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L’orientamento moderato del Risorgimento si basava su principi di gradualismo,
conservatorismo e riformismo, mirando a un’unificazione dell’Italia attraverso un processo
controllato e senza rotture violente. Tra gli obiettivi principali c’era la creazione di uno Stato
italiano unitario, ma che rispettasse le tradizioni politiche e le istituzioni esistenti, come la
monarchia e il liberalismo. Tra i principali esponenti dell’orientamento moderato ci furono
Camillo di Cavour, che cercò di realizzare l’unità attraverso la diplomazia e alleanze strategiche,
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e il re Vittorio Emanuele II, che divenne simbolo del nuovo Stato italiano, sostenendo un
progetto di unificazione pacifica e progressiva.
Si risponda alle seguenti domande: quali erano le principali componenti dell’apparato
ideologico della Giovine Italia e quali i suoi obiettivi politici?
L'apparato ideologico della Giovine Italia, movimento fondato da Giuseppe Mazzini, si basava
su principi di nazionalismo, repubblicanesimo e liberalismo. Egli credeva in un'Italia unita,
libera e democratica, governata da una repubblica che fosse la manifestazione di una volontà
popolare condivisa; promuoveva inoltre l'emancipazione del popolo e la fine dei regimi
monarchici e stranieri che frammentavano l'Italia. I principali obiettivi politici della Giovine
Italia erano l'unificazione nazionale, la creazione di uno Stato repubblicano e la diffusione dei
valori della libertà e della giustizia sociale.
Si riassumano le caratteristiche essenziali dello Statuto albertino.
Lo Statuto Albertino, concesso dal re Carlo Alberto di Savoia nel 1848, rappresentava la
costituzione del Regno di Sardegna e divenne la base giuridica del nuovo Stato italiano dopo
l'unificazione. Esso stabiliva una monarchia costituzionale, limitando il potere del re e dando
alcuni diritti ai cittadini, come la libertà di stampa e di associazione. Il re manteneva comunque
ampi poteri, come quello di nominare il governo e sciogliere il Parlamento. Lo Statuto
prevedeva un sistema bicamerale, con una Camera dei deputati eletta e una Camera dei pari
nominata dalla monarchia.
Si tracci uno schema che riassuma i principali avvenimenti politico-militari della Prima
guerra d’indipendenza (1848-9).
La Prima guerra di indipendenza (1848-1849) fu data da una serie di eventi cruciali per il
Risorgimento italiano. Dopo le rivoluzioni del 1848, il Regno di Sardegna, guidato dal re Carlo
Alberto, dichiarò guerra all'Austria. La guerra iniziò con una serie di battaglie in Lombardia e in
Veneto, inizialmente favorevoli ai piemontesi. Tuttavia, l'intervento delle truppe austriache, che
riuscirono a riorganizzarsi sotto il comando dell'arciduca Giovanni, portò alla sconfitta
dell'esercito sardo nella battaglia di Novara nel marzo del 1849. Di conseguenza, Carlo Alberto
abdicò a favore del figlio Vittorio Emanuele II. La guerra si concluse con il trattato di Vigevano,
che sancì il ritorno dello status quo, con l'Austria che mantenne il controllo su Lombardia e
Veneto.
Si tracci uno schema che sintetizzi le caratteristiche delle principali “forme di Stato”
dell’antico regime.
Le principali forme di Stato dell'Antico Regime erano caratterizzate da un forte centralismo e da
un potere monarchico assoluto. La monarchia assoluta era una forma diffusa, dove il re deteneva
un potere incontestato. In questi Stati, il monarca aveva il controllo su tutte le istituzioni, le
leggi, e l'amministrazione, senza dover rispondere ad alcuna forma di rappresentanza popolare.
Al contrario, la monarchia costituzionale era più limitata, anche se il potere del sovrano restava
rilevante. In alcuni casi, si riscontravano anche forme di governo feudale dove il potere era
decentralizzato e diviso tra il re e i nobili, che godevano di ampie autonomie locali.
Si risponda alla seguente domanda: cosa si intende con le espressioni “assolutismo
illuminato” e “monarchia amministrativa”?
L’espressione "assolutismo illuminato" si riferisce a una forma di governo in cui i monarchi, pur
mantenendo il potere assoluto, cercavano di applicare alcune idee dell'Illuminismo, come il
miglioramento delle condizioni sociali, il progresso scientifico e la riforma delle istituzioni.
Questi sovrani, come Federico II di Prussia o Giuseppe II d’Austria, si vedevano come dei
"primi servitori dello Stato" e adottavano politiche riformiste per modernizzare la burocrazia,
promuovere l’educazione e la tolleranza religiosa, ma senza concedere un vero potere politico ai
cittadini. La "monarchia amministrativa" invece descrive un tipo di governo in cui il monarca,
supportato da una burocrazia efficiente e centralizzata, esercita il potere tramite
un'amministrazione statale forte e operativa.
Si tracci uno schema che riassuma le caratteristiche degli ordini in cui era articolato il
Regno di Francia nell’antico regime. 16
Il Regno di Francia nell'Antico Regime era diviso in tre ordini: il Clero, la Nobiltà e il Terzo
Stato. Il Clero rappresentava la Chiesa e godeva di privilegi economici e politici, come
l'esenzione dalle tasse e un grande potere sociale. La Nobiltà era suddivisa tra nobili di corte e
nobili di campagna, anch'essi esenti da molte tasse, il Terzo Stato era composto dalla gran parte
della popolazione, inclusi contadini, borghesi e artigiani, che portavano il peso delle tasse e
delle obbligazioni senza godere degli stessi diritti e privilegi degli altri due ordini. Questo
sistema gerarchico e disuguale portò alla Rivoluzione Francese.
Si risponda alla seguente domanda: perché la Francia di Luigi XIV può essere considerata
l’esempio più compiuto di Stato assoluto di antico regime?
La Francia di Luigi XIV è l'esempio più evidente di Stato assoluto di Antico Regime perché il re
esercitava un potere centralizzato, senza alcuna forma di controllo. Luigi XIV, noto per il suo
motto "Lo Stato sono io", governava personalmente, prendendo tutte le decisioni politiche,
militari e amministrative. La sua corte a Versailles rappresentava il centro del potere, dove
controllava non solo la politica ma anche i nobili che erano obbligati a vivere sotto il suo
sguardo e a servire direttamente lo Stato.
Si risponda alle seguenti domande: qual’era la funzione degli Stati Generali nella Francia
di antico regime e come si svolgevano i lavori di questa istituzione?
Gli Stati Generali nella Francia dell'Antico Regime erano un'assemblea convocata dal re per
rappresentare i tre ordini della società. La loro funzione principale era quella di consigliare il
sovrano su questioni di grande importanza, come le politiche fiscali e la gestione delle crisi.
Tuttavia, gli Stati Generali non si riunivano frequentemente, ma erano convocati solo in
momenti di grave necessità. I lavori degli Stati Generali si svolgevano con ogni ordine che
votava separatamente, ma il Terzo Stato, che rappresentava la maggioranza della popolazione,
spesso si trovava in conflitto con gli altri due ordini privilegiati. Questo sistema di votazione
portava al malcontento che, alla fine, portò alla Rivoluzione Francese.
Si risponda alla seguente domanda: come si può qualificare l’azione di Luigi XIV nei
confronti dei Parlamenti e degli Stati provinciali francesi?
L'azione di Luigi XIV nei confronti dei Parlamenti e degli Stati provinciali francesi può essere
qualificata come centralizzante e autoritaria. Il re assoluto mirava a consolidare il suo potere,
riducendo l'influenza delle istituzioni tradizionali che limitavano la sua autorità.
In particolare, Luigi XIV cercò di indebolire il ruolo dei Parlamenti, che avevano il potere di
registrare e quindi di ostacolare le leggi reali. Li costrinse a registrare i suoi editti senza
opposizioni e intervenne spesso con azioni dirette, come l'uso del lettre de cachet per punire i
membri più critici. Inoltre, abolì la funzione degli Stati provinciali, che rappresentavano gli
interessi delle diverse regioni, centralizzando il controllo sotto il suo diretto comando.
Questa politica autoritaria rafforzò il potere della monarchia, ma comportò anche un isolamento
rispetto alle realtà locali e alle esigenze del paese
Si risponda alla seguente domanda: come si qualificò l’azione di Luigi XIV nei confronti
degli intendenti e dei governatori?
L'azione di Luigi XIV nei confronti degli intendenti e dei governatori può essere qualificata
come una strategia mirata a rafforzare il controllo diretto della monarchia sulle province e
ridurre l'influenza della nobiltà locale. Gli intendenti, funzionari scelti dal re, furono utilizzati
per amministrare le regioni in modo centralizzato, controllando la fiscalità, la giustizia e l'ordine
pubblico. Luigi XIV li impiegò per esercitare un potere diretto nelle province, limitando il
potere dei governatori, che erano spesso nobili e avevano un'influenza significativa sui territori.
Mentre i governatori avevano responsabilità militari e politiche nelle loro regioni, Luigi XIV
cercò di ridurre il loro potere, affidando agli intendenti il compito di monitorare e di sostituirli,
garantendo così una gestione più uniforme sotto il diretto controllo del re.
Si tracci uno schema che riassuma le competenze degli intendenti e dei governatori nella
Francia di antico regime. 17
Nella Francia dell'Antico Regime, gli intendenti e i governatori avevano compiti distinti, ma
entrambi erano figure importanti nel sistema amministrativo. Gli intendenti erano funzionari
reali nominati direttamente dal re e avevano il compito di amministrare le province in modo
centralizzato. Le loro principali competenze riguardavano la supervisione della fiscalità, della
giustizia, dell'ordine pubblico e dell'amministrazione. Erano responsabili della raccolta delle
imposte, della gestione delle risorse locali e dell'implementazione delle politiche del re. I
governatori, al contrario, erano membri della nobiltà locale e avevano una funzione più legata
alla difesa e alla sicurezza del territorio. Le loro competenze includevano la protezione militare
della regione, la gestione delle forze armate locali e la supervisione delle fortificazioni.
Si risponda alla seguente domanda: perché, nella Francia di antico regime, ogni imposta
era considerata “straordinaria e, in quanto tale, necessariamente provvisoria”, nelle
parole dello storico Goubert?
Nella Francia dell'Antico Regime, ogni imposta era considerata "straordinaria e provvisoria",
come affermato dallo storico Goubert, perché il sistema fiscale era caratterizzato da una grande
instabilità e da una continua dipendenza dal potere monarchico. Le imposte venivano spesso
imposte per far fronte a situazioni ec