solo quando si configurano come l’unica
soluzione possibile secondo la Costituzione. Infine, tra una sentenza di accoglimento puro e una manipolativa, l’unica
differenza reale è che nella prima l’interprete può valutare come l’ordinamento risponde, mentre nelle altre è obbligato
a seguire una certa direzione.
Parte speciale - le sentenze additive della Corte costituzionale.
Le sentenze additive sono decisioni con cui la Corte dichiara illegittima la disposizione nella parte in cui non prevede
ciò che invece sarebbe costituzionalmente necessario prevedere; in questo caso quindi l'addizione è una norma, la
quale seppur pronunciata nel dispositivo della sentenza, è stata omessa dal legislatore.
Le sentenze additive possono essere di più tipi, i principali sono:
• Sentenze additive di principio
• Sentenze additive di prestazione.
Le sentenze additive di principio sono decisioni con cui la Corte dichiara incostituzionale una norma che non
include determinate situazioni, ma lascia al legislatore il compito di definire come attuare il cambiamento.
L’aggiunta, in questo caso, non è di tipo immediatamente operativo, proprio perché la Corte non aggiunge la parte
mancante, indica piuttosto il principio generale cui il legislatore dovrà rifarsi nel riempire di contenuti la lacuna
riscontrata lasciando al legislatore la decisione circa le modalità concrete con cui rendere la disciplina adeguata alle
norme e ai principi costituzionali.
Le sentenze additive di prestazione invece sono decisioni con cui la Corte costituzionale nell'aggiungere alcunché o
nel sostituire spesso ciò che si introduce va a cercare un costo o comunque un impegno a carico dello Stato.
Le sentenze additive spesso generano dibattiti, poiché aumentano il carico finanziario per lo Stato. Ogni sentenza che
impone sanzioni o riconoscimenti di somme dovute genera spese non previste nel bilancio.
Questo solleva la questione di come conciliare tali spese impreviste con il principio di copertura del bilancio stabilito
dall'art.81, co.4 Cost. Sebbene questo principio sia fondamentale, non può impedire la tutela dei principi fondamentali
della Costituzione. Allo stesso modo, non si può compromettere eccessivamente il bilancio per tutelare un valore
costituzionale.
È essenziale trovare un equilibrio ragionevole in quanto la Corte costituzionale deve garantire non solo l’applicazione
delle norme costituzionali, ma anche il buon funzionamento dello Stato. Sebbene la Corte sembri avere un potere
limitato, in realtà ha la responsabilità di adattare il proprio giudizio a una varietà di situazioni.
Per rendere ancora più comprensibile il ruolo svolto dalla Corte in questi casi, si può dire che la Corte non “inventa”
nuove sentenze, ma, piuttosto, “scopre” nuove possibilità, nuovi campi d’azione all’interno dei poteri a sua
disposizione. Sebbene non possa modificare direttamente le conseguenze delle sue decisioni, può chiarire meglio quali
norme debbano essere eliminate. Quando una norma viene abrogata, si crea un “vuoto” che può essere riempito da una
reazione dell’ordinamento o da un intervento legislativo successivo. Tuttavia, gli interventi del legislatore sono spesso
lenti o assenti, e questo può portare a una situazione di incostituzionalità più grave.
La Corte, infatti, deve considerare le conseguenze delle sue decisioni, preoccupandosi degli effetti negativi che
potrebbero derivare da una legislazione non tempestiva. Le sentenze che rigettano o accolgono questioni di
incostituzionalità rappresentano i primi passi per un’analisi più approfondita della norma in questione.
Quando la Corte si preoccupa di non causare danni irreparabili, adotta sentenze di infondatezza interpretative,
accogliendo o rigettando una questione solo in base a determinate interpretazioni. Le sentenze additive, che eliminano
l’assenza di una norma, non si discostano formalmente dalle sentenze di accoglimento, ma favoriscono una “reazione
spontanea” dell’ordinamento.
La Corte deve quindi individuare la norma mancante, ma, poiché non ha discrezionalità come il legislatore, si basa su
norme già esistenti formulate dal legislatore stesso. Le sentenze additive non creano nuovo diritto, ma portano alla
luce norme già presenti, interpretando disposizioni o principi costituzionali.
Questo spiega perché le sentenze di tipo “additivo” possono essere emesse solo quando si configurano come l’unica
soluzione possibile secondo la Costituzione. Infine, tra una sentenza di accoglimento puro e una manipolativa, l’unica
differenza reale è che nella prima l’interprete può valutare come l’ordinamento risponde, mentre nelle altre è obbligato
a seguire una certa direzione.
Parte speciale - le sentenze manipolative della Corte costituzionale.
Le sentenze manipolative sono decisioni con cui la Corte interviene in maniera diretta sulla norma, modificandola o
ampliandone il significato per conformarla alla Costituzione.
Rientrano in questa categoria:
→ Sentenze di accoglimento parziale: La Corte accoglie la questione dichiarando illegittima una parte di
disposizione o uno dei possibili significati deducibili da essa. In sostanza, ciò comporta la restrizione dell’ambito
di applicazione della norma o comunque la restrizione nell’interpretazione.
→ Sentenze additive: la Corte dichiara l’incostituzionalità di una norma per omessa previsione di un determinato
aspetto, obbligando il legislatore ad aggiungere elementi necessari affinché la norma rispetti la Costituzione. In
alcuni casi, la Corte stessa aggiunge direttamente la previsione mancante.
Le sentenze additive sono di due tipi: di principio o di prestazione.
Le sentenze additive di principio sono decisioni con cui la Corte dichiara incostituzionale una norma che non
include determinate situazioni, ma lascia al legislatore il compito di definire come attuare il cambiamento.
L’aggiunta, in questo caso, non è di tipo immediatamente operativo, proprio perché la Corte non aggiunge la parte
mancante, indica piuttosto il principio generale cui il legislatore dovrà rifarsi nel riempire di contenuti la lacuna
riscontrata, lasciando al legislatore la decisione circa le modalità concrete con cui rendere la disciplina adeguata
alle norme e ai principi costituzionali.
Le sentenze additive di prestazione invece sono decisioni con cui la Corte costituzionale nell'aggiungere
alcunché o nel sostituire spesso ciò che si introduce va a cercare un costo o comunque un impegno a carico dello
Stato.
→ Sentenze Sostitutive: la Corte non si limita a eliminare una parte incostituzionale, ma la sostituisce con una
formulazione che ritiene conforme alla Costituzione.
→ Sentenze Manipolative di Eliminazione: la Corte rende un disposizione conforme alla Costituzione eliminando
solo la parte della norma che ritiene incostituzionale.
LEZIONE 110
Parte speciale - le sentenze di accoglimento della Corte costituzionale che limitano la retroattività degli effetti.
Le sentenze di accoglimento della Corte costituzionale che limitano la retroattività degli effetti sono decisioni in
cui la Corte dichiara l'incostituzionalità di una norma, ma stabilisce che gli effetti della sua pronuncia non si applicano
retroattivamente. Questo significa che la norma resta valida per gli atti compiuti prima della sentenza, anche se
riconosciuta come incostituzionale.
La corte emette tali sentenze con l’obiettivo di:
• Tutelare la Stabilità Giuridica: La Corte può decidere di non applicare ret