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La qualità delle proteine si misura con degli indici: indice chimico, digeribilità, valore biologico.

Le proteine ci forniscono gli aminoacidi in quantità variabili. Alcuni di questi sono sintetizzabili dal nostro organismo, altri devono essere introdotti obbligatoriamente. Questi ultimi sono indicati come aminoacidi essenziali.

Le proteine possono essere suddivise in due gruppi distinti:

  • PROTEINE COMPLETE dette anche nobili, che contengono tutti gli aminoacidi essenziali nelle giuste proporzioni (quasi tutte proteine animali).
  • PROTEINE INCOMPLETE che mancano di uno o più aminoacidi essenziali oppure li contengono in quantità inadeguata ed hanno quindi una deficienza assoluta o relativa di questi ultimi (quasi tutte le proteine vegetali).

Perché una proteina si dice completa dal punto di vista nutrizionale? Nella nutrizione umana le proteine animali sono per la maggior parte ad alto valore biologico e vengono pertanto definite nobili.

PROTEINE COMPLETE

Dette anche nobili, che contengono tutti gli aminoacidi essenziali nelle giuste proporzioni (quasi tutte proteine animali)17.

Cosa è il valore biologico di una proteina? Indica la qualità d'azoto introdotto con una determinata proteina e che è stato trattenuto per il mantenimento e per l'accrescimento. Il valore biologico esprime la completezza di una proteina cioè la presenza di tutti gli aminoacidi essenziali nelle proporzioni ottimali ai fini delle sintesi proteiche corporee. Le proteine animali (definite complete in aminoacidi essenziali) hanno un valore biologico superiore a quelle vegetali (definite incomplete in aminoacidi essenziali. Proteine complete e incomplete vengono associate nello stesso pasto in modo da ottenere un apporto aminoacidico completo.

Lezione 03711. Descrivi le modifiche delle proteine e degli amminoacidi dovute al calore. Le modifiche dovute all'azione delle alte temperature riguardano: 1. La denaturazione delle proteine 2. La

modificazione delle catene laterali degli amminoacidi3. L'interazione delle proteine con altri composti, in particolare con i glucidi (Reazione di Maillard)4. Le trasformazioni in cottura. Il calore rompe i legami che stabilizzano la forma nativa delle proteine. La scissione dei ponti disolfurici S-S può essere seguita dalla liberazione di solfuro di idrogeno H2S che conferisce, ad esempio, il tipico odore al latte bollito. Pochissime proteine sopportano temperature superiori ai 60°C per un tempo prolungato, anche se diversi fattori contribuiscono a far aumentare o diminuire la sensibilità al calore: 1. Natura stessa delle proteine 2. Concentrazione 3. Presenza di ioni 4. pH 5. aw Lezione 03803. Come si determina il contenuto proteico negli alimenti? Il contenuto proteico di un alimento che è riportato nelle etichette nutrizionali viene di norma determinato in base al suo tenore in azoto. Le proteine sono macromolecole biologiche, formate da una o più catene.

amminoacidiche che contengono al loro interno un gruppo funzionale amminico (un comp dell'azoto). Il contenuto di azoto nelle proteine oscilla tra il 15.5% e il 18.9%

Il contenuto proteico di un alimento è valutato dal suo tenore in azoto, determinato con il metodo Kjeldahl. Il metodo Kjeldahl valuta la maggior parte dell'azoto presente nell'alimento, esclusi i nitrati, i nitriti, e taluni composti azotati ciclici.

Le proteine vengono quantificate moltiplicando il contenuto di azoto totale per un fattore che in genere è 6.25.

Sono previsti tre step analitici:

  1. Digestione del materiale a caldo con acido solforico e conversione dell'azoto organico in solfato d'ammonio non volatile (a)
  2. Neutralizzazione del digerito con una base (in eccesso) formando ammoniaca (b), distillata ed intrappolata come ammonio in una soluzione di acido borico (in quantità nota) (c)
  3. L'acido borico restante viene retro-titolato con NaOH

I risultati vengono indicati come % o mg di azoto.

Che può essere convertito in proteine utilizzando fattori di conversione

Lezione 03919. Che cosa sono le vitamine?

Le vitamine, sostanze organiche di diversa e complessa struttura chimica, sono dei micronutrienti indispensabili per lo svolgimento di determinati processi metabolici e/o funzioni del vivente. Sono componenti "essenziali" della dieta e pertanto devono essere forniti come tali o sotto forma di precursori diretti, le provitamine, con l'alimentazione giornaliera. Classificate in passato con le lettere dell'alfabeto (tale uso perdura tuttora per comodità), sono attualmente identificate con un nome che fa riferimento alla funzione o alla struttura chimica. In passato la quantificazione dell'attività vitaminica veniva espressa in unità internazionali (UI). L'Unità internazionale è un'unità di misura della quantità di una sostanza, basata sul suo effetto ovvero sulla sua attività.

Lezione 04011. Le vitamine liposolubili provengono tutte da fonti alimentari?

Motiva la risposta

Le vitamine liposolubili, come dice il nome, sono molecole affini alle sostanze grasse. Si tratta delle vitamine A, D, E e K, molecole responsabili dell'integrità delle membrane delle nostre cellule. La Vitamina K, inoltre, svolge un ruolo fondamentale nella sintesi di alcune proteine importanti nella coagulazione del sangue. La Vitamina A o retinolo è una vitamina presente negli alimenti di origine animale ma anche in alcuni vegetali. La Vitamina D o calciferolo si trova negli alimenti di origine animale ma viene anche prodotta dall'irradiazione con i raggi ultravioletti del 7-deidrocolesterolo presente nella pelle. La Vitamina E o tocoferolo si trova negli oli vegetali, in particolare in quello di germe di grano vinaccioli e sesamo, nei semi oleosi e nella frutta secca, tra cui mandorle e nocciole. La vitamina K si trova nella frazione lipidica di molti

Alimenti, anche di origine vegetale come il cavolo riccio, le cime di rapa, gli spinaci e i broccoli. Una forma di Vitamina K (Menachinone o K2) viene prodotta da batteri a livello intestinale, ed è dunque di origine endogena. Ne segue che non tutte queste vitamine provengono da fonti alimentari.

Perché la vitamina E è un antiossidante? La vitamina E, o tocoferolo, è una vitamina liposolubile, che viene accumulata nel fegato e non è dunque necessario assumerla con regolarità, attraverso i cibi. Il corpo la rilascia a piccole dosi quando il suo utilizzo diventa necessario. La vitamina E è sensibile al calore e alla luce, quindi tende a degradarsi in presenza di alte temperature. La vitamina E, o tocoferolo, è la più diffusa e comune tra le vitamine e ha proprietà antiossidanti, combatte i radicali liberi e favorisce il rinnovo cellulare. Le sue caratteristiche la rendono un importante strumento di prevenzione al cancro.

– tral’altro protegge l’organismo dai danni dell’inquinamento e del fumo di sigaretta – oltreche di assimilazione delle proteine.

Lezione 04108. Quali sono le Vitamine idrosolubili?

Le vitamine idrosolubili sono:

  • Tiamina (vit. B1)
  • Riboflavina (vit. B2)
  • Niacina (vit. PP)
  • Acido pantotenico
  • Piridossina (vit. B6)
  • Biotina
  • Acido folico
  • Cobalamina (vit. B12)
  • Acido ascorbico (vit. C)

09. Cosa sono i folati e in quali alimenti si trovano?

Le vitamine più instabili includono: folati. sono anche noti con il nome di vitamina B9.

Sono vitamine idrosolubili, vale a dire capaci di sciogliersi in acqua, e appartengono alle vitamine del gruppo B, importantissime per l'organismo per le loro molteplici funzioni. In particolare, queste sostanze sono coinvolte nel metabolismo degli acidi grassi, degli amminoacidi (i “mattoni” che compongono le proteine) e degli acidi nucleici (per esempio il DNA) e sono fondamentali per la funzionalità dei globuli

dalla forma chimica dei minerali, dalla presenza di altre sostanze che possono favorire o ostacolare l'assorbimento dei minerali, dalla cottura degli alimenti, dalla presenza di fibre alimentari e dalla presenza di sostanze antinutrizionali. Alcuni esempi di fattori che influenzano la biodisponibilità dei minerali sono: la presenza di acido citrico nel succo di limone che favorisce l'assorbimento del ferro non eme, la presenza di calcio che può ostacolare l'assorbimento del ferro, la cottura degli alimenti che può alterare la forma chimica dei minerali rendendoli più o meno disponibili per l'assorbimento, la presenza di fibre alimentari che possono legare i minerali e ostacolarne l'assorbimento, la presenza di sostanze antinutrizionali come gli acidi fitici che possono legare i minerali e renderli indisponibili per l'assorbimento.dal tipo di alimento(interazioni con altri costituenti dell’alimento): I minerali contenuti in alimenti di origine animale vengono facilmente assorbiti in quanto non sono presenti i “ligandi” tipici dei prodotti vegetali (es. Fitati, fibra alimentare) alcune interazioni sono ad esempio: le Interazioni Fibra‐minerali: elevati intake di fibra alimentare riducono l’assorbimento di minerali (es. calcio, ferro, magnesio, fosforo) impedendo l’assorbimento; formazione complessi insolubili (fitati: Inositolo esafosfato, IP6)) I fitati sono degli efficaci chelanti degli ioni, con i quali formano complessi insolubili, (soprattutto con il ferro e lo zinco). Lezione 04507. Descrivi la composizione del latte: il latte è una miscela complessa in cui i componenti si trovano nella soluzione e rispetto al solvente acqua in: fase di soluzione (zuccheri, sali, vitamine idrosolubili, sostanze azotate non proteiche); fase colloidale (proteine, parte dei fosfati e citrati).

Il tipico aspetto bianco opaco del latte deriva dall'assorbimento e diffusione della luce da parte dei globuli di grasso emulsionati nel siero. Questi globuli sono circondati da una membrana proveniente dal tessuto mammario che protegge i lipidi. Per questo motivo, anche il latte scremato mantiene il colore bianco.

Il sapore del latte è leggermente dolce per la presenza di lattosio. Il latte non possiede un odore proprio, ma assorbe gli odori esterni.

Il grasso nel latte è presente in emulsioni sotto forma di globuli circondati da una membrana e emulsionati nel siero. Essi hanno un peso specifico inferiore a quello dell'acqua, quindi nel latte appena munto si portano in superficie e affiorano col passare del tempo formando una crema. Questi globuli, col tempo, si separano dal siero. Questo fenomeno è detto affioramento, a meno che il latte non venga omogeneizzato.

dall'azione delle lipasi presenti
Dettagli
A.A. 2023-2024
39 pagine
SSD Scienze chimiche CHIM/10 Chimica degli alimenti

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Scienze_Bioloche_eCampus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Chimica degli alimenti e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Cautela Domenico.