Soggetti e poteri nel sistema-mondo
Le trasformazioni più rilevanti dello scenario politico mondiale si hanno a partire dal 1944 alla conferenza di Bretton Woods, in cui vennero istituiti tre importantissimi organismi internazionali:
Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) fu creato per regolare i fenomeni di natura monetaria, ma attualmente è legato al finanziamento del debito pubblico dei paesi del Sud del mondo e alla formulazione dei cosiddetti "piani di aggiustamento strutturale", linee di intervento per lo sviluppo economico cui devono sottostare i paesi per avere accesso ai finanziamenti del FMI e della Banca Mondiale.
La Banca Mondiale (BM) nacque con l'obiettivo di risanare le economie degli Stati coinvolti nella guerra, ma a partire dagli anni '60 cominciò ad occuparsi prevalentemente di progetti di sviluppo per la lotta alla povertà.
Il WTO, l'Organizzazione Mondiale del Commercio, era immaginata con lo scopo di promuovere la liberalizzazione del commercio internazionale attraverso la rimozione di politiche protezionistiche, come dazi o restrizioni alle importazioni. Oggi il WTO è un organismo riconosciuto da quasi tutti i paesi del mondo, dotato di poteri nella risoluzione delle controversie internazionali, con la possibilità di infliggere sanzioni.
Sotto quali prospettive il processo di globalizzazione appare problematico e criticabile?
Numerose sono le voci critiche rispetto alle forme assunte oggi dalla globalizzazione e all’operato di grandi organismi internazionali:
- Squilibri della globalizzazione che causano situazioni di estrema povertà, denunciando il cattivo funzionamento del sistema.
- Effetti negativi del liberismo: le riforme cui sono stati sottoposti i paesi poveri attraverso i piani di aggiustamento strutturale hanno spinto verso la liberalizzazione del commercio, l'apertura degli investimenti esteri (favorevole quindi alle multinazionali, principalmente originarie del Nord del mondo), la privatizzazione dei servizi pubblici.
- Le decisioni del WTO sono prese da un ristretto numero di paesi dominanti: anche se formalmente il WTO è un organismo democratico, di fatto le azioni sono prese da un ristretto gruppo di paesi dominanti che si incontrano in "salotti verdi".
- Erosione della cittadinanza e il “diritto alla città” (diritto ad avere voce in capitolo su tutte quelle scelte che hanno concrete ripercussioni sulla quotidianità della propria vita). I governi nazionali non hanno più spazio di azione nello scenario del commercio mondiale, poiché le decisioni di organismi come WTO e FMI (imprese multinazionali) influenzano radicalmente la vita delle persone, ma non si tratta di strutture elette democraticamente, e non c’è potere di rivalsa contro le decisioni percepite come ingiuste.
- La mancanza di controllo sull’operato degli attori economici.
- Il prevalere di ragioni economiche su quelle ambientali, sulla pace e diritti civili.
Poteri geopolitici nel sistema mondo
Secondo il geografo Lacoste, la geopolitica è la situazione in cui due o più attori politici (di solito governi o stati) si contendono uno o più territori o l’influenza su di essi. Conflitti, guerre e tensioni tendono a frenare la crescita dell'economia, come nel caso del turismo o della circolazione delle merci e dei capitali. La pandemia Covid ha mostrato la necessità di collaborazione tra Stati in una fase di forte frenata dell'attività economica.
Per promuovere la pace e la collaborazione tra popoli, dopo la Seconda guerra mondiale, fu istituita l'ONU, che in alcuni casi è riuscita a superare o evitare conflitti e guerre. Dal punto di vista geopolitico, l'ONU ha un Consiglio di sicurezza, l'organismo che si occupa dei contrasti tra Stati e in certi casi invia proprie forze militari (i caschi blu). Il Consiglio di sicurezza dell'ONU è formato da 15 membri, 10 di essi ruotano ogni due anni, mentre 5 (ovvero Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito e Francia) sono membri permanenti e hanno diritto di veto, cioè possono bloccare con il loro voto negativo le decisioni del Consiglio in campo militare o politico.
Vi sono anche organismi geopolitico-militari regionali come, per esempio, la NATO o l'organizzazione di Shanghai (SCO).
Il mondo negli ultimi settant'anni ha avuto dapprima una situazione di cosiddetto bipolarismo, con USA e URSS, che permetteva di controllare parti distinte del pianeta e in quel periodo si viveva un equilibrio del terrore, cioè una situazione apparentemente priva di conflitti espliciti, la cosiddetta Guerra Fredda. Con la disgregazione dell'URSS nel 1991, gli Stati Uniti restarono per circa un ventennio l'unica superpotenza e il mondo ha visto un periodo caratterizzato da una situazione geopolitica monopolare, in cui gli USA non hanno avuto rivali come potenza. La fine del contrasto tra i due blocchi non ha però portato a una situazione mondiale più pacifica, ma si è anzi moltiplicato il numero di conflitti locali e sono cresciute le ambizioni di potenza geopolitica di nuovi paesi fino all’attuale situazione geopolitica multipolare.
Quali sono le principali potenze e dinamiche geopolitiche del mondo attuale?
Il mondo non è guidato solamente dall'economia, ma anche da esigenze di espansione di influenza su altri territori e di preservare la sicurezza del proprio territorio rispetto a eventuali minacce. Tale azione geopolitica ha spesso risvolti economici e i due campi interagiscono strettamente.
Si pensa al caso della Russia e delle sue contrattazioni geopolitiche con gli Stati europei, nelle quali essa introduce la fornitura di gas dalle sue immense riserve e la relativa costruzione di gasdotti verso l'Occidente per aumentare il proprio peso geopolitico e condizionare le scelte degli Stati europei.
La stessa forte interazione si può osservare per la Cina, che pratica investimenti in infrastrutture in molti Stati del mondo. Oggi la Cina rappresenta il più grande partner commerciale e investitore dell'Africa, nonché uno dei principali donatori di aiuti per lo sviluppo del continente.
Gli USA restano la potenza prevalente, ma la situazione geopolitica mondiale è in continua evoluzione. Invece, Francia e Regno Unito, già potenze coloniali durante il ventesimo secolo, hanno visto ridursi la propria influenza politica e militare, che resta però consistente.
Altri stati perseguono invece strategie tese a consolidare il proprio potere e la propria influenza a livello regionale: per esempio l'India, Germania e Brasile, Turchia, Sudafrica, Iran o Indonesia.
Anche il possesso di ingenti risorse strategiche può conferire peso geopolitico, è il caso dell’Arabia Saudita (ingenti quantità di petrolio), della Nigeria, il Kazakistan (Asia centrale) (petrolio e gas) o dell'Australia o del Canada (consistenti riserve di tutti i minerali) o del Congo (ricco di cobalto).
Nel mondo sta quindi prendendo forma una situazione geopolitica multipolare che sta limitando la supremazia statunitense, ampliando il ruolo di alcune potenze emergenti. Le situazioni di conflitto locale sono però numerose e in crescita. La possibilità di intervenire da parte di un organismo geopolitico mondiale nelle controversie tra Stati è un'esigenza di difficile attuazione per i limiti della volontà di collaborazione internazionale e dell'efficacia del diritto internazionale (regole comuni mondiali rispetto a diritti umani, convivenza tra popoli, ecc).
Nella geopolitica internazionale anche organismi non militari hanno un ruolo a volte risolutivo nelle mediazioni dei conflitti locali e negli aiuti della popolazione che vivono in quei conflitti. Si pensi al caso di organizzazioni non governative (ONG) come Emergency, Medici senza frontiere, Croce Rossa, Mezzaluna rossa e altre ancora.
Quali fattori forniscono peso geopolitico?
La situazione geopolitica di uno Stato o di una regione dipende dai seguenti fattori:
- La superficie e la popolazione: Più il territorio è vasto e popoloso, più ha peso e influenza nel mondo. La stessa superficie spesso permette anche di avere a disposizione consistenti risorse naturali.
- La forza militare, in particolare, il possesso di ordigni atomici o altre armi tecnologicamente sofisticate. Attualmente sono in possesso di ordigni nucleari solo pochissimi paesi che li utilizzano come deterrente o minaccia.
- La forza dell’economia e la capacità tecnologica e innovativa, che sono direttamente collegati al settore militare e quello aerospaziale.
- La posizione geografica strategica. Il caso degli Stati che controllano stretti e passaggi strategici (come Gibuti, Africa orientale, o Singapore, Asia) o che si affacciano su mari rilevanti (come l'Italia, la posizione allungata sul Mediterraneo conferisce una posizione strategica di maggiore controllo di commercio e di eventuale intervento militare).
Capitolo 3: Economia e ambiente naturale
Che cosa si intende per geosistema?
Il termine ambiente indica il sistema di relazioni dirette e indirette che intercorrono tra esseri viventi e mondo inorganico. Il nostro pianeta funziona come un geosistema, nel quale coesistono ambienti diversi, si comporta con un sistema aperto, esso riceve dall'esterno flussi di energia derivanti dalla radiazione solare e in parte anche quella endogena terrestre che sono il motore della circolazione di materia inorganica (rocce, suoli, acqua e aria).
Il geosistema è mantenuto in equilibrio da una serie di cicli coordinati tra loro che ne assicurano il funzionamento generale: il ciclo delle rocce (orogenesi, erosione dei rilievi, sedimentazione dei materiali sui fondali marini e conseguenti nuove spinte orogenetiche); ciclo dell’acqua (evaporazione, precipitazioni atmosferiche, circolazione superficiale e sotterranea, accumulo negli oceani e di nuovo evaporazione); ciclo del carbonio (che consiste soprattutto in scambi tra l’atmosfera e i vegetali, fotosintesi clorofilliana, traspirazione); ciclo dell’azoto (che deriva dagli scambi tra l’atmosfera e i processi metabolici degli organismi viventi).
Qual è il rapporto tra economia e ambiente naturale?
Il sistema economico mondiale è un sottosistema dell'ecosistema terrestre con cui ha intense relazioni in entrata (produzioni alimentari, materie prime, fonti energetiche, servizi naturali) e in uscita (trasformazioni della biosfera, crescita demografica, emissione di rifiuti, ecc.). Tuttavia, il sistema economico alimenta una circolazione di materia ed energia secondo modalità diverse da quelle dell’agire naturale dell'ecosistema e questo provoca delle alterazioni dell'ambiente che possono essere reversibili, cioè riassorbite da retroazioni riequilibranti, o anche irreversibili, con effetti distruttivi a breve o a lungo termine.
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