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Rieducativa e poli universitari in carcere

La funzione rieducativa si ritrova nei carceri, dove attraverso l'educazione si cerca di rendere consapevole il condannato dei propri errori, rendendolo capace di non ripeterli, rieducandolo (art. 27 Costituzione).

I poli universitari sono delle opportunità offerte dall'università con la disponibilità delle amministrazioni penitenziarie, attività trattamentali utilizzate in carcere per rieducare il condannato e innalzare il livello culturale della popolazione penitenziaria. Questo è un esempio di sociologia pubblica, quindi si può far dialogare due istituzioni quali l'università e il carcere e creare così un ponte tra il dentro e il fuori.

Questo incontro ci fa capire che lo studio è un diritto sancito dalla Costituzione e non una agevolazione che deve concedere il sistema penitenziario per premi.

Lo studio in carcere rappresenta una interruzione di monotonia che ritroviamo all'interno di esso, contrastando l'impoverimento culturale tipico della prigionizzazione, agisce sul detenuto e lo trasforma, infatti può svolgere la funzione di azzeramento dell'istinto aggressivo. Grazie allo studio si può mantenere il contatto con la società esterna per non avere un gap (tra dentro e fuori) molto elevato nel momento in cui il detenuto avrà scontato la pena. Al tempo stesso si può dire che crea un passaggio di status, da detenuto a studente (da uno strato sociale più basso a uno più alto). Politiche di diversion: Le ritroviamo nelle soluzioni proposte dalla teoria dell'etichettamento per contrastare la devianza e la criminalità. Le politiche di diversion proponevano per reati di minor gravità sanzioni alternative all'incarcerazione, a nchévenga evitata l'etichetta di ex-detenuto, come l'inserimento in una comunità o la messa alla prova (al s.s.) che con esito positivo porta all'estinzione del reato commesso. Storia del carcere e della pena: medioevo pena pubblica,24. Inizialmente nel si parlava di l'autore del reato si portava in piazza e si puniva attraverso torture o addirittura si arrivava alla pena di morte. La funzione della pena era quella deterrente, di scoraggiare gli altri a commettere crimini. Successivamente si assiste a un influenzato coinvolgimento dell'illuminismo, individua 4 grandi cambiamenti quali: uno stato controllo del crimine(1), nel in seguito alla nascita dello stato nazione, lo stato interviene nella gestione di politiche di controllo e amministrazione della pena, in quanto di differenziazione di reati(2) legittimato. Una progressiva ai quali seguono pene differenti. Mutamento della pena(3) che si sposta dal corpo alla mente, si passadalla tortura e la pena di morte all'idea di trattamento mentale nel penitenziario e non penitenziario (4) che nasce in epoca moderna, per esclusione e segregazione, il penitenziario conteneva malessere (malati psichiatrici, poveri, tossicodipendenti) tutte persone che non venivano considerate in linea con la società ponendole ai margini e isolandole. Il penitenziario si presenta come conseguenza dell'affermazione della rivoluzione industriale, che in seguito a una diminuzione di richiesta di manodopera vede aumentare i tassi di criminalità a causa dell'elevata disoccupazione, e al tempo stesso il carcere diventa come una fabbrica utile a produrre lavoratori disciplinati. Funzione della pena nella scuola classica: teoria classica sanzioni25. La teoria classica propone l'utilizzo di sanzioni che portano gli individui a evitare di compiere atti devianti in quanto all'atto seguirà una funzione deterrente della pena, conseguenza negativa, quindi puntano sulla rieducazione.quale gli individui sono informati grazie alla di usione di strumenti di comunicazione come la stampa. Ferraro, carcere e scuola. Perché la scuola può essere la porta di partenza e di uscita?

La scuola è un avvio a un processo di socializzazione e quindi una porta di partenza e di ingresso alla società, di uscita quando si parla di carcere in quanto le carceri ma anche dovrebbero comportarsi come le scuole, rieducare quindi hanno il compito di erisocializzare il condannato per quando farà uscita dal carcere. Ferraro dice che quando le carceri saranno delle scuole e le scuole non saranno carceri si sarà raggiunto il grado massimo di democrazia.

Come si studia la devianza:

La devianza è un concetto tipicamente sociologico anche se è oggetto di studio di diverse discipline. Dal punto di vista sociologico, la devianza descrive i fenomeni devianti si pone l'obiettivo di quindi studia le problematiche relative alla devianza.

i comportamenti devianti, il modo in cui si manifestano, le caratteristiche dei soggetti che li compiono, come cambiano i comportamenti devianti nel tempo in quanto la devianza è un concetto relativo e mutevole, tutti dati che poi vengono inseriti nelle statistiche spiegare la devianza, e cerca di ovvero indagare sui fattori sociali e le motivazioni che contribuiscono al verificarsi di questi comportamenti, per poi costruire politiche di prevenzione, trattamento, controllo e repressione per affrontare il problema della devianza. Tutto questo lo compie grazie al metodo quantitativo e qualitativo: il ovvero facendo riferimento a statistiche già esistenti, ma soprattutto attraverso la somministrazione di questionari strutturati, per esempio, le indagini di autoconfessione o di vittimizzazione, con le quali mi rivolgo a un campione rappresentativo di tutta la popolazione ponendo il questionario garantendo l'anonimato. Questi dati che poi vengono inseriti

Le statistiche ufficiali presentano al tempo stesso alcuni limiti. Si può parlare di visione positivista che tende a considerare le statistiche come lo specchio fedele della realtà, la visione costruttivista che considera le statistiche come costruzioni sociali e quindi non fedeli alla realtà, in quanto ad esempio la definizione di determinati atti come devianti o reati può mutare nel tempo, o perché molti reati sono tenuti all'oscuro in quanto non sono stati né denunciati né scoperti dalle forze dell'ordine (criminalità ufficiale, nascosta e reale), e visione realista che si pone invece in una posizione intermedia tra le due e considera le statistiche come una parziale utile rappresentazione della realtà per alcuni aspetti della criminalità, che tiene comunque conto dei vari limiti delle statistiche. Ritroviamo i dati nelle statistiche dell'Istat, del Ministero dell'Interno e del Ministero della Giustizia, oppure troviamo

Statistiche di associazione: metodo qualitativo, come quella di Antigone. Oppure una ricerca tesa a esplorare più nel profondo, che permette di conoscere le cause, le motivazioni e le condizioni che hanno portato una determinata persona a compiere reati. Ne sono un esempio, le indagini in profondità non strutturate (a differenza dei questionari) che ci porta a conoscenza di elementi di storie di vita delle persone, oppure l'osservazione partecipante quindi il ricercatore che si inserisce in maniera diretta per un periodo di tempo relativamente lungo in un determinato gruppo sociale instaurando con esso un rapporto personale con lo scopo di descriverne le azioni e comprenderne il loro significato e motivazioni, oppure le convict criminology ovvero delle testimonianze di sociologi che hanno vissuto o stanno vivendo una condizione carceraria e quindi riescono a testimoniare al meglio la loro esperienza e condizione di vita.

quotidiana all'interno del carcere. Parlano ad esempio delle loro sensazioni, delle loro interazioni con chi lavora nel carcere, ed è possibile così cogliere aspetti che altri ricercatori dall'esterno non potrebbero sapere, e che col metodo quantitativo non è possibile venirne a conoscenza.

Che cosa si intende per istituzione quando parliamo di carcere, esempi di istituzione totale (Go man): Go man totale" parla di "istituzione dove il condannato subisce processi di degradazione di status di disculturazione, di e acquisendo quella carceraria. Il detenuto viene spogliato dalla sua personalità (esplorazione del self) e rivestito dalle regole dell'identità che è quella dell'istituzione).

dell'istituzione (ricostruzione I carcerati processi di infantilizzazione, subiscono infatti, chi ha passato molto tempo all'interno di un carcere successivamente avrà dei problemi a riadattarsi all'ambiente esterno, cosa

che invecenon dovrebbe accadere in quanto l'obiettivo principale del carcere è quello di rieducare il condannato. Esempi di istituzioni totali sono i manicomi, gli ospedali psichiatrici, le carceri, i collegi, le caserme, i conventi, le scuole militari, luoghi dove Goffman ha vissuto e ha potuto osservare partecipando alla vita quotidiana delle persone che ne vivevano all'interno. Politiche che si mettono in atto per il controllo sociale: politiche di controllo sociale tolleranza zero, ovvero una politica non riabilitativa che lavora sulla socializzazione o rieducazione ma che lavora sulla prevenzione del crimine e controllo del territorio dimenticandosi del problema delle cause di questi reati, agendo solo sull'effetto (il reato) e non sulla causa. La quale però porterà a un alto livello di incarcerazione e poi a seguito dell'aumentano di denunce contro gli abusi della polizia che era legittimata a intervenire e aseguito dell'utilizzo di altre politiche più liberali in altre città portò allo stesso modo a una diminuzione dei tassi di criminalità, né per non essere più utilizzata perché non era del tutto ottimale. Cosa intendiamo per controllo sociale: controllo sociale30. Per si intende l'insieme di tutti quei mezzi, procedure e tecniche che consentono il rispetto delle regole in un dato contesto. Esterno, può essere di due tipi: ovvero quello esercitato da apparati dello stato come forze dell'ordine o agenti dello stato, ma anche quello esercitato dalla famiglia o dal gruppo dei pari. Interno, oppure di tipo interno diretto, legato al senso di vergogna e imbarazzo che prova chi trasgredisce le norme (anche morali) e di tipo interno indiretto che invece è legato a figure di riferimento. Principio dominante nel carcere: istituzione chiusa31. L'essere una che fa perdere ogni
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Publisher
A.A. 2022-2023
17 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/12 Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lindaaas di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia del controllo sociale e della devianza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Borghini Andrea.