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Inoltre, i costi standard fungono da traguardo da raggiungere per garantire un livello ottimale di efficienza
gestionale. Non sono meramente previsioni basate su stime probabilistiche, ma vengono utilizzati per:
Monitorare e controllare l'efficienza gestionale
• Guidare le decisioni economiche
• Valutare le quantità di inventario residue nei magazzini
•
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Cosa si intende per analisi degli scostamenti?
Dopo aver definito i costi standard, la fase successiva consiste nella comparazione tra questi valori e i costi
effettivi derivanti dall'attività aziendale. Durante tale confronto, si tiene conto delle differenze (varianze). Se la
discrepanza tra i dati reali e quelli standard (previsti nel budget) supera una certa soglia di accettabilità,
diventa essenziale analizzare le cause di queste differenze e adottare azioni correttive adeguate.
In secondo luogo, una volta identificate le cause delle differenze, potrebbe essere necessario rivedere i
valori standard per adattarli a cambiamenti di mercato o nuove tecnologie. Questo approccio è noto come
"management by exception", poiché il management interviene solo in presenza di situazioni eccezionali,
cioè differenze significative che superano la soglia di accettabilità.
Dopo aver ottenuto i costi effettivi, l'analisi delle varianze coinvolge il confronto tra questi valori e i costi
standard. Le differenze (o variazioni) vengono suddivise in varianza di quantità (efficienza) e varianza di
prezzo, al fine di analizzare la totalità delle variazioni relative al fattore produttivo X.
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Cosa è la distinta base?
Nell'ambito delle imprese che adottano un sistema di misurazione basato sui costi standard, ogni prodotto è
associato a una scheda di costi standard. Questi dati derivano dalla cosiddetta distinta di base, un
documento che elenca le quantità standard dei materiali di input e i relativi costi standard. Questa distinta,
anche conosciuta come "bill of materials", include anche le specifiche degli standard per le operazioni
conformi ai programmi di produzione.
I prezzi standard menzionati sono obiettivi fissati, il che implica un’attenta selezione dei fornitori e una
negoziazione oculata delle condizioni di acquisto al fine di massimizzare il potere contrattuale dell'impresa. I
dati forniti dalla distinta base vengono utilizzati nella stesura del Budget dei materiali diretti.
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Cosa si intende per controllo direzionale?
In ogni tipo di organizzazione, che sia pubblica o privata, a scopo di lucro o no-profit, si delineano degli
obiettivi da raggiungere. Per raggiungerli, l'organizzazione crea una strategia. Quest'ultima rappresenta una
sorta di "visione", una serie di ipotesi su come ottenere gli obiettivi prefissati dall'organizzazione. Il controllo
direzionale si basa su questi obiettivi e sulla strategia stessa dell'organizzazione; il suo compito è agevolare
l'attuazione della strategia scelta. Si potrebbe definire il controllo direzionale in maniera più formale: è il
processo tramite il quale si guida il comportamento dei membri dell'organizzazione, con l'obiettivo di attuare
in modo efficiente ed efficace le strategie aziendali.
L'attuazione delle strategie aziendali richiede la creazione di piani contenenti:
Gli obiettivi, cioè i risultati che i manager devono conseguire;
• Le risorse messe a disposizione per raggiungere quegli obiettivi.
•
Anche la preparazione di "piani" mirati all'attuazione della strategia rientra nel controllo direzionale. In
questo contesto, il controllo opera in modo preventivo: si prefigura gli effetti attesi di un piano e, nel caso in
cui i risultati ottenuti non siano in linea con gli obiettivi prefissati, si procede a modificarlo.
Una volta stabilito un piano, questo non diventa un rigido "dogma" da seguire, ma può essere adattato nel
tempo per supportare l'implementazione della strategia.
Gli elementi di "contesto" in cui si manifesta il controllo direzionale comprendono:
1. L'organizzazione: un insieme di individui e risorse che collaborano e si coordinano per raggiungere
obiettivi comuni. Solitamente, all'interno di ogni organizzazione, ci sono figure dirigenziali. La
gestione dell'organizzazione svolge una funzione guida.
2. Le regole: tramite un insieme di regole e procedure, l'organizzazione influenza, guida e monitora il
comportamento dei suoi membri. Alcune regole possono essere formalizzate per iscritto, altre
possono consistere in controlli fisici, e altre ancora in comunicazioni non verbali da parte della
gestione.
3. La cultura: spesso, le regole derivano direttamente dalla cultura dell'organizzazione, la quale può
essere storica e influenzata sia dall'ambiente esterno che dagli orientamenti seguiti dalla dirigenza.
4. L'ambiente esterno: l'organizzazione agisce in un ambiente in relazione con altri attori come clienti,
fornitori, istituzioni statali, sindacati, e così via. A seconda di come si presenta questo ambiente e
del grado di incertezza che rappresenta per l'organizzazione, si adatterà il tipo di controllo
gestionale richiesto.
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Si spieghi la gerarchia dei bisogni Maslow
Secondo la teoria della "gerarchia dei bisogni" di Maslow, i bisogni di un individuo possono essere
rappresentati in una struttura piramidale. Questa gerarchia inizia con i bisogni fisiologici, strettamente legati
alla sopravvivenza fisica dell'individuo. Senza la soddisfazione di questi bisogni, l'individuo non può garantire
la sua sopravvivenza. Proseguendo lungo la piramide, troviamo i bisogni di sicurezza, che emergono una
volta soddisfatti i bisogni fisiologici. Questi riguardano il desiderio di sentirsi al riparo da minacce esterne.
Successivamente si incontrano i bisogni di appartenenza, legati all'interazione con altri individui. Questi
bisogni emergono dopo la soddisfazione dei bisogni precedenti. In seguito troviamo i bisogni di stima, che
comprendono il desiderio di riconoscimento esterno e interno, inclusa l'autostima. In cima alla piramide, ci
sono i bisogni di autorealizzazione, che rappresentano il desiderio di sviluppare appieno le proprie
potenzialità.
Secondo Maslow, i bisogni fisiologici e di sicurezza sono considerati i bisogni primari dell'individuo, mentre
quelli di appartenenza, stima e autorealizzazione sono considerati superiori. Applicando questa teoria alle
organizzazioni, è essenziale che un'organizzazione permetta prima all'individuo di soddisfare i suoi bisogni
fondamentali. In seguito, una volta che questi bisogni primari sono soddisfatti, l'organizzazione dovrebbe
favorire il perseguimento dei bisogni superiori, inclusa la creazione di relazioni autentiche tra le persone.
Tuttavia, la teoria di Maslow è stata oggetto di critiche nel tempo. Alcune di queste critiche includono il
dibattito sull'esistenza stessa di una rigida gerarchia. Non è necessariamente detto che un individuo debba
soddisfare i bisogni primari prima di poter ambire a soddisfare i bisogni secondari. Inoltre, i bisogni superiori
non sono necessariamente gli stessi per tutti gli individui, poiché variano in base alle esperienze e alle
prospettive personali.
Si spieghi la teoria dei bisogni di McLelland
Secondo la teoria dei bisogni di McClelland, gli individui possono essere classificati in base a tre tipi di
bisogni: successo, potere e affiliazione. Il bisogno di successo si riferisce a coloro con una forte inclinazione
verso l'eccellenza e l'ambizione. Questi individui puntano sulle proprie capacità, sono propensi ad affrontare
progetti ambiziosi e preferiscono lavorare autonomamente o con individui simili a loro. Per motivarli, è
importante assegnare loro progetti impegnativi.
Il bisogno di affiliazione riguarda coloro con una forte propensione a stabilire relazioni sociali e cercare
accettazione e riconoscimento da parte degli altri. Questi individui preferiscono ruoli lavorativi che
coinvolgono interazioni interpersonali in ambienti cooperativi.
Il bisogno di potere si riferisce a coloro con una forte tendenza a gestire e organizzare il lavoro degli altri
attraverso l'autorità. Poiché tendono a occupare posizioni manageriali, per motivarli è cruciale offrire loro la
possibilità di supervisionare il lavoro degli altri.
McClelland suggerisce che ogni individuo abbia un bisogno dominante, anche se questo può cambiare nel
tempo. Propose anche un test psicologico che coinvolge la presentazione di immagini ambigue, chiedendo
agli individui di creare storie su ciascuna di esse per identificare il loro bisogno dominante.
Tuttavia, una limitazione di questo modello è che spesso un individuo può avvertire contemporaneamente
richiami da più tipi di bisogni, e non è sempre facile classificarli in modo netto in una singola categoria.
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Cosa è la pianificazione strategica?
La pianificazione strategica rappresenta il processo di implementazione della strategia aziendale attraverso
la creazione di piani a medio e lungo termine. Può essere definita su diverse scale:
A livello globale dell'intera azienda (corporate).
• A livello dei singoli settori di business (ASA = Aree Strategiche Affari).
•
La pianificazione strategica si articola principalmente in tre parti:
1. Revisione dei programmi esistenti: coinvolge le linee di prodotto già presenti. Un'azienda con
diverse linee di prodotto deve decidere su quali concentrare gli investimenti e su quali interrompere.
Ogni area strategica di business richiede una revisione per reagire prontamente ai cambiamenti del
mercato. Tra i metodi di revisione, il più radicale è la cosiddetta revisione a base zero, che valuta i
costi di ciascun programma indipendentemente dai costi passati. Quest'analisi delle attività può
essere definita come 'gestione basata sulle attività', 'analisi dei processi' o 'reingegnerizzazione dei
processi'.
2. Valutazione delle nuove proposte di programmi: Date le nuove condizioni di mercato, è cruciale
valutare l'introduzione di nuovi programmi per rispondere a nuove minacce o sfruttare nuove
opportunità emerse.
3. Coordinamento tra i vari programmi tramite sistemi formali di pianificazione strategica: L'azienda
valuta l'impatto economico e finanziario dei programmi esistenti e delle nuove proposte. Attraverso
questi sistemi, l'azienda 'simula' il possibile andamento futuro dei costi e dei ricavi legati a tali
programmi su un arco temporale medio-lungo. Queste simulazioni sono incorporate in piani di lungo
termine che dettagliano costi e ricavi relativi a ciascun programma.
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Cosa è il budget, le sue funzioni e gli aspetti critici
Il budget rappresenta un piano quantitativo espresso in valori monetari, trasformando i dati dei piani a