Il campionamento è il procedimento con cui, a partire da una popolazione di riferimento (insieme completo
di unità o soggetti), si seleziona un campione ristretto su cui condurre l’indagine.
L’obiettivo è ridurre i costi e i tempi della ricerca mantenendo la possibilità di generalizzare i risultati
all’intera popolazione.
Un campionamento corretto richiede criteri metodologici chiari per evitare distorsioni (bias) e garantire che
il campione sia rappresentativo del fenomeno studiato.
03. Cosa si intende per rappresentatività e ampiezza
Rappresentatività: è la capacità del campione di rispecchiare le caratteristiche essenziali della
popolazione di riferimento. Un campione è rappresentativo se i risultati ottenuti possono essere
estesi all’intera popolazione senza gravi errori di inferenza. La rappresentatività dipende
soprattutto dalle modalità di selezione (randomizzazione, stratificazione, ecc.).
Ampiezza: indica la dimensione numerica del campione, cioè il numero di soggetti o unità
selezionati. L’ampiezza deve essere sufficientemente grande per ridurre l’errore di campionamento
e aumentare la precisione delle stime. Tuttavia, non sempre “più grande” significa “più
rappresentativo”: conta la correttezza del metodo di selezione.
04. Esporre i diversi tipi di campionamento e relative peculiarità
I principali tipi di campionamento si distinguono in probabilistici e non probabilistici:
Campionamenti probabilistici:
o Casuale semplice: ogni unità della popolazione ha la stessa probabilità di essere
selezionata. È il metodo più rigoroso, ma difficile da applicare su popolazioni molto ampie.
o Sistematico: si selezionano i soggetti a intervalli regolari da una lista ordinata (es. ogni 10°
individuo).
o Stratificato: la popolazione viene suddivisa in sottogruppi (strati) omogenei rispetto a una
caratteristica (es. genere, età), e da ciascuno si estraggono campioni proporzionali.
Garantisce maggiore rappresentatività.
o A grappolo (cluster): si selezionano interi gruppi o cluster (es. scuole, classi, squadre),
invece che singoli individui. Utile quando non si dispone di una lista completa della
popolazione.
Campionamenti non probabilistici:
o Per convenienza: si scelgono i soggetti più facilmente accessibili (es. studenti di una classe).
È rapido, ma poco rappresentativo.
o Per quote: si riproduce la distribuzione della popolazione in base a certe caratteristiche, ma
la scelta dei soggetti non è casuale.
o Bolas di neve: utilizzato con popolazioni difficili da raggiungere, ogni partecipante segnala
altri potenziali soggetti.
o Scelta ragionata (o intenzionale): il ricercatore seleziona campioni ritenuti particolarmente
significativi per lo studio.
01. Descrivere lo scalogramma di Guttman
Lo scalogramma di Guttman, o scala cumulativa, è una tecnica di misurazione degli atteggiamenti
elaborata da Louis Guttman.
La sua caratteristica fondamentale è la cumulatività: gli items sono disposti gerarchicamente in modo che
l’accettazione di un item di livello superiore implichi necessariamente l’accettazione di tutti quelli di livello
inferiore.
Esempio: in una scala sull’attività sportiva, se un soggetto dichiara di allenarsi 5 volte a settimana, si
assume che sia d’accordo anche con i livelli inferiori (allenarsi 3 volte, allenarsi 1 volta, ecc.).
Caratteristiche principali:
Gli items devono essere ordinabili lungo un continuum unidimensionale.
La risposta positiva a un item implica risposte positive a tutti i precedenti.
Il punteggio complessivo è il numero di items accettati.
Lo scalogramma è utile quando si vuole misurare un fenomeno come un processo progressivo (es.
gradi di partecipazione sportiva, livelli di motivazione, ecc.).
02. Descrivere i diversi tipi di osservazione e relative caratteristiche
L’osservazione è una tecnica di rilevazione dei dati che consiste nel registrare in maniera sistematica i
comportamenti, gli eventi o i fenomeni oggetto di studio.
I principali tipi di osservazione sono:
Osservazione partecipante: il ricercatore partecipa attivamente al contesto studiato, vivendo
dall’interno le dinamiche. Consente una comprensione profonda ma rischia di introdurre bias
soggettivi.
Osservazione non partecipante: il ricercatore si limita a osservare dall’esterno senza interagire con
il gruppo. Garantisce maggiore oggettività, ma può ridurre la ricchezza dei dati.
Osservazione strutturata: prevede griglie, protocolli e categorie di comportamento prestabilite.
Consente confronto e replicabilità, ma può risultare rigida.
Osservazione non strutturata: più libera ed esplorativa, consente di cogliere aspetti imprevisti ma
risulta meno sistematica.
Osservazione diretta: registra comportamenti manifesti nel momento stesso in cui si verificano.
Osservazione indiretta: si basa su tracce, documenti, registrazioni video o audio già esistenti.
03. Cosa si intende per intervista e quali tipi di intervista esistono?
L’intervista è una tecnica di raccolta dati basata su una comunicazione verbale tra intervistatore e
intervistato, finalizzata a ottenere informazioni rilevanti per la ricerca.
Tipologie:
Intervista strutturata: utilizza domande fisse e standardizzate, con ordine e formulazione
invariabili. È paragonabile a un questionario orale; permette confronti quantitativi ma è poco
flessibile.
Intervista semi-strutturata: combina domande predefinite con spazi di approfondimento. Consente
di raccogliere dati comparabili, mantenendo una certa flessibilità.
Intervista non strutturata (o libera): simile a una conversazione guidata, senza domande
rigidamente predeterminate. È utile in ricerche esplorative e qualitative, ma i dati risultano meno
standardizzabili.
Intervista di gruppo (focus group): coinvolge più partecipanti contemporaneamente per stimolare
la discussione e l’interazione.
04. Cosa è l’osservazione?
L’osservazione è una tecnica di indagine scientifica basata sulla percezione diretta e sistematica di
comportamenti, eventi o fenomeni, con l’obiettivo di descriverli, classificarli o interpretarli.
Si differenzia dall’osservazione “spontanea” o quotidiana perché:
è intenzionale (ha uno scopo preciso),
è sistematica (segue procedure definite),
è controllata (utilizza strumenti come griglie, protocolli, registrazioni).
Nelle scienze umane e motorie l’osservazione è fondamentale, ad esempio, per analizzare la dinamica di un
allenamento, lo stile di insegnamento di un docente, il comportamento motorio di un atleta o la
cooperazione all’interno di un gruppo sportivo.
01. Cosa è il focus group
Il focus group è una tecnica qualitativa di raccolta dati che consiste in una discussione di gruppo guidata da
un moderatore, finalizzata ad approfondire opinioni, percezioni e atteggiamenti su un determinato tema.
Caratteristiche principali:
Coinvolge in genere da 6 a 12 partecipanti selezionati in base a criteri pertinenti all’oggetto di
ricerca.
Si basa sull’interazione tra i membri del gruppo: il confronto stimola la produzione di idee,
argomentazioni e contro-argomentazioni.
Il moderatore ha il compito di stimolare la discussione, mantenere il focus sul tema e garantire che
tutti i partecipanti possano esprimersi.
È particolarmente utile nelle fasi esplorative di una ricerca, quando si vogliono individuare
dimensioni non ancora chiaramente definite o raccogliere insight qualitativi.
02. Cosa è il questionario ed esporre le sue caratteristiche
Il questionario è uno strumento standardizzato di raccolta dati costituito da un insieme di domande
predisposte in forma scritta, con l’obiettivo di rilevare informazioni, opinioni, atteggiamenti o
comportamenti di un campione di individui.
Caratteristiche:
Standardizzazione: tutti i rispondenti ricevono le stesse domande, poste nello stesso ordine.
Efficienza: permette di raccogliere dati da un ampio numero di soggetti in tempi ridotti.
Versatilità: può essere somministrato in presenza, per posta, online o tramite intervista telefonica.
Quantificabilità: se ben strutturato, consente un’analisi statistica dei dati.
Dipendenza dalla chiarezza delle domande: la qualità dei risultati è strettamente legata alla
precisione e alla comprensibilità degli items.
03. Esporre le tecniche di formulazione delle domande nel questionario
Nella costruzione di un questionario è fondamentale formulare domande chiare, pertinenti e non ambigue.
Alcune tecniche e accorgimenti sono:
Chiarezza e semplicità: evitare termini tecnici o complessi non comprensibili ai rispondenti.
Univocità: ogni domanda deve riferirsi a un solo concetto (evitare domande “doppie”).
Neutralità: evitare formulazioni che suggeriscano la risposta desiderata.
Completezza delle opzioni di risposta: nelle domande chiuse, offrire un set di risposte esaustivo e,
se necessario, includere l’opzione “altro”.
Logica e ordine: iniziare con domande generali e semplici, riservando quelle più delicate o
complesse per la parte finale.
Varietà: alternare domande chiuse (a risposta multipla, a scelta dicotomica, a scala) e aperte per
mantenere l’attenzione del rispondente.
04. Descrivere il comportamento da tenere nella conduzione di un’intervista
La conduzione di un’intervista richiede competenze comunicative e atteggiamenti professionali che
garantiscano l’affidabilità dei dati raccolti. Alcuni comportamenti chiave sono:
Preparazione: conoscere a fondo l’argomento, la traccia delle domande e il profilo dell’intervistato.
Neutralità e non giudizio: l’intervistatore deve evitare di influenzare le risposte con opinioni
personali, espressioni facciali o giudizi.
Ascolto attivo: mostrare attenzione, annuire, riformulare se necessario per chiarire senza
introdurre distorsioni.
Gestione del tempo: rispettare i limiti previsti, mantenendo il focus sul tema senza deviazioni
eccessive.
Clima di fiducia: instaurare un rapporto empatico e rispettoso, che favorisca la sincerità e la
disponibilità dell’intervistato.
Accuratezza nella registrazione dei dati: utilizzare strumenti di registrazione (con consenso) o
prendere appunti precisi per non perdere informazioni.
01. Qual è la differenza tra moda, mediana e media?
Moda, mediana e media sono tre misure di tendenza centrale, utilizzate per descrivere la posizione
prevalente di un insieme di dati:
Moda: &egra
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