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B) ESPLOSIONI DEMOGRAFICHE IMPROVVISE:
non frequenti e non cicliche. Sono dovute al
contemporaneo verificarsi di eventi favorevoli
agli animali e avversi alla resistenza dei
popolamenti forestali. Se non vengono presi
provvedimenti immediati possono determinare
danni elevati in breve tempo. TEMPO 13
Es. – A fine aprile-inizio giugno le femmine risalgono il fusto e depongono 20-30 uova in
Cephalcia arvensis
piccoli gruppi sugli aghi. Le larve si nutrono degli aghi degli anni precedenti; il periodo di alimentazione si
protrae fino ad agosto. Le larve si lasciano cadere e si impupano nel terreno. Si distinguono in:
Eoninfe, non hanno l’occhio formato: rimarranno nel terreno per un anno;
Proninfe, hanno l’occhio definito: nella primavera successiva si trasformeranno in pupe e vi sarà la comparsa
degli adulti.
È un insetto che determina defogliazioni in Europa centrale e orientale, Nel 1982-1986 ha determinato
prolungate ed estese defogliazioni nelle peccete prealpine in Cansiglio e nell’Altopiano di Asiago.
Il fattore scatenante sono anni particolarmente asciutti soprattutto nella prima parte dell’estate e le
caratteristiche climatiche hanno determinato importanti conseguenze sul comportamento dell’insetto.
Popolazione in fase di pullulazione: 80% annuali – 20% diapausanti;
Popolazioni in fase di latenza: 20% annuali – 80% diapausanti.
L’indebolimento delle piante dovuto alle defogliazioni e le condizioni climatiche hanno favorito forti attacchi
da parte di Ips typographus.
In relazione al potenziale biotico e al tipo di ambiente le popolazioni di determinate specie animali possono
essere: Sempre in FASE LATENTE (ciò avviene per la maggior parte delle specie dei nostri ambienti);
o Sempre in FASE ESPANSIVA (PULLULAZIONE) (es. cinghiale, cervo, scoiattolo rosso o specie invasive);
o In FASE REGRESSIVA (insorgenza di diversi fattori sfavorevoli per la specie quali cambiamenti climatici,
o azione antropica o presenza di specie competitrici) (es. anfibi, grandi predatori o chirotteri);
Soggette a PULLULAZIONI FREQUENTI ma irregolari (no ciclicità);
o Soggette a PULLULAZIONI CICLICHE;
o Soggette a PULLULAZIONI OCCASIONALI (improvvisamente per fattori difficilmente prevedibili si
o espandono).
Una resistenza ambientale particolarmente forte può
portare alla scomparsa della specie. In alcuni casi è
pertanto necessario eseguire degli interventi di sostegno
per favorire lo sviluppo della specie aiutandola per
esempio nella riproduzione, protezione o alimentazione.
SOGLIE DI DANNO
Le fluttuazioni delle popolazioni possono causare
danni quando superano prestabilite SOGLIE DI
DANNO (K ). Ciò avviene soprattutto nelle annate
d
particolarmente favorevoli dove la densità delle
popolazioni è talmente elevata da comportare
danni per l’ambiente. 14
DANNO
Livelli troppo alti di popolazioni possono determinare un DANNO, ovvero una qualsiasi alterazione
dell’ecosistema che interferisca con aspetti:
PRODUTTIVI: tutto ciò che interferisce con il bosco e la sua produzione, ad esempio al legno e
derivati, piccoli frutti, pinoli o resina;
IDROGEOLOGICI: stabilità dei versanti, regimazione delle acque, prevenzione del distacco di
valanghe, ecc.;
IGIENICO-SANITARI: sequestro del carbonio, abbattimento di polveri, aerosol marini, rumori, ecc.;
TURISTICO-RICREATIVI: a volte questo aspetto risulta essere più importante e remunerativo dal
punto di vista economico rispetto a quelli produttivi. I danni possono andare ad influenzare ad
esempio sulla fruizione turistica, venatoria, raccolta dei funghi, ecc.;
PAESAGGISTICI: conservazione del paesaggio;
ECOLOGICI: conservazione della biodiversità animale e vegetale, salvaguardia dagli incendi, ecc.;
CLIMATICI: creazione di microclimi, mitigazione degli estremi termici, riduzione del cambiamento
climatico, ecc.
In genere per i fitofagi si verificano:
oscillazioni di scarsa ampiezza intorno ad una presenza costante non dannosa o infestazioni ad
• intervalli di anni o decenni. Questo avviene in ecosistemi naturali e complessi (es. foreste);
oscillazioni frequenti ad intervalli ravvicinati. Ciò si verifica in ecosistemi meno complessi ma stabili
• come ad esempio frutteti, pioppeti o coniferete pure;
Infestazioni annuali negli ecosistemi semplificati e disturbati come ad esempio nelle colture annuali,
• monocolture o frutteti estremamente specializzati. In questo caso l’energia, che è costante nei diversi
ecosistemi, è concentrata in un numero ridotto di specie. Pertanto, la resistenza ambientale risulta
essere insufficiente.
I parametri r e K sono presi come indice della capacità di accrescimento di una popolazione.
SPECIE A STRATEGIA r: in condizioni favorevoli tendono a moltiplicarsi rapidamente con alta fecondità
• e numerose generazioni e sono soggette a rapidi decrementi. Ciò avviene soprattutto per artropodi
ma anche alcuni vertebrati (es. roditori). NUMERO DI INDIVIDUI
In questo caso le specie presentano:
- Grande capacità di sfruttare risorse;
- Elevata mortalità post-natale;
- Scarse cure parentali;
- Breve vita;
- Alta capacità riproduttiva e rapidità di
riproduzione a livelli tali da invadere e
sfruttare l’ambiente prima che arrivino
altre specie competitrici. TEMPO
SPECIE A STRATEGIA K: tendono a riprodursi lentamente con poche generazioni all’anno e
• sono limitate dalle disponibilità alimentari e sono inoltre longeve. Si verifica soprattutto per vertebrati
ma anche per insetti. Le caratteristiche di queste specie sono:
- Elevate cure parentali;
- Ridotta mortalità post-natale;
- Alta resistenza;
- Lunga vita;
- Bassa capacità riproduttiva;
- Vita in ambienti più stabili e duraturi; 15
r
RIPARTIZIONE FRA SPECIE A STRATEGIE K E NELL’AMBIENTE AGRARIO E FORESTALE
L’ambiente agrario offre le condizioni ambientali ottimali per lo sviluppo delle specie a strategia r per via di un
basso grado di biodiversità, intenso flusso energetico transitorio dovuto all’apporto di energia ausiliaria e
repentini cambiamenti climatici.
Al contrario l’ambiente forestale offre le condizioni ambientali ottimali per lo sviluppo delle specie a strategia
K, garantendo stabilità spaziale e temporale ed uno scarso flusso energetico fra molti viventi.
SOGLIE DI DANNO E SOGLIE DI INTERVENTO
K: livello medio della popolazione
K : livello di popolazione in fase di pullulazione
2
K : livello di popolazione al quale sia verifica un danno (SOGLIA DI DANNO)
d
K : livello di popolazione che richiede un controllo (SOGLIA DI INTERVENTO)
i
K > N > K = popolazione in crescita (o calo) senza danni
i
K > N > K = popolazione in crescita (o calo) con danni accettabili
i d
N > K = popolazione in crescita (o calo) con danni non sostenibili – Necessario intervento di controllo
d
. (con N=K) N = numerosità della popolazione
SOGLIA DI INTERVENTO
Le soglie di intervento (K ) vengono fissate dal confronto tra l’ammontare dei danni e il livello dei costi di
i
controllo, si valuta dunque la sua convenienza economica. Pertanto, si interviene solamente qualora il valore
dei danni sia superiore ai costi di intervento.
Nel grafico vengono posti in confronto l’impatto
tra i costi e i danni causati dalla densità di
popolazione. Qualora i costi di intervento (linea
tratteggiata) siano superiori ai danni, non si
interviene. Al contrario, all’aumentare della
densità di popolazione, si verificano anche un
incremento dei danni causati da questa e di
conseguenza sarà necessario effettuare degli
interventi di controllo. I costi di intervento sono
solitamente alti (logistica e personale), vi sono
infatti dei costi fissi di base indipendenti dalla
densità di popolazione. 16
SOGLIE DI DANNO E SOGLIE DI INTERVENTO
La presenza di un danno non sempre richiede un intervento di controllo, ma dipende bensì dall’entità del
danno e dal costo di intervento. Le SOGLIE DI DANNO e le SOGLIE DI INTERVENTO variano da specie a specie,
dipendono infatti dall’aggressività del parassita e dalla suscettibilità dell’ospite.
Le SOGLIE DI DANNO e le SOGLIE DI INTERVENTO per una determinata specie variano nello spazio e nel
tempo, dipendono dal tipo di popolamento e dalle sue condizioni fisiologiche.
Le SOGLIE DI DANNO e le SOGLIE DI INTERVENTO variano in relazione alla funzione del popolamento
(idrogeologico, produttivo, turistico-ricreativo, ecc.).
Gli INTERVENTI DI CONTROLLO non servono per ridurre il più possibile il danno ma per riportarlo sotto la
soglia di intervento. Gli INTERVENTI DI CONTROLLO in foresta dovrebbero essere eventi occasionali.
L’insieme delle azioni che permettono di mantenere i danni dovuti ad organismi fitofagi entro accettabili soglie
ecologiche, economiche e sociali prende il nome di GESTIONE FITOSANITARIA.
L’insieme delle azioni che permettono di mantenere le popolazioni di vertebrati entro accettabili soglie
ecologiche, economiche e sociali prende il nome di GESTIONE FAUNISTICA.
CENSIMENTO DEI DANNI
Il CENSIMENTO DEI DANNI consiste nell’andare a valutare direttamente i danni mentre il CENSIMENTO DELLA
POPOLAZIONE alla verifica del numero di individui presenti in una determinata superficie e in funzione di ciò
dedurre il danno. Spesso i danni e il numero di individui presentano una correlazione stretta ma non
necessariamente si verifica sempre questo presupposto.
L’approccio da utilizzare dipende da quale dei due risulti essere più conveniente.
Il censimento dei danni permette di sapere:
TIPO di danno: letale o meno, primario o indotto, organi colpiti, ecc.;
• CAUSA del danno: non sempre identificabile;
• 3
ENTITÀ del danno: superficie, numero di piante, m , ecc;
• QUANDO si è verificato: Permette di capire se è più o meno recente e unitamente al periodo di
• comparsa, di escludere una specie o meno epoca dell’anno);
COME VARIA nel tempo:
• - nell’anno (stagionalità);
- fra anni (interazioni popolazione-ambiente e fattori scatenanti);
Il censimento dei danni può consentire di capire la causa del danno. Questo può essere realizzato:
- in aree ritenute a rischio: rischioso in quanto non si dedica sufficientemente attenzione alle altre
aree;
- in aree campione fisse per diversi tipi di ambienti: deve risultare sufficientemente grande e
rappresentativa, ciò potrebbe comportare anche una sovrastima o sottostima del danno;
- tramite avvistamento sull’intero territorio: risulta essere la scelta migliore anche se tuttavia
comporta la necessità di risorse maggiore e di personale specifico;
Il censimento dei