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EQUINI
Sono entrati a pieno diritto nella pet-terapy ed ormai vengono visti come animali da
compagnia e non più da produzione di carne o lavoro.
Oggi il cavallo viene allevato in condizioni di:
➢Isolamento sociale
➢Errata alimentazione
Questo tipo di gestione porta ad avere ricadute negative sullo stato di benessere.
Analizzando il comportamento e la gestione degli animali nei maneggi, vediamo che
c’è una forte divergenza con il benessere: diamo una valutazione emotiva sul
benessere del nostro animale.
Tutti gli animali sono sociali, anche l’equino se vive all’aperto tende a costituire un
gruppo costituito principalmente da femmine con la prole all’interno del quale c’è il
maschio che vive in contatto con le femmine e diventa il capo. Il fatto di tenerlo
separato in box non è il comportamento adatto. Per il pregio che hanno alcuni cavalli a
livello sportivo, lasciarli liberi può comportare lesioni che compromettono l’attività
agonistica.
L’alimentazione: è monogastrico erbivoro ed ha bisogno di una certa quantità di
foraggio e non solo concentrati: un alimentazione con solo concentrati provoca delle
coliche che possono portare anche alla morte. Se forniamo prevalentemente amidi con
i concentrati, cioè zuccheri fermentescibili, andremo a modificare la flora microbica
che si trova nella parte terminale dell’intestino dove avvengono tutte le fermentazioni
della fibra e amido che nel ruminante avvengono a livello del rumine.
Dedica buona parte del suo tempo all’alimentazione e se non raggiunge la quota
necessaria a sfamarlo può continuare il pascolamento anche nelle ore della notte.
(30.000 bocconi – 60.000 atti masticatori) La conseguente attività masticatoria
produce saliva (40 l),che regola il pH dello stomaco a 6 e la riduzione della produzione
di saliva (alimentazione prevalente di concentrati) può determinare coliche o problemi
comportamentali. Il cavallo al pascolo dedica 50-75% (13-18 ore) di tempo ad
alimentarsi ed il restante è dedicato ad altre attività.
Al pascolo il cavallo visita regolarmente le zone dove sono presenti le specie preferite
e l’individuazione dei vegetali avviene attraverso caratteristiche sensoriali come:
❑Forma,
❑Colore
❑Consistenza
❑Sapore.
Gli intervalli tra un pasto e l’altro sono molto brevi e solo raramente i cavalli possono
interrompere la ricerca dell’alimento per più di 4 ore, questo perché ha uno stomaco
piccolo che si svuota velocemente.
All’interno del gruppo inoltre si stabiliscono dei rapporti di tipo affiliativo (cure
reciproche, riposare insieme). In natura le fattrici instaurano un rapporto affiliativo solo
con 1-2 partner sociali oltre alla prole quindi, se isolate, possono manifestare stress.
Se un soggetto è interessato ad intraprendere un nuovo rapporto l’affiliato tende ad
intervenire.
Gli stalloni in natura vivono assieme al gruppo e alla prole (harem), in alcuni casi si è
visto che possono tollerare la presenza di uno stallone giovane se può migliorare la
funzione di difesa. A volte viene inserito l’asino perché ha un’innata capacità difensiva
del gruppo.
I giovani puledri vengono tollerati nel branco fino a quando non cercano di accoppiarsi
(3 anni). Le femmine tendono ad allontanarsi dal branco quando manifestano il primo
estro in quanto si rifiutano di accoppiarsi con lo stallone presente nel gruppo.
La gestazione dura generalmente 340 d e sono in grado di controllare il momento
specifico del parto che generalmente avviene durante le ore più tranquille. Il parto
presenta 3 fasi:
1) Periodo pre-parto: notevole agitazione, può durare da pochi minuti a qualche
giorno.
2) Periodo espulsivo: si ha la rottura del sacco, la fattrice si sdraia sul fianco presenta
spinte espulsive regolari che possono interrompersi se l’animale viene disturbato. La
durata va da 10’-30’ fino all’espulsione del tronco.
3) Periodo post-partum: la cavalla rimane sdraiata per 15-20’. Successivamente la
fattrice lecca il puledro e nitrisce stabilendo il rapporto madre-figlio. Quindi si ha
l’espulsione della placenta, inizialmente la madre è molto protettiva.
Appena il puledro si alza la madre si alza per allattarlo, guida il puledro e lo lascia
succhiare 20’. Sia l’eiezione del latte che la suzione sono fondamentali per la
formazione del legame materno-filiale. La fattrice produce latte se è presente il
puledro.
Gli allattamenti sono molto frequenti.
❖Nel primo giorno l’allattamento avviene circa ogni ora.
❖Nella prima settimana la fattrice interrompe circa la metà delle sedute di
allattamento; è il puledro che cerca la madre e rimane ad una distanza di 5m.
❖Successivamente il puledro può assumere il latte anche durante la fase di
alimentazione della fattrice.
Il puledro inizia quasi subito a giocare (2°d) evolvendo entro il 1° mese in gioco
sociale. Con il trascorrere del tempo il puledro si allontana mentre la madre cerca di
mantenere il rapporto.
Fattori che possono influenzare il rango gerarchico
Il peso è un elemento determinante, più è grande e più ha una maggiore posizione
sulla linea gerarchica. L’età è importante per tuttl le specie, così come la presenza e
assenza di corna. Il sesso può influire o no come nel caso dei caprini ovini dove non c’è
una scala gerarchica, ma c’è un leader.
Momento e durata del parto nelle diverse specie domestiche
le specie, solitamente partoriscono di
giorno nelle prime ore della mattina o
nel tardo pomeriggio, anche in
allevamento.
Bovina e scrofa impiegano anche 4 ore,
mentre gli ovi caprini impiegano meno
tempo di tutti (30-60 min)
Frequenza allattamento nella prima settimana ed età di svezzamento
ci riferiamo allo stato naturale. Per i bovini, la
madre porterebbe avanti il vitello fino a 10
mesi d’età, la fattrice anche 8 mesi d’età e
questo non si discosta molto
dall’allevamento visto che il puledro rimane
con la madre fino a 6-8 mesi. Il bovino ha
subito variazioni che a seconda del tipo di
allevamento e specializzazione produttiva
può portare a non avere nessun rapporto
d’allattamento con il vitello o tenerlo al
massimo 6 mesi. Le razze da carne in allevamento possono tenere il vitello fino a 6
mesi di media. Anche per gli ovi-caprini è in funzione alla specializzazione produttiva.
Se sono razze da latte, nelle aziende intensive, il capretto viene tolto subito, mentre in
allevamento semi-intensivo il capretto può stare con la madre per un mese e quindi la
produzione di latte per il primo mese è destinata al capretto, poi viene svezzato. Per la
produzione da carne, l’allattamento può durare 60 gg e dipende da come si vuole
portare avanti l’allevamento del capretto o la gestione della stalla. Il suino ha almeno
una gestione naturalmente e svezzamento a 4 mesi, nel convenzionale da 21 a 28 gg
d’allattamento e nel biologico 60 gg.
Comportamento neonatale il suinetto è il più reattivo, si alza e se non ha
impedimenti si allontana. Il puledro è il più
lento perché impiega circa 1 ora. Sono
comunque tutti indipendenti dal punto di
vista motorio in tempi molto brevi.
L’animale deve poter godere delle 5 libertà:
✓Libertà dalla fame, sete, malnutrizione;
✓Libertà dal disagio ambiente appropriato alle sue necessità;
✓Libertà dal dolore, lesioni, malattie;
✓Libertà di manifestare il proprio comportamento;
✓Libertà da paura e stress.
Questi concetti di base sono stati espressi nella dichiarazione universale dei diritti
dell’animale presso la sede dell’Unesco a Parigi il 15-10-1978.
“Articolo 9: Nel caso che l'animale sia allevato per l'alimentazione, deve essere
nutrito, alloggiato, trasportato e ucciso senza che gli vengano causati angoscia e
dolore.”
Nel trattato firmato a Lisbona il 13 dicembre 2007 dai 27 Paesi dell’UE (già nel Trattato
di Amsterdam del 1999 “pieno riguardo” e “esseri senzienti”)
Si inizia a dichiarare che gli animali sono "esseri senzienti" e si riconosce loro la
capacità di sviluppare processi cognitivi per valutare situazioni e atteggiamenti
favorevoli o sfavorevoli. Può provare dei sentimenti, può memorizzare determinate
situazioni e confrontarsi su quelli che sono i ricordi acquisiti.
L’uomo ha quindi un obbligo morale e giuridico nei confronti di tutti gli animali
utilizzati e tale obbligo impone di non causare loro mai danni gravi.
Se l’animale non riesce a comportarsi in modo naturale, ci possono essere delle
ripercussioni a livello fisiologico, anche per l’animale, una situazione di stress può
provocare un aumento del battito cardiaco (tachicardia), aumento della pressione
ematica, ridotta attività gastrointestinale, Aumento della secrezione di adrenalina e
noradrenalina (catecolamine) ed Ulcere gastriche (ne soffre particolarmente il suino
nella fase di allevamento). Queste protratte nel tempo possono provocare malattie
cardiovascolari ed alterazione del sistema immunitario nei confronti di alcune
infezioni, oppure risposte tipo fuga o lotta, oppure risposte passive croniche tipo
depressione o difesa.
Ambienti non naturali; Sovraffollamento; Convivenza forzata Rapporti sociali
squilibrati ed instabili tra animali. Stato di depressione dei singoli soggetti.
Gli allevatori devono controllare lo stato di benessere dell’animale (quindi si deve
abituare alla presenza dell’uomo) attraverso la verifica di segni fisici valutando:
Feci (consistenti) Respiro (normale)
Assenza di lesioni Occhi vivaci
Tonicità muscolare Mantello lucido e pulito
Assenza stereotipia Buona condizione generale
Attraverso la consistenza delle feci si capisce se l’animale è in buono stato di salute,
se gli alimenti che stiamo fornendo sono elaborati dall’apparato digerente ed i principi
nutritivi vengono assorbiti o viceversa (magari brutti cambiamenti dell’alimento
portano a delle feci morbide, troppi semi che rimangono integri); le lesioni sono
importanti da controllare perché possono dipendere da altri animali o da una sbagliata
progettazione della stalla.
Ambiente, strutture, manipolazioni, addetti: sono importanti. Ci possono essere delle
schede da far compilare agli addetti formati per quanto riguarda il benessere. In
questa scheda sono presenti le strutture, l’ambiente, le manipolazioni ed il rapporto
operatore-animale; limitazioni sociali, genetica, mutilazioni ed alimentazione sono dei
fattori critici degl