Considerando i circa 4 milioni e 742mila italiani che nel 2016, secondo l’Istat, si trovavano in condizioni di
povertà assoluta, ovvero incapaci di soddisfare tutti bisogni primari, quindi necessari per la sopravvivenza, i dati
Coldiretti del rapporto “La povertà alimentare e lo spreco in italia” mostrano come quasi la metà di queste
persone nel 2017 non abbia avuto accesso al cibo, motivo per cui si è rivolta a strutture di sostegno, come le
mense per i poveri. Infatti, secondo le analisi della sociologa Chiara Saraceno che si occupa di disuguaglianze
dagli anni ‘80, il fenomeno della povertà in Italia ha caratteristiche riconoscibili, tra le quali:
colpisce soprattutto famiglie monoreddito o con un adulto di riferimento in situazione di disoccupazione di
•
lungo periodo, con 3 o più figli a carico; •è connotata territorialmente, concentrandosi soprattutto nel
Centro-Sud Italia, anche se cresce la povertà assoluta al Nord, che si distingue per situazioni di estrema
gravità. All’interno di questo quadro generale, pesano, inoltre, i salari bassi, soprattutto nel lavoro operaio,
la perdita del lavoro dopo i 55 anni, le difficoltà dei lavoratori autonomi e quelle delle donne, che hanno
necessità di conciliare famiglia e impiego.
Cos'è la povertà educativa?
«Il concetto di povertà educativa descrive un ambito più ampio di quello meramente scolastico, essendo
stata definita come tale la privazione, per un bambino o un adolescente, della possibilità di apprendere ,di
sperimentare le proprie capacità, di sviluppare e far fiorire il proprio talento». Fonte: «Illuminiamo il Futuro
2030-Save the Children Italia, Settembre 2015» • La povertà educativa è legata alla povertà economica delle
famiglie e rischia di perpetuarsi da una generazione all’altra in un circolo vizioso. • La disuguaglianza di
reddito delle famiglie, come sottolineato dall’OCSE, è una delle cause principali di disuguaglianze educative
tra i giovani, reprime talenti e ingabbia capacità vitali per lo sviluppo economico e sociale del paese. In Italia
1 milione di bambini vive in questa povertà assoluta, senza possibilità di costruirsi un domani.
Cosa distingue la politics dalla policy?
Con politics si intende politica come agire politico, mentre con policy s’intende politica come azione di governo
settoriale.
Cosa afferma il paradigma che vede lo Stato come il soggetto di studio della politica?
La politica come azione dello Stato • Stato come entità politica della modernità • Gli elementi essenziali
dello Stato moderno – La territorialità del comando – L’obbligazione politica e il monopolio della forza –
Sviluppo di una burocrazia pubblica
Cosa afferma il paradigma funzionalista rispetto alla politica?
Paradigmi funzionalisti: l’ordine come presupposto – La stabilità come bene primario: Hobbes – Lo Stato
come oggetto: scienza politica
In cosa consiste un approccio della scelta razionale?
Assunti e concetti: - La politica è mossa da finalità private dei soggetti individuali. Anche quando sono
aggregati, agiscono come aggregazioni di interessi individuali - Gli individui sono soggetti interessati a
massimizzare la propria utilità, perseguendola in maniera razionale - La politica è un insieme di scambi tra
attori razionali: dare qualcosa per avere qualcosa - Lo scambio avviene sempre in un contesto di risorse scarse
Per quale motivo si parla di neo-istituzionalismo?
Al centro dell’attenzione vi è la dimensione istituzionale: le istituzioni fanno i comportamenti individuali più che
il contrario - Per istituzioni non si intendono solo le amministrazioni pubbliche ma tutte le forme della vita
sociale regolate da norme (legali e morali) e da vincoli cognitivi: regole, valori, linguaggi, ecc - Le istituzioni non
sono viste come artifici strumentali o prodotti spontanei, ma come culture pre-esistenti all’individuo e capaci
di formare identità collettive - Critica all’approccio razionale per l’eccessiva importanza che vi si dà all’individuo,
al sua fine utilitario, alla sua razionalità
Cosa si intende per sistema politico?
Un sistema politico è un sistema di interazioni attraverso le quali si realizza l'assegnazione autoritativa di
valori scarsi in una data società.
Cosa è un processo di policy making non lineare?
Spesso il processo di policy making ha un andamento non lineare, non tanto in senso cronologico, quanto
nel senso di cosa traini il processo. Può cioè accadere che a trainare il processo sia qualcosa che non avviene
nella prima fase. Per esempio che sia un elemento relativo all’attuazione della decisione. Ad esempio con
questa sequenza: • Attuazione della decisione • Formulazione di una soluzione • Valutazione dei risultati •
Identificazione di un problema • Definizione dell’agenda • Adozione di una decisione
Quali sono le istituzioni politiche locali?
Gli enti locali nella storia politica italiana • La vicenda dei Comuni, delle Signorie, delle Repubbliche • I modelli
amministrativi napoleonici, austriaci e borbonici • La scelta centralista dello Stato unitario •
L’assolutizzazione centralista dell’Italia fascista
Cosa intendiamo per governance locale?
Un nuovo modo di pensare al governo non più esclusivamente come autorità sugli attori destinatari ma anche
come regia nella quale gli attori sono coinvolti nelle scelte di governo. • Non più governo dall’alto, ma governo
che facilita le relazioni orizzontali tra gli attori • Partecipazione di tutti gli stakeholder del territorio, pubblici e
privati (imprese, terzo settore, ecc)
Quali sono i 4 mattoni della ricerca sociologica?
a) Dobbiamo innanzitutto avere un idea di ciò che pensiamo di poter conoscere riguardo al mondo
(epistemologia). b) Utilizziamo inoltre schemi concettuali per avere un immagine del mondo e darci senso
(teoria). c) I nostri sistemi di credenze culturali influenzano le visioni e le prospettive che abbiamo sul mondo
(valori). d) Gli scienziati che si occupano di scienze sociali devono impegnarsi a proteggere i soggetti dei loro
studi e a non infliggere loro alcun danno (etica).
Che differenza c'è tra l'idea di raccogliere il dato e quella di costruire il dato?
Il lavoro di raccolta dei dati è un processo in cui il ricercatore si trova a operare numerose scelte che sono
destinate a influenzare molto il corso della ricerca e i suoi risultati. Occorre superare una idea positivista
della ricerca sociale secondo la quale il dato esiste nella sua oggettività e il ricercatore ha il solo compito di
registrarlo. Oggi si usa quindi dire, più propriamente, che il dato viene costruito dal ricercatore, per
sottolineare la sua attitudine decisamente proattiva nell’individuare la base empirica del proprio lavoro.
Quali sono le possibilità forme di distorsione della realtà per causa dell'intrusività della ricerca?
Ogni tecnica di ricerca ha i propri accorgimenti per minimizzare i problemi di intrusività. Possiamo però dire
in generale che un buon disegno della ricerca deve sempre porsi il problema di come affrontare questa
eventualità. Nelle tecniche di ricerca quantitative che usano questionari, per esempio, è consigliabile a volte
mantenere anonimo il rispondente, per evitare che possa superare l’imbarazzo di sentirsi riconoscibile.
Inoltre, è consigliabile che non sia eccessivamente oneroso in termini personali l’operazione di risposta, per
evitare che il rispondente lo faccia in maniera distratta o sbrigativa. In alcuni casi è anche consigliabile offrire
agli intervistati dei piccoli benefit che consentano di bilanciare il costo temporale della risposta. Nelle
tecniche di ricerca qualitative, come ad esempio l’intervista in profondità, è consigliabile per il ricercatore
una iniziale discrezione nelle domande, lasciando che le domande più intrusive avvengano solo una volta
che l’intervistato sia stato messo a proprio agio nel raccontare aspetti personali e intimi.
Che differenza c'è tra i documenti di tipo segnico e di tipo non segnico?
I documenti di tipo segnico sono tutti quelli che esplicitamente prodotti per trasmettere un messaggio agli
attori. I documenti di tipo non segnico sono tutti gli artefatti che non sono stati fatti con l’intento di
comunicare qualcosa ma che compiono ugualmente un’azione comunicativa nei confronti dell’azione:
abbigliamento, arredamento, edifici, monumenti, ecc.
Cosa sono le survey e quali tipologie di survey si utilizzano?
Lo scopo di una survey è quello di raccogliere un volume di informazioni che riguardano un gruppo di persone,
una popolazione, una comunità o un insieme di clienti. La survey viene utilizzata nel campo della politica (per
raccogliere opinioni, valutare exit pools), nel campo della medicina (per valutare lo stato di salute della
popolazione), nel sociale (per scoprire abitudini e necessità dei cittadini), nelle ricerche di mercato (per
scoprire i bisogni dei clienti). I soggetti che conducono survey possono essere organizzazioni pubbliche (enti,
università), imprese private, istituti di ricerca, partiti politici. Una survey si focalizza sulla raccolta di opinioni o
sulla raccolta di fatti reali e viene svolta a livello individuale per mezzo di un questionario strutturato
Quali sono le principali fasi della ricerca etnografica?
Una ricerca etnografica è solitamente suddivisa in alcune fasi. Una prima fase prevede la scelta di un
contesto di osservazione (un’azienda, una sede di un’associazione, un villaggio, una casa, una scuola, ecc) e
di un periodo di osservazione che si ritiene più opportuno. Normalmente la scelta dei luoghi e dei tempi
avviene avvalendosi di alcuni testimoni privilegiati che possono dare al ricercatore le informazioni
riguardanti i pro e i contro di ogni scelta possibile. Una seconda fase prevede la permanenza del ricercatore
nel luogo di osservazione. Durante tale fase si può decidere, sempre funzionalmente agli interrogativi di
ricerca, di rimanere una presenza silenziosa e inattiva, o invece di prendere parte all’azione, magari per
favorire l’innesco di alcune dinamiche di interesse per la ricerca. Come già detto, ogni modificazione
dell’ordine naturale dell’azione può rendere meno «autentico» il comportamento degli attori, quindi un tale
intervento deve essere sempre esplicitato dal ricercatore quando rende conto ad altri della ricerca svolta.
Nella terza fase, al termine di ogni «sessione» di campo, il ricercatore redige le note di campo, cioè gli
appunti su cui fissare le informazioni che sono state acquisite durante la permanenza sul cam
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