OGGI.
È il modello che ritroviamo
Percezione della vittima nella storia:
51. la vittima cambia nella storia, a seconda
dell’evoluzione e del momento in cui ci troviamo.
• Vittima sacralizzata: vittima dell’antichità, i romani sacri cavano agli dei una persona per
paci carsi con lui e ottenere il perdono. Il rituale del sacri cio era sempre legato a una
dimensione pubblica (rimasta nell’illuminismo, la ghigliottina fatta in piazza, il rogo nel
medioevo…), il rituale era pubblico e il popolo riusciva in questo modo a sfogare la sua
aggressività, era anche un modo per tenere sotto controllo il popolo. La vittima era sempre una
donna, illibata (donne giovani per compiacere il Dio). Gli uomini poi sono stati sostituiti agli
animali e poi alle cose anche se nel centro Africa viene ancora praticato il sacri cio umano,
(Santeria in Sudamerica).
• Vittima ignorata: nel post medioevo e con l’illuminismo cambiano le cose:
- Medioevo: il potere di giudizio del criminale che commetteva un reato spettava ai feudatari, al
re o alla chiesa. Era la singola persona che decideva come dovevi essere punito.
- Illuminismo: la persona sceglie di compiere un reato ma è anche vero che tutte le persone
hanno uguale dignità. Ritorna quindi il potere allo stato e non più al re/nobili/chiesa, e quindi le
punizioni dovevano essere UGUALI per tutti, la persona che commetteva il reato doveva avere
una giusta pena equiparata al reato commesso, non maggiorata, (tutte le persone che
commettevano quel reato dovevano essere punite allo stesso modo, in maniera equa e uguale).
C’era un sistema re-centrico: spostamento dei diritti penali del reo fa pero dimenticare la
vittima, infatti se ne tornerà a parlare solo nella seconda guerra mondiale.
• Vittima criminalizzata: si identi ca la vittima nella relazione con reo come lei agiva
provocatoriamente, seducendo. Quindi la vittima agiva un ruolo attivo nel reato. Il reo aveva
meno colpa perche era provocato (de-responsabilizzazione):
• Vittima tutelata: si assume la consapevolezza dopo la de nizione dell’ONU nell’85 che la
vittima vada tutelata, ovvero signi cava lavorare sui diritti delle persone per ridare e ricostruire la
loro dignità che è anche quello che svolge l’as.
• Vittima valorizzata: OGGI. Vittima che ha la parola, solo con la direttiva n2912 che vieta la
mediazione, quando ci sono minori abusati, abusi sessuali, quando c’è disparità di potere non si
fa parlare la vittima. Quando un persona è cognitivamente più fragile le mediazioni non vengono
fatte.
Chi da la de nizione di vittima?
52.
La de nizione di vittima è data dall’ONU come persona che ha so erto un reato/disagio
attraverso un danno sico o mentale (per la prima volta mentale) e prova una so erenza emotiva,
perdita economica, compressione dei diritti (criminologia) attraverso atti o omissioni che violano le
leggi penali. Prima la de nizione di vittima riportava solo danni sanitari. Pagina 16 di 22
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53. Boris, vittima reale e ideale, de nizione:
• Vittima ideale:
- Innocenza: mancata provocazione
- Purezza:
- Superiorità morale: capacità di perdonare dimostrando una superiorità all’aggressore.
- Assenza di responsabilità
• Vittima reale: la vittima gioca un ruolo nella relazione
Boris de nisce le vittime come vittime illibate, con superiorità morale (che perdona), che non ha
responsabilità nella dinamica con la relazione, ma in realtà gioca un ruolo. Capire il ruolo che
gioca la vittima nella relazione tra reo e vittima non serve ne per deresponsabilizzare il reo ne per
colpevolizzare la vittima, ma serve piuttosto per comprendere meglio le dinamiche dell’atto
commesso e per scopo terapeutico e di prevenzione nell’aiuto della vittima e del reo.
Cosa signi ca vittimizzazione secondaria?
54. Avviene quando i sistemi di aiuto e della
giustizia ripropongono il trauma vissuto, e quindi è come se la vittima rivivesse il trauma. es.
all’ospedale il dottore che fa la visita chiede cosa sia successo e la donna stuprata lo deve
raccontare e rivive il momento, poi lo deve dire alla polizia per denunciare, poi ai familiari, poi
all’avvocato e poi al giudice al processo. È legata al un malfunzionamento dei sistemi di
assistenza ed è involontaria, perche la vittima è costretta a rievocare situazioni che vorrebbe
cancellare. Questo non accade per i minori vittima, perche gli si fa ripetere una volta solo per
metterli in protezione, questo spiega anche perche molte donne non denunciano. Il compito
dell’as è quello di fare in modo che questa vittimizzazione secondaria avvenga il meno
possibile.
• La vittimizzazione secondaria non è la ri-vittimizzazione di quando una persona che ha subito
una prima condizione di vittima gli succede nuovamente un evento uguale o diverso dal primo e
quindi torna nuovamente ad essere vittima.
• La vittimizzazione primaria è quella legata alla diretta conseguenza del danno, come disturbi del
sonno, dell’alimentazione, riduzione di attività sociali…
biasimo?
55. Cosa signi ca Un minore puo essere biasimato? Biasimo signi ca colpevolizzare gli
altri, spesso le vittime vengono considerate colpevoli e responsabili di quello che le è capitato.
Ryan è il sociologo che ne parla per la prima volta e sostiene che passa tutto dalla concezione
della società che si ha di vittima, infatti per mantenere una sorta di ordine sociale è più facile
ritenere che la vittima abbia “qualcosa che non va" p che sia una persona “diversa” dalle altre
che non hanno mai subito processi di vittimizzazione. Questo avviene perche è più facile,
socialmente parlando, sostenere che la vittima sia responsabile e che non si è saputa tutelare
al fatto che tutti possano diventare vittime, perche pensare che la vittima abbia compiuto
qualcosa per provocare il fatto mantiene una visione rassicurante del mondo.
Lopez, riconoscimento della vittima:
56. la vittima è chi riconosce di aver subito un danno che
deve essere riconosciuto anche dalle istituzioni e anche dalle persone signi cative intorno alla
vittima. Da un lato ci deve essere una norma che ti riconosce come vittima e dall’altro ci sono
le persone tra cui amici, parenti.. che ti riconoscono come tale e ti aiutano nel superamento
dell’evento traumatico.
Viano, de nizione vittima:
57. lo status di vittima si destruttura in 4 stadi, momenti critici per i
quali si deve lavorare per togliere gli ostacoli e consentire alla vittima di superare questi 4
stadi:
- La presenza di un danno: ci deve essere un danno (morale, psicologico..) che deve essere
riconosciuto
- Riconoscimento dell’esperienza vittimizzante: la vittima deve riconoscere di essere vittima,
ad esempio le donne vittime di violenza domestica devono riconoscere di essere vittima di un
uomo, ma spesso non succede, infatti per questo i parla di relazioni patologiche che fanno si
che la donna rimanga con la persona che la aggredisce.
- Il fare, ovvero dirlo e raccontarlo: si diventa vittima quando si denuncia, e questo è sbagliato,
si dovrebbe essere tutelati perche si è una persona in so erenza non per mezzo di una
denuncia.
- Riconoscimento di status di vittima da parte della società: per la messa in protezione della
vittima da parte delle istituzioni che forniscono giustizia e supporto alla vittima. Pagina 17 di 22

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Chi sono le vittime fragili? 3 categorie scelte da chi? Perche sono vittime fragili?
58. Le
fasce più fragili della popolazione hanno anche più facilità di vittimizzazione, la direttiva
29/2012 dell’UE pone la tutela della vittima nel sistema della giustizia e individua queste 3
categorie:
- Anziani: non autosu cienza sica e mentale (legata anche all’età): non hanno la capacità di
difendersi, di cura e anche di risposta.
- Minori: non riescono a capire la di erenza tra amore sano e non sano (es. abuso), incapacità di
risposta
- Donne: legata alla dimensione culturale (patriarcale del dominio maschile)
Queste 3 aree sono da tutelare nel sistema sociale e della giustizia: si deve dare dignità alla
vittima dove la vittimizzazione secondaria porta al ripetere il trauma continuamente, bisogna
schierarci contro il basiamo, bisogna contrastare l’idea di ritenere la vittima facilitatrice/
provocatrice del reato, andare contro al pregiudizio sulla vittima.
Ci sono dei fattori sociali, biologici e psicologici che predispongono maggiormente una persona a
essere una potenziale vittima come: l’età (minori ed anziani), il genere (società), lo stato sico
(handicap), psicopatologia, l’alcolismo o la tossicodipendenza, professione (polizia, gioiellieri),
statu sociale (marginalità, clandestini)…
La violenza si declina in 5 fattispecie: sica, psicologica, economica, morale e sessuale.
59. Strategie di coping e resilienza:
- Coping: strategie che una vittima usa nel tentativo di non essere ri-vittimizzata. Es. creare un
contesto ambientale perfetto in casa a nché il marito non la picchi al ritorno del lavoro, oppure
un bambino che si nasconde sotto il letto per un po quando il padre torna a casa.
- Resilienza: avviene dopo che è avvenuto il trauma. È la capacità dell’individuo di a rontare e
superare l’evento trauamtico, e questo dipende da fattori come la caratteristiche personali della
persona (autostima, autonomia, temperamento, personalità, buone capacità cognitive), fattori
ambientali (legami sociali forti, legami familiari, amicali)… Soprattuto i bambini di adattano al
trauma e lo superano più velocemente. “Vedove incosolabili” non si adattano all’assenza del
compagno.
60. Di erenza tra abuso e maltrattamento:
• maltrattamenti
I sono tutti gli atti o carenze che turbano una persona (anziano, bambino…)
causando un danno sico, morale, psicologico… e puo avvenire con:
- Atti omissivi (trascuratezza, abbandono, incuria)
- Atti commissioni (lesioni, atti sessuali, ipercura) causando lesioni siche, quindi violenza sica e
psicologica
• abusi
Gli si di erenziano dai maltrattamenti per la gravità del danno causato e possono essere
di natura:
- sica (lieve, senza ricovero, moderato con ricovero o severo con ricovero in rianimazione che
puo portare no alla morte) è l’abuso più facile da diagnosticare attraverso lesioni cutanee,
fratture, bruciature…
- psicologica ovvero comportamenti attivi od omissivi (agiti da persone in posizione di potere dal
bambino) come atti di ri uto, sfruttamento, isolamento, iperprotezione, mancanza di a etto,
violenza ass
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