Influenzano l'accesso, il livello e la qualità dell'istruzione nei paesi in via di sviluppo
Nei PVS il livello di educazione è inferiore per molti motivi: dal lato della domanda troviamo l'effetto che i benefici di un'istruzione non all'altezza e non in grado di aiutarli a sopravvivere, troviamo anche i costi diretti dell'andare a scuola e i costi indiretti. I costi diretti comprendono i costi da sostenere per andare fino a scuola, cosa che nei paesi sviluppati è sottovalutata per via della massiccia presenza di istituti a qualsiasi livello di istruzione, ma nei PVS la presenza di scuole è molto meno comune e i ragazzi devono fare anche 10km per poterci andare. Inoltre, vanno considerati i costi per mangiare e per acquisire gli strumenti utili all'apprendimento. Con costi indiretti si fa riferimento alla possibilità che il ragazzo lavori invece di andare a scuola, non lavorando non va effettivamente a portare un guadagno per la famiglia.
Dal lato dell'offerta invece troviamo la mancanza letterale della presenza di spazi adibiti all'istruzione, la mancanza di competenze dei professori e il livello di qualità generale del sistema scolastico. Per promuovere l'istruzione e incrementare il tasso di coinvolgimento, dovremmo incrementare innanzitutto il quantitativo di scuole e lavorare sulla consapevolezza della popolazione che un livello di istruzione maggiore porta a benefici e livelli di qualità della vita potenzialmente superiori. Bisogna rendere gratuita la possibilità di andare a scuola, fornire pasti e condizioni salutari migliori e creare un sistema di incentivi per le famiglie.
Differenza tra povertà relativa e povertà assoluta
Il 10% della popolazione mondiale vive in condizioni di povertà estrema. Il 25% della popolazione mondiale vive in condizioni di povertà. La povertà estrema (o assoluta) è la situazione di un individuo che è privo delle risorse necessarie alla sussistenza in termini di cibo, abbigliamento, alloggio. Quindi la condizione in cui si trovano gli individui che non hanno risorse sufficienti per soddisfare i propri bisogni principali. I poveri estremi sono coloro che hanno un livello di spesa o di consumo al di sotto della linea della povertà. La linea della povertà è calcolata sulla base di un paniere di beni di consumo che servono a soddisfare i bisogni di base.
La povertà relativa è la situazione di un individuo che ha una dotazione di risorse che consente uno standard di vita inadeguato rispetto allo standard di vita medio nella collettività.
- Due strumenti per identificare la povertà: la Linea della Povertà Internazionale (LPI), definisce la povertà assoluta in paesi diversi; la Linea della Povertà Nazionale (LPN) definita da ogni paese sulla base dei livelli di consumo e degli standard di vita.
Indici di povertà
Per misurare l'indice di povertà possiamo usare 3 metodi come:
- Poverty Headcount and Poverty Headcount Ratio (o index): numero assoluto (o quota percentuale) di popolazione che vive sotto la LP;
- Total Poverty Gap (TPG): quantità di reddito totale necessario per portare fuori tutti i poveri dalla povertà assoluta;
- Average Poverty Gap (APG).
La povertà assoluta si calcola facendo il conteggio delle calorie: determinare il minimo costo locale per 2000 calorie. Quindi definire il reddito necessario per acquistare 2000 calorie di cibo: questo reddito identifica la linea della povertà assoluta. Il Multidimensional Poverty Index: la povertà (la deprivazione dei diritti) è un fenomeno multidimensionale: mancanza di reddito, e altri fattori che influenzano la deprivazione. L'attenzione è sulle tre dimensioni dell'indice sviluppo umano: salute, istruzione e standard di vita. Definizione di povero multidimensionale: povero è un individuo in condizioni di deprivazione nel 33% degli indicatori.
Fatti stilizzati: la povertà si è ridotta ma la riduzione è molto meno forte se si esclude la Cina. La quota di povertà globale dei paesi a basso reddito e a medio-alto reddito è rimasta pressoché la stessa. La quota di povertà globale dei paesi medio-basso reddito (esclusa l'India) è cresciuta. La povertà è molto alta nei paesi nei quali ci sono dei conflitti. Politiche per ridurre la povertà, approccio che include un insieme di interventi: miglioramento di condizioni sanitarie, istruzione, accesso al mercato, empowerment delle donne, ecc.
Discutere i processi che influenzano il processo di accumulazione del capitale nei paesi in via di sviluppo
Gli elementi che influenzano il processo di accumulazione sono: l'esistenza di una classe imprenditoriale, le caratteristiche del sistema agricolo, le imprese straniere e lo stato, il funzionamento dei mercati, il sistema finanziario e gli investimenti esteri. La classe imprenditoriale è stata il motore del processo di sviluppo nei paesi industrializzati, nei PVS questo non è avvenuto, per vari motivi: influenza del periodo coloniale, élite locali poco interessate all'attività imprenditoriale, prevalenza dello sfruttamento delle risorse naturali come forma di commercio, personalità più dotate dal punto di vista imprenditoriale che sono emigrate.
Il settore agricolo è molto importante dal punto di vista dell'occupazione, in molti casi è ancora un mercato caratterizzato dalla produzione per autoconsumo o esportazione, nei PVS il settore agricolo non è organizzato in maniera capitalistica. Nei PVS è molto elevata la presenza di imprese informali, micro e piccolissime attività economiche non registrate, senza contratti per i lavoratori, un basso uso di capitale e escluse dall'accesso a crediti e sussidi. Nei PVS è difficile espandere l'attività economica e quindi di investire, infatti la ridotta presenza delle grandi imprese favorisce i piccoli imprenditori. Nei PVS in molti casi le grandi industrie sono portate avanti o dallo stato o da imprese estere che piazzano le proprie filiali nei PVS per un riscontro strategico, così facendo però i profitti escono dallo stato e vengono solo sfruttate le risorse, oppure tramite una pessima gestione della burocrazia, mancanza di progetti affidabili, vengono sprecate. Tutte le combinazioni di questi fattori portano a un'incapacità o impossibilità di trattenere il capitale e quindi di risparmiare.
Disuguaglianza e come misurarla
La disuguaglianza economica è la condizione di una collettività che presenta una distribuzione diseguale del reddito e/o delle risorse fra individui e gruppi. Povertà e disuguaglianza indicano due situazioni diverse. Paesi con lo stesso PGR (Poverty Headcount Ratio) possono in realtà avere livelli di disuguaglianza e reddito diversi. La disuguaglianza economica si misura solitamente sulla base dei dati sulla distribuzione del reddito (e non dalla ricchezza): distribuzione del reddito funzionale: fornisce le informazioni sulla quota ricevuta da ogni fattore di produzione (salari, rendite, profitti); distribuzione del reddito personale: reddito totale ricevuto dagli individui o dalle famiglie, indipendentemente dalla fonte.
Come misurarla?
- Ordinare la popolazione in base al reddito e dividerla in gruppi di stessa dimensione (quartili, quintili, decili, etc.).
- Fare la media dei redditi all'interno dei "bins".
- Misura di disuguaglianza: differenza in media nei redditi tra il 10% più povero e il 10% più ricco.
Le misure della disuguaglianza:
- Il rapporto di Kuznets: è il rapporto fra il reddito ricevuto dal 20% più alto e il 40% più basso della popolazione.
- La curva di Lorenz: rappresenta la relazione quantitativa fra la % di percettori di reddito e la % del reddito totale che percepiscono:
- Uguaglianza perfetta: la curva di Lorenz è una diagonale a 45 gradi.
- Più la curva si allontana dalla diagonale, più è alta la disuguaglianza.
- Il coefficiente di Gini: è il rapporto fra l'area compresa fra la linea di uguaglianza a 45 gradi e la curva di Lorenz divisa l'area totale sottesa dalla linea dell'uguaglianza:
- Uguaglianza perfetta: il coefficiente di Gini è 0.
- Più è alto l'indice di Gini, più è alta la disuguaglianza.
Il coefficiente di Gini soddisfa 4 principi:
- Principio di anonimato: la misura della disuguaglianza non dipende da chi ha il reddito più alto.
- Principio di indipendenza dalla scala: la misura della disuguaglianza non dipende dalla dimensione dell'economia o dalla valuta in cui si misura il reddito.
- Principio di indipendenza dalla popolazione: la misura della disuguaglianza non dipende dalla dimensione della popolazione.
- Principio del trasferimento: la distribuzione del reddito migliora in caso di trasferimento di reddito da un ricco a un povero.
La disuguaglianza nel mondo
L'interesse per l'analisi empirica della disuguaglianza è cresciuto dagli anni 1980. Molti studi empirici ma difficile confronto: utilizzano una grande varietà di metodi statistici e definizioni diverse di disuguaglianza.
Tre diversi tipi di misurazione della disuguaglianza mondiale:
- Disuguaglianza tra nazioni (non pesata): indice di Gini è calcolato utilizzando i redditi medi dei paesi, implicazione: paesi grandi e paesi piccoli hanno la stessa importanza e incidono allo stesso modo sul calcolo della disuguaglianza mondiale.
- Disuguaglianza tra nazioni pesata per la dimensione della popolazione: indice di Gini è calcolato utilizzando i redditi medi dei paesi, la ponderazione avviene utilizzando la quota della popolazione mondiale del paese.
- Disuguaglianza globale: ogni persona viene considerata sulla base del suo reddito.
La disuguaglianza di reddito è cresciuta enormemente negli ultimi due secoli. La crescita della disuguaglianza fra paesi è stato il fattore determinante nella distribuzione del reddito del mondo: in particolare riduzione della disuguaglianza tra i paesi europei e la crescita della disuguaglianza in America nella prima metà del XX secolo. Poiché la ricchezza è accumulata nel tempo, nella media è molto maggiore del reddito; la disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza tende ad essere maggiore di quella nella distribuzione del reddito. In contemporanea a una forte crescita economica dei paesi emergenti, la disuguaglianza è molto cresciuta dal 1980. Il reddito dell'1% più ricco della popolazione mondiale è cresciuto il doppio del reddito del 50% più povero. La crescita della disuguaglianza non è inevitabile e molto si può fare per promuovere una crescita più equa. La storia della distribuzione della ricchezza è sempre stata "politica" e non può essere spiegata solo con meccanismi economici.
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