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A B XXX si biforca in C XXXII -XXXIII: Ariosto fa coincidere ciò che scrive ex-novo con la
fine e l’inizio del nuovo stacco di canto, sia per ragioni narrative che strutturali. Nel
passaggio da A a B Ariosto aggiunge l’episodio della Rocca di Tristano che troviamo nei
canti XXXII - XXXIII.
Lezione 35
Varianti d'autore puntuali e strutturali: illustratene le implicazioni sulla base
06.
di un esempio concreto analizzato durante il corso secondo la tipologia del
canzoniere e nella dinamica microtesto/macrotesto.
I due casi studiati durante il corso di Dante e di Petrarca presentano, dal punto di
vista testimoniale, parecchie divergenze. Sebbene nel caso dantesco manchino i
vari documenti presenti nel caso Petrarca, il riconoscere la natura delle varianti
d'autore non è stata particolarmente difficile. Nel caso delle rime dantesche poi
inserite nella Vita nova, una serie di dati esterni ci ha consentito di riconoscere la
mano di Dante nelle varianti della tradizione extravagante, dando così
un'interpretazione della distribuzione delle varianti e delle notizie riguardo la
lavorazione del macrotesto tramite il riutilizzo della precedente produzione lirica
dantesca entro la creazione della Vita nova. Ma la natura frammentaria della
variantistica ricavabile dalla tradizione manoscritta ha reso in verità molto scarna la
valutazione critica delle varianti e ciò è percepibile soprattutto nel confronto con
l'esempio petrarchesco. In quest'ultimo infatti la ricchezza dei passaggi trasmessi
dalla testimonianza autografa determina la complessità della critica delle varianti. La
vastità dei richiami e dei riusi costringe ad una indagine del testo poichè questi
richiami e riusi non sono limitati ad un microtesto, ma coinvolgono l'intera struttura
macrotestuale. Sia per la Vita nova sia per i Rerum vulgarium fragmenta si trattava
di microtesti inseriti in macrotesti. In questa situazione il messaggio dell'autore è
principalmente governato da istanze argomentative o narrative che ne determinano
lo 'sviluppo' e la disposizione.
07.Varianti d'autore puntuali e strutturali: illustratene le implicazioni sulla base
di un esempio concreto analizzato durante il corso secondo la tipologia
dell'ampliamento di un'opera.
L’Orlando Furioso è un poema cavalleresco di Ludovico Ariosto. Le sigle A B C
indicano le tre edizioni (1516, 1521, 1532) e mostrano l'esistenza di testimonianze
autografe solo al passaggio da B a C (i "frammenti autografi"). L’Ariosto, che aveva
intorno al 1504/06, dedicò all'Orlando Furioso cure ed attenzioni per quasi un
trentennio, fino agli ultimissimi anni della sua vita. Niente ci è rimasto dei manoscritti
su cui l'autore lavorò per poi condurre il poema alla prima stampa del 1516 (A). Il
Furioso fu stampato una seconda volta nel 1521 (B) con interessanti modifiche,
soprattutto puntuali, a differenza di quelle maggiori e di impianto strutturale avvenute
nella redazione consegnata alla terza ed ultima stampa curata dall'autore del 1532
(C). Le due prime edizioni A e B dell'Orlando Furioso sono costituite da quaranta
canti. Il progetto di incrementare il poema era già presente nell'autore al momento di
passare da A a B. Lo testimonia la presenza dei Cinque canti, proprio negli anni che
vanno fra la prima stampa e la seconda. In appendice al poema del 1532 in
quarantasei canti, Virginio Ariosto pubblicava il testo dei Cinque canti inediti, scritti
dall'autore intorno al 1519 ed il 1521 con lo scopo di ampliare l'Orlando, attinenti per
materia al poema maggiore, ma di incerta collocazione all'interno della struttura
narrativa. Quindi, solo con la stampa del 1532, la speranza di Ariosto di ampliare il
suo Orlando venne effettivamente attuata. Il poema, rivisto dal punto di vista
linguistico alla luce dei dettami delle Prose della volgar lingua di Bembo, passò da
quaranta a quarantasei canti, secondo un procedimento che però, invece di
aggiungere il nuovo al vecchio materiale, incide nella struttura già fissata nelle
redazioni anteriori, costringendo l’Ariosto ad una revisione che coinvolge gli aspetti
formali, narrativi e il sistema di rapporti che legano un episodio all’altro.
Lezione 37
05. L'elaborazione autoriale di Ludovico Ariosto fra Santorre Debenedetti e
Gianfranco Contini
Debenedetti e Contini hanno avuto due modi differenti di approcciarsi allo studio di
Ariosto. Un'analisi del fare poetico, con i suoi ripensamenti e sviluppi, attuata
diacronicamente sulla corrente dell'enunciazione (Debenedetti) e un'analisi del
passaggio del testo da una sincronia a un'altra, da un enunciato all'altro (Contini). Si
passa, così, dall'enunciazione di Debenedetti all'enunciato di Contini. Debenedetti si
abbandona alla genesi e la rivive nelle pagine dell’Ariosto, Contini, invece, osserva il
succedersi degli enunciati cercando di comprendere quel tanto di chiaro che essi
permettono di svelare. I due modi possibili di analizzare la variantistica d'autore,
definiti da Segre come 'metodo Debenedetti' e 'metodo Contini', sono entrambi validi.
Il primo fa in modo che la sua passione non ostacoli od offuschi il rigore dei suoi
studi. Il secondo fa in modo che la sua osservazione scientifica non precluda ad una
partecipazione passionale. Entrambi questi studiosi sono importanti perché il primo
anticipa in qualche modo quella che sarà l’edizione genetica francese, al secondo
verrà riconosciuta la paternità della critica delle varianti.
06.Illustrare l ’ apporto di Santorre Debenedetti alla elaborazione del metodo di
studio sulle varianti d ’ autore.
Debenedetti si è occupato dello studio delle varianti sulle carte Ariostesche. Per
quanto riguarda Ariosto le correzioni più anche le troviamo sulla destra mentre il
margine superiore esterno rimani bianco e nella
colonna di destra in alto abbiamo delle correzioni. La trascrizione di Debenedetti non
segnala gli scioglimenti di abbreviature, Distingue U da V, divide le parole, uniforma
le maiuscole alle regole ortografiche moderne, inserisce la punteggiatura e segni
diacritici. Inoltre, distingue apostrofi e i tipi di accento. Se noi oggi leggessimo la
carta ortografica di Ariosto già nei primi cinque versi avremo difficoltà.
07 .Storia del L’Orlando Furioso: le tre edizioni e le modalità di Ariosto della
consegna in tipografia
L’Orlando Furioso è un poema cavalleresco di Ludovico Ariosto. Le sigle A, B, C,
indicano le tre edizioni (1516, 1521, 1532) e mostrano l'esistenza di testimonianze
autografe solo al passaggio da B a C (i "frammenti autografi"). Niente ci è rimasto
dei manoscritti su cui l'autore lavorò per poi condurre il poema alla prima stampa del
1516 (A). Il Furioso fu stampato una seconda volta nel 1521 (B) con interessanti
modifiche, soprattutto puntuali, a differenza di quelle maggiori e di impianto
strutturale avvenute nella redazione consegnata alla terza ed ultima stampa curata
dall'autore del 1532 (C). Le due prime edizioni A e B dell'Orlando Furioso sono
costituite da quaranta canti. Solo con la stampa del 1532 l'aspirazione di Ariosto ad
ampliare l'opera ebbe effettiva attuazione: il poema, infatti, passò da quaranta a
quarantasei canti. Il fatto che gli unici frammenti autografi rimasti riguardino i brani
destinati a fornire la stampa finale del l'Orlando Furioso e il fatto che questa fase sia
attestata con abbondanza redazionale ci ricorda il metodo di lavoro di Ariosto.
Preparato un manoscritto da inviare in tipografia, a ridosso della prima stampa A, per
le edizioni successive l'autore introdusse le modifiche direttamente su un esemplare
di A per stampare B e di un esemplare di B per stampare C (limitando così gli
interventi alle carte di quegli esemplari), tranne i brani composti ex novo perché non
trovavano posto sufficiente sui margini delle stampe precedenti.
08.L'elaborazione dell'Orlando Furioso: gli aspetti linguistici
Solo con la terza edizione (C) del 1532, Ariosto si dedicò alla rielaborazione
sistematica della lingua utilizzata. Un lavoro dettato dalle forti influenze che ebbero
le Prose della volgar lingua di Pietro Bembo. Tuttavia, già in precedenza, Ariosto
aveva apportato delle modifiche linguistiche al poema in senso toscaneggiante. Già
nel passaggio da A a B si assiste ad una riduzione degli elementi linguistici padani e
ad una progressiva toscanizzazione.
Lezione 39
14 .Modalità di ampliamento dell'Orlando Furioso nella edizione definitiva.
L’Orlando Furioso è un poema cavalleresco di Ludovico Ariosto. Le sigle A B C
indicano le tre edizioni (1516, 1521, 1532) e mostrano l'esistenza di testimonianze
autografe solo al passaggio da B a C (i "frammenti autografi"). L’Ariosto, che aveva
iniziato intorno al 1504/06, dedicò all'Orlando Furioso cure ed attenzioni per quasi un
trentennio, fino agli ultimissimi anni della sua vita. Niente ci è rimasto dei manoscritti
su cui l'autore lavorò per poi condurre il poema alla prima stampa del 1516 (A). Il
Furioso fu stampato una seconda volta nel 1521 (B) con interessanti modifiche,
soprattutto puntuali, a differenza di quelle maggiori e di impianto strutturale avvenute
nella redazione consegnata alla terza ed ultima stampa curata dall'autore del 1532
(C). Le due prime edizioni A e B dell'Orlando Furioso sono costituite da quaranta
canti. Il progetto di incrementare il poema era già presente nell'autore al momento di
passare da A a B. Lo testimonia la presenza dei Cinque canti, proprio negli anni che
vanno fra la prima stampa e la seconda. In appendice al poema del 1532 in
quarantasei canti, Virginio Ariosto pubblicava il testo dei Cinque canti inediti, scritti
dall'autore intorno al 1519 ed il 1521 con lo scopo di ampliare l'Orlando, attinenti per
materia al poema maggiore, ma di incerta collocazione all'interno della struttura
narrativa. Quindi, solo con la stampa del 1532, la speranza di Ariosto di ampliare il
suo Orlando venne effettivamente attuata. Il poema, rivisto dal punto di vista
linguistico alla luce dei dettami delle Prose della volgar lingua di Bembo, passò da
quaranta a quarantasei canti, secondo un procedimento che però, invece di
aggiungere il nuovo al vecchio materiale, incide nella struttura già fissata nelle
redazioni anteriori, costringendo l'Ariosto ad una revisione che coinvolge gli aspetti
formali, narrativi e il sistema di rapporti che legano un episodio all’altro.
Lezione 40
11. La storia elaborativa dei Promessi Sposi: dalla Prima Minuta alla Seconda
Minuta .
Per Prima Minuta si intende il sinonimo del manoscritto del Fermo e Lucia (FL) e per