BENI MERITORI
I merit goods sono beni non rivali ed escludibili, sono destinati a soddisfare bisogni trasversali (nel
mezzo tra privati e pubblici). In questi casi lo Stato sovrappone il proprio punto di vista a quello
individuale imponendo certi comportantesi che possono essere interpretati come di tipo
“paternalistico”, cioè lo Stato promuove la produzione di questi beni spinto dal desiderio di fare
del bene al destinatario (noi) anche se questo non vuole.
Sono beni/servizi che servono alla collettività, in quanto sono funzionali allo sviluppo morale e
sociale della collettività stessa: si pensi all'istruzione, alle cure sanitarie, all'informazione
indipendente, alla possibilità di leggere buoni libri o assistere a validi spettacoli musicali e teatrali
ecc. Spesso l'operatore pubblico soddisfa questi bisogni prescindendo da una domanda
specifica dei cittadini, ma in conseguenza della valutazione dei vantaggi che l'intera società può
trarne.
Altre volte l'azione pubblica, nell'ambito di questa particolare categoria di beni o servizi, si esplica
attraverso il divieto di tenere un determinato comportamento, come ad esempio fumare in luoghi
pubblici.
PDF 11-22-13
Beni pubblici
• divisibili: le domande si sommano ORIZZONTALMENTE (come B.privato) trasporti/asilo
se i costi marginali sono costanti —> D è la somma delle domande dei singoli soggetti
se i costi marginali sono crescenti —> il prezzo di equilibrio generale cambia perché se sommo le
quantità, con Cmg crescenti, il prezzo aumenta. Infatti Cmg di (Qa + Qa) > Cmg singolo di solo a
o solo B.
• indivisibili: le domande si sommano VERTICALMENTE (come B.pubblico)
Domanda aggregata= somma verticale delle domande individuali. Essendo un bene indivisibile la
quantità deve essere UGUALE per tutti i consumatori. L’equilibrio si ottiene facendo la somma del
benessere marginale che deve essere uguale al costo marginale.
∑Bmg=Cmg
• Beni pubblici divisibili con consumo obbligatorio uniforme
Sono beni meritori come scuole d’obbligo, servizi sanitari gratuiti.
Es: Un gruppo che preferisce 5 (A) anni di istruzione obbligatorio e un altro 13 (B) come si risolve?
Con la media aritmetica. In questo caso stiamo preferendo il gruppo da 13 perché la media
aritmetica è spostata verso il loro gruppo. 8:5=1.6 ciò vuol dire che il sacrificio che supporta il
primo gruppo è circa il 60%, per 2 gruppo il sacrificio è pari al 40%. Se noi vogliamo trovare un
punto di equilibrio tra i due dobbiamo far sì che il sacrificio sopportato da entrambi sia uguale.
(CRITERIO OSFOSB) K= (A+B) /2 media aritmetica Con il criterio di osfosb il punto di equilibrio si
trova come risultato di una rinuncia da parte di entrambi.
DISUGUAGLIANZA
Disuguaglianza economica: distanza tra le posizioni economiche di una data unità statistica (gli
.
individui) in un dato periodo di tempo
Le cause possono essere:
- mercato del lavoro: perché c’è chi guadagna di più, chi ha contratti pirata, ho subisce
discriminazioni di genere (donne) o per età (giovani), ci sono lavori più tutelati e altri di meno,
luoghi diversi di lavoro (chi lavora a Milano o a Napoli);
- istruzione perché c’è un gap che deriva da un livello di istruzione diverso tra soggetti
- Eredità: l’eredità non è tassata in modo pesante in Italia quindi il passaggio di ricchezza tra
generazione è generazione
- Sistema fiscale: che dovrebbe correggere le disuguaglianze ma spesso non lo fa
Le variabili di interesse economico sono: reddito, consumo, istruzione, occupazione…
Tipi di disuguaglianza economica:
- verticale: differenza tra gli individui
- orizzontale: differenza tra gruppi di individui con caratteristiche simili (istruzione, contesto
sociale…)ES: regime dei forfettari è un regime agevolativo che può richiedere chi non
guadagna più di €60k all’anno (privati) mentre i dipendenti pubblici per stessa fascia??.
Oppure chi torna in Italia dopo anni non paga tasse mentre chi è sempre rimasto in Italia le
ha sempre dovute pagare. Parliamo di differenza orizzontale perché a parità di mansioni il
sistema fiscale interveniva e creava disparità.
-
Oggi si studiano i fenomeni dietro le disuguaglianze per cercare di misurarle e risolverle.
Distribuzione: vettore dei redditi di tutti gli individui che costituiscono la popolazione.
Y= (y1, y2, y3, …, yn))
sfilata di Pen: si ordinano gli individui dal più povero (+ basso) al più ricco (+ alto). L’altezza è il
reddito. Il reddito è un vettore per questo dal più piccolo al più grande.
COME AFFRONTARE I PROBLEMI DI MISURA DELLA DISUGUAGLIANZA E POVERTA’
1) individuare la VARIABILE ECONOMICA che rappresenta il benessere individuale
(reddito o consumo?)
2) definire UNITA’ di ANALISI (individuo o famiglia?)
3) stabilire i CRITERI di CONFRONTO tra famiglie con diverse caratteristiche
1) gli indicatori che definiscono il benessere economico delle unità d’analisi sono 2: la spesa
per consumi o il reddito corrente.
PRO consumo: A) no fluttuazioni di breve periodo quando cambiano delle variabili tipo
licenziamento, passaggi di carriera (che invece ha il reddito); B) no influenzato dagli eventi della
vita ( da giovane o vecchio devi comunque mangiare);
CONS consumo: A) i motivi per preferire il consumo si basano su ipotesi (libero accesso al
mercato/ perfetta razionalità individui); B) riflette sia le reali opportunità di spesa che le preferenze;
In generale si preferisce il REDDITO perché il consumo è una variabile aleatoria che non
concretizza il reale benessere delle unità d’analisi.
2) il benessere individuale ha come importante punto di riferimento il nucleo familiare. Inoltre
all’interno della famiglia è possibile realizzare “economie di scala”.
3) le scale di equivalenza sono un insieme di coefficienti (1 per membro della famiglia) che
servono a confrontare la condizione economica di famiglie non omogenee tra loro (con figli minori
o disabili). i coefficienti servono a dividere il reddito di nuclei familiari disomogenei per ottenere
una nuova variabile: “reddito familiare equivalente”. (scale econometriche: cosa si compra, scale
soggettive: cosa si pensa, scale dei minimi calorici: paniere di consumo per vivere).
COME SI MISURA LA DISUGUAGLIANZA
Ordinare delle distribuzioni di reddito non è facile perché i giudizi di valore di ciascuno portano a
conclusioni non necessariamente condivise dagli altri.
Quantificare il grado di concentrazione dei redditi (cioè la disuguaglianza) di una popolazione vuol
dire: associare ad una distribuzione di N redditi un valore che esprima il livello di concentrazione
della distribuzione stessa. Si ottiene cosi’ un “ordinamento completo” di distribuzioni (dal min al
max). Indice è compreso tra 0 e 1 dove 0 è max uguaglianza e 1 max disuguaglianza.
CURVA DI LORENZ: ti dice come è distribuito il reddito in una distribuzione
individua la quota del reddito totale posseduta da frazioni cumulate di individui che vengono
ordinati per livelli crescenti di reddito.
La popolazione viene suddivisa in 10 gruppi detti “decili” (se in 5 o 100 quintili, centili).
→
Retta di equiparazione: inclinata positivamente e crescente
Se la curva di Lorenza si avvicina alla diagonale abbiamo MAX EGUAGLIANZA al contrario MAX
DISUGUAGLIANZA.
ORDINAMENTO DI LORENZ
E’ possibile ordinare 2 diverse distribuzioni di reddito in termini di disuguaglianza. Se la curva
della distribuzione X sta soprai quella di Y allora X “è dominante in senso di Lorenz ” e quindi è
meno disuguale di Y.
L’ordinamento di Lorenz è INCOMPLETO (transitivo ma parziale). Se due curve si intersecano,
nulla si può dire sulla maggiore o minore disuguaglianza.
INDICE DI GINI: ti dice quanto è egualitaria la distribuzione
è un indice sintetico della disuguaglianza che assegna ad ogni distribuzione un numero reale.
L’indice si calcola sulla base delle differenze tra i livelli di reddito di una distribuzione ed esso
rappresenta il VALORE MEDIO.
A= area tra la retta e la curva / B= area tra curva e triangolo
= / ( + )
ma A+B= ½ G=1 - 2B
→ →
= 2 = 2(1/2 − ) = 1 − 2
CRESCITA ed EQUITÀ
Relazione fra accumulazione, crescita e frontiera della produzione per 2 gruppi di beni
X, Y, Z =3 beni
X e Y→ sono consumati
Z o è consumato o destinato a investimenti
→
su asse OZ si misura il consumo, quindi se Z é tutto consumato I=0, se é tutto investito
→ →
I=OZ
Più Z si consuma,meno capitale si ha per produrre X e Y.
nella realtà il grafico esprime la ripartizione del PIL tra consumo e investimenti nelle scelte della
spesa pubblica e della tassazione.
24/10 esercitazione (non c’ero) MOLTO IMPORTANTI
BUROCRAZIA
è il complesso dei funzionari pubblici
La burocrazia è definita agente, mentre la classe politica è detta principale. Vige, quindi, un
rapporto di agenzia. Il problema principale consiste nel fatto che la burocrazia agisca
massimizzando la propria utilità e non quella del principale (la classe politica e il pubblico) come è
richiesto in ogni rapporto di agenzia. La burocrazia opera in condizioni di monopolio. La sua
attività consiste nel produrre e fornire beni e/o servizi. I burocrati, però, non possono appropriarsi
delle risorse che eccedono i costi di produzione dei servizi offerti. La classe politica acquista i
prodotti forniti attraverso stanziamenti di una parte del gettito fiscale.
A sua volta la burocrazia è composta da una catena di agenti e principali, dal vertice manageriale
fino alla base.
“Problema di diritti di proprietà: diff. tra rapporto di agenzia dei manager pubblici e privati”
Si fanno parallelismi tra manager pubblico e privato. Quello privato è stimolato a far bene perché
riceve più guadagno. Mentre quelli pubblici non sono così stimolati.
Calcolare l’efficienza pubblica non è facile. È difficile riuscire a derivare l’efficienza della
amm.pubbliche così come l’efficienza del manager pubblico. Se fallisce un’azienda statale io
cittadino non posso vendere le quote come farebbe un azionista con un’azienda che sta fallendo;
anzi devo stare al fallimento al massimo posso applicare la teoria del voto con i piedi.
Teoria del voto con i piedi: siccome io non posso rifiutarmi di appartenere ad una determinata
società, emigro, vado via dove ritengo sia migliore.
Effic
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