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I muri che, nelle sezioni in rilevato, hanno la sommità alla stessa quota della piattaforma stradale prendono il nome di
muri a ciglio strada.
Cosa sono le sezioni trasversali e quali tipologie possono assumere?
La sezione trasversale è l’intersezione del corpo stradale e del terreno con un piano verticale normale all’asse stradale in
corrispondenza delle sezioni topografiche e geometriche.
Esse evidenziano l’andamento trasversale del corpo stradale e del terreno e forniscono gli elementi necessari per il
calcolo del volume del solido stradale (movimenti terra).
A seconda della differenza tra le quote di progetto si possono avere sezioni:
• in rilevato,
• in trincea,
• a mezza costa.
Se le differenze di quota risultano di notevole entità, può essere economicamente vantaggioso realizzare gallerie e
viadotti.
Sono dette sezioni in rilevato le sezioni stradali che hanno tutte le quote di progetto della piattaforma superiori a quelle
del piano di campagna.
Sono dette sezioni in trincea le sezioni stradali che hanno tutte le quote di progetto della piattaforma inferiori a quelle
del piano di campagna.
Sono dette sezioni a mezza costa le sezioni stradali che hanno le quote di progetto della piattaforma in parte superiori e
in parte inferiori a quelle del piano di campagna.
LEZIONE 013
In cosa consiste il metodo delle sezioni ragguagliate?
Per calcolare i movimenti terra bisogna determinare il volume del solido stradale. Si utilizza il metodo delle sezioni
ragguagliate. Secondo tale metodo il volume Vm del solido stradale compreso tra le sezioni A1 e A2 distanti d si può
calcolare tramite la seguente formule:
LEZIONE 014
Per quale motivo la larghezza della strada deve essere aumentata nelle curve circolari?
Nei tratti in curva l’ingombro dei veicoli aumenta rispetto a quello che si ha in rettifilo, in misura tanto maggiore quanto
più piccolo è il raggio della curva. Occorre quindi consentire la sicura iscrizione dei veicoli nei tratti in curva
conservando i necessari franchi fra la sagoma limite dei veicoli ed i margini delle corsie.
Per le curve circolari è prescritto un allargamento E [m] per ciascuna corsia in funzione del raggio esterno della
corsia R [m].
LEZIONE 016
Che cos’è il diagramma delle velocità?
Il diagramma delle velocità è la rappresentazione grafica dell’andamento della velocità di progetto Vp in funzione della
progressiva dell’asse stradale. calcolando per ogni elemento l’andamento della velocità di
Si costruisce, sulla base del solo tracciato planimetrico,
progetto, che deve sempre risultare Vp,min ≤ Vp ≤ Vp,max.
Il limite superiore Vp,max corrisponde alla massima velocità compatibile (entro i limiti di sicurezza) in rettifilo o per gli
elementi meno vincolanti.
Il limite inferiore Vp,min corrisponde alla velocità di progetto degli elementi più vincolanti.
Tali valori determinano l’intervallo di velocità, che definisce il campo dei valori di velocità sulla base dei quali vengono
dimensionati gli elementi geometrici del tracciato
(rettifili, curve circolari e clotoidi):
• gli permettono al progettista l’adeguamento del tracciato al territorio (versatilità)
intervalli ampi ma potrebbero non
consentire il controllo condizionato di velocità sull’utente
• gli permettono di costringere l’utente ad un certo comportamento (condizionamento)
intervalli ridotti ma restringono
la libertà di scelta del progettista.
La lunghezza di transizione DT è la lunghezza in cui la velocità passa, con un prefissato valore di accelerazione o
decelerazione, dal valore Vp1 a quello Vp2 relativi a due elementi che si succedono.
La distanza di riconoscimento Dr è la lunghezza massima del tratto di strada entro il quale il conducente può
avvenimenti. L’apprezzamento diuna variazione di curvatura dell’asse, che consente al
riconoscere eventuali ostacoli e
conducente di modificare la sua velocità, può avvenire solo all’interno della distanza di riconoscimento.
La distanza di visuale libera Dv è la distanza alla quale il conducente riesce a vedere un eventuale ostacolo posto
lungo la propria traiettoria di marcia.
Secondo questo modello l’apprezzamento di una variazione di curvatura dell’asse, che consente al conducente di
modificare la sua velocità, può avvenire solo all’interno della distanza di riconoscimento e quindi, per garantire la
sicurezza della circolazione:
• in caso di decelerazioni la distanza di transizione deve avere una lunghezza non superiore alla distanza di
→ ≤
riconoscimento DT Dr
• ed inoltre perché la variazione → ≤
di curvatura sia effettivamente percepita deve essere DT Dv
LEZIONE 017
Disegnare lo schema di una pavimentazione flessibile, riportando gli spessori approssimativi dei vari
strati.
Disegnare lo schema di una pavimentazione semi-rigida, riportando gli spessori approssimativi dei
vari strati.
LEZIONE 019
In cosa consiste il dimensionamento di una pavimentazione stradale?
Le caratteristiche strutturali della pavimentazione stradale sono:
• la capacità di distribuzione dei carichi sul sottofondo
• la resistenza alle sollecitazioni indotte dai carichi
• la resistenza alle sollecitazioni ambientali (durabilità)
Note le caratteristiche meccaniche dei materiali e i carichi trasmessi dai veicoli, occorre dimensionare lo spessore dei
vari strati in modo tale da contenere entro certi limiti il danno.
In realtà il problema risulta molto complesso a causa delle incertezze nel definire il danno, della variabilità dei materiali e
degli agenti esterni.
La vita utile di una pavimentazione è quel periodo di tempo al di là del quale la degradazione da essa subita ne rende
necessario il rifacimento.
La vita utile è il risultato di un processo di ottimizzazione in cui vanno valutate numerose soluzioni.
L’impegno economico iniziale e il piano manutentivo giocano un ruolo fondamentale nella scelta degli spessori e del tipo
di materiali da usare e quindi nella determinazione della vita utile.
Nel dimensionamento della pavimentazione, cioè nella scelta della tipologia, dei materiali e degli spessori dei vari strati,
entrano in gioco numerose variabili, quali:
• le caratteristiche del sottofondo;
• i carichi veicolari;
• le condizioni climatiche;
• le caratteristiche meccaniche dei materiali;
• lo spessore dei singoli strati;
• lo spessore totale.
LEZIONE 020
Descrivere a grandi linee il metodo AASHTO per il dimensionamento delle pavimentazioni stradali.
Durante la sperimentazione è stata valutata l’evoluzione del grado di ammaloramento delle pavimentazioni attraverso un
parametro denominato PSI (pavement serviceability index) variabile da 0 (pessime condizioni) e 5 (ottime condizioni).
Il PSI è stato determinato, attraverso le formule empiriche riportate in basso, in funzione di:
• SV = media delle variazioni di pendenza del profilo longitudinale lungo il percorso delle ruote;
• RD = media delle misure di profondità delle ormaie;
• P = superficie delle buche e riparazioni;
• C = area di lesioni caratteristiche.
LEZIONE 021
Descrivere le caratteristiche principali del catalogo delle pavimentazioni del CNR.
all’ingegnere una
Il catalogo è stato realizzato per fornire sovrastruttura di riferimento, valida in ambito nazionale e ad
altitudine inferiore a 1000 m. s.l.m., in relazione alla tipologia di pavimentazione, alla portanza del sottofondo, ai materiali
impiegati, alla combinazione degli spessori. “AASHTO guide design of pavement structures”.
Il catalogo si basa sulla procedura empirica
La soluzione prevista dal catalogo potrà essere affinata con successivo calcolo con metodo empirico e razionale.
Le pavimentazioni di catalogo si riferiscono a condizioni climatiche differenti secondo il tipo di sovrastruttura. Per le
situazioni climatiche medie quali si verificano nell’Italia centrale,
pavimentazioni flessibili e semi-rigide si fa riferimento a
tenendo conto che in effetti situazioni climatiche diverse non comportano sensibili differenze nella durata della vita utile,
per il fenomeno di compensazione che si manifesta tra la resistenza a fatica dei conglomerati bituminosi, al variare della
temperatura, e le deformazioni imposte dai carichi. Per la composizione del traffico previsto su ciascun tipo di strada,
≥
sono stati assunti degli spettri tipici di veicoli commerciali (massa complessiva 3 t). Il catalogo riporta inoltre la
frequenza di ciascun veicolo in percentuale sul totale dei veicoli commerciali ed identifica 6 livelli di traffico.
LEZIONE 022
Cosa si intende per asse standard e a cosa serve?
LEZIONE 024
Quali sono le possibili tipologie di punti di conflitto e qual è quella più critica?
Il D.M. identifica tre tipologie di punti di conflitto:
• di intersezione o di attraversamento;
• di immissione
• di diversione.
In un’intersezione a quattro rami si generano 16 punti di intersezione, 8 di immissione e 8 di diversione. Inoltre si
identifica come svolta più critica la svolta a sinistra, nella quale si creano 4 punti di attraversamento e 2 di immissione.
LEZIONE 025
Quale scopo hanno le isole di canalizzazione?
La canalizzazione consiste nella realizzazione di isole alle intersezioni per incanalare il traffico secondo determinati
percorsi in modo da semplificare la circolazione stradale.
Le canalizzazioni possono essere realizzate per:
• Ridurre le aree di conflitto, evitando che si effettuino manovre
incontrollate e pericolose.
• Inibire le manovre scorrette
• Controllare la velocità degli utenti
• Controllare l’angolazione delle traiettorie:
- angoli piccoli per immissioni
- angoli retti per attraversamenti
• Privilegiare le correnti principali
• Separare le traiettorie conflittuali
Inoltre possono essere utili:
• nelle zone con scarsa visibilità dovuta alla presenza di ostacoli laterali o per condizioni atmosferiche non buone;
• nelle strade con 4 corsie in cui, in caso di semaforizzazione, risulta necessario il posizionamento centrale di una
lanterna semaforica;
• per la protezione della svolta a sinistra (fase di canalizzazione + fase di svolta);
• quando il traffico pedonale richiede la presenza di rifugi per l’attraversamento in sicurezza.
Le isole di canalizzazione possono essere:
• a raso, con strisce bianche di segnalazione inclinate a 45° rispetto alla direzione di marcia;
• rialzate, realizzate in calcestruzzo o con cordolatura e sistemazione interna a prato.
LEZIONE 026
Descrivere la corsia di uscita di un'intersezione a raso.
La corsia di uscita