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CONTROINDICAZIONI E CAUTELA NELLA TERAPIA
1. Uso di un agonista puro con un agonista debole parziale
Quando un agonista debole quale la pentazocina è somministrata ad un paziente che riceve anche un agonista puro (morfina), è presente la possibilità di una diminuzione dell'analgesia o di indurre uno stato di astinenza. Si consiglia di evitare questa combinazione.
2. Uso nei pazienti con lesioni cerebrali
La ritenzione di CO2 causata dalla depressione respiratoria determina una vasodilatazione cerebrale. Nei pazienti con elevata pressione intracranica, ciò può portare ad alterazioni (letali) delle funzioni cerebrali.
3. Uso in gravidanza
Nelle donne gravide che usano cronicamente gli oppioidi, il feto può diventare fisicamente dipendente durante la gravidanza e manifestare sindromi di astinenza nel post-parto. Una dose giornaliera di 6 mg di eroina (o equivalente) presi dalla madre risulta in una sindrome da astinenza nell'infante, caratterizzata da irritabilità, diarrea, pianto e...
convulsioni → tinture di oppio o dosi orali di metadone
Uso nei pazienti con alterata funzione polmonare
Nei pazienti con una ridotta riserva respiratoria, le proprietà depressive degli oppioidi possono portare ad una patologia respiratoria acuta.
Uso nei pazienti con alterate funzioni epatiche e/o renali
Morfina e congeneri sono metabolizzate principalmente dal fegato → epatopatici. t 1⁄2 è ↑ nei nefropatici - > Ridurre i dosaggi
Uso nei pazienti con malattie endocrine
Pazienti con insufficienza surrenale (malattia di Addison) e quelli con ipotiroidismo (mixedema) possono avere una risposta esagerata e prolungata agli oppioidi.
26) Indicazioni terapeutiche e principali effetti collaterali degli oppioidi
Il dolore è costituito da una porzione percettiva (nocicezione) che permette la ricezione e il trasporto al SNC di stimoli potenzialmente lesivi per l’organismo e una parte esperienziale (esperienza personale del dolore) che è lo
stato psichico collegato alla percezione di una sensazione spiacevole. Le indicazioni terapeutiche della morfina per il dolore sono: dolore infarto del miocardio, traumi, anemia falciforme (mutazione dell'emoglobina, molto presente nella popolazione africana, dove i globuli rossi si addensano nei piccoli capillari e li bloccano e creano necrosi tessutale quindi dolore, bloccano la circolazione periferica). Poi dolore dovuto ad operazioni chirurgiche, pre e post-operatorie, dolore cronico grave. Gli oppioidi sono spesso usati durante il travaglio, passano la placenta, però bisogna far attenzione alla depressione respiratoria nel neonato (devo iniettare in alcuni casi naloxone antagonista del recettore mu che recupera la depressione). La meperidina dà minor depressione respiratoria della morfina (uno in ostetricia). Dolori acuti dovuti a coliche biliari o renali spesso richiedono l'uso di oppioidi potenti. Tuttavia, aumento del tono muscolatura liscia può aumentare.Il dolore secondario allo spasmo. Usati per:
- Edema polmonare acuto -> il sollievo prodotto dalla morfina iv nella dispnea de edema polmonare associato a scompenso cardiaco è notevole. Il meccanismo non è chiaro, ma probabilmente riduce la percezione della mancanza del respiro, l'ansia del paziente, precarico (riduce tono venoso) e post-carico (riduce resistenze periferiche).
- Tosse -> soppressione della tosse con dosi inferiori rispetto a quelle che inducono analgesia. Paracodeina.
- Diarrea -> diarrea di qualunque causa può essere controllata dagli oppioidi anche se da infezioni. Fenilpiperidine preparate per questi scopi. Loperamide.
- Applicazioni in anestesia -> in preanestesia per effetti sedativi, ansiolitici e analgesici. In chirurgia cardiovascolare o interventi dove è richiesta una minimizzazione della depressione cardiovascolare si usano oppioidi aggiunti ad altri anestetici e ad alte dosi (fentanile).
A causa degli effetti diretti sul
Il midollo spinale è utilizzato anche per l'anestesia regionale, come l'epidurale nello spazio subaracnoideo. Può causare depressione respiratoria. Gli effetti avversi includono irrequietezza, tremore, iperattività, depressione respiratoria, nausea, vomito, costipazione, aumento della pressione intracranica, prurito al naso, orticaria (dopo somministrazione parenterale), ritenzione urinaria e ipotensione posturale causata da ipovolemia. Si può sviluppare tolleranza e dipendenza.
Capitolo 6: FANS
27) Descrivere le principali classi di antiinfiammatori non steroidei (FANS)
L'infiammazione è una complessa risposta al danno cellulare che si verifica principalmente nel tessuto connettivo vascolarizzato e spesso coinvolge la risposta immunitaria. L'infiammazione può essere sia negativa che positiva.
I mediatori dell'infiammazione hanno la funzione di eliminare la causa del danno cellulare e allontanare i prodotti di degradazione, in preparazione della riparazione tissutale.
L'infiammazione può
acidi. I FANS acidi includono l'acido acetilsalicilico, il piroxicam e il sulindac, mentre i FANS non acidi includono l'ibuprofene e il nimesulide. I FANS agiscono inibendo l'enzima cicloossigenasi (COX), che è coinvolto nella produzione di prostaglandine, sostanze chimiche responsabili dell'infiammazione. Inibendo la COX, i FANS riducono l'infiammazione e alleviano i sintomi associati. Tuttavia, l'uso prolungato di FANS può causare effetti collaterali, come danni allo stomaco e ai reni. Pertanto, è importante utilizzare i FANS solo sotto consiglio medico e rispettare le dosi consigliate. In conclusione, i FANS sono farmaci utilizzati per trattare l'infiammazione e i disturbi muscolo-scheletrici. Sono disponibili in diverse forme e potenze, e devono essere utilizzati con cautela per evitare effetti collaterali.acidi.- Acidi: paracetamolo (para aminofenolo), aspirina (salicilato), indometacina (indolico), ibuprofene enaproxene (acido propionico), diclofenac, piroxicam (derivato oxicam), che sono quasi tutti OTC
- Non acidi: nimesulide, che non dovrebbe essere dato senza prescrizione medica.
- Meccanismo d'azione dei FANS (COX1 e COX2)
però la sintesi dei leucotrieni, catalizzata dall'enzima lipossigenasi (LPOX). Tutti i FANS inibiscono la COX in modo reversibile, tranne l'aspirina che la inibisce in modo irreversibile andando a modificare covalentemente il sito catalitico della COX. Con conseguenze cliniche di questa inibizione irreversibile:
- Effetti antinfiammatorio, antipiretico e analgesico che durano alcune ore
- Effetto antiaggregante piastrinico dell'acido acetilsalicilico che dura qualche giorno, in funzione del ricambio delle piastrine (8-12 giorni) che anucleate non possono rigenerale la COX attraverso la sintesi proteica. (basse dosi di aspirinetta 30-100 mg sono sicure, meno sanguinamento gastrico)
- Impiego a basse dosi nella profilassi antitrombotica antischemica
- Nei pazienti in trattamento cronico con aspirina può essere indicata la sua sospensione alcuni giorni prima di un intervento chirurgico perché è un antiaggregante.
La COX è
presente in tutte le cellule dell'organismo o quasi, ed esiste in varie isoforme distinte (codificate da geni diversi) di cui le principali sono:
- COX-1: è costitutiva (costantemente attiva), espressa in tutte le cellule dell'organismo, tra cui endotelio, stomaco, intestino, piastrine e rene. Produce quantità fisiologiche (nanomolari) di PG, TXA, con effetti protettivi sullo stomaco e omeostatici sul rene.
- PG nello stomaco: riducono la secrezione di acido e pepsina e aumentano la secrezione di muco
- PG nel rene: mantengono normali le funzionalità renali
- TXA2 nelle piastrine: aumentano l'aggregazione piastrinica
- COX-2: è indotta con produzione di grandi quantità patologiche (micromolari) di prostaglandine infiammatorie da stimoli pro-infiammatori in diversi tipi cellulari e assente nelle piastrine. È una isoforma costitutiva in cervello, tratto GI, rene, endotelio vasale
- PG nel cervello: coinvolto in febbre e dolore
- PG nella mucosa GI:
antipiretico. L'effetto antinfiammatorio è dovuto principalmente alla ridotta produzione di prostaglandine (PGE2 e PGI2) vasodilatatrici nei siti dell'infiammazione, conseguente all'inibizione della COX. Ciò porta ad una riduzione vasodilatazione ed edema e ad una riduzione del dolore.
Si differenzia in base alla gravità dell'attività antinfiammatoria in attività scarsa o nulla (paracetamolo, usato per la febbre, ma non ha attività come antiaggregante piastrinico), moderata (ibuprofene e acidomefenamico) o notevole (aspirina, nimesulide e piroxicam).
L'effetto analgesico è dovuto principalmente alla ridotta produzione di PG (PGE2 e PGF) normalmente rilasciate ai siti d'infiammazione e danno tessutale. Le PG non causano di per sé dolore, ma sensibilizzano i nocicettori ai mediatori dell'infiammazione che causano dolore. I FANS riducono dolore, associato ad infiammazione o danno tessutale, di lieve-media intensità.
uore, stomaco), ma agiscono principalmente a livello cognitivo e emotivo.