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L'attenzione e le sue funzioni

L'attenzione ha il compito di selezionare gli stimoli che verranno elaborati attivamente rispetto a quelli che verranno ignorati o disattesi, modulare e monitorare le attività dei processi cognitivi e mantenere uno stato di elevata sensibilità verso quegli stimoli che richiedono l'elaborazione protratta nel tempo. Queste tre principali azioni dell'attenzione sono chiamate selezione, funzioni esecutive, vigilanza o monitoraggio.

Selezionare significa scegliere da un insieme di stimoli in competizione tra loro quelli più rilevanti per un certo scopo o una certa situazione. L'azione di orientamento può essere esplicita o implicita, automatica o intenzionale. Una volta orientata, l'attenzione opera metaforicamente come un fascio di luce proveniente da un faretto in grado di illuminare preferenzialmente alcuni elementi e contemporaneamente mettendo in ombra o inibendo attivamente le fonti di distrazione. Questa prima azione è stata spiegata.

tramite diverseteorie: teoria del filtro selettivo precoce oppure tardivo, teoria dell'attenuazione, teoria del carico, effetto cocktail party, shadowing. Una volta in cui uno stimolo è stato selezionato l'attenzione influenza la profondità con cui viene elaborata l'informazione e la velocità e l'accuratezza con cui vengono eseguite le risposte comportamentali dell'individuo ai compiti in cui è coinvolto. Queste proprietà sono fondamentali per le funzioni esecutive che includono processi di controllo volontario tra cui l'inibizione selettiva di azioni, pensieri o emozioni che possono interferire con il nostro operato in un dato momento, la memoria di lavoro, la flessibilità cognitiva. Secondo alcuni autori le funzioni esecutive sono attribuite ad un sistema di controllo centrale denominato sistema attentivo supervisore che ha sede prevalentemente nei lobi frontali e utilizza l'attenzione per modulare le proprie.attività. L'ultima funzione è quella di vigilanza o monitoraggio (attenzione sostenuta) che identifica la capacità di mantenere uno stato di allerta prolungato, ossia di esercitare operazioni attentivi di selezione e controllo per lunghi periodi di tempo. Evidenze sperimentali mettono in luce il rapporto tra attenzione, prestazione e scorrere del tempo. In compiti di vigilanza è stato accertato un decremento della prestazione nel tempo con un aumento degli errori e un rallentamento dei tempi di reazione. 6. Quali sono le principali differenze tra le sensazioni e le percezioni? Spesso viene fatta confusione tra due processi strettamente correlati ma profondamente differenti: la sensazione e la percezione. Questi processi ci permettono di costruire la realtà che ci circonda e la confusione si origina dal fatto che le mappe che abbiamo della realtà non sono verità imprescindibili ma possono mostrarsi in vari modi differenti. Si puòaffermare che la prima è costituita dalle risposte che i recettori specializzati dei diversi organi di senso (fotorecettori, meccanorecettori, termorecettori, chemorecettori) presentano agli stimoli fisici o chimici provenienti dal mondo esterno che hanno un impatto sufficiente per essere discriminati, la seconda è invece il processo attraverso il quale la mente seleziona, organizza, identifica e interpreta le sensazioni attraverso cui prendono forma le rappresentazioni della realtà esterna. Le sensazioni sono quindi gli effetti immediati ed elementari del contatto dei recettori sensoriali con uno stimolo fisico chimico proveniente dal mondo esterno e dotato di intensità sufficiente associare una risposta più o meno complessa. Le percezioni sono invece il prodotto finale di un complesso processo di elaborazione delle informazioni sensoriali e della loro integrazione in un'esperienza organica. I processi percettivi a differenza delle sensazioni sono istantanei.radici nella teoria dell'evoluzione di Charles Darwin. Secondo questa prospettiva, le emozioni sono considerate come risposte automatiche e innate che si sono sviluppate nel corso dell'evoluzione per favorire la sopravvivenza e la riproduzione degli individui. Le emozioni sarebbero quindi universali e presenti in tutte le culture. La seconda prospettiva è quella cognitiva, che pone l'accento sul ruolo del pensiero e dell'interpretazione nella formazione delle emozioni. Secondo questa prospettiva, le emozioni sono il risultato di un processo di valutazione cognitiva che avviene a livello conscio o inconscio. Le emozioni sarebbero quindi influenzate dalle credenze, dagli obiettivi e dalle aspettative di ogni individuo. La terza prospettiva è quella sociale-culturale, che sottolinea l'influenza del contesto sociale e culturale nella formazione e nell'espressione delle emozioni. Secondo questa prospettiva, le emozioni sono influenzate dalle norme sociali, dalle regole di espressione emotiva e dalle aspettative culturali. Le emozioni sarebbero quindi modulate e influenzate dal contesto sociale e culturale in cui si manifestano. In conclusione, le prospettive teoriche sulle origini e sulle funzioni delle emozioni offrono diverse spiegazioni e punti di vista complementari. Mentre la prospettiva evoluzionista/innatista mette l'accento sulla natura biologica e universale delle emozioni, le prospettive cognitive e sociale-culturale evidenziano il ruolo del pensiero, dell'interpretazione e del contesto sociale nella formazione e nell'espressione delle emozioni.non abbiano ancora raggiunto un consenso completo sulla lista esatta delle emozioni di base, alcune delle emozioni comunemente riconosciute includono la felicità, la tristezza, la rabbia, la paura, il disgusto e la sorpresa. Secondo questa prospettiva, le emozioni di base sono considerate universali perché sono presenti in tutte le culture umane e sono associate a espressioni facciali e comportamenti specifici che possono essere riconosciuti e interpretati da persone di diverse culture. Inoltre, i sostenitori di questa teoria sostengono che le emozioni di base svolgano un ruolo adattativo, aiutando gli individui a rispondere in modo appropriato alle sfide e alle minacce dell'ambiente. Ad esempio, la paura può aiutare a prepararsi per una situazione pericolosa, mentre la rabbia può motivare a difendere i propri interessi. Tuttavia, è importante sottolineare che le emozioni non sono solo reazioni biologiche, ma sono anche influenzate da fattori culturali e sociali. Le diverse culture possono avere modi diversi di esprimere e interpretare le emozioni, e le norme sociali possono influenzare come le persone gestiscono e regolano le proprie emozioni. In conclusione, la teoria delle emozioni di base suggerisce che le emozioni umane hanno radici biologiche e svolgono un ruolo adattativo nella sopravvivenza e nell'adattamento dell'individuo all'ambiente. Tuttavia, è importante considerare anche l'influenza dei fattori culturali e sociali nella comprensione e nell'espressione delle emozioni umane.

Anche se gli evoluzionisti non abbiano ancora raggiunto un accordo definitivo su quali e quante siano le emozioni di base, la maggioranza delle classificazioni che sono state proposte finora distingue 5 categorie di emozioni: Gioia, rabbia, tristezza, paura, disgusto. Ognuna di queste emozioni regola in modo diverso la relazione tra l'organismo e l'ambiente ed è associata a funzioni specifiche che promuovono il benessere e la sopravvivenza dell'individuo che la sta sperimentando. Queste teorie hanno dato grande impulso allo studio dei segni osservabili delle emozioni. La capacità di cogliere e decifrare i segni che rappresentano le diverse emozioni sembra essere una capacità trans-culturale e questo suggerisce l'ipotesi dell'universalità delle emozioni. I segni che esprimono un'emozione possono divenire degli inneschi delle medesime emozioni in altri individui, ciò può accadere sia volontariamente che involontariamente.

La seconda

prospettiva sull'origine delle emozioni è denominata prospettiva socio-costruzionista e assume che le emozioni debbano essere considerate come delle risposte apprese e modellate culturalmente, le cui componenti specifiche anziché essere codificate a livello genetico dipendono direttamente dall'ambiente sociale e relazionale in cui la persona è cresciuta e conduce la sua vita. È stato sottolineato che il processo di costruzione sociale delle emozioni ha luogo in tre tipologie principali di contesto relazionale. La prima riguarda le interazioni momento per momento, tutte quelle situazioni nelle quali l'individuo entra in contatto per un tempo limitato con altre persone ed instaura con esse una qualche forma di dialogo o comunicazione. La seconda riguarda l'ambito generale delle relazioni interpersonali che l'individuo ha costruito nel corso della sua vita e all'interno delle quali egli assume un ruolo specifico ben riconosciuto anche a.

livello sociale. La terza coincide con l'ambiente socio-culturale ed include l'insieme di credenze, abitudini, norme e sistemi di valori che sono condivisi dal gruppo sociale e dalla comunità nei quali individua inserito. Secondo questa prospettiva i diversi micro e macro contesti dell'ambiente sociale e le relazioni di interdipendenza che si stabiliscono fra questi contesti costituiscono il complesso scenario entro il quale le emozioni si costruiscono come schemi di risposta multicomponenziale estremamente mutevoli e flessibili, i quali vengono appresi nelle prime fasi dello sviluppo ontogenetico e si modificano continuamente nell'intero arco della vita.

La terza prospettiva teorica sulle origini delle emozioni e quella cognitivista che riconduce la manifestazione delle emozioni al verificarsi di cambiamenti psicologici di natura cognitiva e in particolare all'attivazione di processi di appraisal. Questo termine viene utilizzato per indicare l'insieme di

valutazione.

appraisal dai quali dipendel'attivazione concreta della risposta emozionale. Un'importante teoria che si sviluppa in questa prospettiva è quella di Schacter-Singer, secondo la quale uno stimolo esterno innesca un generale stato di attivazione fisiologica che può essere interpretato dal soggetto in base al contesto e alle proprie caratteristiche personali. Di conseguenza ogni individuo può interpretare uno stesso pattern di attivazione in modi diversi a seconda del contesto e allo stesso modo individui diversi possono interpretare uno stesso pattern di attivazione in uno stesso contesto in modi diversi a seconda delle proprie peculiarità.

8. Quali implicazioni si possono derivare, in termini di principi di funzionamento, dal considerare la famiglia un sistema?

Analizzando la famiglia come sistema in termini di funzionamento si applicano gli stessi principi dei sistemi generali:

  1. totalità: il comportamento di ogni individuo nella famiglia è in
rapporto con il comportamento di tutti gli altri membri. Per cui il comportamento di un membro avrà effetto sui comportamenti degli altri. 2. non-sommatività: l'analisi della famiglia non è la somma delle analisi dei suoi singoli membri perché ils
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Publisher
A.A. 2020-2021
10 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LaVivi99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Leonardi Fabio.