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MEDIAZIONE E STORYTELLING SOCIAL: CARATTERISTICHE DELLE NUOVE NARRATIVE CONVERSAZIONALI ................................. 8
MODELLO DEL 7 ELEMENTI GENERATORI DEL CONTESTO NARRATIVO DI PINARDI E DE ANGELIS ............................................... 9
RAPPORTO TRA COMUNICAZIONE POLITICA E MEDIA ONLINE ................................................................................................... 10
STRUTTURE DELLO STORYTELLING CONVERSAZIONALE SU TWITTER ......................................................................................... 11
ARCHETIPI DEI PERSONAGGI SECONDO CHRIS VOLGER .............................................................................................................. 12
DATAFICATION E PER DIGITAL FOOTPRINT/SHADOW ................................................................................................................. 13
TRASFORMAZIONI DEL LINGUAGGIO E DELLA COMUNICAZIONE DEL GIORNALISMO NEL CONTESTO DELLA CONVERGENZA
CULTURALE .................................................................................................................................................................................. 14
CARATTERISTICHE E TIPOLOGIE DI CONTENUTO PRESENTI NEI PIANI EDITORIALI DELLE CAMPAGNE DI COMUNICAZIONE
PUBBLICA..................................................................................................................................................................................... 15
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Che cosa si intende per comunicazione pubblica?
La comunicazione pubblica riguarda gli interessi generali, non specifici, della comunità e non è dunque guidata da principi di
profitto che non siano inerenti agli interessi generali dei cittadini, questo perché svolge una funzione di divulgazione; non per
ultimo individua il dovere delle istituzioni di essere accessibili, aperte al pubblico e disponibili a fornire informazioni di
interesse generale, si parla quindi di trasparenza delle istituzioni e di accessibilità dei dati interni all’organizzazione.
La comunicazione pubblica rappresenta uno scambio di messaggi fra autorità politiche, tecnico amministrative da una parte e
i cittadini dall’altra. Ha come finalità l’informazione, la trasparenza delle decisioni, la partecipazione dei cittadini alla vita
pubblica, la persuasione, il consenso politico, l’indagine conoscitiva.
Può essere:
→ unidirezionale: se non comporta una risposta da parte dei cittadini;
→ bidirezionale: è prevista una risposta è tesa a migliorare la relazione e procurare reciproci vantaggi.
Nella comunicazione d’impresa ci si rivolge al cittadino e viceversa, in virtù di ciò che la società dei consumi predispone e
richiede in un determinato contesto sociale.
Differenza tra comunicazione pubblica autoprodotta ed eteroprodotta:
comunicazione autoprodotta: le iniziative vengono gestite direttamente dall’istituzione pubblica (video istituzionali,
pubblicità progresso...), che comunica da sola e ha il controllo della comunicazione;
comunicazione eteroprodotta: costruita, gestita e veicolata da soggetti esterni all’istituzione, i quali creano un
insieme di messaggi che mostrano l’idea dell’opinione pubblica riguardo quell’istituzione in particolare, ne
influenzano forma e contenuto; un esempio può essere l’informazione giornalistica, la comunicazione delle altre
istituzioni o l’insieme delle comunicazioni di dominio pubblico veicolate dai media.
La comunicazione eteroprodotta influenza il pubblico in misura pari o superiore a quella autoprodotta. Entrambe sono
oggetto di appropriazione da parte dei pubblici connessi che le utilizzano come token per conversazioni civiche; per es.
documenti istituzionali (immagini o video) ripresi e commentati, meme...
L’attuale ecosistema mediale favorisce quest’ultima, la comunicazione eteroprodotta, considerata ormai più importante e
con un numero maggiori di messaggi veicolati in questo modo. Per questo motivo le istituzioni devono tenere d’occhio la
propria immagine veicolata dai media e dai cittadini, anche perché questo tipo di comunicazione ha un’impronta influenzale
maggiore nella percezione del pubblico. Per fare questo le istituzioni possono attivare dei processi di social listening per poter
armonizzare la propria comunicazione autoprodotta con quella eteroprodotta.
2
Fasi di media mix e planning di una campagna transmediale di comunicazione
La scelta delle piattaforme e del planning dovranno tenere conto non solo dei requisiti e dei vincoli progettuali. Sarà
necessario mostrare interesse anche in fatto di budget, risorse editoriali e staff autoriale disponibili per la campagna, ma
anche di aspetti legati al potenziale di arricchimento di ciascun canale rispetto al progetto di comunicazione e alle
caratteristiche dei pubblici con cui ci confrontiamo. Rispetto al potenziale di arricchimento dello storytelling, è utile
pianificare il coinvolgimento di canali specifici in base alla relazione che vogliamo instaurare tra pubblici, autori e contenuto.
Dall’adesione empatica al messaggio veicolato da un video su Instagram alla collaborazione alla produzione di contenuti su
YouTube, fino alla creazione di community su Twitch.
Trasparenza: le interfacce di fruizione non devono distogliere l’attenzione dal racconto a meno che non rappresentino esse
stesse un progetto narrativo da decodificare. Scegliere le piattaforme in base alla competenza e al profilo del target, alle
caratteristiche della storia, al potenziale di arricchimento dell’esperienza.
Variabili importanti, per la selezione delle piattaforme, sono le competenze e le preferenze dei pubblici ai quali ci rivolgiamo.
Lo studio dei consumi culturali del pubblico è essenziale per comprendere quali siano le piattaforme più familiari per i nostri
interlocutori. Gli ambienti che dovranno richiedere, inoltre, curve di apprendimento sostenibili per i neofiti, in modo da non
risultare troppo esclusivi o poco incentivanti per chi, nonostante possa essere interessato ai temi della campagna, non abbia
familiarità con le piattaforme scelte.
Nella ricerca basata sul social listening degli utenti Twitter sul tema dei vaccini e delle narrative pro-vax e no-vax possiamo ad
esempio rilevare quali siano le piattaforme e gli ambienti social più citati nei post su Twitter e includere tali piattaforme nella
nostra proposta progettuale.
Ad esempio, nella nostra ricerca, tra le fonti presenti nei post, se consideriamo unicamente le piattaforme social, possiamo
osservare come ci siano tre principali ambienti che ipotizziamo siano familiari per il nostro pubblico di riferimento: Twitter,
Facebook e YouTube. Potremmo dunque immaginare di includere tali piattaforme nel nostro progetto editoriale rivolto ai
soggetti indecisi rispetto alla vaccinazione.
La scelta delle piattaforme deve anche essere adeguata al tono e al registro della campagna e all’identità del committente o
dei soggetti coinvolti nel progetto di comunicazione. Questi fattori potranno portare a privilegiare piattaforme la cui storia e
le cui communities siano coerenti con i valori che caratterizzano la campagna e i suoi promotori.
Elementi del potenziale di arricchimento sono l’immersione (audiovisivo, VR, comics), l’approfondimento (progetti editoriali,
ebook, wiki, siti web), l’interazione (videogame, serious game, AR, chatbot, profili social), la partecipazione (social media,
messenger, eventi dal vivo), la collaborazione (media centered social network, forum, groupware, crowdsourcing,
crowdfunding). 3
Le derive della sfera pubblica mediata
Peter Sloterdijk individua alcune dimensioni specifiche di deriva dei media digitali legate al loro ruolo nella società
contemporanea. Vediamole nello specifico.
Post-attualità → si lega a post-verità e indica che i post-fatti sono delle circostanze in cui l’opinione pubblica è più
influenzata dai contenuti che fanno appello alle emozioni, ai pregiudizi e alle opinioni personali che non ad un
resoconto oggettivo dei fatti.
Ipervisibilità → fenomeno che deriva dal ruolo dei social nel dibattito pubblico contemporaneo. È opportuno tenere a
mente che le dinamiche dei social media rifiutano di distinguere fra l'espansione di un'informazione e il relativo valore
di verità. Questa continua auto esposizione di sé, in maniera anche molto esplicita, ha l'obiettivo specifico di aumentare
la propria visibilità e popolarità.
Cinismo diffuso → atteggiamento chiaramente di disincanto e di sospetto rispetto al racconto e alla consapevolezza
politica dei fatti. Se il valore di verità non ha più importanza, ma è più importante la quantità della singola informazione,
l’esito finale di questa dinamica è la sola produzione di indifferenza, cioè l’appiattimento delle opinioni, della coscienza
civica e la consapevolezza politica della nostra sfera pubblica.
Soggetto timotico → individuo che si indigna e si rivendica delle istanze affermando la sua identità tramite azioni che
vogliono riaffermare una giustizia. Questi soggetti arrabbiati di oggi non hanno più quelle tipiche narrazioni del
Novecento a fargli da scenario tipico capace di offrirgli un posto vitale; queste vengono sostituite dalle contemporanee
narrative inglobanti, quei movimenti che incanalano l’azione e sensibilizzano l’opinione pubblica a livello globale per
mobilitare milioni di individui (es. #fridaysforfuture). 4
L’importanza del contesto narrativo in una campagna di comunicazione pubblica
La definizione del contesto narrativo corrisponde a quello che nei transmedia design si definisce world building: la creazione
del mondo che ospiterà le linee narrative del progetto di comunicazione.
La definizione del contesto narrativo presuppone l’individuazione delle relazioni tra personaggi, dei valori e degli elementi
culturali che influiranno sul processo di comunicazione.
Non si tratta di identificare necessariamente componenti finzionali, quanto sistemi relazionali e culturali, che possono essere
sottoinsiemi di sistemi esistenti che acquisiamo come ambito di intervento del nostro progetto e in cui si collocheranno
diegeticamente il flusso di contenuti e le azioni di coinvolgimento del pubblico.
Ad esempio, nella nostra simulazione di campagna di comunicazione pubblica, un contesto narrativo potrà essere
caratterizzato dal sotto-insieme di ambienti in cui operano le persone impegnate in attività che implicano un alto numero di
contatti sociali (docenti, personale impegnato nel soccorso, ecc.).
Con contratto di veridizione o patto finzionale si intende l’accordo che si stabilisce tra il narratore e il lettore e in virtù del
quale quest’ultimo sospende l’incredulità e assume come vero ciò che il narratore sta per raccontargli.
È il contratto di veridizione ad esplicare le regole che strutturano il mondo possibile (coerenza interna). I mondi possibili
posso