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CPT
RISPOSTA: Le prove penerometiche statiche sono utili nella determinazione del profilo stratigrafico
del terreno. Infatti nei depositi a grana fine, i valori della resistenza alla punta che vengono misurati
durante la prova, risultano essere bassi e si traducono in andamenti piuttosto regolari. Nei depositi
a grana grossa i valori di qc sono alti e quindi graficamente avremo una situazione non lineare e
irregolare con forti variazioni di qc al variare della profondità. Essendo che dalla prova CPT, oltre ad
ottenere risultati relativi ai valori di qc, possiamo ottenere anche risultati inerenti alla resistenza
laterale sul manicotto fs, e correlando anche queste altre informazioni, è possibile ottenere più
informazioni a livello stratigrafico e redigere quindi un profilo più dettagliato.
9) Si richiede di descrivere l'interpretazione delle prove SPT in terreni non coesivi
RISPOSTA: Le prove penetrometriche dinamiche SPT non vengono utilizzate nei terreni coesivi,
questo perchè la tipologia di terreno su cui si opera non restituisce risultati attendibili. Per questo
motivo, l'SPT viene utilizzata in terreni non coesivi, che forniscono informazioni utili in merito allo
stato di addensamento del terreno, della resistenza a rottura definita dall'angolo di attrito e dalla
deformabilità del terreno definita mediante il modulo edometrico Eed o il modulo di Young E'. Per la
determinazione dello stato di addensamento si parte dal presupposto che ci sia una diretta
correlazione tra resistenza penetrometrica e resistenza al taglio del materiale. Alla base di ciò
sussiste il criterio di rottura di Mohr-Coulomb, il quale si basa sulla determinazione delle tensioni
efficaci, che sono proprio quelle che regolano il comportamento meccanico del terreno. Le tensioni
efficaci tf dipendono dalla coesione c', dalle tensioni efficaci normali e dalla tangente dell'angolo di
resistenza al taglio. Inoltre si può ipotizzare che esista una correlazione tra numero di colpi Nspt, il
livello di tensione efficace e la densità relativa del materiale. Inoltre, sono stati condotti degli
esperimenti su alcuni provini di sabbia e i risultati ottenuti da Gibbs e Holtz mostrano come la
resistenza alla penetrazione Nspt dipenda dalla densità relativa e dalla tensione verticale efficace.
Per utilizzare tale metodo occorre entrare nel diagramma con il valore di Nspt ed il valore della
tensione verticale efficace e da ciò si ricava la densità relativa. Per quanto riguarda la
determinazione dell'angolo di attrito, sappiamo che esiste una correlazione empirica tra Nspt, le
tensioni efficaci normali e l'angolo di attrito del terreno. E' possibile ossrvare che, a parità di angolo
di attrito., la resistenza alla penetrazione aumenta con il livello di tensione efficace. Di conseguenza,
avremo valori di Nspt crescenti con la profondità, ed anche in questo caso viene utilizzato un
diagramma in cui entrare con il valore di Nspt ed il valore della tensione verticale efficace. Infine,
per la determinazione della rigidezza si parte dalla valutazione di massima del modulo edometrico
Eed del terreno, e ciò è possibile fare ricorrendo alle correlazioni empiriche.
10) Si richiede di descrivere l'interpretazione delle prove CPTU
RISPOSTA: Si parte dal presupposto che le prove con piezocono restituiscono gli stessi risultati delle prove
penetrometriche statiche convenzionali. Infatti si ha la possibilità di misurare la pressione interstiziale alla
punta e consente di determinare il regime idraulico nel sottosuolo mediante misure di pressione
interstiziale u a riposo, ricavare informazioni di dettaglio sul profilo stratigrafico e determinare il coefficiente
di consolidazione c del terreno attraverso prove di dissipazione eseguite a punta ferma. Quest'ultima prova
ha la finalità di determinare direttamente in sito, il coefficiente di consolidazione di depositi coesivi. Tale
prova viene eseguita a seguito di una prova CPTU e fermando la punta in corrispondenza del punto nel
quale si vuole effettuare la misura. Una volta che viene posizionata l'attrezzatura nel punto desiderato,
vengono registrate le variazioni di pressione interstiziale in funzione del tempo, finchè non si raggiunge una
condizione di equilibrio, ed è proprio in questa fase che le sovrappressioni indotte durante la pase di
penetrazione vengono completamente dissipate.
11) Si richiede di descrivere la caratterizzazione mediante prove CPT dei terreni non coesivi
RISPOSTA: Effettuare una prova CPT in un deposito non coesivo consente di ottenere informazioni
utili riguardo allo stato di addensamento del terreno in termini di densità relativa, dell'angolo di
attrito e della deformabilità del terreno in termini di modulo edometrico Eed o di modulo di Young
E' secanti. Per la determinazione dello stato di addensamento si effettua attraverso correlazioni
empiriche, ottenute dall'analisi di prove relative da un gran numero di depositi non coesivi
normalconsolidati, considerando anche la densità relativa, la tensione verticale efficace e la
resistenza alla punta, ricavate da Schmertmann. Per la determinazione dell'angolo di attrito si fa
riferimento ad una correlazione empirica tra resistenza alla punta qc ottenuta da prove CPT, l'angolo
di attrito e la tensione verticale efficace. Infine si ha la determinazione della rigidezza, e si parte
dalla valutazione di massima del modulo edometrico e dal modulo di Young, e partendo dai risultati
delle prove penetrometriche statiche CPT, è possibile utilizzare le indicazioni fornite da
Jamiolkowski.
12) Quali grandezze si possono ricavare dai risultati di una prova dilatometrica?
RISPOSTA: La prova dilatometrica è simile ad una prova penetrometrica statica, ciò che varia è lo
strumento che viene utilizzato, infatti non si utilizza più la convenzionale punta penetrometrica, ma
un particolare strumento chiamato dilatometro piatto. Tale strumento è costituito da una lama di
acciaio che presenta su una delle due facce una membrana flessibile circolare. All'interno dello
strumento, la membrana è connessa ad un sistema pneumatico che consente di applicare alla sua
superficie interna una pressione nota. Per misurare gli spostamenti dati dall'inflessione w in
corrispondenza dell'asse della membrana, viene utilizzato un trasduttore elettrico. La prova consiste
nell'infissione del dilatometro nel terreno, ad una velocità costante e si misura la resistenza
all'avanzamento della lama nel terreno. Durante la fase di penetrazione, l'infissione viene arrestata
ad intervalli di 20cm, questo per permettere allo strumento di registrare le misure dilatometriche, e
ciò si traduce nell'ottenere due valori caratteristici per la pressione agente sulla membrana. Il primo
valore è p0, che corrisponde alla pressione interna che è necessario applicare alla membrana che in
un primo momento si trova inflessa vero l'interno, e tale pressione serve proprio a riportarla alla
configurazione iniziale di riposo. Il secondo valore è p1, che corrisponde alla pressione interna ed
essa provoca un inflessione della membrana verso l'esterno della lama. Una volta raggiunte queste
due condizioni, la macchina avvisa l'operatore attraverso un segnale acustico. Una volta
determinate le ppressioni p0 e p1, è possibile determinare alcune grandezze che sono correlabili
alle caratteristiche litologiche del terreno, al coefficiente di spinta a riposo ko, alle caratteristiche di
deformabiltà del materiale e al suo grado di sovraconsolidazione OCR. Il primo tra questi parametri
è il parametro indice del terreno Id, poi abbiamo l'indice di tensione orizzontale KD e infine
abbiamo il modulo dilatometrico. Inoltre, a seguito dell'interpretazione dei risultati delle prove
dilatometriche, è possibile definire il profilo stratigrafico, determinare il coefficiente di spinta a
risposo, il grado si sovraconsolidazione e determinare la rigidezza del terreno.
13) Si descriva la prova dilatometrica
RISPOSTA: La prova dilatometrica è simile ad una prova penetrometrica statica, ciò che varia è lo
strumento che viene utilizzato, infatti non si utilizza più la convenzionale punta penetrometrica, ma
un particolare strumento chiamato dilatometro piatto. Tale strumento è costituito da una lama di
acciaio che presenta su una delle due facce una membrana flessibile circolare. All'interno dello
strumento, la membrana è connessa ad un sistema pneumatico che consente di applicare alla sua
superficie interna una pressione nota. Per misurare gli spostamenti dati dall'inflessione w in
corrispondenza dell'asse della membrana, viene utilizzato un trasduttore elettrico. La prova consiste
nell'infissione del dilatometro nel terreno, ad una velocità costante e si misura la resistenza
all'avanzamento della lama nel terreno. Durante la fase di penetrazione, l'infissione viene arrestata
ad intervalli di 20cm, questo per permettere allo strumento di registrare le misure dilatometriche, e
ciò si traduce nell'ottenere due valori caratteristici per la pressione agente sulla membrana.
14) Si richiede di descrivere l'interpretazione delle misure di una prova scissometrica
RISPOSTA: L'interpretazione dei risultati della prova scissometrica consiste nel legare il valore del
momento massimo torcente, che viene misurato nel corso della prova, con la resistenza del terreno
mobilitata sulla superficie di rottura cilindrica. Possiamo ipotizzare che, nel caso in cui il terreno sia
comparabile ad un mezzo rigido-plastico perfetto, consideriamo cu,v e cu,h le resistenze allo
scorrimento che vengono mobilitate sia lungo la superficie verticale che orizzontale. Altrimenti, se il
terreno viene assunto isotropo nei riguardi della r5esistenza non drenata, allora cu,v=cu,h=cu',
mentre nel caso opposto, cu,v ÷ cu,h.
15) Si richiede di descrivere la prova scissometrica
RISPOSTA: Le prove scissometriche danno la possibilità di determinare la resistenza non drenata in
depositi argillosi teneri o molto teneri, dunque dove cu<50÷ 60 kPa. Lo strumento che viene
utilizzato è detto scissometro. Tale strumento presenta una parte terminale costituita da quattro
lame rettangolari in acciaio, collegate a loro volta all'estremità della batteria di aste. L'esecuzione
della prova consiste nel calare l'apparecchio nel foro di sondaggio, finchè le lame non raggiungono il
punto di misura desiderato, e si applica una rotazione con velocità costante mediante un sistema
meccanico. Durante la rotazione, le palette rompono il terreno lungo la superficie cilindrica,
costituita dall'inviluppo delle posizioni occupate durante la rotazione dagli spigoli esterni delle lame,
di altezza H e raggio D. Successivamente si valuta lo sforzo necessario per produrre lo scorrimento
del terreno e ciò avviene misurando dall