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HIGH LOW LEVEL OF INTEREST. HIGH
Nella tabella vengono definiti 4 tipologie di stakeholder:
Minimal effort: vengono definiti i soggetti che mostrano nei confronti dell’organizzazione un interesse minimo. Infatti
hanno sull’asse delle ordinate rappresentato dal potere, un livello di sforzo molto basso e così anche sull’asse delle
ascisse, rappresentato dal livello di interesse.
Keep informed: vengono definiti i soggetti che si tengono informati sulla situazione dell’organizzazione. Hanno un basso
potere sull’asse delle ordinate rappresentato dal potere, ma un alto punteggio sull’asse delle
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ordinate rappresentato dal livello di interesse. C. Keep satisfied: vengo definiti i soggetti che si ritengono soddisfatti del
loro ruolo nei confronti dell’organizzazione. Hanno un livello di potere alto rappresentato sull’asse delle ordinate, ma un
basso livello di interesse rappresentato sull’asse delle ascisse.
D. Key players: vengono definiti i soggetti che hanno a disposizione le “chiavi del gioco” nei confronti dell’organizzazione.
Hanno un livello di potere alto rappresentato sull’asse delle ordinate ed un alto livello di interesse rappresentato
sull’asse delle ascisse.
Cosa si intende nel dettaglio per stakeholder?
sono i portatori di interesse che ruotano intorno all’organizzazione. Rappresentano l’universo delle persone e delle
entità interessate ai prodotti, ai servizi, allo stato ed al benessere dell’organizzazione. Una volta venivano identificati con
i clienti, gli investitori, i fornitori e i dipendenti dell’impresa (i cosidetti stakeholder tradizionali). Oggi si tende ad
allargare il mix degli stakeholder includendo anche i regolatori, i gruppi di pressione, l’opinione pubblica ed i media, la
comunità, i concorrenti, i potenziali dipendenti, i potenziali investitori, i partner, ed altri ancora (i cosidetti stakeholder
emergenti). Visto l’ampliamento del mix di stakeholder, gestirne le relazioni è diventato decisamente più complesso che
in passato, anche se, nella maggior parte dei casi, i collegamenti più stretti rimangono quelli con un gruppo limitato: gli
investitori, i clienti, i dipendenti, i fornitori ed i regolatori. In dipendenza dall’importanza strategica di questi stakeholder
per il business dell’impresa, sarà opportuno definire obiettivi ed indicatori che tengano conto della loro soddisfazione e
del contributo che questi possono dare al successo dell’impresa.
Quali sono le principali differenze nei target della comunicazione esterna e quelli della comunicazione interna?
Nella comunicazione interna il target è il pubblico interno quindi tutti i dipendenti e i collaboratori, coloro che lavarono
all’interno dell’impresa nell’ambito di un’organizzazione dal livello di direzione fino a qualunque livello della gerarchia.
Es: impiegati, operai, dirigenti, soci, etc.Il pubblico di riferimento è noto fin dal principio
Il target della comunicazione esterna sono i pubblici esterni e sono tutti coloro che sono in relazione o hanno degli
interessi con l’impresa al di fuori della sua organizzazione e sono: clienti/utenti; autorità ed istituzioni; fornitori; partner
o corrispondenti; concorrenti; opinione pubblica e media. A differenza del target della comunicazione interna,
quest'ultimo non è noto all'impresa fin dal principio, ma deve essere prontamente e correttamente individuato per la
buona riuscita della comunicazione d'impresa.
Cosa si intende per crisis management? Illustrate le varie tipologie di crisi in cui può incorrere un’azienda e lo strumento
principale che aiuta a fotografarla e gestirla.
Una crisi rappresenta per l’organizzazione un danno potenzialmente incalcolabile che, se va ad intaccare la sua immagine
e la sua reputazione agli occhi del mercato, potrebbe far rischiare all’azienda l’uscita dal mercato stesso e, quindi,
arrivare, in casi estremi, a far cessare la propria attività.
Per affrontarla in maniera ottimale è necessario pianificare nel dettaglio quale strategia di comunicazione si debba
adottare. Tutto questo al fine di limitare i danni e di trovare poi, una via d’uscita, che sia la più possibile condivisa dal
gruppo di esperti chiamata a gestire la crisi stessa, (comitato di crisi), insieme al management dell’impresa.
E’ necessario precisare che il termine “crisi”, in realtà, può descrivere una varietà di situazioni, quali:
Le crisi traumatiche, riconducibili a cause diverse, come un evento catastrofico di carattere naturale, azioni delittuose
compiute da terzi contro l’impresa o il verificarsi di errori aziendali, sono sempre caratterizzate da un evento
sconvolgente che impone un’immediata reazione;
Le crisi gestionali, che si verificano in relazione a squilibri di carattere economico –finanziario che possono registrarsi nel
corso della vita dell’azienda.
Le tipologie di crisi mutano in funzione delle variabili adottate. Sostanzialmente vi sono varie tipologie di crisi:
crisi causata dalla perdita della capacità espansiva, dovuta per esempio all’intraprendenza dei concorrenti, oppure ad un
successo di un prodotto o ancora ad una contrazione della domanda nello specifico settore merceologico
crisi causata dalla perdita di stabilità per l’avverarsi di un evento imprevisto, come un
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incidente di qualsiasi tipo che incida in maniera negativa sui rapporti di fiducia interni ed esterni all’impresa
Lo strumento che può essere utilizzato per far fronte a situazioni impreviste passa attraverso la preparazione di un piano
di crisi, che sia antecedente all’avvenimento. I piani di crisi sono documenti formali, che l’organizzazione deve stilare in
maniera preventiva al fine di programmare quale metodologia di lavoro dovrà essere adottata al verificarsi di una crisi.
Se questi feedback vengono disattesi possono creare un danno enorme all’organizzazione.
Infatti, se le critiche sono saltuarie, si trovano ad un livello minimo di criticità che, comunque, dovrà essere analizzato
dall’impresa.
Ma quando il grado di criticità sale ad un livello che potremmo definire “attivo”, la soglia di attenzione
dell’organizzazione dovrà aumentare e portare allo studio di contromosse sostanziali.
Se, infine, il grado di criticità dovesse aumentare in maniera ulteriore la propria intensità, l’azienda si troverebbe di
fronte alla vera e propria “anticamera” della crisi.
Da qui si evince come, sovente, le organizzazioni possano gestire le crisi in maniera graduale, avendo la capacità di
cogliere in modo costante i segnali che le arrivano dai diversi pubblici, siano essi interni o esterni all’impresa.
Che cosa si intende per matrice tows? Approfondite i dettagli applicativi.
La Matrice Tows (questo è anche l’altro nome con cui è conosciuta la matrice SWOT), è un’analisi di supporto alle scelte
che risponde ad un’esigenza di razionalizzare ed ottimizzare i processi decisionali dell’organizzazione nell’ambito di una
specifica situazione e al fine di raggiungere un determinato obiettivo. La matrice TOWS può essere inserita nel piano di
crisi predisposto dall’organizzazione al fine di individuare nel dettaglio tutti gli elementi su cui basare poi la gestione
della crisi.
Un’azienda in quali casi specifici può utilizzare la matrice swot? Illustratene in dettaglio le applicazioni.
Illustrate graficamente la matrice swot e descrivetene nel dettaglio la sua origine e i vari quadranti della matrice.
L’analisi SWOT è un’analisi di supporto alle scelte che risponde ad un’esigenza di razionalizzazione dei processi
decisionali. E’ una tecnica sviluppata da più di cinquant’anni come supporto alla definizione di strategie aziendali, in
contesti caratterizzati dai incertezza e forte competitività. A partire dagli anni ‘80 è stata utilizzata come supporto alle
scelte di intervento per le aziende allo scopo di analizzare scenari alternativi di sviluppo. Oggi l’uso di questa tecnica è
stato esteso alla diagnosi di altri ambiti aziendali, in particolare quando ci si trova al cospetto di un’azienda in fase di
starting up e di crisi. La quantità di dati raccolti con questo sistema è fondamentale per delineare le politiche e le linee di
intervento. La validità della SWOT in termini di efficacia è legata in maniera diretta alla completezza dell’analisi
preliminare.
Attraverso questo tipo di analisi è possibile evidenziare i punti di forza e di debolezza al fine di fare emergere le
opportunità e le minacce che derivano dal contesto esterno cui sono esposte le specifiche realtà settoriali. La SWOT
consente inoltre di distinguere fattori esogeni ed endogeni. Infatti i punti di forza e debolezza sono da considerarsi
fattori endogeni, mentre rischi e opportunità fattori esogeni.
I fattori endogeni sono tutte quelle variabili che fanno parte integrante del sistema e sulle quali è possibile intervenire.
I fattori esogeni invece sono quelle variabili esterne al sistema che possono però condizionarlo. Su di esse non è possibile
intervenire direttamente, ma è necessario tenerle sotto controllo, in modo da sfruttare gli eventi positivi e prevenire
quelli negativi. Ad Albert Humphrey, che ha guidato un gruppo di ricerca dell’Università di Stanford a cavallo tra gli anni
Sessanta e Settanta, è attribuita dell’elaborazione dell’analisi SWOT, uno strumento che risulta efficace nella
pianificazione strategica all’interno dell’impresa nei casi di crisi (e di starting up).
L’analisi prende in considerazione:
Strenghts: valutano i punti di forza; •Weaknesses: valutano i punti di debolezza; •Opportunities: valutano le opportunità;
•Threats: valutano le minacce. lOM oA R cP S D| 9679654
Definite che cosa si intende per Comunicazione finanziaria, i suoi obbiettivi ed elencate qualche tipologia di Media a cui
si riferisce.
di medie dimensioni anche la componente finanziaria riveste oggi un
ruolo molto importante e strategico, sia per l’azienda stessa, sia per chi voglia conoscere i movimenti che l’azienda
apporta dentro la propria organizzazione.
Molte strutture oggi, sono quotate in Borsa, oppure hanno “interessi economici” che spaziano dall’attività principale che
rappresenta il “core business” dell’impresa fino a portare l’impresa stessa ad essere attiva in ambiti totalmente differenti
da quelli che originariamente erano peculiari per l’azienda.
Oggi, questo tipo di comunicazione diviene fondamentale ed assume un ruolo strategico nei confronti degli interlocutori,
sia che si tratti dei cosiddetti stakeholder oppure che si tratti semplicemen