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Il suo trattato venne salvato, poiché nei monasteri i monaci lo riscrissero.
Purtroppo però il problema era trasformare le immagini in riferimenti di lettura per i testi. La maggior parte era dedicata alla fortificazione della città, con mura solide per ridurre le forze delle macchine e creare torri ossidionali. Queste ultime dovevano essere inserite a intervalli regolari, però le aggiunse quadrate al suo tempo.
Ci furono una serie di commissioni per lui durante il suo periodo in vita:
- di Fano-Basilica: Aiutò il magistrato e vide le diverse fasi di costruzione. I trattati cinque, sei, sette rappresentavano la basilica in modo particolare, romana ma allo stesso tempo gotica. Con dei tipi di copertura particolari.
- Terme: Erano tardo repubblicane. Vi erano impianti piccoli e adatti, non simmetrici, oppure impianti grandi, immensi. Lui però non parlava dei suoi impianti poiché troppo.
Parlerò di quello di Marcello, lontano da quelli imperiali più complessi. Per lui i rapporti di proporzione e bellezza erano molto importanti. Lui li mise in relazione con i rapporti di proporzione del corpo umano. Si realizzò la costruzione dell'uomo perfetto, uomo rigorosamente maschio e coerente. Da questo nasceva l'ispirazione per Leonardo, circulum at quadrato. Era l'unico ragionamento consacrato con una certa idea di bellezza. Dietro vi era una logica. Il centro era l'ombelico come centro delle proporzioni, con un tracciamento geometrico tramite strumenti curvi e retti per riportare immagini di costruzioni per avere le proporzioni del corpo umano. Se il corpo era bello anche la costruzione lo sarebbe stata. Leonbattista Alberti scrisse il De Re edificatoria. Lui fu simile a Vitruvio, seguì lo stesso criterio. Portò alla tradizione del '500 nuove ipotesi di città. Filarete scrisse un altro trattato,
ipotizzando una città con impianto radiale, regolare ma concentrico. Il centro fisico della città aveva un valore simbolico e amministrativo. L'Italia venne poi divisa in Signorie che si affermarono piano piano. Venne divisa quasi in un mosaico. I signori concentravano attorno a loro l'organizzazione amministrativa, avevano una relazione diretta con i poteri territoriali in sviluppo e diventavano centri con interpretazione vitruviana in potere che poteva realizzare qualsiasi cosa. Topos era la città ideale ed era un emblema del signore. Ci furono una serie di fondazioni che seguivano l'idea di città bella, simmetrica, regolare, ma anche efficiente. Palmanova fu un esempio di prodotto italico che girava per tutte le corti, ma ci furono diverse interpretazioni in tutto il mondo grazie a Vitruvio. Il suo modello era ovunque e venne utilizzato anche in questa città. Si guardò alla lottizzazione delle colline perché lecorte, dove risiedeva con la sua famiglia e i suoi cortigiani. La corte era un luogo di rappresentanza e di potere, dove si svolgevano cerimonie e feste. Era anche un centro di cultura e di arte, dove si potevano trovare artisti, poeti e filosofi al servizio del signore. Il palazzo signorile era il simbolo del potere del signore e della sua famiglia. Era solitamente situato in posizione dominante sulla città, per mostrare la sua superiorità. Il palazzo era spesso circondato da mura e fortificazioni, per garantire la sicurezza del signore e della sua corte. All'interno del palazzo si trovavano le residenze del signore e della sua famiglia, con stanze lussuosamente arredate e decorate. Vi erano anche sale per le udienze e per le riunioni politiche, dove il signore prendeva decisioni e impartiva ordini ai suoi sudditi. Oltre al palazzo signorile, le città vitruviane avevano anche altri edifici pubblici di importanza politica e amministrativa. Ad esempio, c'era il municipio, dove si svolgevano le riunioni del consiglio comunale e si amministrava la città. Vi erano anche le chiese, che erano luoghi di culto e di aggregazione sociale. In conclusione, le città vitruviane erano organizzate in base alle difese e avevano un centro politico e amministrativo rappresentato dal palazzo signorile. Erano luoghi di potere e di cultura, dove il signore e la sua corte esercitavano il loro dominio sulla città e sui suoi abitanti.piazza per mostrare il suo potere. Diverse signorie erano molto importanti in ambiti politici e culturali. Alcuni esempi erano i De Medici, il papato, gli Sforza. Era ancora presto per le città capitali, però vi erano le città dominanti.
PIENZA Papa Pio II Essa prese nome da e si trovava in Toscana. Era un borgo medievale, chiamato in origine Corsignano, la quale divenne sede vescovile voluta dal Papa. Portò ad una revisione sistematica, poiché da borgo divenne città. Divenne sede episcopale.
Pio II vide una trasformazione radicale della struttura, per costruire da delle fondamenta una chiesa, un palazzo su una casa paterna e altri due edifici. Il tessuto era molto compatto. Immaginò una città ideale basata sulla cattedrale, sagrato, palazzo di famiglia, palazzo vescovile e loggia comunale. Il tutto era collocato in una parte della città, attraversata da una via sghemba incurva. Il palazzo della famiglia apparteneva ai
Piccolomini. Questa idea portò ad un aumento delle dimensioni e ad una aggiunta di edifici, quindici dovettespostare la popolazione. Vennero spostati per utilità pubblica e monumentalità in una zona nuova e diversa. Vennerocostruite nuove case volute dal Papa. Il tutto venne fatto anche per liberare la zona centrale perdelle case adatte.
Il nucleo era la cattedrale, con una precisa organizzazione e tre navate. Sul fianco vi erano ilpalazzo familiare e vescovile, con la loggia opposta poiché il potere vescovile era sempre oppostoa quello comunale. La piazza era trapezioidale.
Nella parte opposta vi era un volume libero con un affaccio verso il territorio del palazzo paterno.Venne aumentata la monumentalità, ci fu un ridisegno dell'insediamento. Ci fu un intervento dovevinse l'interesse dell'individuo con il palazzo di Piccolomini, risaltato maggiormente.
Il palazzo vescovile ridusse però lo spazio, era piccolo ma aggettante, poco
risolutivo. La popolazione venne spostata in una sorta di periferia, fu un primo esperimento nel quale si impose di recuperare terreno in un posto preciso. Il Papa volle rifondare donando in punti emblematici, mantenendo alcuni elementi, altri edifici invece vennero abbattuti.
Un architetto immaginò in modo periferico, vicino all'urbano. Vennero costruite delle stecche di edifici con affaccio sulla strada e con un piccolo orto. I blocchi erano piccoli, uniti a stecca ma ciascuno era autonomo. Sembrava quasi un modello gotico.
VIGEVANO Sforza
Originariamente fu un piccolo nucleo urbano, sotto i Visconti, invece con gli Sforza divenne uno dei comuni più forti di Milano. Fu una città molto emblematica con la presenza di Ludovico Sforza il Moro.
Principalmente si decise di riedificare il castello medievale militare, il quale venne rivisto in chiave di residenza signorile. Il castello era un elemento difensivo con impianto quadrato e una cinta attorno e delle torri.
L'impianto
difensivo fu distrutto con i Visconti, ma il Moro lo ricostruì mostrando la sua vocazione. Nacque un castello residenziale. In fase rinascimentale i castelli dovevano avere una funzione residenziale e dovevano essere grandi e articolati. Lui fece inserire una grossa placca dove raccontò i suoi interventi. Intervenne anche sulle abitazioni. Si ridefinì complessivamente un'area intorno di protezione e difesa, la quale si affacciò con un innesto particolare e un colonnato con piazza e fumo separati. Si cercò continuità quando in realtà non vi era. Rispetto al vecchio edificio del duomo si realizzò una finta facciata, un volume aggiunto alla pianta, era semicircolare. Venne sviluppata anche una piazza per il mercato. URBINO Era la città principale dei Montefeltro, una sorta di capitale seppur non potesse esserlo, apparteneva ad una signoria. Ci furono una serie di scontri Filopapali, ovvero una contesa medievale tra famiglie.allineate o aiguelfi o ai ghibellini. Ebbe un ruolo importante proprio per questo.Ci fu una forte revisione sulla residenza del signore con la trasformazione del palazzo ducale, lasede di famiglia. Il progetto venne affidato a Laurana.Il palazzo venne inteso come un grande blocco diviso in tante parti, in residenza e area digestione. Divenne una macchina di comando.Venne anche legato l’edificio religioso tramite una piazza detta ‘grande’ dove convergeva lastrada più importante dell’insediamento, innestando anche le viabilità minori, e con tre affacci.Venne riletta la disomogeneità di base, per esempio l’asse viario diretto verso Rimini, il qualepassava dentro alla città, e venne riletto insieme alla porta. Venne plasmato il nucleo forte ediventò una zona di comando.Venne realizzato anche il quartiere del mercatale, zona di commercio.
FERRARAEra sotto il controllo degli Estensi, gli Este. Sotto il loro potere si conobbe
una grande espansione, veri interventi di espansione agganciati alla città più antica. Ci furono una serie di addizioni, ovvero degli allargamenti funzionali e con continuità fisica, data da delle saldature tra nuovo e antico. A Ferrara vennero realizzati per espandere la superficie edificata e rivedere il tracciato/perimetro murario. Le fortificazioni vennero saldate a quelle precedenti e il disegno governava l'estensione e l'impianto di addizione. Prima venne determinata poi si organizzò l'addizione. I nuovi perimetri annullarono i precedenti e si saldarono, si muovevano simbioticamente con il nucleo precedente. L'insediamento medievale era di fine 13 secolo e nacque con una organizzazione interna e la cinta. Castelvecchio era la sede prioritaria della famiglia, collocata su un isolotto di fondazione monastica e bonificata. Fuori dalla città si innestò un'area riservata per la caccia. Venne considerata.un’attività del signore, attraverso l’uso delle armi non da guerra. Era un esercizio fisico quando non si era in belligeranza, come uso diritto. Se esclusivo poteva cacciare solo lui, invece se condivisa era bracconaggio.
Ercole I pose questa area fuori dalla città, collegata tramite delle strade. Esso definì un punto di assialità, per definire le linee di espansione della città dell’addizione. Divenne un elemento trainante per l’espansione e finì per saldarsi con la città all’interno.
Ercole definì una serie di processi di espansione, le addizioni erculee, fondate sulla eliminazione delle vecchie fortificazioni e con la sostituzione del vecchio perimetro con una via. Divenne un asse trapassante est-ovest, con una connessione tra porzione vecchia e prime espansioni recenti.
All’interno delle addizioni vi erano due strade principali est-ovest, convergente su una porta. Venne segnato un nuovo perimetro
fortificato contrassegnato da punti o di us