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VIROSOMI-nanoparticella
I VIROSOMI sono dei virus modificati al quale è stato eliminato il materiale
genetico contenuto in precedenza.
Il virus senza materiale genetico diventa una nanoparticella che può contenere al
suo interno p.a o altro materiale a nostra scelta.
Diventa un vettore, un trasportatore.
Com’è formato un virosoma?
Il virus ha il materiale genetico al centro e poi intorno ha delle proteine che sono LIPOPROTEINE
che autoassemblano.
Proteine che autoassemblano caso della caseina
Questo perché anche le proteine autoassemblano.
La struttura quaternaria di una proteina viene già considerata una struttura autoassemblatasi , ma
ci potrebbe essere anche un autoassemblaggio più complesso come per la CASEINA del latte.
Le caseine possono essere alpha, beta o gamma. La caseina beta in acqua autoassembla
• (più molecole di caseina beta autoassemblano a costruire strutture più complesse).
Nel caso del virus sono circa 100,150 lipoproteine che autoassemblano per costituire la
struttura del virus. Anche in questo caso potrebbe dipendere dal T o dal PH.
Se denaturo la proteina virale magari questa non autoassembla più, se cambio il pH il
• sistema cambia.
ELENCO DI VIRUS UTILIZZATI PER I
VIROSOMI
Cowpea mosaic virus CPMV
• Cowpea chlorotic mottle virus CCMV
• Batteriofago MS2
• Tobacco mosaic virus TMV
• Batteriofago M13
•
Questo è un elenco di virus utilizzati (non patogeni per l’uomo). Ovviamente sono studi che
vengono fatti perché in commercio non c’è ancora nulla.
Come formo il virosoma partendo da un virus?
1. Cambiamo le condizioni ambientali e cerchiamo di disassemblare proteine.
Potrebbe succedere che il disassemblaggio vada avanti fino al punto in cui le proteine virali si
separano completamente tra di loro (come se fosse un diblocco solubile in acqua) addio virus.
In altri casi magari riusciamo a ottenere un parziale allontanamento delle proteine tra di loro.
2. Dobbiamo eliminare il materiale genetico all’interno del virus dopo di che quando la
struttura è separata dentro dobbiamo caricare quello che ci interessa.
3. Ricambiamo la situazione ambientale (come il ph originario). Le proteine riassemblano e
si riforma la struttura originaria o simile all’originale senza però il materiale genetico
iniziale ma con il nostro p.a. infine lo somministro.
I virus che sono stati utilizzati sono virus attivi su cellule vegetali e batteri.
I virus che interagiscono con cellule animali vengono evitati per problemi di sicurezza.
CCMV: RIMOZIONE DELL’RNA
Questo è un esempio di come il virus si possa far disassemblare e poi riassemblare
cambiando il pH.
1. Innalzamenti di pH provocano un deassemblaggio
2. l’RNA virale può essere isolato
3. Si riabbassa il pH con assemblaggio del virosoma
Essendo un virus, il p.a all’interno si comporterà come
il virus andando ad agire sulle cellule specifiche?
Se andiamo a considerare il virus del morbillo sappiamo che questo agirà sulle
cellule, in particolare linfociti quindi se uso questo virus e ci carico dentro il p,a è
ragionevole pensare che la struttura proteica riassemblata sia ancora capace di entrare
nei linfociti.
Se prendo il virus dei piselli o un altro batteriofago che entra nei batteri, entra nelle
cellule animali? NO!
Dipende tutto dal virus che viene scelto, se si vuole colpire le cellule tumorali si
cercherà un virus che colpisce quelle cellule. Così non ho bisogno di ligandi.
Questo però è un discorso molto utopistico.
Come carichiamo il p.a?
La prima possibilità è quella di assemblare e disassemblare come detto prima. Si può
parlare di:
1. CHIMICA SUPRAMOLECOLARE
C’è anche un altro discorso che si potrebbe fare, nel momento in cui la proteina è
disassemblata come * si potrebbe provare a formare una specie di profarmaco. Ossia
andare a legare il p.a direttamente su una proteina virale. Quando poi la proteina
virale riassembla il p.a ( la doxorubicina) rimane legata alla struttura. La
doxorubicina oltre che essere un antitumorale efficiente ha anche il vantaggio di
essere colorata di rosso, se c’è lo si vede subito da questo.
2. ATTACCO CHIMICO:
Reazioni chimiche sui gruppi funzionali in superficie
• Coniugazione con molecole specifiche
• Coinvolgimento di gruppi amminici e carbossilati
• Coniugazione della doxorubicina con la proteina principale del rotavirus VP6
•
3. ARCHITETTURE GERARCHICHE:
Tecniche layer-by-layer
• Assortimento tramite interazioni elettrostatiche
• Interazioni con siti recettoriali
•
STRATIFICAZIONE DEL MATERIALE ALLìESTERO
Possiamo pensare anche di stratificare del materiale sulla particelle virali riassemblate.