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INFLUENZANO L’ACCESSO, IL LIVELLO E LA QUALITA’ DELL’ISTRUZIONE DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO
Nei PVS il livello di educazione è inferiore per molti motivi: dal lato della domanda troviamo l’effetto che i
benefici di un istruzione non all’altezza e non in grado di aiutarli a sopravvivere, troviamo anche i costi
diretti dell’andare a scuola e i costi indiretti. I costi diretti comprendono i costi da sostenere per andare fino
a scuola, cosa che nei paesi sviluppati è sottovalutata per via della massiccia presenza di istituti a qualsiasi
livello di istruzione, ma nei PVS la presenza di scuole è molto meno comune e i ragazzi devono fare anche
10km per poterci andare, inoltre vanno considerati i costi per mangiare e per acquisire gli strumenti utili
all’apprendimento. Con costi indiretti si fa riferimento alla possibilità che il ragazzo lavori invece di andare a
scuola, non lavorando non va effettivamente a portare un guadagno per la famiglia.
Dal lato dell’offerta invece troviamo la mancanza letterale della presenza di spazi adibiti all’istruzione, la
mancanza di competenze dei professori, e il livello di qualità generale del sistema scolastico. Per
promuovere l’istruzione e incrementare il tasso di coinvolgimento, dovremmo incrementare innanzitutto il
quantitativo di scuole, e lavorare sulla consapevolezza della popolazione che un livello di istruzione
maggiore porta a benefici e livelli di qualità della vita potenzialmente superiori. Bisogna rendere gratuita la
possibilità̀ di andare a scuola, fornire pasti e condizioni salutari migliori, e creare un sistema di incentivi per
le famiglie.
19) DIFFERENZA TRA POVERTA’ RELATIVA E POVERTA’ ASSOLUTA
Il 10% della popolazione mondiale vive in condizioni di povertà estrema. Il 25% della popolazione mondiale
vive in condizioni di poverta’.
La POVERTA’ ESTREMA (o ASSOLUTA) è la situazione di un individuo che è privo delle risorse necessarie alla
sussistenza in termini di cibo, abbigliamento, alloggio. Quindi la condizione in cui si trovano gli individui che
non hanno risorse sufficienti per soddisfare i propri bisogni principali.
I poveri estremi sono coloro che hanno un livello di spesa o di consumo al di sotto della linea della povertà.
La linea della povertà è calcolata sulla base di un paniere di beni di consumo che servono a soddisfare i
bisogni di base.
La POVERTA’ RELATIVA è la situazione di un individuo che ha una dotazione di risorse che consente uno
standard di vita inadeguato rispetto allo standard di vita medio nella collettività.
Due strumenti per identificare la povertà: la linea della Povertà Internazionale (LPI), definisce la povertà
assoluta in paesi diversi; la Linea della Povertà nazionale (LPN) definita da ogni paese sulla base dei livelli di
consumo e degli standard di vita.
20) INDICI DI POVERTA’:
Per misurare l’indice di povertà possiamo usare 3 metodi come: POVERTY HEADCOUNT AND POVERTY
HEADCOUNT RATIO (o index): numero assoluto (o quota percentuale) di popolazione che vive sotto la LP;
TOTAL POVERTY GAP (TPG): quantità di reddito totale necessario per portare fuori tutti i poveri della
povertà assoluta; AVARAGE POVERTY GAP (APG).La povertà assoluta si calcola facendo il conteggio delle
calorie: determinare il minimo costo locale per 2000 calorie. Quindi definire il reddito necessario per
acquistare 2000 calorie di cibo: questo reddito identifica la LINEA DELLA POVERTA’ ASSOLUTA.
MULTIDIMENSIONAL POVERTY INDEX: la povertà (la deprivazione dei diritti) è un fenomeno
multidimensionale: mancanza di reddito, e altri fattori che influenzano la deprivazione. L’attenzione è sulle
3 dimensioni dell’indice sviluppo umano: salute, istruzione e standard di vita. Definizione di povero
multidimensionale-> povero è un individuo in condizioni di deprivazione nel 33% degli indicatori
FATTI STILIZZATI: la povertà si è ridotta ma la riduzione è molto meno forte se si esclude la Cina. La quota di
povertà globale dei paesi a basso reddito e a medio-alto reddito è rimasta pressoché la stessa. La quota di
povertà globale dei paesi medio-basso reddito (esclusa l’India) è cresciuta.
La povertà è molto alta nei Paesi nei quali ci sono dei conflitti. Politiche per ridurre la povertà, approccio
che includa un insieme di interventi: miglioramento di condizioni sanitarie, istruzione, accesso al mercato,
Empowerment delle donne, ecc.
21) DISCUTERE I PROCESSI CHE INFLUENZANO IL PROCESSO DI ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE NEI PAESI
IN VIA DI SVILUPPO
Gli elementi che influenzano il processo di accumulazione sono: l’esistenza di una classe imprenditoriale, le
l’informalità̀
caratteristiche del sistema agricolo, , imprese straniere e lo stato, il funzionamento dei mercati,
il sistema finanziario e gli investimenti esteri.
La classe imprenditoriale è stato il motore del processo di sviluppo nei paesi industrializzati, nei PVS questo
non è avvenuto, per vari motivi: influenza del periodo coloniale, élite locali poco interessate all’attività
imprenditoriale, prevalenza dello sfruttamento delle risorse naturali come forma di commercio, personalità
piu dotate dal punto di vista imprenditoriale che sono emigrate.
Il settore agricolo è molto importante dal punto di vista dell’occupazione, in molti casi è ancora un mercato
caratterizzato dalla produzione per autoconsumo o esportazione, nei PVS il settore agricolo non è
organizzato in maniera capitalistica. Nei Pvs è molto elevata la presenza di imprese informali, micro e
piccolissime attività economiche non registrate, senza contratti per i lavoratori, un basso uso di capitale e
escluse dall’accesso a crediti e sussidi. Nei PVS è difficile espandere l’attività economica e quindi di
investire, infatti la ridotta presenza delle grandi imprese favorisce i piccoli imprenditori. Nei pvs in molti casi
le grandi industrie sono portate avanti o dallo stato o da imprese estere che piazzano le proprie filiali nei
Pvs per un riscontro strategico, così facendo però i profitti escono dallo stato e vengono solo sfruttate le
risorse, oppure tramite una pessima gestione della burocrazia, mancanza di progetti affidabili, vengono
sprecate. Tutte le combinazioni di questi fattori portano ad una incapacità o impossibilità di trattenere il
capitale e quindi di risparmiare.
22) DISUGUAGLIANZA E COME MISURARLA
La disuguaglianza economica è la condizione di una collettività che presenta una distribuzione diseguale del
reddito e/o delle risorse fra individui e gruppi. Povertà e disuguaglianza indicano due situazioni diverse.
Paesi con lo stesso PGR (POVERTY HEADCOUNT RATIO) possono in realtà avere livelli di disuguaglianza e
reddito diversi.
La disuguaglianza economica si misura solitamente sulla base dei dati sulla distribuzione del reddito (e non
dalla ricchezza): distribuzione del REDDITO FUNZIONALE: fornisce le informazioni sulla quota ricevuta da
ogni fattore di produzione (salari, rendite, profitti); distribuzione del REDDITO PERSONALE: reddito totale
ricevuto dagli individui o dalle famiglie, indipendentemente dalla fonte.
Come misurarla? Ordinare la popolazione in base al reddito e dividerla in gruppi di stessa dimensione
(quartili, quintili, decili, etc.). Fare la media dei redditi all’interno dei “bins”. Misura di disuguaglianza:
differenza in media nei redditi tra il 10% più povero e il 10% più ricco
Le misure della disuguaglianza:
1) Il rapporto di Kuznets: è il rapporto fra il reddito ricevuto dal 20% più alto e il 40% più basso della
popolazione
2) La curva di Lorenz: rappresenta la relazione quantitativa fra la % di percettori di reddito e la % del
reddito totale che percepiscono
- uguaglianza perfetta: la curva di Lorenz è una diagonale a 45 gradi
- più la curva si allontana dalla diagonale più è alta la disuguaglianza
3) Il coefficiente di Gini: è il rapporto fra l’area compresa fra la linea di uguaglianza a 45 gradi e la
curva di Lorenz divisa l’area totale sottesa dalla linea della uguaglianza
- uguaglianza perfetta: il coefficiente di Gini è 0
- più è alto l’indice di GINI più è alta la disuguaglianza
Il COEFFICIENTE DI GINI SODDISFA 4 PRINCIPI:
- Principio di anonimità: la misura della disuguaglianza non dipende da chi ha il reddito più alto
- Principio di indipendenza dalla scala: la misura della disuguaglianza non dipende dalla dimensione
dell’economia o dalla valuta in cui si misura il reddito
- Principio di indipendenza dalla popolazione: la misura della disuguaglianza non dipende dalla
dimensione della popolazione
- Principio del trasferimento: la distribuzione del reddito migliora in caso di trasferimento di reddito
da un ricco a un povero
23) LA DISUGUAGLIANZA NEL MONDO
L’interesse per l’analisi empirica della disuguaglianza è cresciuto dagli anni 1980. Molti studi empirici ma
difficile confronto: utilizzano una grande varietà di metodi statistici e definizioni diverse di disuguaglianza.
TRE DIVERSI TIPI DI MISURAZIONE DELLA DISUGUAGLIANZA MONDIALE:
Disuguaglianza tra nazioni (non pesata): indice di Gini è calcolato utilizzando i redditi medi dei
1. paesi, implicazione: paesi grandi e paesi piccoli hanno la stessa importanza e incidono allo stesso
modo sul calcolo della disuguaglianza mondiale
Disuguaglianza tra nazioni pesata per la dimensione della popolazione: indice di Gini è calcolato
2. utilizzando i redditi medi dei paesi, la ponderazione avviene utilizzando la quota della popolazione
mondiale del paese
Disuguaglianza globale: ogni persona viene considerata sulla base del suo reddito
3.
La disuguaglianza di reddito è cresciuta enormemente negli ultimi due secoli. La crescita della
disuguaglianza fra paesi è stato il fattore determinante nella distribuzione del reddito del mondo: in
particolare riduzione della disuguaglianza tra i paesi europei e la crescita della disuguaglianza in America
nella prima metà del XX secolo. Poiché la ricchezza è accumulata nel tempo, nella media è molto maggiore
del reddito; la disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza tende ad essere maggiore di quella nella
distribuzione del reddito. In contemporanea ad una forte crescita economica dei paesi emergenti, la
disuguaglianza è molto cresciuta dal 1980. Il reddito dell’1% più ricco della popolazione mondiale è
cresciuto il doppio del reddito del 50% più povero. La crescita della disuguaglianza non è inevitabile e molto
si può fare per promuovere una crescita più equa. La storia della distribuzione della ricchezza è sempre
stata “politica” e non può essere spiegata solo con meccanismi economici: la riduzione della disuguaglianza
nella distribuzione del reddito nei PV nel periodo