Nella comunicazione, i concetti di lunghezza d'onda e frequenza si applicano metaforicamente
alle tipologie informative per descrivere come le informazioni vengono prodotte, consumate e
sostituite.
La lunghezza d'onda si riferisce alla durata di rilevanza di un'informazione prima che venga
sostituita da nuovi contenuti. Ad esempio, le notizie giornalistiche di solito hanno una corta
lunghezza d'onda perché vengono rapidamente rimpiazzate da notizie più recenti. Nonostante
queste news si perpetuino oltre la loro validità immediata, continuano ad accumularsi, formando
una sedimentazione di documenti informativi.
La frequenza, invece, riguarda la frequenza con cui diverse informazioni vengono prodotte e
distribuite. Alcuni tipi di media, come i notiziari radiofonici e televisivi, funzionano ad alta
frequenza, generando e circolando contenuti informativi a intervalli regolari, spesso a cadenza
oraria. Questa alta frequenza di produzione e circolazione caratterizza le fonti giornalistiche e le
rende potenti strumenti di informazione. Analizzando la dimensione temporale della
comunicazione dal punto di vista della frequenza, si considerano anche le fasi di comunicazione
pubblica, ognuna con una propria frequenza di contributi. Questo concetto sottolinea la dinamica
"esplosione dell'informazione" dove informazioni nuove ed emergenti sovraccaricano la capacità
di consumo, richiedendo strumenti e approcci per gestire la fruizione delle informazioni.
In sintesi, lunghezza d'onda e frequenza descrivono la durabilità e la frequenza produttiva delle
informazioni nel contesto mediatico, aiutando a capire come gestire e ltrare la sovrabbondanza
di contenuti che caratterizza la nostra era informativa.
11. Dati cazione e big data
Il concetto di dati cazione si riferisce alla trasformazione di vari aspetti della vita sociale e
individuale in dati digitali utili, che possono essere successivamente processati per creare valore
economico e sociale. Questo processo implica che azioni quotidiane, interazioni sui social media,
transazioni economiche e persino gli aspetti sensoriali della vita siano convertiti in una forma
quanti cabile e tracciabile di dati. La dati cazione consente un'analisi predittiva in tempo reale,
fornendo approfondimenti che possono essere utilizzati per comprendere e monitorare il
comportamento umano, aprendo nuove opportunità di ricerca e innovazione.
I Big Data, invece, si riferiscono a set di dati di dimensioni e complessità tali da non poter essere
elaborati con gli strumenti tradizionali di gestione e analisi dei dati. Il termine "Big Data" è stato
concettualizzato attorno alle 3 V: volume, varietà e velocità, descritte da Doug Laney nel 2001.
Questi dati vengono generati da fonti come social media, sensori, transazioni nanziarie e altri
input digitali, e la loro gestione richiede tecnologie avanzate in grado di trasformare grandi volumi
di dati in informazioni signi cative. L'analisi dei Big Data, conosciuta anche come Big Data
Analytics, sfrutta algoritmi di intelligenza arti ciale e machine learning per estrarre valore dai dati,
supportando decisioni sia in ambito economico che sociale.
In sostanza, la dati cazione fornisce la materia prima - i dati - che vengono poi elaborati
attraverso le tecnologie dei Big Data per generare intuizioni e guidare il processo decisionale.
Entrambi i concetti giocano un ruolo cruciale nell'era digitale, trasformando la natura delle
informazioni in risorse potenti per l'innovazione e la strategia aziendale.
12. Disinformazione
nella società moderna, specialmente con l'avvento dell'era digitale e la proliferazione dei social
media.
La disinformazione si distingue dalla misinformazione per la sua natura intenzionale: non si tratta
di semplici errori o malintesi, ma di contenuti creati appositamente per manipolare le credenze e
alterare i fatti percepiti dal pubblico. Questi contenuti possono assumere diverse forme, inclusi
fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi
testi, immagini, video, e addirittura contenuti generati da tecnologie avanzate come le GAN
(Generative Adversarial Networks) che permettono la creazione di fake video e altre
rappresentazioni multimodali altamente realistiche. Ciò che rende la disinformazione
particolarmente perniciosa è la sua capacità di propagarsi rapidamente attraverso piattaforme
digitali e social media. La velocità e la portata della di usione sono ulteriormente ampli cate
dall'uso ubiquo di smartphone e dispositivi mobili, permettendo alle informazioni false di
raggiungere rapidamente vaste audience.
Per contrastare la disinformazione, è fondamentale individuarla nelle sue fasi iniziali. Il rilevamento
precoce consente di limitare la sua propagazione e di attenuare i potenziali danni. Al contempo,
l'alfabetizzazione mediatica gioca un ruolo cruciale: educare le persone a distinguere tra
informazioni vere e false è vitale per sviluppare la capacità di analisi critica necessaria per
navigare il complesso ecosistema informativo odierno. Le autorità, a livello sia politico che
internazionale, hanno riconosciuto la necessità di adottare misure polici e regolamenti per
a rontare la disinformazione. In Europa, ad esempio, sono stati sviluppati codici di condotta e
strategie comuni per contrastare la di usione di notizie false.
Un aspetto signi cativo del problema della disinformazione è il suo legame con la polarizzazione
sociale, che ra orza le credenze preesistenti e riduce la possibilità di cambi di opinione anche di
fronte a evidenze concrete. A rontare la disinformazione è dunque essenziale per mantenere
un'informazione di qualità e sostenere i pilastri di una democrazia funzionale. È una battaglia che
richiede l'impegno congiunto di tutti i settori della società per proteggere l'integrità del dialogo
pubblico e la ducia nelle informazioni.
13. Ecologia dei media di Neil Postman
L'ecologia dei media, proposta da Neil Postman, è un approccio innovativo e critico allo studio
dei media, che li considera non semplicemente come strumenti o mezzi di comunicazione, ma
come ambienti che in uenzano signi cativamente la cultura e la società umana. Questa teoria
suggerisce che i media, intesi in senso ecologico, sono simili a un habitat all'interno del quale la
cultura umana cresce e si sviluppa.
Postman lancia formalmente la teoria della Media Ecology negli anni '70, sottolineando che i
cambiamenti tecnologici indotti dai nuovi media non sono meramente additivi, ma ecologici.
Questo signi ca che l'introduzione di un nuovo medium non comporta semplicemente l'aggiunta
di un componente ulteriore al panorama preesistente; piuttosto, trasforma radicalmente il
contesto culturale stesso. Come esempio, Postman cita l'invenzione della stampa nel
Cinquecento, che non ha semplicemente aggiunto un aspetto in più alla vecchia Europa, bensì ha
completamente trasformato il continente, dando origine a una nuova forma di società.
L'ecologia dei media, dunque, implica uno studio approfondito della struttura, del contenuto e
dell'impatto culturale dei mezzi su cui si fonda la nostra comunicazione. Postman sostiene che sia
necessario comprendere come gli esseri umani interagiscono con i media e come questa
interazione contribuisca ai tratti distintivi della cultura emergente. I media non sono semplici
strumenti; sono ambienti informativi, all'interno dei quali avviene un complesso processo di
formazione culturale. Per Postman, i termini "ecologia" e "media" insieme rappresentano
l'interesse per le modalità attraverso cui i media modellano la cultura, suggerendo che il focus
dovrebbe essere più sugli e etti ambientali che sui contenuti speci ci. Quindi, l'ecologia dei
media si presenta come un potente strumento concettuale per esplorare e capire come le
tecnologie di comunicazione in uenzano profondamente l'esperienza umana e il pensiero
culturale.
14. Fattori determinanti Evoluzione dei media
L'evoluzione dei media è profondamente intrecciata con vari fattori chiave che hanno plasmato il
loro sviluppo e integrazione nella società lungo il corso del tempo. Tra questi fattori, le innovazioni
tecnologiche sono forse le più signi cative. Ogni nuova tecnologia ha arricchito la rete mediale,
apportando nuovi modi di comunicazione e applicazione, segnando passaggi cruciali dalla
rivoluzione industriale no alla rivoluzione digitale. Durante la rivoluzione industriale, i media
cominciarono a prendere una forma più industrializzata, con processi di produzione altamente
lineari e talvolta isolati. La stampa, la radio, il cinema e la televisione sono esempi di media che
ff fi fi ff fi fl fi ff ff fl fi ff fi ff fi fi
utilizzavano codici linguistici speci ci e strumenti di produzione distinti. Questo approccio
monolitico e verticale ha lentamente lasciato spazio a forme più dinamiche con l'avvento del
digitale che ha rivoluzionato ulteriormente il panorama. In parallelo al progresso tecnologico, il
consolidamento economico ha avuto un ruolo determinante. I meccanismi organizzativi vennero
istituiti per governare l'intero ciclo di vita dei media, in uenzando l'accesso e la distribuzione delle
informazioni. Economia e industria mediatiche crebbero anco a anco, unendo i media non solo
alla cultura ma anche a esigenze di mercato sempre più dominanti. L'impatto sociale e politico dei
media è altrettanto signi cativo. Le tecnologie della comunicazione, come i telefoni cellulari e
l'accesso generalizzato all'Internet, hanno trasformato letteralmente le modalità di interazione tra
le persone. Il risultato è stato l'emergere di una massa di miliardi di utenti che sono diventati
consumatori abituali di contenuti e servizi mediali, alimentando l'evoluzione verso una cultura
partecipativa e connessiva. Nel contesto della globalizzazione, l'idea di 'Mediascape' esempli ca
come i media abbiano superato le barriere geogra che tradizionali, facilitando una comunicazione
più globale e accessibile. Questo ha permesso una democratizzazione dell'informazione senza
precedenti, ampliando la partecipazione del pubblico e facendo delle tecnologie digitali uno
strumento centrale per le connessioni internazionali.
In ne, la crescente integrazione con il mercato e la società ha cementato il ruolo dei media nel
mondo moderno. La regolamentazione economica e la logica del mercato hanno in uenzato la
direzione e lo sviluppo dei media, plasmando modelli di business e aspettative pubbliche riguardo
al consumo mediale. I media non sono più semplicemente strumenti di comunicazione; sono
diventati potenti ambienti che modellano il modo in cui percepiamo e interagiamo con il mondo
intorno a noi.
In sintesi, l'evoluzione dei media non è solo una storia di progressi tecnologici: è
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Educazione ai media - risposte domande d'esame
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