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Espressione di "Paradigma" e "Paradigma di Rete"

Il termine Paradigma può essere utilizzato secondo due accezioni:

  1. La prima, più globale, interpreta il concetto di paradigma come una costellazione di credenze condivise da un gruppo. Rinvia ad un modo di vedere le cose che riguarda la conoscenza scientifica, infatti nasce e si sviluppa a condizione che i membri di un gruppo condividano la stessa "visione del mondo".
  2. La seconda invece, più specifica, come esempio condiviso da un gruppo. Si tratta di archetipi, valori, componenti formali, metafisiche, ecc.

In conclusione le conoscenze che noi acquisiamo funzionano come lenti, ovvero come paradigmi, attraverso i quali guardiamo il mondo.

E da questo punto di vista, il passaggio da un paradigma ad un altro è inteso come un cambio di prospettiva, come un passaggio tra vecchie e nuove visioni del mondo.

In generale la conoscenza è un qualcosa di astratto e difficilmente definibile.

Per essere trasmessa deve essere rappresentata. Tali rappresentazioni possono essere:

  • Ad albero, dove si ha l'immagine di un sapere unitario che però si dirama in varie direzioni;
  • Piramidali, dove ogni elemento è categorizzato all'interno di un determinato posto;
  • Reticolari, dove l'assetto è completamente decentralizzato e gli elementi si trovano tutti sullo stesso livello di importanza.

La SCIENZA DELLE RETI ci fornisce un'euristica, cioè un modello che ci permette di comprendere il funzionamento dei saperi. Per comprendere tale funzionamento vi sono 3 leggi:

  1. Le reti crescono, sono cioè caratterizzate dall'aggiunta, in un determinato intervallo di tempo, da nuovi nodi (gli elementi) e nuovi link (le relazioni). E quando la rete è molto interconnessa, è possibile raggiungere molti nodi attraverso pochi link, cioè con pochi passi (Legge dei piccoli mondi);
  2. I nodi sono diversi tra di loro, di conseguenza
i link non sono distribuiti in maniera omogenea. Nella distribuzione normale, i nodi hanno all'incirca lo stesso numero di link. Nella distribuzione secondo la legge di potenza invece, i nodi hanno pochi link e raramente è possibile trovare dei nodi che hanno invece numerosi link, ovvero gli Hub.
3. Alcuni nodi, ovvero gli Hub, hanno una grande capacità, detta fitness, di guadagnare link.
Inoltre nella rete, oltre ai singoli nodi e link, è possibile trovare gli alberi, che sono delle gerarchie che partono da un nodo della rete, e i cluster che invece sono una parte della rete in cui vi è un numero elevato di nodi connessi tra di loro.
Ma i legami tra i cluster risultano deboli poiché spesso dipendono da un solo link, ma anche tali legami deboli rendono la rete ancora più interconnessa.
5. DISCUTI LA POSIZIONE DI WENDY GRISWOLD SECONDO LA QUALE LA COMPRENSIONE DEGLI OGGETTI CULTURALI DIPENDE DALLA COMPRENSIONE DEGLI ELEMENTI E DELLE RELAZIONI CHE

COMPONGONO IL DIAMANTE CULTURALE

Wendy Griswold opera una connessione tra la cultura e la società e per spiegare ciò utilizza lo schema del diamante culturale. Tale diamante è costituito da 6 connessioni che collegano 4 elementi: gli oggetti culturali (significati condivisi incorporati in delle forme), i creatori culturali, i destinatari culturali e il mondo sociale (il contesto in cui la cultura viene creata ed esperita).

Lei osserva che la comprensione degli oggetti culturali dipende sia dalla comprensione degli elementi che dalle relazioni che compongono il diamante culturale. Se intendiamo per oggetti culturali i saperi, allora comprendere un certo sapere significa comprendere qualcosa circa i suoi produttori, i suoi fruitori e anche i nessi esistenti tra questi elementi.

Questo ci permette ad esempio di capire perché un certo oggetto nasce e si sviluppa in una determinata società e in un certo periodo storico, o perché esistono per alcuni oggetti

grande varietà di interpretazioni e approcci. La concezione di Bloom, invece, si basa su un approccio gerarchico alla conoscenza. Secondo Bloom, esistono sei livelli di apprendimento, che vanno dalla conoscenza di base alla creazione di nuove idee. Questi livelli sono: conoscenza, comprensione, applicazione, analisi, sintesi e valutazione. Bloom sostiene che l'obiettivo dell'istruzione dovrebbe essere quello di aiutare gli studenti a raggiungere il livello più alto possibile nella gerarchia della conoscenza. Questo significa che gli studenti dovrebbero essere in grado di applicare ciò che hanno imparato in modo critico e creativo, piuttosto che semplicemente memorizzare informazioni. In conclusione, sia il concetto di canone che la concezione di Bloom sono importanti per comprendere il ruolo dell'istruzione e dei saperi nella società. Mentre il canone può essere visto come un modo per preservare e trasmettere la cultura, la concezione di Bloom mette l'accento sull'importanza di sviluppare il pensiero critico e creativo negli studenti.

molteplicità dei canoni che equivale all'assenza di qualsiasi canone. Se lo interpretiamo dal punto di vista del soggetto, il canone è la selezione di opere che una generazione elegge come particolarmente rappresentative della propria visione e del proprio gusto. Però questo porta a riaccendere periodicamente il dibattito sul canone quando vi sono eventi culturali e sociali che segnano un cambiamento nel modo di vedere le cose.

Per Bloom il canone non è definito da una autorità eteronoma (es. accademia, politica, ...), ma si definisce nella continua lotta tra testi, è per lui una difesa dell'atto della lettura come atto individuale. Le opere che vincono tale lotta con la tradizione sono opere che hanno un valore estetico e questa loro forza è composta dall'originalità, dal sapere, dal linguaggio e dall'espressione.

7. TERZO UMANESIMO DI JAEGER

Jaeger elabora il cosiddetto Progetto del Terzo Umanesimo. Questo

modello coincide con l'affermazione di un ideale di perfezione spirituale. È un'ideale indipendente dalle epoche storiche, è quello di tendere alla piena umanizzazione dell'uomo. La cultura antica costituisce un elemento valido per ottenere tale scopo, a partire dalla "paideia greca". A questo proposito lui ci spiega che questo sapere del passato che ci dà un sapere sapiente, trattiene degli elementi validi per la vita in base ad alcune ragioni: 1. La cultura greca sarebbe l'elemento originale della nostra cultura. Dal punto di vista pedagogico, i classici convergono sul presente e sono degli strumenti validi per evitare di adattarsi ad esso passivamente per sopravvivergli. 2. La particolarità del mondo greco di guardare le cose del mondo in un'attitudine estetica, una disposizione a cogliere la struttura intima e originaria della realtà attraverso la comprensione dei suoi principi e delle sue leggi. 3. La vita

intellettuale e comunità. Nella paideia greca le espressioni artistiche, letterarie, ecc, non sono solo espressioni dello spirito soggettivo, ma anche dello spirito collettivo.

8. FILOSOFIE IMPLICITE E POSIZIONE DI BACHELARD

Bachelard afferma che esistono delle filosofie che intervengono in maniera implicita nella formazione dello spirito scientifico delle persone. Queste filosofie implicite sono delle filosofie personali, riferite quindi al singolo soggetto, e sono implicite perché sono inconsapevoli.

Per spiegarci ciò, lui ritorna alla sua storia della scienza affermando che se osserviamo questo sviluppo, lungo tale percorso della scienza è come se si passasse da una filosofia ad un'altra.

Queste filosofie sono organizzate in modo lineare e questo ordine ci porta dal momento pre - scientifico alla scienza più compiuta ed evoluta. Inoltre Bachelard mette in luce che ad ogni evoluzione dei concetti, vi sono dei residui di conoscenza comune, ovvero

conoscenza non scientifica. Le filosofie corrispondenti a tale percorso sono:
  1. Realismo ingenuo
  2. Empirismo chiaro e positivistico
  3. Razionalismo classico
  4. Razionalismo completo
  5. Razionalismo discorsivo
Questo suo progetto ci suggerisce di considerare la permanenza delle concezioni filosofiche non solo nello sviluppo della conoscenza, ma anche nel nostro modo di guardare ad essa e di farne uso. Inoltre se la permanenza di certe concezioni filosofiche relativamente a certi concetti influisce sul nostro modo di guardare ad essi, dovremmo ragionevolmente ritenere che questo accada anche per l'insieme di concetti, ovvero per i saperi. 9. PROSPETIVA DI CHEVALLARD NELL'AMBITO DELLE DIDATTICHE DISCIPLINARI Secondo Chevallard il sapere è collocato all'incrocio tra oggetti, soggetti e istituzioni. Il sapere è collocato all'interno di qualche istituzione, che può essere la famiglia, il museo, la scuola, ecc. Tale istituzione ha dei criteri che sono propri ein base al contesto in cui si trova, il sapere viene trasmesso in modo diverso. Questo influenza il rapporto al sapere di un soggetto all'interno di una determinata istituzione e relativamente ad un certo oggetto e ciò porta ad una distinzione tra: una componente pubblica che è quella visibile all'istituzione, e una componente privata che invece è ciò che sfugge all'istituzione. Da queste due concezioni è possibile capire che non si può costruire un unico criterio per la formazione dei saperi, poiché la relazione con tali saperi non può far capo alle concezioni personali che ci costruiamo mentre entriamo in contatto con loro. Quindi vi è la possibilità di affidare alla prassi educativa la capacità di sviluppare un'epistemologia personale che dà la possibilità di attribuire loro un senso e un valore per la propria vita. 10. RUOLO FORMATIVO DEL MUSEO Il museo è un luogo in cuiavviene l'incontro tra il soggetto e l'oggetto della conoscenza. All'interno del museo, il sapere assume una certa forma materiale e tali oggetti sono sia oggetti da conoscere, sia oggetti per conoscere. Anziché alla loro materialità, bisogna guardare al loro significato, sono delle fonti di informazioni, immaginazioni e testimonianze. Ogni oggetto della conoscenza ha quindi un valore formativo, di conseguenza questo fa del museo un luogo di formazione ed educazione. Però il museo per assolvere la sua funzione educativa deve rendere visibile e comprensibile il messaggio che le opere intendono trasmettere. Infine è possibile fare una distinzione tra 3 elementi (oggetti, soggetti e istituzione) e le loro relazioni: 1. La relazione tra ISTITUZIONE e OGGETTO riguarda le scelte che in questo caso il museo fa riguardo all'oggetto, il come proporlo. 2. Riguardo la relazione tra ISTITUZIONE e SOGGETTO, l'esposizione non viene progettata so
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
8 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Noemi.amari di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia dei saperi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Martini Berta.