L’aumento del costo della manodopera ha diminuito, se non azzerato, il vantaggio di
aver delocalizzato in quel contesto). Molte multinazionali hanno sottovalutato i costi e
la pianificazione logistica necessari per localizzare la produzione all’estero. Altre
motivazioni che spingono al reshoring sono i tempi di consegna più favorevoli e la
disponibilità di fornitori di prossimità idonei; la scarsa qualità delle forniture; l’aumento
dei costi di fornitura e dei costi logistici; la difficoltà di relazionarsi e coordinarsi con i
terzisti. Ancora: migliorare il servizio reso al cliente; attuare produzioni più “snelle”
e produrre piccoli lotti; avvicinare la produzione alla Ricerca & Sviluppo; migliorare la
qualità della produzione e rafforzare le strategie legate al Made In, a partire
dall’evidenza che sempre più consumatori privilegiano nelle proprie scelte d’acquisto i
prodotti che offrono la garanzia di essere completamente prodotti e non
semplicemente assemblati in Italia. Fino all’avvento della pandemia da Covid-19, il
reshoring ha riguardato, almeno per l’economia italiana, soprattutto aziende di qualità
che necessitavano di valorizzare il marchio Made in Italy e di posizionare i propri
prodotti verso l’alto di gamma. Per tutte le altre aziende coinvolte dal fenomeno, il
rientro a casa è stato dettato da semplici fattori economici. Tra questi le oscillazioni del
costo del petrolio, la lentezza dei trasporti via nave incompatibile con la velocità del
mercato, il continuo bisogno di ricambio e, da ultimo, il fatto che inevitabilmente,
anche in Asia e in Europa dell’Est, i salari hanno preso a salire e con essi il costo della
manodopera, a fronte di una scarsa competenza o, comunque, di una competenza da
costruire da zero, con attività di formazione ad hoc.
16. Descrivere le dinamiche del licensing, i vantaggi e gli svantaggi
del licenziante (licensor)
La concessione di licenze è un accordo in cui il proprietario della proprietà intellettuale
concede a un'altra azienda il diritto di usare quella proprietà per un determinato
periodo di tempo in cambio di royalties o altri compensi, senza privarsi della titolarità
di tali diritti. In particolare, un contratto di licenza specifica la natura della relazione tra
il licenziante (proprietario della proprietà intellettuale) e il licenziatario (l'utente).
Alcuni esempi di contratti di licenza famosi sono: la Warner concede in licenza le
immagini dei libri e dei film di Harry Potter ad aziende di tutto il mondo; oppure, la
Disney concede in licenza il diritto di usare i suoi personaggi dei cartoni animati per
produrre magliette e cappelli ai produttori di abbigliamento in Asia. In un accordo
tipico, il licenziatario paga al licenziante un importo fisso in anticipo e una royalty in
corso (di solito 2-5%) sulle vendite lorde generate dall’uso del bene in licenza.
L’importo fisso copre i costi iniziali del licenziante per trasferire il bene in licenza al
licenziatario, compresi formazione, ingegneria o adattamento. Dunque, il licenziante
fornisce una combinazione di capitale intellettuale (brevetti, marchi, design, copyright
o know-how) e prodotti di supporto (parti e componenti) al licenziatario. Quest’ultimo
compensa con pagamento in capitale, royalties, prodotti, know-how e concessione di
licenze incrociate. Le licenze possono essere di diversi tipi:
Licenze di marchio: coinvolge un'azienda che concede a un'altra il permesso di
usare i suoi nomi, caratteri o loghi proprietari per un determinato periodo di
tempo in cambio di una royalty. I marchi appaiono su abbigliamento, cibo,
giocattoli e numerosi altri beni e servizi;
licenze di copyright: un copyright dà al proprietario il diritto esclusivo di
riprodurre arte, musica, letteratura, software e altre opere simili, così come di
preparare lavori derivati, distribuire copie o eseguire o mostrare l'opera
pubblicamente. La durata della protezione varia a seconda del paese, ma la vita
del creatore più cinquant'anni è tipica. Molti paesi offrono poca o nessuna
protezione del copyright; quindi, è saggio indagare sulle leggi locali prima di
pubblicare un'opera all'estero;
licenze di know how: comporta un contratto in cui l'impresa focale fornisce
conoscenze tecnologiche o di gestione su come progettare, produrre o fornire
un prodotto o un servizio. Il licenziante mette i suoi brevetti, segreti commerciali
o altro know how a disposizione di un licenziatario in cambio di una royalty.
Per quanto riguarda i vantaggi per i licenzianti (licensor), la concessione di licenze è un
metodo che comporta basso investimento, basso coinvolgimento, basso sforzo una
volta stabilito e strategie di ingresso iniziale a basso costo. La licenza rappresenta
generalmente un introito extra e quindi una fonte di reddito sussidiaria; inoltre,
costituisce la possibilità di offrire migliori opportunità di commercializzazione
incrociata dei prodotti ed una più incisiva presenza sul mercato al dettaglio, dal
momento che permette di offrire una scelta di prodotti più ampia nelle varie categorie.
Al contrario, per quanto riguarda gli svantaggi, citiamo: la performance dipende dal
licenziatario straniero, il licenziante ha un controllo limitato sui suoi beni all'estero e
corre il rischio di creare un futuro concorrente.
17. Quali fattori rendono complessa la gestione delle HR al livello
internazionale rispetto al solo contesto domestico?
Le aziende internazionali devono affrontare una serie di sfide derivanti dalla
complessità di gestione delle risorse umane. Infatti, esistono alcuni fattori che
contribuiscono a rendere più complessa tale gestione rispetto al solo contesto
domestico:
nuove responsabilità HR, come la tassazione internazionale, il trasferimento
internazionale e l'orientamento, i servizi per gli espatriati, le relazioni con il
governo ospite e i servizi di traduzione linguistica;
necessità di una prospettiva internazionale più ampia, come stabilire una
compensazione equa e comparabile;
Maggiore coinvolgimento nella vita personale dei dipendenti, ad esempio per
quanto riguarda la sistemazione dell'alloggio, l'assistenza sanitaria, l'educazione
dei figli, la sicurezza e un compenso adeguato;
gestire il mix di espatriati rispetto ai locali, in quanto ogni sede può essere
dotata di un mix di risorse umane a seconda dell'esperienza internazionale
dell'azienda, del costo della vita all'estero, delle leggi locali e della disponibilità
di personale locale qualificato. Quando l'azienda decide di mandare un
dipendente a lavorare in un contesto estero, persegue un obiettivo di
allineamento della cultura organizzativa: il dipendente deve assorbire
l'importanza dei valori rilevanti per l'impresa e poi riuscire a far sì che la nuova
filiale rifletta i medesimi valori. Questo è importante perché se c'è un
disallineamento valoriale tra HQ e SB vi è una perdita di coerenza sul
posizionamento nel mercato, con effetti negativi sulla reputazione dell'azienda;
Maggiore esposizione al rischio, ad esempio al rischio politico e al terrorismo,
che può richiedere una maggiore compensazione e disposizioni di sicurezza;
le influenze esterne del governo e della cultura, come le tasse, i regolamenti
locali sul lavoro, le pratiche di lavoro tradizionali e le condizioni culturali.
Ogni azienda internazionale, in relazione a compiti specifici, persegue degli obiettivi
strategici e sfide illustrative:
politica internazionale del personale: l'obiettivo dell'azienda è scegliere il giusto
mix tra cittadini del paese d'origine, del paese ospitante e di paesi terzi,
sviluppare manager globali e reclutare gli espatriati. La sfida è quella di evitare i
pregiudizi del paese, il nepotismo e coltivare una mentalità globale;
preparazione e formazione dei dipendenti internazionali: l'obiettivo l'aumento
dell'efficacia dei dipendenti ed e le loro prestazioni aziendali, attraverso una
formazione che sviluppi la consapevolezza interculturale. La sfida è quella di
minimizzare lo shock culturale e il fallimento dell'assegnazione dell’espatriato;
valutazione delle prestazioni internazionali: l'obiettivo è quello di valutare nel
tempo l'efficacia con cui i manager e gli impiegati svolgono il loro lavoro
all'estero. La sfida è trovare il giusto equilibrio tra benchmark di performance
dei dipendenti standardizzati e localizzati;
compensazione dei dipendenti: l'obiettivo è sviluppare linee guida e
amministrare la compensazione (ad esempio, stipendio base, benefici, indennità
incentivi). La sfida è quella di evitare la doppia tassazione dei dipendenti;
relazioni internazionali di lavoro: l'obiettivo è gestire e interagire con i sindacati,
impegnandosi nella contrattazione collettiva, gestire gli scioperi e altre
controversie di lavoro, i tassi salariali e la possibile riduzione della forza lavoro.
La sfida principale è quella di ridurre l'assenteismo, gli infortuni sul lavoro dovuti
a negligenza e gli scioperi dei lavoratori;
diversità nella forza lavoro internazionale: l'obiettivo è reclutare talenti con
diversi background per portare conoscenze ed esperienze specifiche ai problemi
e all'opportunità dell'azienda. La sfida principale è quella di raggiungere la
diversità di genere.
18. Cos’è lo shock culturale e come può un’impresa multinazionale
mitigarlo?
Lo shock culturale fa riferimento a una condizione di confusione e ansia, spesso simile
alla depressione mentale, che può derivare dal vivere in una cultura straniera per un
periodo prolungato. È un termine utilizzato per descrivere i sentimenti di ansia,
smarrimento, disorientamento e confusione che, una persona prova a causa di un
improvviso cambiamento dello stile di vita dovuto al trasferimento in un ambiente
sociale e culturale differente, per esempio un Paese straniero. Spesso colpisce
soprattutto i membri della famiglia e rappresenta una delle principali cause di rientro
degli espatriati, specialmente per coloro che sono stati assegnati a paesi
culturalmente dissimili. Lo shock culturale è uno dei motivi principali per cui le persone
scelgono di lasciare prima del previsto le loro vite all’estero. Quando si sentono isolati
e scollegati dal proprio ambiente, la soluzione più naturale è voler tornare a casa.
L’insoddisfazione coniugale è un’altra ragione comune per una partenza anticipata. È
fondamentale che un'impresa multinazionale possa mitigare lo shock culturale
attraverso la preparazione anti
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