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Matteo Ricci: il padre della sinologia

Madou, poi diventato Xitai. Inoltre, Ricci espresse giudizi molto positivi sulla cultura cinese. Egli ammirava l'organizzazione politica, in particolar modo l'organizzazione unitaria, meritocratica e burocratica nonostante l'enorme territorio dell'Impero, più grande di quello europeo, in aggiunta, Ricci apprezzava il fatto che il potere era gestito dai letterati.

Perché Ricci è stato considerato il padre della sinologia?

Matteo Ricci viene considerato il padre della sinologia, ovvero la scienza umanistica che studia la civiltà cinese. Infatti, se la Cina nel Settecento fu vista dagli Europei come un modello fu soprattutto grazie alle opere di Ricci. La sua fede religiosa, caratterizzata da notevoli virtù umane e cristiane, lo portò a intrecciare un dialogo basato sull'amicizia, senza alcun senso di superiorità. Comprese che per stabilire un contatto con la cultura cinese era fondamentale presentarsi come un letterato.

Un uomo di scienza piuttosto che come bonzo buddista. Abbandonò le vesti del religioso per adeguarsi allo stile dei letterati, fece crescere i capelli e la barba come voleva l'usanza della classe dirigente e iniziò a farsi trasportare in lettiga. Solo attraverso questi comportamenti poteva entrare in contatto con l'imperatore. Ricci propose alla cultura cinese un'altra cultura di pari livello, la quale avrebbe potuto generare un confronto tra le due parti al fine di sviluppare, suscitando curiosità, quegli aspetti, soprattutto scientifici, che in Cina non erano ancora particolarmente diffusi. Il religioso adottò pure un nome cinese, prima Li Madou, poi diventato Xitai. Inoltre, Ricci espresse giudizi molto positivi sulla cultura cinese. Egli ammirava l'organizzazione politica, in particolar modo l'organizzazione unitaria, meritocratica e burocratica nonostante l'enorme territorio dell'Impero, più grande di quello europeo.

in aggiunta, Ricci apprezzava il fatto che il potere era gestito dai letterati.

Come giudica Matteo Ricci la civiltà cinese?

Il giudizio di Matteo Ricci sulla Cina fu positivo. Egli ammirava l'organizzazione politica, in particolar modo l'organizzazione unitaria, meritocratica e burocratica nonostante l'enorme territorio dell'Impero, più grande di quello europeo. L'organizzazione statale cinese era infatti molto diversa dalla realtà soprattutto italiana, ancora fortemente nepotistica. In aggiunta, Ricci apprezzava il fatto che il potere era gestito dai letterati, in Europa, invece, il potere era esercitato dalla nobiltà, che ricopriva pure cariche militari. Inoltre, Ricci sosteneva che nell'antica tradizione cinese c'erano tracce di una cultura cristiana, era solo necessario farlo ricordare ai cinesi. A colpirlo furono soprattutto la saggezza e la ragione del pensiero cinese, considerati compatibili col messaggio evangelico.

Quale

fu l'atteggiamento verso i vari culti della cultura cinese? Secondo Ricci, i culti confuciani appartenevano alle virtù civiche piuttosto che a quelle religiose dal momento che comprese l'aspetto essenzialmente civico. Erano infatti intrise di una morale adatta ad accogliere il messaggio evangelico. Ricci, contestò invece il taoismo in quanto giudicato pericoloso perché identificava l'uomo e il Dominatore supremo nella stessa persona. L'ideologia taoista era lontana dal pensiero cristiano poiché Dio non è la natura. Per quanto riguarda il buddismo, invece, il problema era relativo alla dottrina della reincarnazione, giudicata da Ricci simile al pitagorismo antico. Fu invece rispettoso nei confronti dei musulmani che, a differenza dei suoi predecessori, li apprezzò. Che cosa si intende per "questione dei riti"? Se ne chiariscano le premesse e gli esiti. Il pensiero di Matteo Ricci a proposito del confronto culturale fu

Estremamente d'avanguardia per l'epoca, il suo approccio controcorrente non fu visto in maniera positiva in Europa, ancora troppo ancorata ad una concezione di superiorità culturale. Ricci, infatti, aveva capito che rifiutare a priori l'apertura ad un'altra cultura precludeva ogni possibilità di dialogo. Proprio l'incapacità occidentale di comprendere la religione cinese portò alla questione dei riti cinesi. Col termine riti si intendono quelle funzioni celebrate nei templi in onore di Confucio, o alle celebrazioni in onore dei defunti, quest'ultimo un'usanza troppo radicata nella cultura cinese per essere condannata e paragonabile al suffragio dei defunti cristiano. Dal punto di vista di Ricci, infatti, i riti cinesi erano da considerarsi riti civili. Francescani e domenicani, insieme ad una minoranza gesuita, criticarono i precetti di Ricci. Infatti, fu già a partire dal suo successore, padre Longobardo, che gli furono.

criticati i metodi, a partire dallatraduzione non ortodossa di Deus, infatti, i termini Tian e Shangdi avrebbero potuto causare equivoci da parte dei cinesi. Diconseguenza, nel corso del tempo andarono a definirsi due tendenze tra i missionari: da una parte c'erano i gesuiti chetentavano di conciliare le due culture, permettendo dunque ai cinesi di esercitare il culto dei morti secondo le modalità tipichedella loro cultura, dall'altra parte, invece, francescani e domenicani intendevano vietare queste pratiche ai convertiti, inquanto espressione di un'altra religiosità. La situazione peggiorò quando gli scritti di Ricci giunsero a Roma, in quanto il suopensiero fu giudicato troppo moderno. Infatti, la visione di Ricci fu aspramente condannata tanto che, nel 1704, Clemente XIemanò un decreto contro i riti cinesi, vietando ai cristiani di partecipare sia ai riti per gli antenati sia a quelli per Confucio.L'imperatore Kangxi, favorevoleall'operato dei missionari, scrisse al Papa di revocare il decreto in quanto i riti non avevano elementi religiosi ma il pontefice respinse la richiesta condannando i gesuiti e la posizione del sovrano. Di conseguenza, Kangxi annullò l'editto di tolleranza vietando la diffusione del cristianesimo in Cina. Sebbene Clemente XI tentò di rimediare all'errore, solo nel 1939 la congregazione di Propaganda di fide abrogò i decreti del giuramento imposto contro i riti nel 1742 da Benedetto XIV, emendamento che imponeva ai missionari un giuramento contro i riti. Che cosa si intende quando si parla di "metodo acculturativo" di Matteo Ricci? Quali considerazioni lo hanno favorito? Il metodo acculturativo di Matteo Ricci rappresentò una visione d'avanguardia rispetto all'ottuso pensiero europeo. In Occidente, infatti, ogni tipo di dialogo con altre culture era completamente escluso a causa del senso di superiorità che impediva ognitipo di apertura culturale. Secondo Ricci rifiutare il modo di pensare e di vivere della cultura cinese, e di ogni altra cultura diversa da quella europea, impediva ogni possibilità di dialogo. Comprese che per stabilire un contatto con la cultura cinese era fondamentale presentarsi come un letterato e un uomo di scienza piuttosto che come bonzo buddista. Abbandonò le vesti del religioso per adeguarsi allo stile dei letterati, fece crescere i capelli e la barba come voleva l'usanza della classe dirigente e iniziò a farsi trasportare in lettiga. Solo attraverso questi comportamenti poteva entrare in contatto con l'imperatore. Ricci propose alla cultura cinese un'altra cultura di pari livello, la quale avrebbe potuto generare un confronto tra le due parti al fine di sviluppare, suscitando curiosità, quegli aspetti, soprattutto scientifici, che in Cina non erano ancora particolarmente diffusi. Il religioso adottò pure un nome cinese, prima Li Madou.

Poi diventato Xitai. Inoltre, Ricci espresse giudizi molto positivi sulla cultura cinese. Egli ammirava l'organizzazione politica, in particolar modo l'organizzazione unitaria, meritocratica e burocratica nonostante l'enorme territorio dell'Impero, più grande di quello europeo, in aggiunta, Ricci apprezzava il fatto che il potere era gestito dai letterati.

Illustrare le tappe fondamentali della vita del gesuita Alessandro Ciceri. Alessandro Ciceri nacque a Como nel 1639 da una nobile famiglia, entrò a sedici anni nella Compagnia di Gesù dichiarando la sua vocazione missionaria. Si trasferì a Lisbona nell'agosto del 1672 e due anni dopo salpò alla volta di Goa. Giunse in India quasi un anno dopo a causa di una violenta tempesta e di un capitano troppo inesperto. Trascorse due anni a Goa e, dopo essere tornato in Italia per quasi quattro anni, ripartì alla volta di Macao, dove giunse nel 1677. La sua conoscenza della lingua

della cultura cinese gli consentì di diventare un punto di riferimento per i gesuiti tanto che ad ottobre partì con due confratelli alla volta di Pechino. Lo scopo del viaggio era quello di negoziare la libertà della predicazione cristiana in Cina. L'imperatore Kangxi li accolse benevolmente ma, nel gennaio 1692, decretò che le trattative dovevano essere condotte dai gesuiti residenti da anni a Pechino. Alla fine dei negoziati fu emanato un editto che permise la predicazione del Vangelo da parte dei missionari e al tempo stesso i cinesi potevano accogliere la religione cristiana. Nonostante non fosse sufficientemente preparato in materie come matematica e astronomia, Ciceri rimase quattro anni a Pechino prima di essere nominato vescovo di Nanchino. Come si presentava la situazione in Cina quando Ciceri fu nominato vescovo di Nanchino? Durante il vescovato di Ciceri a Nanchino la Congregazione di propaganda e il patronato portoghese in Cina, che dadecennisperava di espandersi oltre la colonia di Macao, avviarono discussioni per ottenere la giurisdizione in Cina. L'operato di Cicerifu complicato dal momento storicopolitico in cui avvenne sia a causa del poco dialogo con gli altri vescovi apostolici. Ciceridecise di mandare un monito ai vescovi che di fatto rappresentava una minaccia di scomunica. La situazione fu risolta quandola giurisdizione delle tre diocesi del patronato portoghese fu limitata a sei provincie e il resto della Cina fu affidato ai vicariapostolici. Quali positivi cambiamenti economici furono apportati soprattutto durante l'ultimo secolo delladinastia Ming? Durante l'ultimo secolo della dinastia Ming, la Cina, nonostante l'isolamento, attraversò comunque un periodo caratterizzato da numerosi cambiamenti economici e sociali che la condussero ad un periodo di prosperità. La produzione agricola aumentò, grazie all'introduzione di alcune piante (come patate e mais).provenienti dall'America, giunte attraverso i portoghesi, migliorarono le tecniche agricole, si svilupparono i traffici interni e la produzione manifatturiera (aprirono seterie, cotonifici, centri di produzione della ceramica), fu incrementata dall'economia monetaria basata sulla circolazione dell'argento. In particolare, la circolazione dell'argento consentì la formazione di un sistema economico più complesso e favorì lo sviluppo del commercio internazionale.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
61 pagine
2 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/01 Storia del vicino oriente antico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SilviaV92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'asia orientale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Mita Alessandra.