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Platone
Platone definisce il concetto di idea come ciò che esiste anche se non la pensiamo. Per egli le cose buone devono riferirsi al bene supremo chiamato "idea del bene". L'idea del bene è un principio di intelligibilità di tutte le idee e cose sensibili. Il bene è spirituale, lo si può incontrare con l'intelletto, è un principio trascendente del quale si può avere una conoscenza parziale.
A lui si deve la teorizzazione della questione del bene. Per la conoscenza del vero bene è necessaria la ragione. La realtà e la conoscenza sono strutturate secondo una pluralità di gradi, al livello più basso si trovano le immagini sensibili delle cose. Ai due gradi della realtà sensibile si applica la conoscenza dell'opinione (doxa) e della scienza (episteme) ed è la conoscenza vera. Nel Filebo, Platone mette a confronto 2 ipotesi:
- la prima tesi dice bene consiste in una vita di...
Piacere e di godimento sostenuta da Filebo e Protarco2. la seconda tesi è avanzata da Socrata e il bene si identifica con pensiero e intelligenza. Senza l'intelligenza non ci sarebbe la possibilità di distinguere il piacere dal non piacere. Una vita piena di piacere, ma priva di pensiero e intelligenza non può essere considerata una vita buona. La vita buona per l'uomo consiste in una vita mista di piacere e pensiero.
ARISTOTELE
- L'etica secondo Aristotele?
La riflessione etica di Aristotele parte dal significato di vita buona come vita compiuta. Il bene è ciò a cui tutto tende, ogni arte, ricerca e azione mirano ad un bene. Bene e fine si identificano e poiché vi è una pluralità di fini, al quale tendono le scienze ed azioni, vi è una pluralità di beni con diverso valore che vengono disposti gerarchicamente. Al vertice troviamo il Bene Assoluto, che è il fine delle azioni perché non dipende
da niente, ma tutti dipendono da lui, e per l'uomo è la felicità, chiamata Eudaimonia. Per la realizzazione della felicità è necessario l'esercizio delle virtù, ma esse non bastano, sono necessari anche i beni esteriori e il potere politico (incompiutezza della virtù). Il bene supremo risiede nel distinguersi dagli altri esseri ed è reso possibile grazie all'attività della parte razionale dell'anima. Aristotele parla della tripartizione dell'anima: anima vegetativa (funzioni elementari), sensibili (funzioni vegetative e sensibili), razionale (dominare le passioni).
2) L'eudaimonia?
L'eudaimonia è la felicità, nonché il bene supremo per l'uomo. Il bene supremo risiede nell'esercitare in modo eccellente la funzione propria dell'uomo, cioè distinguersi dagli altri esseri. L'Eudaimonia si trova al vertice della gerarchia dei beni ed è il fine.
ultimo dell'uomo in quanto non dipende da niente, ma gli altri finidipendono da lui. Per Aristotele bene è ciò cui tutto tende, ogni arte, scienza ed azione mirano ad un bene.
Bene e fini si identificano, vi è una pluralità di fini a cui tendono le azioni e di conseguenza vi è una pluralità di beni con diverso valore disposti gerarchicamente.
La felicità è uno stato di soddisfazione e realizzazione del sé che si compie attraverso l'esercizio delle virtù, anche se da sole non riescono a garantire la pienezza. Aristotele infatti parla di incompiutezza della virtù in quanto non è la sola a garantire la pienezza della virtù, ma vanno considerati anche i beni esteriori e il potere politico.
3) Le virtù etiche e dianoetiche
L'opera di perfezionamento avviene attraverso l'esercizio delle virtù etiche e dianoetiche. Le virtù etiche sono chiamate anche del carattere o
del giusto mezzo e derivano dall’esercizio e abitudinedi ripetere le azioni, espressioni della parte irrazionale. Le virtù dianoetiche derivano dall’insegnamento eriguardano la parte razionale dell’anima, la Sapienza e Saggezza, grazie ad esse riusciamo a scegliere ilbene. Aristotele parla della tripartizione dell’anima…
PLOTINO
- Bene e male?
Plotino identifica il bene platonico con l’Uno, ovvero l’essere necessario. Il bene consiste nel far ritorno allapropria origine, all’Uno-Bene e ciò è possibile grazie ad un cammino di purificazione spirituale dove laRagione compie un ruolo importante. L’Uno si articola in:
- UNO: potenza infinita da cui tutto deriva
- INTELLETTO (nous): deriva dall’uno e contiene in sé il mondo delle idee
- ANIMA (psyche): deriva dall’intelligenza e si divide in Sensibile, del Mondo e Individuale.
Il bene dell’uomo è il bene della sua parte migliore, è
oggetto di desiderio ma non desidera nulla, se lo vogliamo conoscere dobbiamo divenire noi stessi UNO attraverso il cammino divino dove l'anima è chiamata a spogliarsi di tutto. Il male viene definito in relazione al bene ed è mancanza di ciò che propriamente è, lo sperimentiamo perché nella gerarchia dell'essere siamo lontani dall'UNO. EPICURO 1) Edonismo epicureo? Epicureo è il portatore dell'edonismo epicureo, dove edoné significa piacere. Per Epicuro il piacere autentico è quello catastematico, quello non accompagnato da dolore o turbamento. I piaceri vengono divisi in piaceri del corpo, caratterizzati dall'assenza di dolore, definiti con la parola Aponia; e in piaceri dell'anima, caratterizzata dall'assenza di turbamento e definiti con la parola Atarassia, che è propria degli dei. Esistono diversi piaceri e senza saggezza non si riuscirebbero a distinguere. Ci sono i piaceri naturali eNella filosofia stoica, la felicità è raggiungibile attraverso la virtù. Gli stoici distinguono tra beni necessari (facili da ottenere), beni naturali e non necessari (superflui), e beni non naturali e non necessari (dannosi e illusori). Per trovare la felicità, l'uomo deve guardare dentro di sé, rinunciare al superfluo e coltivare l'amicizia. I beni esteriori sono considerati un ostacolo alla felicità. Il saggio sarà felice anche di fronte a situazioni di tortura o dolore.
Secondo gli stoici, la virtù è ciò che di per sé è degno di scelta dell'uomo, ed è una predisposizione alla coerenza morale che dobbiamo individuare. Per essere virtuosi, abbiamo bisogno solo della virtù, che coincide con la felicità. La felicità risiede appunto nella virtù, e l'uomo saggio e virtuoso è sempre felice anche di fronte a torture. La virtù non può essere misurata: chi ha una virtù, ne ha tutte, quindi o si è viziosi o si è virtuosi.
Tratta da: [fonte]
degli indifferenti come quei caratteri dell'esistenza, bene, bellezza e vita e i loro contrari, male, bruttezza e morte come, indifferenti al vero bene morale, quindi possono portare sia alla virtù che al vizio.
AGOSTINO
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Virtù?
Agostino intende la virtù come ordo amoris, sottolinea la forza dell'amore. Riconosce l'esistenza delle virtù cardinali (purezza, fortezza, temperanza e giustizia), alle quali si aggiungono le virtù intellettuali (sapienza, scienza, intelletto). Al di sopra di esse vi sono le virtù teologali (fede, speranza, caritas). La caritas è la virtù più alta in quanto consiste nella perfetta adesione al disegno amorevole di Dio.
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Origine del bene e del male?
Ogni cosa è stata creata da Dio e in quanto è una creatura perfetta ogni cosa è un bene. Tra i beni vi è una diversità, ci sono quelli superiori e quelli inferiori. Agostino definisce il Bene come una
creazione divina, mentre il male morale come desertio meliorum. Il male morale prende il nome di iniquitas che è il peccato che la volontà libera compie quando si dirige verso i beni inferiori e rinuncia a quelli superiori. Infatti la volontà, quando compie il male, si dirige verso i beni inferiori che rapportati a quelli superiori sono il male. La volontà libera risulta essere un bene medio, al di sopra di essa ci sono i beni superiori e al di sotto i beni inferiori e può indirizzarsi verso il bene o allontanarsi da esso.
- principio di creazione, male morale, illuminazione, leggi terrene e legge eterna, virtù e volontà libera
- 3 tappe della Beatitudine?
L'anima per ricercare il bene deve compiere un cammino della mente, denominato itinerario dell'anima, e solo così si può venire alla beatitudine. Questo cammino ha bisogno dell'aiuto di Dio e si snoda in 3 tappe fondamentali:
- scoperta della bellezza
2) ...