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DA UN MODELLO “SHAREHOLDER” A UN MODELLO “STAKEHOLDER”
Le aziende possono essere orientate secondo due modelli principali. L’azienda orientata agli:
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SHAREHOLDER questo approccio segue la TEORIA NEOCLASSICA dell’impresa, formulata da Milton
Friedman nei suoi due studi fondamentali del 1962 e 1970. Secondo questa visione:
o L’obiettivo primario dell’azienda è massimizzare i profitti per gli azionisti (shareholder);
o Sebbene esistano molti stakeholder, gli azionisti hanno un’importanza superiore rispetto agli altri;
o L’azienda ha relazioni unidirezionali con gli stakeholder, i quali dipendano da essa e non viceversa.
Questa teoria è stata ampiamente applicata, ma anche criticata. Con il tempo, la percezione delle aziende è
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cambiata, portando a un nuovo ordine di priorità degli stakeholder il 19 agosto 2019, la BUSINESS
ROUNDTABLE (un’associazione di grandi aziende statunitensi) ha ridefinito il ruolo dell’impresa, dichiarando
che il suo scopo non è solo generare valore per gli azionisti, ma anche per gli altri stakeholder fondamentali.
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Il nuovo ordine di priorità: CLIENTI DIPENDENTI FORNITORI COMUNITÀ LOCALI SHAREHOLDER.
↳ Questa dichiarazione ha sostituito quella del 1997, in cui il primo nell’ordine era lo shareholder. La nuova
dichiarazione si chiama “Statement on the Purpose of a Corporation”.
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STAKEHOLDER questo modello nasce con la TEORIA SOCIOECONOMICA dell’impresa, elaborata da
Edward Freeman nel 1984 nella sua opera “Stakeholder Theory”.
o Non esiste un primato degli shareholder sugli altri stakeholder;
o L’azienda ha una responsabilità verso tutti gli stakeholder, e non solo verso gli azionisti;
o Si basa su un principio di interdipendenza reciproca: gli stakeholder hanno bisogno dell’azienda, ma
anche l’azienda ha bisogno di loro.
Questo cambiamento è stato formalizzato nella dichiarazione della Business Roundtable, in cui gli azionisti
forniscono liquidità e ricevono rendite, ma il loro capitale non avrebbe valore senza il contributo degli altri
stakeholder (sono individui o gruppi influenzati dalle decisioni aziendali e possono influenzare l’impresa).
TIPOLOGIE DI STAKEHOLDER
Possiamo distinguere gli stakeholder in due categorie principali:
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STAKEHOLDER PRIMARI/ECONOMICI hanno una relazione diretta con l’azienda basata su uno
scambio economico.
1. Clienti e consumatori: scambiano denaro per bani e servizi.
2. Azionisti e investitori.
3. Dipendenti e manager: ricevono stipendi in cambio del loro lavoro.
4. Fornitori e distributori: partecipano al ciclo produttivo ed economico dell’azienda.
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STAKEHOLDER SECONDALI/MORALI non hanno un legame economico diretto, ma possono
comunque influenzare l’azienda.
5. Media: diffondono informazioni e monitorano l’operato dell’azienda.
6. Comunità locali: sono influenzate dall’attività dell’azienda e ne influenzano la reputazione.
7. Associazioni e gruppi di pressione: come Greenpeace.
8. Istituzioni pubbliche e politici: definiscono regolamenti e leggi che influenzano l’attività aziendale.
↳ Dalla teoria degli stakeholder deriva un principio fondamentale: tutti gli stakeholder sono importanti e
devono essere coinvolti nella strategia aziendale.
PRINCIPALI AREE DELLA COMUNICAZIONE D’IMPRESA
Le aree della comunicazione d’impresa si riferiscono a specifici gruppi di stakeholder e alla gestione delle
relazioni con loro. Queste aree si distinguono in diverse tipologie, a seconda degli interlocutori e degli
obiettivi della comunicazione aziendale:
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COMUNICAZIONE FINANZIARIA rivolta a investitori, finanziatori e azionisti. Gestisce le relazioni con
chi fornisce all’azienda le risorse finanziarie, sia attuali che potenziali.
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COMUNICAZIONE DI FILIERA riguarda i partner commerciali (distributori) e produttivi (fornitori di
materie prime, servizi di consulenza e conoscenze). Fa riferimento alla supply chain, ovvero alla rete di
aziende che collaborano per offrire un prodotto o un servizio finale (si sviluppa in ambito B2B).
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COMUNICAZIONE DI MARKETING gestisce le relazioni con clienti finali (consumatori) e intermedi.
L’obiettivo è creare e mantenere relazioni di fiducia con questi stakeholder.
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COMUNICAZIONE CORPORATE si suddivide in sub-aree specializzate:
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o Comunicazione interna rivolta a manager e collaboratori per rafforzare il senso di appartenenza
e la condivisione di obiettivi aziendali.
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o Relazioni con i media si occupa della visibilità sui media, considerati sia come stakeholder diretti
sia come intermediari tra l’azienda e il pubblico.
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o Corporate citizienship communication cura le relazioni con stakeholder che mostrano interesse
per l’etica e la responsabilità sociale dell’azienda. Coinvolge comunità locali, associazioni e gruppi
di pressione, con particolare attenzione, ad esempio, alla sostenibilità ambientale, equità lavorativa.
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o Pubblic affairs e lobbying mira a influenzare le decisioni pubbliche e istituzionali, interagendo
con gruppi politici, istituzionale e regolatori.
Ulteriori aspetti della comunicazione corporate (comunicazione legata all’identità aziendale):
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o Governo di reputazione e identità gestione degli elementi distintivi dell’identità aziendale e
della loro espressione in tutte le forme di comunicazione.
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o Crisis e issue management strategie per gestire eventi critici che possono danneggiare azienda,
come critiche da stakeholder insoddisfatti, errori produttivi o disastri naturali (terremoti, alluvioni).
LA DIREZIONE COMUNICAZIONE E LE ALTRE
DIREZIONI AZIENDALI
L’organigramma di un’azienda rappresenta la struttura
organizzativa e le responsabilità delle diverse funzioni
aziendali. La comunicazione è distribuita tra più direzioni,
ognuna delle quali gestisce le relazioni con specifici
stakeholder:
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Comunicazione finanziaria DIREZIONE FINANZIARIA si occupa della comunicazione con azionisti,
investitori e istituti finanziari.
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Comunicazione di Filiera DIREZIONE VENDITE mantiene rapporti con distributori e fornitori
all’interno della catena produttiva.
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Comunicazione di Marketing DIREZIONE MARKETING rivolta a clienti attuali e potenziali per
promuovere il brand e i prodotti.
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Comunicazione interna DIREZIONE RISORSE UMANE (HR) riguarda le relazioni con dipendenti,
manager e sindacati.
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Corporate communication DIREZIONE COMUNICAZIONE coordina la comunicazione con
istituzioni pubbliche, media, gruppi di pressione e comunità locali. Inoltre, sovrintende diverse sub-aree
specializzate (media relations, public affairs, lobbying, gestione della crisi, comunicazione interna, etc.)
↳ ha inoltre il ruolo di coordinare tutte le attività di comunicazione aziendale.
LE FUNZIONI DELLA DIREZIONE COMUNICAZIONE
La Direzione Comunicazione ha un ruolo centrale nella gestione della comunicazione aziendale e opera su
due livelli: →
1. In relazione agli stakeholder specifici si occupa di creare e diffondere contenuti e messaggi per
comunicare con diversi gruppi di interesse (clienti, fornitori, media, istituzioni, dipendenti, ecc.).
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2. A livello aziendale complessivo garantisce una comunicazione coerente, contribuendo alla
costruzione dell’identità dell’azienda e alla gestione della sua reputazione.
All’interno della Direzione Comunicazione esistono diverse aree specializzate (le sub-aree) che si occupano
di aspetti specifici. Ogni area della comunicazione utilizza strumenti specifici, definiti “COMMUNICATION
MIX”, che variano in base agli obiettivi e al pubblico di riferimento. Esempi:
• Eventi e Sponsorizzazioni.
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Gestione social media sia interni (dipendenti) che esterni (pubblico).
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Identità visiva logo, clori aziendali, immagine coordinata.
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Editoria aziendale produzione di contenuti come magazine aziendali, bilanci sociali.
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Grossroots campaign iniziative di coinvolgimento diretto del pubblico o della comunità.
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Testimonial e influencer marketing utilizzo di personaggi influenti per promuovere il brand.
DIFFERENZA TRA CORPORATE COMMUNICATION E COMUNICAZIONE D’IMPRESA
Comunicazione d’impresa Corporate Communication
La disciplina Sì Sì
La direzione aziendale No Sì
L’area specializzata che si No Sì
occupa di comunicazione COMUNICAZIONE D’IMPRESA: DEFINIZIONE
La comunicazione d’impresa include il complesso delle attività di relazione con gli stakeholder finalizzate a
sostenere il successo dell’azienda attraverso la generazione di risorse di valore. Le relazioni con specifici
gruppi di stakeholder configurano le aree della comunicazione d’impresa: corporate, di marketing,
finanziaria, di filiera. La comunicazione d’impresa è una funzione manageriale e strategica che offre in
ambito corporate un framework per il governo delle relazioni con gli stakeholder dell’azienda basato sulla
comprensione e la co-creazione di significato e di valore per stabilire e mantenere una reputazione
favorevole. Inoltre, assicura l’integrazione tra le diverse aree della comunicazione e le attività di relazione
attraverso il coordinamento. E infine presidia in modo specifico l’area della comunicazione corporate che
include: governo di reputazione e identità, relazioni con i media, public affairs e lobbying, corporate
citizenship communication, crisis e issue management, comunicazione interna. Il management della
comunicazione d’impresa è affidato alla Direzione Comunicazione o altra forma di presidio organizzativo.
SPIEGAZIONE DELLE PAROLE IN GROSSETTO:
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FUNZIONE MANAGERIALE è un insieme di processi strutturati che devono essere pianificati, attuati
e valutati. Chi lavora nella comunicazione d’impresa deve conoscere strumenti e metodi manageriali
per garantire che le strategie siano efficaci e coerenti con gli obiettivi aziendali.
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FUNZIONE STRATEGICA ha un ruolo strategico perché contribuisce direttamente al raggiungimento
degli obiettivi aziendali, aiutando a costruire e mantenere buone relazioni con gli stakeholder.
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AMBITO CORPORATE la comunicazione d’impresa si distingue da altre forme di comunicazione
(come quella pubblicitaria o di intrattenimento) perché riguarda l’azienda nel suo insieme. Il termine
“corporate” indica che la comunicazione riguard