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ATHRIB ADINAT AN NABI
ovvero la “notte del destino”
26-27 del mese di R AMADAN
A - = pilastri della fede
RKAN AL DIN Shadada = doppia professione
Salah = preghiera
Ramadan, ovvero il mese del digiuno
Pellegrinaggio alla Mecca
Zakah = elemosina di purificazione
Jihad = guerra santa
D = protetti (cristiani ed ebrei, ovvero i popoli del Libro)
HIMMI
K , califfi = sostituti
HALIFA
Primi 4 califfi: A B (632-634), O (634-644), O (644-656), A (656-660)
BU AKR MAR THMAN LÌ
’
S A = partito di Alì, ovvero gli Sciiti
HI AT LÌ
M = clienti (musulmani non arabi)
AWALI
O , dinastia al potere dal 660 al 750 (capitale Damasco)
MAYYADI
A , emiro = capo militare
MIR
D = ufficio finanziario
IWAN funzionario dell’amministrazione centrale
V = alto
ISIR
G T = monte di Tariq, ovvero Gibilterra
EBEL EL ARIQ
A -A = Spagna
L NDALUS
A , dinastia al potere dal 750 al 1258 (capitale Bagdad)
BBASSIDI 6
Islam e Cristianesimo nei versetti del Corano
V, 88: I maggiori nemici dei Credenti [Musulmani] li troverai negli Ebrei e nei Politeisti, e i
maggiori simpatizzanti verso i Credenti li troverai in coloro che dicono: Noi siamo Cristiani.
XIX, 22-33: Quindi Maria concepì Gesù e si appartò con lui in una località lontana. I dolori del
parto la condussero presso il tronco di una palma, ed essa esclamò: Oh fossi morta io, prima che ciò
avvenisse, e fossi come una cosa dimenticata! Le gridò allora una voce dal di sotto: Non rattristarti,
il tuo Signore ha posto un ruscello ai tuoi piedi. Scuoti verso di te il tronco della palma e questa farà
cadere su di te datteri freschi e maturi. Mangiane quindi, bevi e sta tranquilla … Venne quindi col
bambino dalla sua gente, portandolo con sé, e quelli dissero: Oh Maria, tu hai fatto una cosa
inaudita! Oh sorella di Aronne, non fu il padre tuo un uomo malvagio né fu tua madre donna
dissoluta. Allora essa additò il bambino; ma quelli dissero: Come parleremo con chi è ancora
bambino, nella culla? Disse il bambino: In verità, io sono il servo di Dio; egli ha dato a me il Libro
e mi ha costituito profeta. Mi ha fatto, ancora, benedetto ovunque mi trovi e mi ha ingiunto di fare
la Preghiera e L'Elemosina, finché sarò in vita. Mi ha fatto, inoltre, ossequiente verso mia madre, né
mi ha fatto superbo e ribelle e la pace sia su di me il giorno in cui nacqui, il giorno in cui morirò e il
giorno in cui sarò resuscitato a vita.
XIX, 34-35: Questo è Gesù, figlio di Maria; esso è il verbo di verità, di cui dubitano. Non si
addice a Dio di prendersi alcun figlio; sia gloria a Lui.
Un intellettuale monofisita descrive entusiasticamente l’arrivo degli Arabi in Siria
Quando Egli [Dio] vide che la misura dei peccati dei Romani era colma da traboccare […]
della loro terra meridionale. […] Tuttavia, è stato
suscitò i figli di Ismaele e li attrasse al di qua
stringendo un accordo con loro che noi ci siamo assicurati la nostra liberazione. E questo non è stato
un piccolo vantaggio, l’essere liberati dal regno tirannico dei Romani. 7
(anni ’30 del IX secolo)
Gli ultimi re merovingi descritti da Eginardo nella Vita Karoli
All’infuori del titolo, il re non aveva altra soddisfazione che quella di sedere sul suo trono, colla
sua lunga chioma e la sua barba pendente, farvi figura di sovrano, dare udienza agli ambasciatori
dei diversi paesi, e incaricarli, quando partivano, di trasmettere in suo nome le risposte che gli erano
state suggerite e magari anche dettate. Tolto il titolo reale, divenuto inutile, e gli incerti mezzi di
esistenza che il maggiordomo gli concedeva come voleva, il re non aveva di suo che un piccolo
dominio, di modestissimo reddito, con una casa e pochi servitori a sua disposizione per fornirgli il
necessario. Quando il re doveva viaggiare, saliva sopra una carretta tirata da buoi e guidata da un
boaro secondo il costume rustico. In tale equipaggio il re era solito andare al palazzo e presentarsi
all’assemblea pubblica del suo popolo, e ritornare poi alla sua abitazione. L’amministrazione e tutte
le misure e decisioni da prendere, tanto all’interno che per l’estero, erano di competenza esclusiva
del maestro di palazzo.
Gli Annales regni Francorum narrano di come Pipino il Breve ottenne dal papa la
legittimazione ad usurpare la corona regia contro la dinastia dei Merovingi (750)
Burcardo vescovo di Würzburg e il cappellano Fulrado furono inviati a papa Zaccaria per
interrogarlo sulla questione dei re di Francia, che in quel tempo non avevano l’effettivo potere
regio: era un bene o no? Il papa Zaccaria fece rispondere a Pipino che era meglio che fosse detto re
colui che esercitava un effettivo potere che non chi era privo di vero potere regale. E affinché non si
turbasse l’ordine delle cose, ordinò con l’autorità apostolica che Pipino fosse fatto re.
La persecuzione del paganesimo nel Capitulare de partibus Saxonie
Se uno segue riti pagani e fa sì che il corpo di un uomo morto sia consumato dal fuoco […]
paghi con la sua vita. Se c’è qualcuno della gente sassone che si nasconde fra gli altri senza essere
battezzato, e se rifiuta di farsi battezzare e vuole esimersi e rimanere pagano, che muoia. Se
qualcuno viene riconosciuto infedele al nostro signore il re, sia punito con la pena di morte.
Il favoloso bottino delle campagne militari contro gli Avari, secondo Eginardo
denaro assieme agli altri tesori. A memoria d’uomo nessuno ricorda che i
Fu depredato tutto il
Franchi abbiano ottenuto in nessun’altra guerra mossa contro di loro un bottino e ricchezze
maggiori. Sino ad allora si era ritenuto che fossero quasi poveri. Tuttavia, dopo aver trovato così
tanto oro e argento nel palazzo del re, e dopo aver ottenuto un bottino così prezioso in
combattimento, si poté pensare che i Franchi avessero sottratto a ragione agli Unni [sic!] ciò che
essi avevano depredato a torto ad altri popoli.
L’uso della moneta nel capitolare di Francoforte (794)
Per quanto riguarda il denaro, dovete rispettare scrupolosamente il nostro editto, in modo tale
che i nuovi denari siano utilizzati e accettati da ognuno in ogni luogo, in ogni città e in ogni porto.
Infatti, se le monete riportano il nostro nome e sono di argento puro e di giusto peso [allora devono
essere accettate]. Chi le rifiutasse in un luogo qualsiasi, in una compravendita qualsiasi [sappia]: se
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è un libero dovrà pagare 15 soldi nel nome del re; se però è di condizione servile e se curava un
proprio affare, perda ciò che voleva vendere e sia flagellato nudo appeso a un palo; se curava un
affare per conto del suo signore, allora sia il suo signore a pagare 15 soldi come risarcimento, se
tutto ciò può essere dimostrato.
Il legame tra regnum e sacerdotium in una lettera inviata da Carlo a Leone III (796)
Il nostro compito è difendere, con l’aiuto della benevolenza divina, dall’esterno la Chiesa di
Cristo dall’irruzione dei pagani e dalle devastazioni degli infedeli e rafforzare dall’interno il
riconoscimento della fede cattolica. Il vostro compito, invece, o Santo Padre, è questo: innalzate le
mani come Mosè in aiuto del nostro esercito, in modo tale che il popolo cristiano, guidato da Dio,
possa ottenere ovunque la vittoria contro i nemici grazie alla vostra intercessione e il nome del
nostro signore Gesù Cristo possa irradiarsi i tutto il mondo.
Epistola di Carlo Magno relativa al culto delle lettere (fine VIII sec.)
e dei Longobardi e patrizio dei Romani, all’abate
Carlo, per grazia di Dio re dei Franchi
Baugulfo e a tutta la congrega, ed anche ai fedeli a te affidati, con i nostri oratori, nel nome di Dio
onnipotente, mandiamo un cordiale saluto.
Sia noto alla devozione vostra a Dio gradita, che noi, insieme con i nostri fedeli, abbiamo
ritenuto essere utile che i vescovadi ed i monasteri, a noi affidati col favore di Cristo, oltre alle
occupazioni ordinarie ed alle conversazioni della santa religione, debbano anche intraprendere lo
secondo la capacità d’insegnare che ciascuno, per dono divino, possiede … Per
studio delle lettere,
la qual cosa esortiamo voi non solo a non negligere gli studi delle lettere, ma anche, con intenzione
umilissima e a Dio gradita, ad apprenderli a gara, acciocché più facilmente e rettamente possiate
penetrare i misteri delle divine scritture.
descrive l’incoronazione imperiale di Carlo Magno (Roma, 25.12.800)
Il Liber Pontificalis
Il venerabile e benefico pontefice [Leone III] incoronò con le sue stesse mani Carlo, con una
corona preziosissima. Accadde allora che i Romani, vedendo come Carlo aveva difeso e amato la
Santa Romana Chiesa e il suo vicario, tutti insieme ad altissima voce, ispirati da Dio e dal beato
– –
Pietro colui che ha le chiavi del Regno dei Cieli esclamassero: «A Carlo, piissimo Augusto,
incoronato da Dio, grande e pacifico imperatore, vita e vittoria!». 9
Il giuramento di Strasburgo (842) secondo le Historiae di Nitardo
Dunque, il 14 febbraio Ludovico e Carlo s’incontrarono nella città chiamata un tempo
Argentaria, oggi popolarmente Strasburgo, e si scambiarono i giuramenti qui di seguito riportati,
Ludovico in lingua romanica e Carlo in lingua tedesca. E prima di giurare, arringarono come segue
le rispettive schiere, l’uno in lingua tedesca, l’altro in lingua romanica. Ludovico, in quanto
maggiore d’età, per primo prese la parola in questi termini: “Voi sapete quante volte, dopo la
scomparsa di nostro padre, Lotario ha cercato di eliminare me e questo mio fratello, perseguitandoci
a morte. Poiché né la qualità di fratelli, né la religione di cristiani, né qualsivoglia compromesso
compatibile con la giustizia hanno potuto giovare a che tra di noi ci fosse la pace, siamo stati
finalmente costretti a rimettere la soluzione al giudizio di Dio onnipotente, pronti a inchinarci al suo
verdetto quanto ai diritti di ciascuno di noi. il risultato, come sapete, è che per misericordia di Dio
noi siamo riusciti vincitori, ed egli, vinto, si è dovuto ritirare con i suoi dove ha potuto. Dopo ciò,
tuttavia, stretti dall’amore fraterno e mossi altresì a compassione per il popolo cristiano, non
abbiamo voluto perseguitarli e distruggerli, ma soltanto abbiamo intimato che siano rispettati in
futuro i diritti a ciascuno già in passato spettanti. Malgrado ciò, egli, non contento del giudizio di
Dio, non cessa dal rinnovare ostilità armate contro di me e contro questo mio fratello, e porta ancora
la desolazione tra il nostro popolo con incendi, saccheggi, massacri. Perciò, costretti dalla necessità,