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REAZIONI DELL’OSPITE ATTIVATE DALL’INFEZIONE
La febbre
La febbre è un meccanismo che il nostro organismo mette in atto in maniera indifferente, non a
seguito di una particolare infezione, è un meccanismo di tipo aspecifico.
Il virus si replica a una temperatura di 37˚C : anche piccoli rialzi di questa temperatura
determinano il blocco della replicazione del virus.
* Come detto in altre occasioni, per questo motivo in caso di accertata infezione virale è inutile dare
un antipiretico immediatamente al primo rialzo febbrile, perché così non facciamo altro che
prolungare l’infezione, annulliamo il meccanismo di difesa messo in campo dall’organismo.
Quindi è bene aspettare qualche giorno prima di dare l’antipiretico, ovviamente non se la
temperatura si rialza troppo (39˚C), in ogni caso fino a 38˚C sono temperature che anche soggetti
come bambini e anziani possono sopportare.
L’infiammazione
L’infiammazione è tra i meccanismi che non permettono la replicazione virale
Il sistema interferon
Un altro meccanismo che il nostro organismo mette in campo è la produzione di interferoni.
Gli interferoni sono delle proteine glicosilate, a basso peso molecolare, con delle caratteristiche
particolari: normalmente queste proteine non sono presenti nel nostro organismo , ma vengono
prodotte solo ed esclusivamente a seguito di un’infezione.
Gli interferoni sono proteine prodotte dalle cellule cioè sono indotti a seguito di specifici stimoli,
ma a loro volta fungono anch’essi da induttori: gli interferoni inducono la resistenza delle cellule
nei confronti dell’agente estraneo.
Per questo motivo gli interferoni possono essere definiti come “induttori indotti”, il loro scopo
finale è quello di permettere, di dare alla cellula una resistenza alle infezioni e di neutralizzare le
modificazioni eventualmente presenti nelle cellule.
Il sistema interferon è una sorta di comunicazione tra cellule, gli interferoni possono essere
paragonati ai neurotrasmettitori.
· E’ importante sottolineare che gli interferoni agiscono anche sulle modificazioni delle cellule,
perché gli interferoni non agiscono soltanto nei confronti dell’infezione, ma anche nei confronti di
cellule estranee al nostro organismo, cellule “diverse”. Gli interferoni inducono la resistenza negli
organismi che li producono, quindi il loro
ciclo si conclude in genere con una
attivazione:
- delle difese cellulari nei confronti
dell’infezione
- nei confronti del sistema immunitario
- nei confronti di cellule modificate, quindi
in caso di tumori e carcinomi
Come detto in precedenza nell’organismo in condizioni normali non vi sono interferoni circolanti:
in ogni caso ne possediamo la “memoria”, cioè un sistema complesso di geni che viene attivato solo
in caso di infezione. Questo porta all’induzione e la conseguente azione del sistema interferon.
Riepilogando Il sistema interferon è una sorta di comunicazione tra cellula e cellula e non fa altro
che innescare una specie di meccanismo di allarme, anche nel caso in cui nell’organismo è presente
una cellula “diversa”, dove per cellula diversa intendiamo una cellula infettata, una cellula diversa
rispetto al normale rispetto alla quale il sistema interferon cerca in qualche modo di correggere
questo tipo di anomalia.
L’interferon agisce quindi sulle cellule infettate dai virus, sulle cellule del sistema
immunocompetente stimolandolo e sulle cellule tumorali con un’azione antioncogena.
· Si possono distinguere 3 tipi di interferon: interferon α, β e γ.
Per quanto riguarda il meccanismo biochimico di azione, l’interferon agisce in due maniere, una
dipendente dall’RNA, l’altra indipendente dall’RNA.
RNA-dipendente → lo scopo finale è quello di bloccare il complesso d’inizio della sintesi
proteica virale oppure la degradazione degli mRNA virali.
RNA-indipendente → lo scopo finale è quello di inibire l’allungamento della sintesi proteica
oppure inibire la maturazione degli mRNA.
In entrambi i casi si arriva sempre al blocco della replicazione sia per quanto riguarda il
virus, sia per quanto riguarda le cellule “diverse”.
· Il sistema interferon viene attivato immediatamente dopo un’infezione: subito dopo che il virus è
entrato il primo meccanismo che l’organismo mette in atto è proprio l’attivazione del sistema
interferon che segue la dinamica della replicazione virale.
Come si vede da questo grafico, il sistema
interferon si viene attivato subito dopo
l’ingresso del virus, segue la moltiplicazione
del virus e permette al nostro organismo di
mettere in campo altri meccanismi di difesa più
specifici, come la produzione degli anticorpi, il
sistema cellulo-mediato, i quali come si vede
dal grafico vengono attivati circa una settimana
dopo l’ingresso del virus.
A questo punto però abbiamo già un’alta carica
di virus in circolo (perché il virus nel frattempo
si è replicato), una carica che nella maggior
parte dei casi viene controllata proprio dai meccanismi attivati dall’infezione (sistema interferon,
febbre, infiammazione) che cercano di abbassare la concentrazione di abbassare quantomeno questa
concentrazione di virus per permettere poi agli anticorpi e al sistema cellulare immunocompetente
di combattere l’infezione.
· Il sistema interferon rientra sia nelle infezioni cosiddette di superficie, cioè le semplici infezioni
come l’influenza, sia anche nelle infezioni più complesse dove c’è la presenza di una viremia.
Questo è lo schema semplificativo di come agisce l’interferon: Una cellula infettata attiva la sua
“memoria” genetica e produce
interferoni, proteine glicosilate
che vengono rilasciate: a
seconda del tipo cellulare
(fibroblasti, cellule epiteliali,
leucociti) viene prodotto un tipo
di interferon α o β.
Questi interferon, queste
molecole, vengono captate dalle
cellule vicine. ci sono infatti dei
recettori particolari che legano
gli interferon.
La molecola di interferon quindi non entra all’interno delle cellule, ma attiva nelle cellule vicine un
sistema genetico che mette in campo la produzione di altre molecole (mRNA, tRNA o altri enzimi)
le quali servono per bloccare l’infezione: la prima cellula che è stata infettata va a morte, ma
tutte le altre cellule vicine si attivano e diventano più resistenti all’infezione.
In che modo queste cellule diventano resistenti?
Le cellule diventano resistenti o non permettendo al virus di entrare, di penetrare al loro interno,
quindi bloccandolo sulla loro membrana oppure anche se il virus dovesse entrare i vari tRNA e i
vari enzimi che sono stati attivati dal sistema interferon riescono a bloccare la sintesi proteica del
virus, l’allungamento della catena proteica comandata dal virus oppure ancora riescono a bloccare i
vari mRNA virali.
· Interferon vengono utilizzati anche in terapia, ad esempio nella terapia per l’epatite B
sintetici
e l’epatite C. L’interferon, in particolare l’interferon β che è abbastanza tossico, può essere anche
utilizzato per uso topico nelle cheratiti erpetiche o da adenovirus.
* In ogni caso il problema è dato dal fatto che la produzione di interferon sinteticamente è molto
costosa, quindi si preferisce utilizzare questi farmaci solo per quelle infezioni per le quali non vi
sono dei chemioterapici molto attivi, proprio come nel caso di epatite B e C.
Per quanto riguarda invece una cheratite erpetica o una cheratite da adenovirus, per le quali sono
disponibili dei chemioterapici molto attivi, l’interferon, seppure agisce bene, non viene utilizzato.
· L’interferon viene utilizzato invece molto per altri tipi di infezioni date dai Papillomavirus, i quali
possono dare papillomi laringei, tumori, condilomi, verruche volgari.
* Per quanto riguarda le verruche volgari non viene utilizzato generalmente l’interferon ma
poiché si
semplicemente la chirurgia; nel caso invece dei granulomi e di altre infezioni recidivanti,
hanno delle recidive, alla chirurgia viene associata la terapia con interferon β, proprio per cercare di
diminuire le recidive.
· L’utilizzo prolungato di interferon dà moltissime controindicazioni, in ogni caso però, una
volta sospesa la terapia, tutto ritorna alla normalità.
· Attualmente è stata molto sperimentata la terapia con interferon anche nel campo oncologico, con
buoni risultati. Controllo delle infezioni virali
-
LEZIONE 4
Prendiamo in considerazione quelli che sono stati definiti come i principi generali per il controllo
delle infezioni virali.
Come possiamo controllare le infezioni virali?
Uno dei metodi più apprezzabili è quello della vaccinazione, l’altro, che potremmo definire ancora
in itinere perché gli studi si stanno sviluppando nel corso degli anni, è la chemioterapia antivirale.
La vaccinazione
Attualmente i vaccini rappresentano il mezzo migliore che abbiamo per il controllo delle
infezioni virali.
In effetti grazie alla vaccinazione, in alcuni casi alla vaccinazione di massa, si è riusciti ad eradicare
ad es. il vaiolo e comunque nei paesi industrializzati si è riusciti a controllare molte infezioni virali
come poliomielite, rosolia, morbillo, l’epatite B. completa eradicazione del virus
· Con la vaccinazione antivaiolosa si è ottenuta in effetti la quasi
(dove eradicazione significa che non c’è più la circolazione del virus “selvatico”) però nessuno
può prevedere un ritorno di vaiolo! Questo perché in alcuni paesi del “terzo mondo” potrebbero
esserci delle sacche di virus selvatici.
Fino a pochi decenni fa si veniva vaccinati per il vaiolo, in particolare si parla di vaccinazione di
massa, proprio perché tutta la popolazione era stata vaccinata: il virus selvaggio in questo modo non
può più circolare, non ha dove attecchire poiché essendo tutti i soggetti vaccinati, sieropositivi (per
il vaiolo), presentano anticorpi anti-virus vaioloso: il virus quindi può infettare ma viene
immediatamente eliminato.
Il virus del vaiolo si trasmette mediante rapporti interpersonali, interumani, quindi accade che il
virus non ha più un serbatoio, non ha più un ospite in cui replicarsi.
· Un discorso analogo vale per le infezioni da polio virus, in Italia i casi di infezione da polio virus
sono quasi completamente azzerati. Anche per il polio virus è stata attuata una vaccinazione di
massa, almeno nei paesi industrializzati; tuttavia nei