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Il condizionamento strumentale e il condizionamento classico
Watson, l'uomo era il prodotto delle sue esperienze, in quanto non nasceva dotato di istinto o intelligenza, e veniva poi formato dalle sue esperienze. Il condizionamento classico andò poi a spiegare anche comportamenti più complessi, in particolare nell'ambito del condizionamento strumentale. Il condizionamento strumentale differisce dal condizionamento classico in quanto l'individuo che viene sottoposto a stimolo deve produrre un effetto nell'ambiente. L'esempio più importante è quello del "gatto in gabbia" di Thorndike: se si mette un gatto in gabbia questo comincia a graffiare, e cerca di uscire con movimenti casuali. A un certo punto casualmente dà una zampata alla leva e riesce a uscire. La leva diventa uno stimolo a cui dare una risposta per poter ottenere ciò che si vuole (cioè uscire). Se poi si riapriva lo stesso esperimento il gatto riesce ad abbassare la leva molto prima e man mano che.gli sperimenti avanzano il gatto apprende. Il gatto ha imparato ad associare lo stimolo a una risposta che produrrà un rinforzo. Da qui nacque la legge dell'effetto che afferma che i comportamenti che provocano effetti positivi tendono ad essere ripetuti. Skinner invece studia il comportamento di ratti e piccioni immessi in una gabbietta (queste ultime prenderanno il nome di "skinner-box"). Fra le varie risposte che l'animale può dare ne viene individuata una (ad esempio, la pressione di una leva) in maniera che ad essa faccia seguito uno stimolo rinforzante (ad esempio un granello di cibo). Si osserverà che la risposta seguita da rinforzo tenderà a presentarsi con sempre maggiore frequenza. Skinner conia quindi il termine di condizionamento operante, così chiamato perché l'organismo opera sull'ambiente. Nel condizionamento operante quindi l'organismo emette sempre più spesso quella risposta cui haFatto seguito un rinforzo.
40. Cosa si intende per "legge dell'effetto", da chi è stata formulata e in che modo potrebbe essere applicata per spiegare il comportamento umano? La legge dell'effetto venne formulata da Thorndike e afferma che i comportamenti, seguiti da effetti positivi vengono ripetuti più spesso. Secondo il psicologo l'apprendimento consiste in un aumento di intensità delle associazioni, o connessioni, tra lo stimolo e la risposta.
La legge dell'effetto è solo una delle tre leggi dell'apprendimento sviluppate da Thorndike durante i suoi studi, che rispettivamente sono:
- la legge dell'effetto: è una teoria che dimostra che ogni qualvolta un comportamento è seguito da conseguenze positive, come ad esempio ricompense di vario genere, quel comportamento sarà ripetuto;
- la legge dell'esercizio: l'apprendimento è graduale ed è dovuto quindi alla ripetizione.
delle prove e al consolidamento delle associazioni;
III. la legge del trasferimento: una risposta acquisita in una situazione verrà effettuata anche in situazioni differenti.
41. Quali studiosi e teorie hanno influenzato maggiormente la nascita del comportamentismo Watsoniano e perché? Watson appare direttamente influenzato non solo da Pavlov, ma in generale, da tutti i maggiori riflessologi russi, come Secenov, il quale aveva affermato che gli atti della vita cosciente ed inconscia non sono altro che riflessi, e Bechterev, che era in particolar modo interessato ai riflessi muscolari. Il principio di condizionamento parte dalla rivelazione del fatto che nell'organismo esistono risposte incondizionate a determinate situazioni. La ricerca sul condizionamento era particolarmente importante per il comportamentista perché, da un lato individuava precise unità-stimolo ed unità-risposta, e dall'altro offriva un principio chiave per spiegare la
genesi delle risposte complesse. Anche le teorie darwiniane influenzarono questa corrente dato che permisero l'inizio dello studio sperimentale sulle vie animali, tipico del comportamentismo. Infine, le teorie degli empiristi inglesi influenzarono profondamente Watson ed altri comportamentisti dato che essi introdussero il concetto di rinforzo, infatti, in relazione al comportamento, Watson, ritiene che l'uomo necessiti di rinforzi per continuare o non continuare ad attuare un determinato comportamento42. La data di nascita del comportamentismo viene fatta coincidere con la pubblicazione nel 1913 dell'articolo "Psychology as the Behaviorist views it" quali sono gli assunti di base ivi espressi e quali sono i vantaggi e i limiti dell'approccio proposto per lo studio dell'uomo? John Watson pubblicò sulla Psychological Review, da lui stesso diretta, l'articolo "Psychology as the Behaviorist views it" nel 1913 che venne considerato.come il manifesto del comportamentismo. Watson parte da una descrizione dell'essere umano come una somma di condizionamenti, in senso classicamente pavloviano, per arrivare a negare che la coscienza e in genere il pensiero possa essere oggetto della ricerca scientifica. Watson sostiene, infatti, che l'unico oggetto d'indagine per uno psicologo è il comportamento osservabile. Per circa mezzo secolo, questo breve testo è il punto di riferimento ideologico principale per quasi tutta la psicologia accademica statunitense, e definisce indirettamente anche la psicologia universitaria di tutto il mondo. Il comportamentismo è visto come lo sviluppo delle precedenti scuole dell'associazionismo e della riflessologia. I principi base di questa corrente sono, infatti: - Tutta l'esistenza umana può essere descritta come un comportamento - Il comportamento è l'unico oggetto di analisi accettabile - L'introspezione non presentaalcun interesse per la psicologia;
L'essere umano è una macchina automatica;
Gli animali sono gli oggetti sperimentali ideali;
Tutti gli esseri umani nascono uguali: le variazioni tra le singole personalità individuali sono solo le variazioni dei singoli percorsi di apprendimento;
Anche le patologie disadattive sono il prodotto di un apprendimento.
Perché l'opera di Tolman può essere considerata un "caso anomalo" all'interno della scuola comportamentista? Grandi esponenti del comportamentismo, come Tolman, Hull e Skinner, si dedicarono a teorie dell'apprendimento. L'opera di Tolman costituisce uno dei tanti casi anomali all'interno della scuola comportamentista, dal momento che si differenzia dal comportamentismo e inizia ad accogliere idee cognitiviste. Tolman infatti rifiuta l'introspezione ma ritiene che i dati oggettivi siano insufficienti per capire cosa succeda all'interno della mente.
Inizia a gettare le basi per l'idea secondo cui non si può capire il comportamento senza studiare i processi e i costrutti mentali. Tolman ritiene che ci sia uno specifico psicologico non scomponibile in componenti semplici. Questo specifico non è di natura psichica, ma di natura comportamentale. Per Tolman, infatti, se caratterizzassimo il comportamento nelle sole componenti motorie avremmo una descrizione fisiologica. Per ottenere una descrizione psicologica si deve tenere conto dei predicati emergenti del comportamento e cioè del fatto che l'organismo rivela delle cognizioni e intenzionalità, ossia sia orientato verso degli scopi. Iniziò a studiare il comportamento finalistico, ovvero volto al raggiungimento di un certo obiettivo. Utilizza il modello SIR (stimolo, variabili intervenienti, risposta) dimostrando che il verificarsi di una certa azione dipende dallo stimolo, che produrrà una certa condizione interna che provocherà la risposta.
Tolman fece un esperimento che consisteva nell'inserire tre gruppi di topi in un labirinto, per oltre due settimane. Un gruppo non ricevette alcun rinforzo per imparare a muoversi nel labirinto, ed esso riuscì a migliorare la prestazione nel trovare l'uscita, seppur di poco. Un altro gruppo ricevette regolarmente un rinforzo al raggiungimento dell'uscita del labirinto e mostrò un chiaro apprendimento. L'ultimo gruppo non venne ricompensato per i primi 10 giorni, per poi essere ricompensato regolarmente nell'ultima settimana. Nel corso degli ultimi 7 giorni, il comportamento di questi topi cambiò, diventando più simile a quello del secondo gruppo. Da ciò si dimostra che durante i primi 10 giorni i ratti del terzo gruppo avevano appreso molto sul labirinto e sulla posizione dell'uscita. Essi avevano cioè sperimentato un apprendimento latente. I ratti avevano sviluppato un'immagine mentale del labirinto.
definita da Tolman come mappa cognitiva, ovvero una rappresentazione mentale delle caratteristiche fisiche dell'ambiente. Questi due fenomeni indicano che il condizionamento implica anche una componente cognitiva, ecco perché non viene definito comportamentista ma precursore del cognitivismo. 44. In che modo può essere trattato il tema delle emozioni all'interno del comportamentismo? (quali limiti?) Nell'analizzare le emozioni, Watson esprimeva l'idea che la paura, la rabbia e l'amore fossero le emozioni elementari e si definissero sulla base degli stimoli ambientali che le provocano. A partire da quelle emozioni si costruirebbero le altre. Un caso famoso di apprendimento delle emozioni è quello del piccolo Albert. Albert giocava con un topolino allorché gli venne fatto sentire alle spalle un violento rumore. Da quel momento, il bambino manifestò una grande paura sia per i topi, sia per altri animali e oggetti simili. Il rumore.era uno stimolo incondizionato che genera di per sé una risposta di paura, e fu associato al topolino, che divenne così uno stimolo condizionato. Studiando una delle prime nevrosi sperimentali della storia della psicopatologia, egli provò che le nevrosi non erano innate, ma potevano essere definite nei termini di risposte emozionali apprese. Le stesse regole che regolano l'apprendimento emotivo, secondo Watson, erano alla base delle altre acquisizioni e in particolare delle cosiddette abitudini. Il limite di questa visione è che essa risulta molto riduttiva, non individua non individuando l'aspetto funzionale delle emozioni, delle espressioni facciali ad esso collegata e del loro valore adattivo, come invece altre correnti psicologiche hanno fatto. 45. L'osservazione dei casi di isteria fu molto importante per Freud e la nascita della psicoanalisi, perché? Nel 1885 Freud frequentò a Parigi le lezioni di Charcot, un medico checonduceva ricerche sull'ipnosi applicata alla cura dell'isteria. Tornato a Vienna mise in pratica ciò che aveva appreso alla scuola di Charcot. Egli riteneva che l'isteria, caratterizzata da alcune alterazioni funzionali, come convulsioni, cecità temporanea, paralisi e amnesia, potesse essere trattata attraverso l'ipnosi.