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Il diritto sindacale
Il diritto sindacale è quella parte del diritto del lavoro che si occupa delle relazioni contrattuali che si instaurano tra le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori e le organizzazioni di rappresentanza dei datori di lavoro (o del datore di lavoro).
Capiamo quindi che la contrattazione collettiva vede:
- uno dei due soggetti avere natura necessariamente collettiva, cioè l'organizzazione di rappresentanza dei lavoratori
- l'altro soggetto potrà essere collettivo, l'organizzazione di rappresentanza dei datori di lavoro, ma anche un soggetto individuale, cioè l'organizzazione di rappresentanza del datore di lavoro.
Se il contratto collettivo si riferisce a tutti i lavoratori di un'impresa, da un lato avremo rappresentati tutti i lavoratori dell'impresa, ma dall'altro ci sarà solo il titolare dell'impresa.
La natura collettiva deve sussistere sempre almeno dal lato dei lavoratori, per il datore.
Invece di dipende. In cosa consiste l'attività sindacale?
Ha una funzione di autotutela collettiva. Per riequilibrare la disparità di forza contrattuale i lavoratori si coalizzano collettivamente. Nasce quindi con questa funzione.
Quali strumenti utilizza?
- Sciopero, cioè l'astensione collettiva dei lavoratori dall'attività produttiva con la finalità di fare pressione sull'altra parte in modo tale da poter arrivare alla stipulazione del contratto collettivo, in modo tale da ottenere condizioni migliori di lavoro come ad esempio più giorni di ferie ecc...
- Contratto collettivo, non significa che necessariamente saranno accettate tutte le condizioni, ma si arriverà a stipulare il contratto collettivo, che si sovrappone alla legge (con condizioni normalmente migliorative e favorevoli rispetto a quelle stabilite dalla legge). Il contratto collettivo tende storicamente a stabilire condizioni di miglior favore rispetto
Alla legge. Questo sistema contrattuale, di produzione di norme contrattuali collettive va avanti da fine 800, è un flusso continuo di regole e di contratti, ne abbiamo circa 1000 che vengono costantemente modificati.
I contratti collettivi operano in modo diverso in base al settore e al datore di lavoro. Questo sistema ha dato luogo alla cosiddetta istituzionalizzazione del contratto collettivo, quindi se inizialmente il contratto collettivo si limitava a definire le regole relative ai rapporti individuali, a partire dagli anni 60 le parti collettive hanno iniziato a regolare i propri rapporti, disciplinando anche quindi le relazioni tra le parti collettive.
Il contratto collettivo contiene quindi:
- disciplina individuale
- disciplina collettiva, quindi anche le parti collettive si regolano tra loro.
La contrattazione collettiva quindi ha assunto altre funzioni, cioè oltre alla funzione di regolazione del contratto individuale (funzione normativa del contratto collettivo) ha assunto
anche funzione digestione del sistema contrattuale e quindi di regolazione dei rapporti tra le stesse particollettive. È stata infatti teorizzata l'autonomia del sistema sindacale, cioè l'esistenza di un ordinamento intersindacale autonomo rispetto all'ordinamento statale. Questo sistema di regole è un sistema ormai istituzionalizzato che produce costantemente regole. A metà degli anni 60, utilizzando la teoria della pluralità degli ordinamenti giuridici di Santi Romano, Gino Giugni ha teorizzato la teoria dell'ordinamento intersindacale, cioè proprio perché il sistema contrattuale collettivo vive di proprie regole, norme, tempi, sanzioni, guardando nel suo complesso questo sistema di norme contrattuali potrebbe essere descritto come autonomo rispetto all'ordinamento statale. Ci fa capire come questo sistema abbia assunto nel tempo caratteristiche particolari, al punto da renderlo autonomo rispetto.All'ordinamento statale. Questo sistema, pur privo di una compiuta disciplina di natura legale, sia riuscito nel tempo ad assumere dei connotati di stabilità ed effettività senza che ciò fosse garantito dalla norma legale. Come si è evoluto questo sistema? Dobbiamo capire prima di tutto come è organizzato il soggetto collettivo, cioè la rappresentanza dei lavoratori, in base a questo avremo un certo tipo di contratti collettivi (esempio azienda= contratti aziendali, regione=regionali).
Modelli di organizzazione sindacale
Abbiamo diversi modelli di organizzazione sindacale.
1- Sindacalismo di mestiere → il sindacato si organizza per rappresentare lavoratori che svolgono la stessa attività lavorativa (esempio: sindacato dei professori universitari), in Italia è in forte declino, resiste per i sindacati dei dirigenti, ma è in declino.
2- Sindacalismo di categoria → le organizzazioni dei lavoratori si strutturano
per rappresentare tutti i lavoratori di una certa categoria, di un certo settore economico (Esempio= chimici, dipendenti delle università ecc). Questo sindacalismo nasce dall'esigenza di avere una visione più ampia degli interessi rappresentati, perché non si riferiscono a un solo mestiere ma a tutti i lavoratori di quella categoria. Tende a prevalere, avendo maggiore forza contrattuale, su quello precedente. È centrale nel nostro Paese, le organizzazioni sindacali sono organizzate così: il sindacato che rappresenta una categoria si chiama federazione. La struttura è verticale perché avremo un sindacato per ogni categoria. Tutti i lavoratori impiegati per una certa categoria o settore sono rappresentati dalla federazione. Cosa vuol dire questo? Che si rappresentano i lavoratori di quel settore merceologico a livello nazionale, allora necessitiamo di strutture regionali e territoriali. Abbiamo quindi livello nazionale, regionale e territoriale.
sempre riferendoci a quella determinata categoria. L'unità minima è quella riferita all' singola azienda, così per ogni tipo di categoria (struttura verticale). La rappresentanza degli interessi percorre a livello trasversale tutte le categorie, ci sono questioni che possono valere per gli interessi di più livelli verticali. Nasce allora l'esigenza di intersecare i livelli verticali con i livelli orizzontali: livelli confederali (di più federazioni). Se uniamo le federazioni abbiamo le confederazioni, cioè quelle strutture sindacali si intersecano con tutte le strutture federali di categoria. Abbiamo in Italia diverse confederazioni, che al loro interno racchiudono diverse strutture verticali e orizzontali (CGL, CISL). L'esigenza di rappresentanza territoriale vista prima la ritroviamo anche a livello confederale, non solo sindacale, perché anche qui si possono esistere di strutture non solo nazionali, ma anche regionali eterritoriali. La confederazione ci dà l'idea della complessità del sindacato. Non abbiamo un solo soggetto, diversi soggetti possono rappresentare una stessa categoria con riferimento a diverse confederazioni (esempio: i metalmeccanici possono essere rappresentati da CGL, CISL ecc).
Avremo il contratto collettivo aziendale stipulato dalla confederazione a livello territoriale, poi il contratto collettivo nazionale di categoria, dalle federazioni nazionali, è il contratto che definisce le condizioni di lavoro di tutti i lavoratori di quella categoria a livello nazionale. Fin qui ci riferiamo alla singola categoria.
Un'esigenza di maggiore ampiezza dà vita a un altro livello di contrattazione collettiva, cioè il contratto tra le stesse confederazioni (contratti interconfederali), cioè dal livello orizzontale. Queste stipulano accordi che non possono riferirsi ai singoli rapporti di lavoro, definiscono la politica economica confederale, relativa
all’intera forza lavoro (tutti i lavoratori di tutte le categorie) o le regole del sistema contrattuale nel suo complesso. Dal lato datoriale l’organizzazione è di riflesso (sindacalismo di risposta), segue quella dei lavoratori, segue quella assunta dalle rappresentanze dei lavoratori. Nei decenni abbiamo avuto numerosissimi di questi contratti interconfederali. Definire le regole del sistema confederale = gli stessi soggetti a livello interconfederale definiscono le regole e procedure per stipulare i contratti collettivi dei diversi livelli. Definiscono, per esempio, le diverse competenze dei diversi livelli contrattuali. Ovviamente questo può essere deciso solo a livello interconfederale perché si tratta delle regole dell’intero sistema contrattuale. Da questo capiamo che un intero sistema di produzione di norme giuridiche contrattuali dotato di proprie regole, sanzioni, che si distacca completamente dall’ordinamento statale, è un sistema.diregole autonomo, non abbiamo la disciplina legale del contratto collettivo di diritto comune, avvienetutto in ragione della volontà delle parti collettive, allora possiamo definirlo un ordinamento autonomo rispetto a quello statale. Allora anche dal lato imprenditoriale abbiamo organizzazioni di categoria e strutture confederali (come nei lavoratori abbiamo l'organizzazione dei metalmeccanici, sul lato datoriale abbiamo organizzazioni I tutte le imprese metalmeccaniche). Deve esserci una coincidenza di carattere organizzativo ovviamente tra lavoratori e datori, questo spiega la struttura. Il processo di produzione delle norme contrattuali si è evoluto nel tempo, inizialmente la contrattazione collettiva semplicemente stabiliva I livelli retributivi (c.d. Concordati di tariffa), la tariffa era il livello della retribuzione. Il sistema si articola e la contrattazione collettiva assume nel tempo sempre maggiori funzioni, andando a regolare anche tutti gli altri aspetti delRapporto di lavoro. Ecco perché il contratto di lavoro (lettera di assunzione) si limita generalmente a riportare i dati qualificativi del contratto ma non disciplina compiutamente il rapporto, perché rinvia generalmente per qualunque altro aspetto alla disciplina stabilita dal contratto collettivo applicabile. Il contratto collettivo quindi, disciplinando non solo il lato retributivo ma anche tutto il resto, diventa esso stesso strumento di politica economica.
I sindacati, da entrambi i lati, definendo la disciplina di tutti i rapporti di lavoro, determinano la politica dell'intero sistema economico.
Concertazione
Durante gli anni '80 e '90 si è diffusa nel nostro Paese la prassi della cosiddetta concertazione, cioè la prassi di coinvolgere le parti sociali (i sindacati) nella definizione delle scelte di politica economica. A livello interconfederale spesso, dagli anni '80, sono stati stipulati numerosi accordi non più bilaterali ma trilaterali:
- confederazioni dei lavoratori
- confederazioni dei datori di lavoro
- governo
La concertazione si basava su uno scambio tra potere politico e parti sociali.