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P

più poveri dispongono di redditi più bassi e questo conterrà la loro preferenza per livelli di spesa più alti, per tutti i beni

(pubblici e privati). L’effetto netto è ambiguoIn questa figura, l’effetto sostituzione prevale sull’effetto reddito, e il più

povero preferisce un livello di beni pubblici superiore a quello del più ricco.Supponiamo che il governo voglia

aumentare la progressività delle imposte:- Si riduce il prezzo-imposta per i più poveri.Il vincolo di bilancio scivola

verso l’esterno (a BB’) e Si riduce la pendenza del vincolo di bilancio. Ol punto che massimizza l’utilità dell’individuo

passa da E a E’: la domanda di beni pubblici aumenta da G a G . In corrispondenza della stessa quantità di beni

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privati, l’individuo più povero può avere più beni pubblici, date le risorse a disposizione.

Con l’imposta uniforme, l’effetto reddito prevale e il più ricco preferirà un livello di spesa per beni pubblici maggiore.

2. Si spieghi perché il voto a maggioranza può determinare un livello di spesa pubblica inefficiente.

Per comprendere le implicazioni del voto a maggioranza si fa generalmente riferimento all’elettore mediano. Con una

distribuzione del reddito simmetrica, il reddito dell’elettore mediano eguaglia il reddito medio, ma a causa della

presenza di individui molto ricchi che alzano la media, nella maggior parte dei casi la distribuzione è asimmetrica ed il

reddito dell’elettore mediano è generalmente minore del reddito medio. Il livello di spesa pubblica è efficiente se la

totalità dei benefici marginali coincide con la totalità dei costi marginali. L’elettore mediano, come tutti, in una società

formata da N individui, riceve un beneficio marginale pari a 1/N (Attenzione: i benefici marginali non sempre sono

uniformi. Alcuni tipi di beni forniti dal settore pubblico, come per esempio i parchi pubblici, sono usati in modo

“sproporzionato” dai poveri, secondo la teoria dell’elettore mediano c’è una tendenza a fornire una quantità eccessiva

di questi beni.) I costi dell’elettore mediano sono differenti a seconda del tipo di imposta : Imposta uniforme: anche i

costi marginali sono pari a 1/N, e quindi voterà per un livello di spesa pubblica efficiente. Imposta proporzionale o

progressiva: Il beneficio marginale è maggiore del costo marginale, quindi voterà per un livello di spesa pubblica

eccessivo. L’elettore mediano, tenederà cosi a votare per un livello di spesa tale che il livello dei costi marginali sociali

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complessivi supera la somma dei benefici marginali e quindi il livello che si determina lasciando decidere all’elettore

mediano, che equivale a decidere a maggioranza è inefficiente.

3.Dopo aver dato una definizione di preferenze uni e multi-modali, si illustri il caso delle preferenze bi-

modali, mediante un esempio e una rappresentazione grafica.

Si parla di preferenze uni-modali quando ciascun individuo ha un profilo delle preferenze “con una sola punta”, cioè

quando il livello di utilità in funzione del livello di una determinata azione di politica del governo – per esempio in

funzione della spesa pubblica per beni pubblici - ha un solo picco, in caso contrario le preferenze sono dette bi-modali.

L’unicità della moda è sufficiente a garantire l’esistenza di un equilibrio per il voto a maggioranza.Notiamo inoltre che

non è necessario che la moda sia “interna, essa può anche coincidere con uno degli esterni.

In presenza invece di

plurime mode, sorgono numerosi problemi di scelte pubbliche. Consideriamo ad esempio l’atteggiamento di un

individuo nei confronti della spesa pubblica per l’istruzione. Se il livello di tale spesa è inferiore a una data soglia

minima, una persona ricca può preferire che i suoi figli studino in scuole private. In tal caso, qualsiasi aumento della

spesa per scuole pubbliche ha come unico effetto quello di aumentare il carico tributario di questa persona, senza

ottenere alcun beneficio. La sua utilità diminuisce quindi all’aumentare della spesa pubblica, fino a raggiungere un

livello critico, oltrepassato il quale decide di mandare i propri figli alla scuola pubblica. Oltre quel livello incrementi della

spesa pubblica apportano a quest’individuo benefici. Ovviamente l’aumento delle imposte, oltre un dato punto, più che

contro-bilancia i benefici.In definitiva quindi questa persona preferisce una spesa nulla a un livello intermedio di spesa,

ma un livello elevato di spesa piuttosto che una spesa nulla. In tal caso è possibile che il voto a maggioranza non abbia

equilibrio.

Le preferenze riguardanti un singolo bene pubblico (nel senso di bene pubblico “puro”, per il quale, a differenza

dell’istruzione, non esiste l’alternativa di un bene privato) sono di solito uni-modali. Quando le scelte riguardano

più di un bene pubblico, gli ordinamenti raramente risultano uni-modali.Per ottenere preferenze uni-modali, è

necessario limitare la votazione a una sola questione per volta.

SLIDE SISTEMA TRIBUTARIO

11) Si discutano le caratteristiche di un sistema tributario ideale e le ragioni per cui è difficile – se non

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impossibile – realizzare un sistema tributario che le rispetti integralmente.

Sono cinque le caratteristiche del sistema tributario ideale:

• Efficienza economica: il sistema tributario non deve interferire con l’efficiente allocazione delle risorse.

• Semplicità amministrativa: il sistema tributario deve essere semplice e relativamente poco costoso dal punto

di vista amministrativo.

• Flessibilità: il sistema tributario deve poter reagire con facilità al mutamento delle condizioni economiche.

• Trasparenza politica: il sistema tributario deve essere formulato in modo tale che i contribuenti siano

consapevoli delle imposte che pagano e possano valutare quanto accuratamente il sistema riflette le loro

preferenze.

• Equità: il sistema tributario dovrebbe essere equo trattando in modo simile individui che si trovano in

condizioni simili e richiedendo imposte maggiori a chi è in grado di sopportare meglio il peso della

tassazione

Le ragioni per cui non è possibile realizzare un sistema tributario che le rispetti integralmente sono

-dal punto di vista dell’efficienza economica: la maggioranza delle imposte fa cambiare i prezzi relativi di conseguenza i

segnali forniti dai prezzi vengono distorti e l’allocazione delle risorse viene alterata. Ciò va a diminuire l’efficienza

economica in vari modi

• Distorsioni macroscopiche nei comportamenti di consumo

• Effetti sul comportamento individuale e delle imprese

• Effetti finanziari

• Effetti di equilibrio generale

• Effetti di annuncio e capitalizzazione

-dal punto di vista della semplicità amministrativa:

L’amministrazione del sistema tributario richiede costi significativi. Esistono costi diretti e costi indiretti sopportati dai

contribuenti. I costi amministrati dipendono da una serie di fattori:

Per prima cosa dipendono dal tipo di registrazioni che sarebbero tenute in assenza di obblighi tributari.

Un secondo fattore è la complessità della normativa tributaria

In terzo luogo l’imposizione di alcune categorie di reddito può essere più costosa di quella di altre categorie.

Dal punto di vista della flessibilità: variazioni delle condizioni eocnomiche rendono necessarie modifiche delle aliquote

di imposta. Nel caso di alcune strutture di imposta gli aggiustamenti sono facilmente realizzabili, in altri casi esse

richiedono un ampio dibattito politico. Inoltre un aspetto molto importante della flessibilità del sistema tributario, come

strumento di stabilizzazione dell’economia è la tempestività cioè lo sfasamento temporale tra le modifiche della

normativa e quelle del gettito che ne deriva ma esiste sempre il pericolo che a causa dello sfasamento temporale le

imposte vengano aumentate quando l’economia necessita di una riduzione dell’imposizione fiscale e vice versa.

Dal punto di vista della responsabilità politica, le politiche di governo sono considerate trasparenti quando avvengono

alla luce del giorno ovvero quando è chiaro che trae vantaggio da esse e chi invece è chiamato a pagare. L’impressione

è che lo stato a volte tende a nascondere il vero costo dei servizi pubblici o su quali soggetti esso ricade. Inoltre un

sistema di imposte per essere politicamente trasparente deve anche prevedere che le singole imposte possano essere

modificate solo per effetto di nuove leggi, quindi lo stato dovrebbe ogni volta chiedere alla collettività di valutare se il

settore pubblico stia spendendo troppo o troppo poco.

Dal punto di vista dell’equità

*la maggior parte delle critiche rivolte ai sistemi tributari riguardano la loro equità. Esistono due distinti concetti di

equità:

1) Equità orizzontale: si ha quando individui identici sotto tutti gli aspetti rilevanti sono trattati alla stessa

maniera. Sebbene l’idea alla base del concetto sia abbastanza chiara, la sua definizione comprende due

nozioni ambigue. Cosa significa che due persone sono identiche sotto tutti gli aspetti rilevanti? E cosa

significa trattare due persone alla stessa maniera

2) Equita verticale: afferma che se alcuni sono in condizioni di pagare imposte maggiori altri dovrebbero farlo. Vi

sono tre problemi: 1) determinare chi dovrebbe pagare un’aliquota più elevata; 2) formulare norme

coerenti con il principio; 3) nel caso in cui qualcuno si trovi nella condizione di pagare un’aliquota più

elevata, decidere quanto egli debba pagare più degli altri

12) Si discuta il problema dell’equità del sistema tributario e quali modi sono stati proposti per

conseguirla – soprattutto in termini di definizione della base per il calcolo dell’imposizione (reddito,

consumo, risparmio, salario, benefici, benefici attesi).

Comunemente vengono proposti tre criteri per stabilire se un individuo debba pagare di più

1) Valutare se possiede una maggiore capacità contributiva

2) Valutare se gode di un più elevato livello di benessere economico

3) Valutare se riceve un beneficio maggiore dall’attività dello Stato

• Il reddito è la base più comunemente utilizzata per la tassazione è infatti visto come un buon indicatore della

capacità contributiva. Coloro che dispongono di un reddito maggiore hanno una capacità contributiva maggiore e

quindi dovrebbero pagare imposte più alte. Una delle argomentazioni più forti contro l’idea che il reddito sia una

base corretta per l’imposizione è che il re

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Publisher
A.A. 2018-2019
23 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/03 Scienza delle finanze

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher livizip di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza delle finanze e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università internazionale degli studi sociali Guido Carli - (LUISS) di Roma o del prof De Santis Roberta.