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La resilienza e il ruolo della fede nella crescita personale

La resilienza gioca un ruolo notevole nell'effettivo superamento delle difficoltà e facilità l'adattamento. Nel fare questo presuppone un utilizzo efficace delle strategie di coping e può dar vita al fenomeno della crescita post traumatica.

La Fede è un sistema di informazioni (e credenze) al quale gli individui possono attingere nella ricerca di complesse opportunità di azione (e di risposte), nonché nella costruzione della propria identità ed esistenza. Diversi studi hanno trovato correlazione tra fede e benessere in quanto questa è connessa al "sense of coherence" (sensazione, anche durante i momenti di difficoltà, che gli accadimenti abbiano un senso ed una coerenza interna).

L'intelligenza emotiva è la capacità di monitorare le proprie emozioni e quelle altrui al fine di raggiungere gli obiettivi desiderati. Secondo Goleman, è composta da 5 dimensioni:

  • Consapevolezza di sé
  • Regolazione delle emozioni
  • Motivazione
  • Empatia
  • Abilità sociali
Padronanza di sé, Motivazione, Empatia, Abilità Sociale. Consapevolezza di sé. Vale a dire essere consapevoli di sé significa conoscere noi stessi e sapersi relazionare con le nostre emozioni. Padronanza di sé. Essere padroni di noi stessi significa saper controllare le nostre emozioni e saperle utilizzare in maniera finalizzata. Motivazione. Il "perché" più profondo, ciò che ci guida quotidianamente. Lo sappiamo riconoscere? Siamo in grado di definire quale sia il reale motivo per cui agiamo? Empatia. L'empatia è la capacità di entrare in relazione con l'altro in maniera profonda. Non significa provare la stessa emozione che sta provando l'altro, ma riconoscerla e condividerla, senza farsi travolgere. Abilità Sociale. Le basi teoriche dei gruppi: La base teorica dei gruppi stabilisce che un gruppo esiste quando due o più individui definiscono sé stessi come membri e quando la

Sua esistenza è riconosciuta da almeno un'altra persona. Aspetti Strutturali dei gruppi Nell'arco della propria vita, ognuno partecipa, inevitabilmente, a gruppi primari e gruppi secondari. Primari: Caratterizzati da stretta associazione e cooperazione tra un numero ristretto di membri, con forte indipendenza, sono più stabili nel tempo. Secondari: L'appartenenza a tali gruppi è giustificata da un orientamento verso uno scopo specifico. Il numero di membri è variabile e la strutturazione è elevata, caratterizzata da ruoli predefiniti e rigidi. Aspetti Temporali dei gruppi Oltre agli aspetti strutturali (gruppi primari e secondari), il gruppo può essere letto in un'ottica temporale, attraverso le sue fasi di sviluppo (5): Non è detto che ogni gruppo arrivi in fondo o vi arrivi attraverso ogni stadio elencato. Fasi di sviluppo di un Gruppo 1. Fase di esplorazione: le persone cercano un gruppo che soddisfi i propri bisogni

  1. Fase di socializzazione: le persone si conoscono e da newcomer (nuovi entrati) divengono full member (membro a pieno titolo)
  2. Fase di mantenimento: definizione di ruoli specializzati per i full member
  3. Fase di risocializzazione: in caso di conflitto e di nascita di membri marginali, si può avere la persuasione reciproca o l'uscita
  4. Fase del ricordo: in caso di uscita, il membro marginale diviene ex membro.

Le principali dinamiche di gruppo:

Le principali dinamiche tipiche del gruppo sono (5):

  1. Deindividuazione
  2. Facilitazione Sociale
  3. Inerzia Sociale
  4. Responsabilità diffusa
  5. Deresponsabilizzazione

Deindividuazione:

Il termine deindividuazione indica quei casi in cui le persone si riconoscono solo nell'identità di gruppo ed il loro comportamento è guidato unicamente dalle norme del gruppo in questione. Un esempio classico degli effetti della deindividuazione è l'esperimento del carcere di Stanford dove, solo per il fatto di indossare

Divise che indicavano l'appartenenza ad un gruppo, le persone cominciarono a comportarsi secondo le norme del gruppo di appartenenza. Nonostante gli studenti non fossero persone psicologicamente disturbate, la situazione degenerò rapidamente: le guardie tormentavano ed umiliavano i prigionieri, adottando comportamenti sadici e vessatori. Mentre i prigionieri inizialmente si ribellarono, ma poi divennero passivi e docili, mostrando sintomi di disintegrazione individuale e di gruppo.

Facilitazione Sociale: Può capitare che la presenza di altre persone ci porti a migliorare la nostra prestazione, ma accade anche che tale presenza ci porti ad eseguire prestazioni peggiori rispetto al proprio standard. Come mai? Zajonc definì questo effetto come effetto di facilitazione sociale. In presenza di altre persone, le risposte facilmente accessibili diverrebbero più probabili, mentre quelle scarsamente accessibili avrebbero meno probabilità di essere portate a

Il termine efficacemente. Ciò significa che, tendenzialmente, in presenza di altri siamo portati ad eseguire meglio azioni per noi abituali, ma rischiamo di eseguire peggio azioni per le quali non ci sentiamo abbastanza sicuri. Questo succede perché il timore della valutazione è dovuto al fatto che noi costruiamo la nostra autostima anche in base a ciò che gli altri pensano di noi. Una valutazione negativa diverrebbe quindi fortemente destabilizzante per il proprio sé. L'effetto di distrazione invece è relativo al fatto che, in presenza di altri, siamo portati a controllare quello che fanno e ciò porta a perdere la concentrazione sulla propria attività.

Inerzia Sociale: Per inerzia sociale si intende la tendenza individuale ad impegnarsi meno in un compito quando il proprio contributo è inglobato in una prestazione complessiva del gruppo rispetto a quando lo stesso compito viene eseguito da soli. L'inerzia sociale dipende dalla

Natura dei gruppi e dalla tipologia del compito. È più probabile infatti che tale fenomeno si verifichi in gruppi poco coesi, creati in maniera casuale, dove si ritiene che il compito sia di scarsa importanza.

Responsabilità diffusa. In gruppo, la responsabilità del compito viene diffusa tra i membri. Tale condivisione può essere equa o sbilanciata verso una o più persone (leader). Per quanto la diffusione di responsabilità possa essere un punto di forza di un gruppo, questa può portare anche alla deresponsabilizzazione vera e propria.

Deresponsabilizzazione. Di conseguenza, per deresponsabilizzazione si intende la mancata assunzione di responsabilità in quanto questa può essere 'scaricata' sugli altri membri. Questo comportamento porta a grosse spaccature all'interno del gruppo poiché la mancata assunzione di responsabilità porta all'individuazione di un 'altro colpevole'.

ed al conflitto, latente o manifesto. Squadra: obiettivi, metodi ruoli e clima: Obiettivi In una squadra, quando si parla di obiettivi si fa riferimento alla mission, ciò che i membri vogliono ottenere ed il motivo per cui si ritrovano e lavorano insieme. Affinché la squadra lavori efficacemente in funzione dei propri obiettivi, questi devono essere: - Adeguati alle capacità dei membri - In accordo con i valori di ogni membro - In accordo con la cultura di ogni membro - In sinergia con gli obiettivi di ogni membro Gli obiettivi devono essere accuratamente definiti e pianificati con una chiara individuazione delle priorità e delle strategie da adottare e dove possibile devono essere identificate le eventuali criticità. Metodi La definizione degli obiettivi getta le basi per lo sviluppo dei metodi di lavoro. Questi metodi, formali o informali, riguardano le regole che la squadra si dà per raggiungere i propri obiettivi. I metodi riguardano: - Attività diproblem solving, Attività di decision making e le Regole comportamentali. Ruoli Ogni squadra può presentare diversi ruoli al proprio interno. I ruoli possono essere Formali o informali, Semplici o Articolati, Rigidi o dinamici. La chiara definizione dei ruoli è fondamentale per il corretto andamento della squadra. Consente infatti di: - Valorizzare le capacità dei singoli membri - Aumentare il senso di responsabilità di ognuno - Stimolare alla collaborazione Clima Il clima di squadra riguarda il vissuto emotivo della squadra, come la squadra percepisce il contesto, le relazioni al proprio interno ed i relativi sentimenti. Se il clima è positivo: Il conflitto non è distruttivo ma viene percepito come una risorsa e la squadra ha un atteggiamento non giudicante. Vi è trasparenza nelle relazioni e non si ricorre agli alibi per giustificare eventuali errori. Il decision making di squadra: Il processo di decision making nelle squadre si

Il processo di sviluppo si articola attraverso quattro fasi: orientamento, discussione, decisione, implementazione.

Fase di orientamento: In questa fase la squadra identifica il compito da portare a termine e le relative strategie da utilizzare.

Fase di discussione: Nella seconda fase, la squadra raccoglie le informazioni, identifica le soluzioni possibili e le valuta.

Fase della decisione: In questa fase, la squadra giunge alla presa di decisione vera e propria attraverso il riferimento a regole implicite ed esplicite.

Fase dell'implementazione: Nella fase di implementazione, la squadra agisce in funzione di quanto deciso e, successivamente, valuta l'efficacia della propria azione.

Inoltre, il processo di decisione della squadra è influenzato dagli stessi membri attraverso:

  • Influenza informativa: i membri accettano le informazioni ricevute da altri come prova della realtà.
  • Influenza normativa: i membri accettano le informazioni di altri per ottenere l'approvazione della squadra ed evitare conflitti.
Leadership: modalità e competenze Esistono due modalità attraverso le quali si instaura e si mantiene la leadership: 1. Modalità centrata sul compito: è una leadership direttiva, l'attenzione è rivolta alle fasi di pianificazione e di programmazione. Sono fondamentali la disciplina ed il rigore e tutto è finalizzato all'efficacia produttiva. 2. Modalità centrata sul gruppo: è una leadership orientata al supporto. La coesione del gruppo è uno dei principali interessi e quindi l'efficacia produttiva è una conseguenza di un alto coinvolgimento e di un'elevata motivazione. Per quanto riguarda le competenze, un buon leader non può non essere competente nella propria disciplina, poiché perderebbe di credibilità. Deve dimostrarsi capace nella propria disciplina (ad esempio nel calcio, i leader sono Totti, Zanetti, Del Piero, etc.).

Tutti giocatori estremamente capaci nel proprio campo di pertinenza). Competenze comunicative: Il leader deve essere efficace comunicativamente. È attraverso la comunicazione che il leader trasmette i valori, motiva, guida il proprio gruppo.

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
12 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marti17__ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Motivazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Vagli Matteo.