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DOMANDE GENETICA
COSA È LA REPLICA SEMI-CONSERVATIVA? È IMPORTANTE PER L’EVOLUZIONE?
Nella replicazione semi-conservativa un filamento di DNA originale funge da stampo
per creare la sua controparte, così la nuova elica di DNA sarà formata da un filamento
“vecchio” e uno nuovo appena stampato grazie all’originale. È importante (anche per
l’evoluzione) perché, siccome il nuovo filamento deriva da quello vecchio, ogni cellula
figlia avrà lo stesso genoma originale conservando le sequenze geniche.
COSA SONO I MARCATORI MOLECOLARI?
Sono sequenze di DNA o proteine facili da identificare e monitorare la lora posizione.
Vengono utilizzati per tenere traccia, appunto, della posizione dei geni o sequenze che
influenzano dei tratti particolari, o anche per identificare delle variazioni genetiche per
sviluppare una cura per una malattia; esistono di varie lunghezze e usati anche per
scopi diversi. Nella ricerca biologica sono molto importanti perché consentono di
creare le mappe genetiche, che contengono le informazioni genetiche di un
organismo.
CHE TIPO DI CLONAGGIO SI HA NEL CASO INTRAGENICO?
Il clonaggio è un metodo per amplificare il DNA, ovvero creare più copie di un
frammento di DNA di interesse. Nel caso del clonaggio intragenico, i geni sono
manipolati con molecole ricombinanti e una serie di tecniche per ottenere più copie di
una determinata sequenza di nucleotidi all’interno dello stesso organismo. In questo
caso, il gene di interesse viene inserito in un vettore (come i plasmidi) che verrà
introdotto in una cellula ospite. All’interno dell’ospite, il vettore verrà replicato,
producendo così molte più copie del gene di interesse all’interno del vettore. Questo
processo è importante per la creazione di numerosi geni ricombinanti o per lo studio
della funzione dei geni nell’organismo.
COSA È UN TESTCROSS? QUANDO LO USÒ MENDEL?
Un testcross è un incrocio tra un individuo con un fenotipo dominante e un genotipo
sconosciuto, e un individuo omozigote recessivo. L’obiettivo è determinare il genotipo
dell’individuo dominante. Se l’individuo dominante è eterozigote, l’incrocio produrrà
una distribuzione 1:1 di fenotipi dominanti e recessivi. Se l’individuo dominante è
omozigote, tutti i discendenti avranno fenotipi dominanti. Mendel ha utilizzato per la
prima volta il testcross incrociando piante con fiori viola (Pp) e fiori bianchi (pp),
ottenendo come previsto il 50% di fiori viola e il 50% di fiori bianchi.
COSA È IL LINKAGE GENICO?
Il linkage genico è un fenomeno in cui i geni localizzati sullo stesso cromosoma
vengono ereditati insieme più frequentemente di quanto ci si aspetterebbe per caso,
contrariamente al principio di segregazione indipendente di Mendel. I geni che
vengono ereditati insieme sono noti come geni associati. Bateson e Punnett furono i
primi a osservare questo fenomeno studiando l’ereditarietà di due caratteri in piselli
odorosi. Notarono che nella generazione F2 c’erano più fenotipi parentali (dominanti)
che ricombinanti, suggerendo un legame tra gli alleli dominanti dei due geni. Questo
portò alla definizione di due stati genetici: lo stato cis, in cui gli alleli dominanti
tendono a rimanere uniti e segregare insieme, e lo stato trans, in cui l’allele dominante
tende a segregare con l’allele recessivo. Morgan definì meglio il concetto di linkage
genico attraverso i suoi esperimenti con la mosca della frutta. Incrociò mosche con
occhi rossi e ali normali (fenotipo normale) con mosche con occhi porpora e ali
vestigiali (fenotipo recessivo). Nella generazione F1 ottenne tutti moscerini con
fenotipo normale, come previsto da Mendel. Tuttavia, quando fece un testcross tra la
F1 e il fenotipo recessivo, ottenne più fenotipi parentali che ricombinanti, suggerendo
che la causa potesse essere il linkage genico. Il grado di linkage genico è determinato
dalla frequenza di ricombinazione o crossing-over, che è correlata alla distanza tra i
geni. Più i geni sono vicini, maggiore è la probabilità di linkage genico e quindi sono
considerati geni associati; più i geni sono lontani, più tendono a ricombinarsi.
Attraverso la mappatura genetica, si può determinare se due geni sono associati se
hanno una frequenza di ricombinazione simile con un gene intermedio.
COSA È LO SPLICING E A COSA SERVE?
Lo splicing è un processo che avviene durante la maturazione dell’RNA messaggero
(pre-traduzione). Dopo la trascrizione da parte dell’RNA polimerasi, il trascritto
primario subisce delle modificazioni perché non è ancora pronto per la traduzione. Il
trascritto è composto da regioni codificanti, gli esoni, e regioni non codificanti, gli
introni. Se gli introni non venissero rimossi tramite lo splicing, la traduzione dell’RNA in
proteina potrebbe non avvenire correttamente. Lo splicing avviene grazie a un
complesso di proteine e RNA chiamato spliceosoma, di dimensioni simili ai ribosomi.
L’RNA del complesso spliceosoma è in grado di riconoscere i confini tra esoni e introni,
e gli snRNA si legano agli introni, ripiegandoli in modo da facilitare lo splicing. Dopo lo
splicing, gli introni vengono rilasciati e degradati. Questo processo è fondamentale per
garantire che l’RNA messaggero sia correttamente formato e pronto per la traduzione
in proteina.
COSA È LO SPLICING ALTERNATIVO?
Lo splicing alternativo è un processo di maturazione dell’mRNA in cui gli introni
vengono rimossi e gli esoni vengono uniti. A differenza dello splicing canonico, nello
splicing alternativo possono essere selezionati esoni diversi e non necessariamente
adiacenti. Questo processo consente di generare diverse varianti di mRNA a partire da
un singolo gene, aumentando così la diversità proteica. Questa diversità può
permettere all’organismo di adattarsi a diverse condizioni ambientali. Tuttavia, in
alcuni casi, la combinazione di esoni diversi può portare alla produzione di proteine
non funzionali o difettose. È importante notare che lo splicing, sia canonico che
alternativo, è un fenomeno tipico degli eucarioti. Nei procarioti, infatti, non avviene lo
splicing poiché, dopo la trascrizione, l’mRNA è già maturo per essere tradotto in
proteina.
COSA È LA PCR?
La PCR è una tecnica che permette di amplificare specifiche sequenze di DNA. La
reazione di PCR include una serie di componenti: il DNA bersaglio che contiene la
sequenza da amplificare, una coppia di primer di DNA che sono complementari alle
estremità della sequenza bersaglio, quattro tipi di nucleotidi trifosfato che sono i
precursori per la sintesi del DNA, e la TAQ polimerasi, un enzima resistente al calore
che sintetizza il nuovo DNA.
Il processo di PCR si svolge in tre fasi principali:
1. Denaturazione: la miscela di reazione viene riscaldata a 90-95 gradi Celsius per
rompere i legami a idrogeno tra le basi azotate, separando così i due filamenti
complementari del DNA.
2. Appaiamento: la temperatura viene abbassata a 55-60 gradi Celsius per
permettere ai primer di appaiarsi alle loro sequenze complementari sul DNA
bersaglio.
3. Estensione: la temperatura viene nuovamente alzata a 72 gradi Celsius, la
temperatura ottimale per la TAQ polimerasi, che inizia a sintetizzare il nuovo
DNA a partire dall’estremità 3’OH- libera dei primer, aggiungendo nucleotidi
secondo la regola di complementarità delle basi.
Queste fasi vengono ripetute per molti cicli per ottenere un grande numero di copie
del frammento di DNA di interesse. Al termine del primo ciclo si ottengono due copie
del DNA bersaglio, al secondo ciclo quattro, e così via. Per verificare che la PCR sia
stata eseguita correttamente, si può utilizzare l’elettroforesi su gel, che separa le
molecole di DNA in base alla loro dimensione. Il gel di agarosio viene immerso in una
soluzione tampone e il campione di DNA viene caricato nel gel. Poiché il DNA ha una
carica negativa, i frammenti di DNA migrano verso l’elettrodo positivo quando viene
applicata una corrente elettrica. I frammenti più piccoli migrano più velocemente di
quelli più grandi. Alla fine della corsa, i frammenti di DNA di uguale lunghezza formano
delle bande che possono essere visualizzate con un colorante specifico per il DNA.
Questo permette di identificare e quantificare i frammenti di DNA di interesse.
COSA È IL CROSSING OVER?
Il crossing over è un evento di ricombinazione genica che avviene durante la profase I
della meiosi, coinvolgendo i cromatidi dei cromosomi omologhi. Durante questo
processo, i cromosomi omologhi si appaiano e scambiano segmenti di materiale
genetico. Questi segmenti possono essere identici o diversi. Lo scambio di alleli è
casuale, ma la frequenza con cui avviene la ricombinazione tra due alleli dipende dalla
loro distanza sul cromosoma. Il crossing over contribuisce alla variabilità genetica e
alla diversità tra gli organismi. Questo processo è fondamentale per l’evoluzione e
l’adattamento degli organismi alle varie condizioni ambientali.
CHE COSA È L’INBREEDING?
L’inbreeding, o accoppiamento consanguineo, è un accoppiamento tra individui
strettamente imparentati. Non necessariamente limitato a tre o quattro generazioni di
differenza, può coinvolgere individui con un grado di parentela anche più stretto. La
progenie di tali incroci può ereditare due copie identiche dello stesso allele, portando a
un aumento dei loci omozigoti. Questo può portare all’espressione di rari geni
recessivi, come quelli responsabili di malattie ereditarie. Tuttavia, l’inbreeding non
cambia la frequenza allelica nella popolazione. In alcuni casi, l’inbreeding può avere
effetti positivi. Ad esempio, nelle piante autogame, che si autoimpollinano,
l’inbreeding può aiutare a mantenere caratteristiche favorevoli stabilmente attraverso
le generazioni. Questo non accadrebbe se fossero impollinate da polline proveniente
da piante geneticamente diverse.
DIFFERENZE GENI EUCARIOTI E PROCARIOTI?
I genomi dei procarioti tendono ad essere più piccoli rispetto a quelli degli eucarioti.
Tuttavia, ci sono molte altre differenze importanti tra i geni procariotici ed eucariotici:
1. Organizzazione del genoma: Nei procarioti, il genoma è solitamente un singolo
cromosoma circolare, mentre negli eucarioti, il genoma è composto da diversi
cromosomi lineari.
2. Introni ed esoni: I geni eucariotici contengono regioni non codificanti chiamate
introni, che devono essere rimosse attraverso un processo chiamato