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Che ruolo ha il terapeuta nella psicologia della Gestalt?

Il terapeuta si mostra come una persona vera, promuovendo un percorso di crescita verso una maggiore

consapevolezza di sé e del proprio ambiente. Questo approccio richiede delle doti introspettive da parte del

cliente; perciò, non è adatto per pazienti con disagi psichici. Il terapeuta adotta un approccio improntato

all’onestà, all’accettazione, alla gentilezza e al rispetto ed è chiamato a creare un’atmosfera in cui sia

possibile, per il cliente, aumentare il proprio livello di consapevolezza.

Come viene concettualizzata la teoria figura sfondo nella psicologia della Gestalt?

Rispetto al concetto di figura sfondo, il bisogno dominante diventa l’elemento in primo piano (la figura),

mentre gli altri bisogni vanno sullo sfondo. Questo è un movimento dinamico e continuo, di passaggio tra

bisogni che diventano “figura” e bisogni che diventano sfondo a seconda del momento. Questo crea delle

“figure percettive”, chiamate, appunto, Gestalten.

Il passaggio di un bisogno dall’essere figura all’essere sfondo viene determinato dal percepirlo come

compiuto (e quindi può andare nello sfondo) o incompiuto, e allora diventa dominante e quindi diventa

“figura”. L’essere umano tende all’equilibrio e al benessere, quando si interrompe il senso di continuità del

movimento figura/sfondo, si avverte il malessere e il disturbo psichico.

come vengono visti il passato, il presente e il futuro nella psicologia della Gestalt?

Il passato è visto come una dimensione che non esiste più, il futuro non è ancora esistente; perciò, si può

lavorare con la terapia solo sul presente e sulla relazione reale e immediata con il contesto. Siamo quindi o

davanti a una psicoterapia della presenza, cioè di una consapevolezza che riguarda, allo stesso momento e

interamente, diverse dimensioni dell’esperienza: la dimensione mentale, quella emotiva e quella osmatica.

Si tratta di una consapevolezza che è nella coscienza del corpo che viene vista come un processo, vivo e

dinamico, alimentato dalla possibilità del cambiamento.

Come si valuta l’efficacia di una psicoterapia?

Il concetto di cura, di benessere, di salute sono concetti di difficile misurazione, perciò non è facile

“misurare” l’efficacia della psicoterapia. Uno degli elementi fondamentali per la buona riuscita di un

trattamento psicoterapeutico è una buona relazione tra paziente e terapeuta. L’importanza di questa

relazione è uno dei fattori comuni a tutte le psicoterapie che ne caratterizzano l’efficacia. Un altro

importante elemento comune a tutti gli orientamenti per l’efficacia di una psicoterapia è il setting: uno

spazio sicuro e protetto dove poter esprimere i propri desideri e i propri pensieri. Un altro fattore che è

stato indicato è l’esperienza del terapeuta.

Oggi, grazie all’importanza che la salute mentale sta riscontrando nella nostra società, uno strumento che è

stato studiato appositamente è il CORE-OM: Clinical Outcome in Routine Evaluation- Outcome Measure, un

questionario a 34 items pensato appositamente per essere utilizzato in modo routinario per la valutazione

degli esiti degli interventi psicologici.

Per chi è indicata la terapia on line?La terapia online è indicata per persone con bisogni particolari come:

disabili e anziani con problemi di motricità; soggetti affetti da disturbi d'ansia come agorafobia o fobia

sociale; persone che temono lo stigma sociale, ma possono superare il senso di vergogna utilizzando un

aiuto a distanza; che vivono in contesti rurali difficilmente raggiungibili; con vincoli di tempo come managers

o professionisti; che spostano spesso la residenza per motivi di studio o di lavoro; adolescenti isolati nelle

loro camerette, con problemi di socializzazione o con gravi patologie, come "hikikomori".

Quali sono le dimensioni del sapere e a che cosa fanno riferimento?

Ogni sapere ha inscritto in sé due dimensioni importanti: il sapere e il saper fare.

La prima si riferisce alla necessità di acquisire nel miglior modo possibile tutto ciò che teoricamente serve

per prepararsi nel proprio campo professionale.

La seconda si riferisce alle abilità tecniche e metodologiche da acquisire e successivamente applicare nel

proprio campo di intervento.

Nel percorso di psicologia, e nello specifico nell’ambito della psicologia clinica, orientata alla cura, entra in

gioco una terza dimensione, e precisamente quella del saper essere, molto più delicata e complessa da

acquisire, da affiancare alle due precedenti, questa dimensione implica profondamente un lavoro costante

su di sé prima di entrare in relazioni di aiuto e cura. La capacità di comprendere, vedere e vivere i propri

limiti è indispensabile in questa professione, la dinamicità con cui inserirsi in contesti problematici è

fondamentale ma soprattutto la possibilità di accedere, in una maniera sufficientemente ampia al proprio

mondo affettivo: esplorarlo, curarlo, conoscerlo, viverlo e saperlo riconoscere quando si implica, come

strumento di cura (la soggettività del clinico), in situazioni terapeutiche di diversa complessità.

Cosa è il codice deontologico?

Il codice deontologico è lo strumento scritto e reso pubblico che stabilisce e definisce le concrete regole di

condotta che devono essere rispettate nell’esercizio di un’attività professionale. Il codice deontologico

rappresenta, in altre parole, la carta d’identità dello psicologo e una guida che orienta e rassicura.

Per questo il codice deontologico intende raggiungere due obiettivi: riconoscersi e farsi riconoscere. Il

Codice Deontologico non ha il valore di legge, ma di norma di riferimento interna alla categoria, fondata su

principi etici e regole di comportamento condivisi. Dal rispetto di queste norme derivano il decoro, la dignità

e la correttezza della professione. Gli iscritti all’Ordine degli Psicologi hanno l’obbligo di conoscerlo e di

rispettarlo.

L’inosservanza delle norme deontologiche può portare a sanzioni disciplinari: l’ammonimento, la

sospensione e la radiazione dall’Albo. Il testo è costituito da 42 articoli, suddivisi in 5 capitoli: principi

generali, rapporti con l’utenza e la committenza, rapporti con i colleghi, rapporti con la società, norme di

attuazione.

In che modo è formativo il periodo scolastico?

Il periodo scolastico viene vissuto come periodo formativo non solo nell’ acquisire nozioni cioè il “sapere

accademico” ma uno spazio personale dove “imparare a pensare”. In questo spazio, la relazione con l’altro

diviene risorsa e strumento irrinunciabile per la costruzione della personalità individuale e per la

formazione delle competenze alla socializzazione. In ogni processo formativo-educativo, l’acquisizione di

nuovi contenuti è filtrata dalla relazione con l’altro, che guida e orienta il ragazzo nella sua crescita non solo

intellettiva ma anche emotiva-affettiva. La possibilità di costruire buone relazioni a scuola così come in ogni

contesto lavorativo, ha alla base processi che richiedono una crescita personale o un lavoro psicologico su sé

stessi.

Cosa si intende per soddisfazione lavorativa?

La soddisfazione lavorativa può essere intesa come una reazione emozionale ad una serie di aspetti

connessi al lavoro che risulta dal confronto dei risultati reali con quelli desiderati, aspettati, meritati. Tali

aspetti includono ad esempio, il tipo di attività svolta e i suoi aspetti intrinseci, la retribuzione, la qualità

della vita extra-lavorativa, l’autonomia e la possibilità di gestire il proprio tempo, i valori, ecc.

Quando una persona è soddisfatta a livello lavorativo si sente parte del gruppo e dell’organizzazione e vuole

impegnarsi per questa perché ne percepisce il valore. Il coinvolgimento personale risulta elevato e ciò

significa che alla soddisfazione lavorativa corrisponde anche un appagamento nella vita privata. Al contrario,

in assenza di soddisfazione si palesano tutti quei comportamenti che non solo sono segnali di malessere e, a

lungo andare, possono essere dannosi per la salute, ma inficiano anche la performance. L’insofferenza

nell’andare al lavoro, l’assenteismo, il pettegolezzo, disturbi psicosomatici di vario genere, lentezza nelle

azioni, ecc. sono tutti indicatori che qualcosa nel contesto lavorativo non sta andando nella giusta direzione.

Quali sono le finalità dell'intervento psicologico in ospedale?

L'intervento psicologico è mirato a favorire il processo di accettazione, adattamento e la reazione alla

patologia favorendo la relazione terapeutica con l'equipe curante, sostenendo il paziente sul piano emotivo,

promuovendo l'assunzione di responsabilità individuale nel processo decisionale. Lo psicologo contribuisce

a realizzare un modello di cura che comprenda maggiore attenzione alle esigenze personali ed emotive del

paziente e lo renda più partecipe del proprio percorso di cura. La consulenza al paziente e ai familiari offre

sostegno rispetto ai vissuti legati alla malattia, e favorisce la comprensione delle esigenze della cura, con

l’obiettivo di migliorare i risultati a lungo termine del trattamento e la qualità complessiva della vita del

paziente.

Quali sono i campi di applicazione della psicologia giuridica?

La Psicologia Giuridica si occupa dello studio e dell’osservazione delle dinamiche comportamentali della

singola persona o di gruppi coinvolti in provvedimenti e situazioni in ambito giuridico, sia civile sia penale. In

passato la Psicologia Giuridica guardava esclusivamente al settore minorile e familiare; oggi il campo di

azione si è ampliato a varie situazioni giuridiche che includono i problemi della tutela dell’integrità

psicologica individuale (danno biologico di natura psichica e danno esistenziale), la salvaguardia delle

condizioni più idonee per lo sviluppo psicofisico del minore (diritto di famiglia, affidamento, adozione, ecc.),

la rieducazione e la risocializzazione. Risultano fondamentali anche gli approfondimenti degli aspetti

psicologici della responsabilità penale dei minori e degli adulti, dei comportamenti dei testimoni e degli

effetti dello stato di reclusione.

Cosa studia la psicologia dello sport?

La psicologia dello sport studia i processi cognitivi, emotivi e comportamentali connessi con le prestazioni

degli atleti e delle squadre nel contesto sportivo, l’esercizio fisico e la partecipazione ad attività sportive. La

psicologia dello sport, pur essendo in Italia una disciplina relativamente giovane, si è rapidamente

differenziata in una serie di campi di indagine e di applicaz

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher JonnyCampus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Lattanzi Paola Francesca.
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