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EPISTEMOLOGIE PUBBLICHE
La dimensione temporale riflette 2 modi di guardare alla conoscenza.
• Uno sguardo è rivolto al passato, ovvero a una cultura “pronta all’uso” e perciò istituzionalizzata
con un fondamento di identità culturale e collettiva (tipico del sapere umanistico che tende a
guardare indietro)
• Uno sguardo è rivolto al futuro, ovvero a una cultura “in costruzione” e perciò aperta e pronta a
mettersi in discussione (tipico della scienza che tende a guardare avanti)
Ma questa polarizzazione porta a una dialettica tra 2 culture: CONSERVAZIONE della conoscenza oppure la
sua INNOVAZIONE. La conoscenza non è qualcosa di statico, ma di dinamico, legata alla vita degli uomini
perché la producono. Della conoscenza qualcosa si conserva e qualcosa si rinnova: è il meccanismo tipico
della conoscenza. È opportuno
_Se c’è questa dinamica come funziona? Come si fa a decidere cosa rimane e cosa invece no?
ritenere che in una concezione idealista si convocano elementi che si sono conservati ed è invece possibile
ritenere che quando adotto una concezione più di tipo sociologico si guarda ai saperi più prossimi nel
tempo, quelli che rappresentano l’innovazione. Questa polarizzazione si concentra sulla dinamica di
modificazione/evoluzione della conoscenza: qualcosa si conserva e qualcosa sopraggiunge.
_Come Per spiegare ciò occorre chiamare in causa 2 oggetti che riguardano il sapere come esso è:
accade?
continuità e discontinuità.
Questa dialettica rinvia alle modalità di generazione di un nuovo sapere e al rapporto che esso intrattiene
con il passato. Per certi aspetti essa riguarda la dialettica tra:
• Continuità, s’intende la progressiva accumulazione ed estensione della conoscenza, e…
• Discontinuità che consiste nello sviluppo che produce salti, talvolta in contraddizione con la
conoscenza acquisita
Appunti di pedagogia dei saperi – prof.ssa B. Martini | scienze della formazione primaria II 11
Alla fine tutte le conoscenze sono interessate tanto da processi/momenti di continuità quanto da
processi/momenti di discontinuità. Tutte le forme di conoscenza scientifica in parte evolvono con
continuità, si costruiscono con continuità, ma anche, in altri momenti, con discontinuità. Il percorso della
conoscenza non è un percorso in linea retta, ma è pieno di cambiamenti, di salti… Continuità e
discontinuità sono concetti che la scienza assume per descrivere la doppia dinamica di conservazione e
innovazione.
Per un verso si guarda ai saperi come a qualche cosa che si accumula nel tempo progressivamente
soffermandosi così alla continuità: es. il progresso non è solo un concetto di continuità, ma è anche una
conoscenza scientifica che procede per un progressivo accumulo di conoscenze e che una conoscenza di un
determinato momento sia migliore rispetto a quella del passato. Questa del progresso sembri sia una
concezione ingenua perché è presente una certa discontinuità. La discontinuità può essere provocata da
delle rivoluzioni: un “salto” che modifica il percorso della conoscenza fino a quel momento.
Popper afferma che quando ci si imbatte in un problema non è possibile risolverlo con le teorie fino a quel
momento conosciute; questo è un momento di discontinuità che, sul piano empirico, potrebbe essere una
rivoluzione.
Ci sono autori che hanno STUDIATO LA CONOSCENZA per comprendere meglio la CONTINUITÀ e
DISCONTINUITÀ del sapere. 3 autori convergono tutti in un tempo che considerano in parte continuista e
discontinuista.
1. Gaston Bachelard: la sua idea coincide con l’indagine di sviluppo storico delle scienze. L’opera “La
storia della storicità delle scienze” (visione discontinuista) poggia su rettificazioni, rottura e
ostacolo epistemologico. Il sapere scientifico nasce da un processo di approssimazione, che
produce una conoscenza rettificata da una razionale dei fenomeni e dei concetti.
purificazione
L’evoluzione storica della scienza consiste proprio in questa rettificazione concettuale. La storia
della conoscenza come processo storico delle elaborazioni concettuali è determinata da procedure
metodologiche e sperimentali, evolvendosi, così, attraverso continue contraddizioni della
conoscenza del passato. Inoltre, la scienza si evolve secondo 3 stadi:
a. Lo stadio concreto o REALISMO INGENUO
b. Lo stadio concreto-astratto o MOMENTO PRE-SCIENTIFICO
c. Lo stato astratto, ovvero il PASSAGGIO da pre-scienza a SCIENZA. Questo passaggio consiste
nella CONTRADDIZIONE DEL PASSATO = ROTTURA EPISTEMOLOGICA. La conoscenza
scientifica procede sia per successive approssimazioni e rettificazioni che attraverso rotture
epistemologiche.
2. Karl Popper (esponente del circolo di Vienna)
Popper si pone criticamente rispetto al concetto di “tradizione”: confuta l’idea antirazionalista che
affermava che la tradizione poteva essere solo accettata, senza poter sottrarsi ad essa. Egli sostiene
che la tradizione possa essere spiegata in maniera razionale e scrive in merito “Per una teoria
della tradizione”. Qui egli afferma che possiamo assumere di fronte alla tradizione 2 atteggiamenti:
accettarla o rifiutarla.
Egli sostiene che ci sono 2 atteggiamenti verso la tradizione:
Una tradizione di primo grado che consiste nell’accettare in maniera acritica certi eventi
o ed è un processo essenzialmente inconsapevole. È chiamata anche “tradizione dei miti”
perché le accettiamo senza porci alcun problema a riguardo.
Una tradizione di secondo grado che consiste in un atteggiamento contrario che è un
o atteggiamento di critica e di discussione sulle credenze e su ciò che è ritenuto
essenzialmente vero, interrogandosi sulle “tradizioni di primo grado”. L’esercizio critico
della tradizione è costitutivo della stessa tradizione scientifica. L’esercizio alla critica è
costitutivo della tradizione.
L’assunzione di un atteggiamento acritico o un atteggiamento di discussione porta a congetture e
confutazioni. Confutare vuol dire non assoggettarsi alla tradizione, ma prediligere la critica, aprire
una discussione… Popper fa di questa regola della critica la scienza stessa.
Accettare o rifiutare dei miti implica già stare dentro la tradizione che può portare a l’innovazione,
che s’innesta sempre nella tradizione. L’innovazione è presente all’interno dell’idea darwiniana per
Appunti di pedagogia dei saperi – prof.ssa B. Martini | scienze della formazione primaria II 12
selezionare migliori alternative per risolvere un problema. Questa è la visione continui sta: un
nuovo sapere può nascere dal passaggio da un problema di partenza a un altro (=CONTINUISTA)
oppure da problemi inattesi autonomi e più profondi dei precedenti (=DISCONTINUISTA)
Falsificazione di Popper : una conoscenza è scientifica se falsificabile. La sua prospettiva richiama
l’evoluzione come logica di funzionamento del meccanismo di accrescimento di una conoscenza.
Da quest’idea della tradizione muove per spiegare in che senso la scienza procede attraverso
momenti di continuità e discontinuità. Nell’epistemologia popperiana la crescita del sapere avviene
per accumulazione della conoscenza e della critica, cioè l’eliminazione di teorie scientifiche e
riformulazione del linguaggio.
3. Thomas Kuhn: secondo Kuhn lo sviluppo della tradizione è caratterizzata da rivoluzioni. La
rivoluzione implica cambiamento che è tanto più quanto più la conoscenza era
rivoluzione
stabilizzata. Esiste una struttura che accomuna tutte le rivoluzioni scientifiche: si può avere
un’alternanza tra scienza normale (che è stabile e risolve teorie) con rivoluzioni (anomalie che
rompono la tradizione e impongono nuovi modi di guardare il mondo = PARADIGMI). Essi possono
portare a mutamenti normali della scienza, portando un accrescimento e un miglioramento delle
teorie, e a mutamenti rivoluzionari, ovvero cambiamenti radicali nelle leggi di natura. Questi
mutamenti hanno 3 caratteristiche:
a. Olistici: modificano un certo numero di acquisizioni fra loro correlate
b. Implicano un cambiamento
c. I mutamenti rivoluzionari comportano un mutamento nella percezione di ciò che è simile e di
ciò che è diverso.
Non si può dare una descrizione continua della storia della scienza.
Secondo Kuhn, continuità e discontinuità sono riferibili sia all’alternanza storica fra momenti di
scienza normale e momenti rivoluzionari, sia a quella tra vecchi e nuovi paradigmi, ovvero tra
vecchie e nuove visioni del mondo.
Queste prospettive fin qui analizzate, rivelano CONTINUITÀ E DISCONTINUITÀ sono COSTITUTIVE dei
saperi. Dal punto di vista pedagogico, ciò vuol dire che bisogna guardare contemporaneamente al PASSATO
e al PRESENTE.
Politiche culturali, scelte educatori ali, l’insegnamento dei saperi muovono la dialettica tra passato-
presente. Ciò porta a SCEGLIERE che cosa vale la pena trasmettere o insegnare: l’affermazione di certi
criteri e di certe forme su altri dà vita al CANONE. Esso è un concetto:
• Intuitivo: rimanda alla definizione scientifica di ovvero ad un’unità di misura costituita da
intuitivo,
uno strumento di misurazione. “Intuitivo” è un’opzione chiusa e tutta dedicata al passato,
eccessivamente autoritaria.
• Ambiguo: rimanda alla definizione di strumento utile per appropriarci del passato e costruirci
un’identità culturale, ma poiché al prezzo dell’assunzione di un atteggiamento altezzoso,
scomodo
elitario, autoritario. Rimane comunque un’opzione aperta e declinata al presente. Si ha il
dissolvimento di ogni confine, ossia la moltiplicazione a dismisura di canoni che diventa assenza di
qualsiasi canone.
Il problema risiede nella definizione dei CRITERI DAI QUALI GUARDIAMO I SAPERI, però la validità dei
criteri non è assoluta. L’interpretazione del canone, dal punto di vista del soggetto anziché delle opere.
L’interpretazione dal punto di vista delle opere, VISIONE DIACRONICA, mira a fissare l’identità delle opere
in base alle caratteristiche che hanno in comune. Invece, la VISIONE SINCRONICA, cioè l’interpretazione dal
punto di vista del soggetto, fissa le scelte di gusto e di valore, affermatisi in una certa comunità e in un
certo periodo storico. Il canone definisce L’IDENTITÀ CULTURALE dell’umanità. Il CANONE è dunque la
selezione di opere che una generazione elegge come particolarmente