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OSSESSIONI, COMPULSIONI, IMPULSI

Le ossessioni rappresentano un fenomeno psicopatologico collocabile al confine di diverse aree quali i disturbi del contenuto del pensiero e i disturbi della volontà. Secondo la maggior parte delle definizioni proposte, le ossessioni consistono in pensieri (a contenuto verbale), immagini o impulsi che:

  1. Il soggetto ritiene intrusivi nel senso che compaiono nello spazio di coscienza senza che il soggetto ne abbia il controllo
  2. Sono persistenti e ricorrenti, ovvero caratterizzate da una forte ripetitività
  3. Sono egodistoniche nel senso che sono spiacevoli, causano disagio, ansia, preoccupazione
  4. Il soggetto tenta di sopprimerle o neutralizzarle

Per poter parlare di ossessioni è necessario che il soggetto non attribuisca la loro presenza a forze esterne, poiché nel caso si parlerebbe di delirio di influenzamento. Tuttavia, l'insight rispetto alla patologicità dei propri sintomi ossessivi può variare in maniera molto significativa.

Pertanto alcune forme gravi di ossessioni si avvicinano molto al registro psicotico. È importante soffermarsi anche sulla diagnosi differenziale tra idea prevalente e ossessione. Mentre infatti l'idea prevalente è egosintonica l'ossessione è intrusiva ed egodistonica, tuttavia entrambe sono contenuti persistenti.

Con il termine compulsione si indicano comportamenti osservabili o azioni mentali ripetitive che:

  1. Vengono compiute in risposta alle ossessioni seguendo una sequenza rigida e stereotipata
  2. Sono dirette a ridurre il disagio determinato dalle ossessioni o a evitare l'accadere di qualche fatto grave

Esistono varie tipologie di ossessioni e di compulsioni correlate che verranno descritte in maggior dettaglio nel capitolo dedicato al disturbo ossessivo-compulsivo.

In generale le forme di pensiero ossessivo più frequenti riguardano:

  1. La possibilità di contagiare o di essere stati contagiati
  2. Dubbi relativi all'aver compiuto

un’azione 3. Il pensiero di non avere messo sufficientemente in ordine qualcosa (secondo un criterio di simmetria) Caratteristiche immagini ossessive sono invece quelle a carattere pornografico in soggetti sessuofobici mentre frequenti impulsi ossessivi sono quelli di uccidere un bambino piccolo (spesso il proprio figlio) e quelle di urlare frasi sacrileghe. Tipiche compulsioni comportamentali sono quelle relative ai lavaggi al controllo all’accumulo di oggetti, mentre le compulsioni mentali possono consistere nel pregare, contare, dire sequenze specifiche di parole. Per impulsività intendiamo una condotta che trascende il controllo volontario, in genere in forma parossistica, incoercibile, non mediata dalla riflessione. Talora è primaria, talora è secondaria ad altri fenomeni psicopatologici. In alcuni casi l’impulsività è limitata ad alcune aree come l’assunzione di sostanze, il gioco d’azzardo, la piromania, la cleptomania.

soggetto prova un'eccitamento crescente, un bisogno interiore irresistibile che spinge al soddisfacimento. In particolare l'impulso si definisce come:
  • Atto o spinta non programmata ad agire
  • Comportamento egosintonico
  • Genera piacere soggettivo sebbene le sue conseguenze possono essere estremamente dannose per il soggetto stesso
  • Il soggetto non riesce a resistere all'impulso di eseguire una certa azione
  • Prima di commettere l'atto il soggetto avverte un aumentato senso di tensione (arousal)
  • Mentre commette l'atto avverte piacere, gratificazione o rilassamento
Compulsioni e comportamenti impulsivi rappresentano due estremi di un continuum che va da una tendenza alla sovrastima del pericolo e all'evitamento del rischio per quanto riguarda le compulsioni, a una ridotta percezione della pericolosità di determinati comportamenti e a una elevata ricerca di situazioni nuove, eccitanti e pericolose nel caso delle compulsioni.

Disturbi compulsivi si caratterizzano fenomenologicamente per un elevata tendenza all'evitamento del pericolo, una spiccata avversione del rischio ed alti livelli ansia anticipatoria. Questi disturbi includono il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), il disturbo da dismorfismo corporeo, l'anoressia nervosa, il disturbo da depersonalizzazione, l'ipocondria. In questi disturbi comportamenti ritualistici vengono spesso assunti nel tentativo di ridurre l'ansia e diminuire magicamente il senso di pericolo o di rischio.

Al contrario i disturbi impulsivi si caratterizzano per la presenza di comportamenti volti alla ricerca del rischio, ridotta capacità di evitamento del pericolo e scarsa ansia anticipatoria. Questi disturbi includono i disturbi di personalità del cluster B (borderline, antisociale, istrionico e narcisistico), i disturbi del controllo degli impulsi (disturbo esplosivo intermittente, piromania, cleptomania, gioco d'azzardo patologico e

e pratico. Questo disturbo si manifesta con difficoltà nell'apprendimento, nella comprensione e nell'adattamento alle situazioni quotidiane. • Disturbo del neurosviluppo, come ad esempio l'autismo, che influisce sulla capacità di comunicazione e interazione sociale, nonché sulla presenza di comportamenti ripetitivi e ristretti. • Disturbo specifico dell'apprendimento, come la dislessia o la discalculia, che riguarda difficoltà specifiche nell'acquisizione e nell'uso di abilità scolastiche come la lettura, la scrittura o il calcolo. • Disturbo del linguaggio, che comporta difficoltà nella comprensione e nell'espressione del linguaggio parlato o scritto. • Disturbo dell'attenzione e dell'iperattività, come l'ADHD, che si manifesta con difficoltà nell'attenzione, nell'organizzazione e nel controllo degli impulsi. • Disturbo dell'apprendimento non verbale, che riguarda difficoltà nell'elaborazione e nell'interpretazione delle informazioni non verbali, come le abilità visuo-spaziali o motorie. • Disturbo dell'intelligenza emotiva, che comporta difficoltà nell'identificazione, nell'espressione e nella gestione delle emozioni. • Disturbo dell'intelligenza sociale, che riguarda difficoltà nell'interazione sociale, nella comprensione delle dinamiche relazionali e nell'empatia. • Disturbo dell'intelligenza creativa, che si manifesta con difficoltà nell'elaborazione e nella produzione di idee originali e innovative. • Disturbo dell'intelligenza pratica, che comporta difficoltà nell'applicazione delle conoscenze e delle abilità in contesti pratici e reali. • Disturbo dell'intelligenza fluida, che riguarda difficoltà nell'adattamento e nella flessibilità cognitiva, nell'elaborazione delle informazioni e nella risoluzione dei problemi. • Disturbo dell'intelligenza cristallizzata, che si manifesta con difficoltà nell'acquisizione e nell'utilizzo delle conoscenze e delle abilità già apprese. • Disturbo dell'intelligenza verbale, che comporta difficoltà nella comprensione e nell'uso del linguaggio verbale. • Disturbo dell'intelligenza logico-matematica, che riguarda difficoltà nell'elaborazione e nella risoluzione di problemi logici e matematici. • Disturbo dell'intelligenza visuo-spaziale, che si manifesta con difficoltà nell'elaborazione e nella comprensione delle informazioni visive e spaziali. • Disturbo dell'intelligenza musicale, che comporta difficoltà nell'elaborazione e nella comprensione delle informazioni musicali. • Disturbo dell'intelligenza cinestesica, che riguarda difficoltà nell'elaborazione e nella comprensione delle informazioni relative al movimento e al corpo. • Disturbo dell'intelligenza naturalistica, che si manifesta con difficoltà nell'elaborazione e nella comprensione delle informazioni relative alla natura e all'ambiente. • Disturbo dell'intelligenza interpersonale, che comporta difficoltà nell'elaborazione e nella comprensione delle informazioni relative alle relazioni interpersonali. • Disturbo dell'intelligenza intrapersonale, che riguarda difficoltà nell'elaborazione e nella comprensione delle informazioni relative al sé e alla propria identità. • Disturbo dell'intelligenza spirituale, che si manifesta con difficoltà nell'elaborazione e nella comprensione delle informazioni relative alla spiritualità e alla trascendenza.e pratico • Disturbi neurocognitivi o demenza, termine con il quale si fa convenzionalmente riferimento a quel gruppo di disturbi in cui il deficit primario è nella funzione cognitiva, che sono acquisiti nel corso della vita e che rappresentano un declino rispetto al livello funzionale precedentemente acquisito. L'intelligenza può essere sottoposta a misurazione attraverso un esame delle abilità umane il quale include prove attitudinali, che valutano la capacità di apprendimento e prove di performance, che valutano capacità, abilità e conoscenze precedentemente apprese. Nel tempo tali prove di misurazione hanno raggiunto soddisfacenti livelli di validità e riproducibilità, in passato erano focalizzate sull'età mentale ma attualmente pongono maggiormente l'accento sul quoziente intellettivo (QI). L'ambito di punteggi dell'intelligenza normale è 80-120, al di sotto di 70 si parla di ritardo.

mentale odiasbilità intellettiva. Punteggi di QI compresi tra 50-70 corrispondono ad un ritardo mentale lieve, nel range 35-55 ad un ritardo mentale moderato, nel range 20-40 ad un ritardo severo mentre un punteggio inferiore a 20-25 indica un ritardo profondo. Mentre le insufficienze più lievi non sono associate a disturbi organici specifici, le forme più gravi sono secondarie a disturbi organici o genetici. Si definisce pseudoinsufficienza un ritardo mentale dovuto a fattori prevalentemente fisici o ambientali che hanno ostacolato l'apprendimento (difetti di organi di senso, carenze di stimoli, carenze affettive). La demenza è un deficit intellettivo insorto dopo che le facoltà intellettive del soggetto si sono sviluppate. Sindromi demenziali aumentano con l'età. Si usa il termine deterioramento nel caso di un decadimento intellettivo di grado lieve (tipico delle fasi iniziali), rilevabile con i test. Le cause delle demenze sono sempre organiche,

con cause degenerative, vascolari, tossiche, dismetaboliche. Le demenze sono spesso dei processi progressivi e irreversibili. Il soggetto in fase avanzata perde una delle peculiarità dell'essere umano ovvero la consapevolezza di sé. Il soggetto demente in fase avanzata non perde solamente l'intelligenza ma anche altre facoltà come la memoria, oltre ad un generale deterioramento della personalità. Per pseudodemenza si intendono forme di demenza secondarie ad altri disturbi psichici e quindi tendenzialmente reversibili con il trattamento del disturbo primario. Un esempio è la pseudodemenza osservabile in alcuni quadri depressivi.

PERSONALITA, TEMPERAMENTO, CARATTERE

La personalità è l'insieme delle caratteristiche di comportamento, di pensiero e di modalità di relazionarsi con gli altri, su base sia congenita che acquisita. Il temperamento è l'insieme delle disposizioni comportamentali, presenti fin dalla nascita,

Le cui caratteristiche definiscono le differenze individuali nella risposta all'ambiente. Il temperamento risulta evidente fin dalla nascita dell'individuo, essendo l'espressione delle componente della personalità maggiormente radicata nella biologia. Il carattere indica l'insieme delle modalità di comportamento legate a esperienze apprese nei primi anni di vita. Semplificando, si potrebbe dire che la personalità è la risultante della somma di componenti temperamentali (biologiche) e caratteriali (legate alle esperienze di vita). Già nel bambino sono osservabili diverse modalità di reazione e tratti temperamentali, con livelli differenti di reattività, di slancio vitale e di strutturazioni cognitive. Con temperamento affettivo si indica la predisposizione, innata e biologicamente determinata, a possedere un tono emotivo di fondo, un profilo di base dell'umore e un livello di energia e di reattività agli stimoli.

Itemperamenti affettivi possono costituire le manifestazioni subcliniche di disturbi dell'umore e possono essere considerati come stati precursori o condizioni ad alto rischio. Tuttavia i temperamenti affettivi non rappresentando una condizione patologica in sé e possono avere funzioni adattative. È stato proposto che i diversi tipi affettivi-reattivi abbiano un correlato biologico nella prevalenza relativa di alcuni sistemi neurotrasmettitoriali (dopaminergico, noradrenergico, serotoninergico) o funzionali (sistema di punizione/evitamento, di premio/rinforzo). Si riconoscono quattro tipologie di temperamento affettivo:

  • Temperamento ipertimico - Il temperamento ipertimico è generalmente caratterizzato da tratti esuberanti, energici, con elevata autostima, stabili per tutta la vita.
  • Temperamento depressivo - La descrizione classica del temperamento depressivo o distimico si riferisce a persone che presentano bassi livelli di energia e sono critici,

pessimisti e introversi. • Temperamentociclotimico – Il tratto fondamentale del temp

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
188 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marti17__ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psichiatria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Occhiali Vittorio.