Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
REPLICAZIONE E TRADUZIONE
Il genoma è simile ai Poliovirus, presenta IRES per la traduzione e l’espressione e NTR per la
replicazione. Viene prodotta una sola ORF che poi verrà tradotta in proteina e subirà dei tagli
formando le proteine strutturali (C, E1 ed E2) e le proteine non strutturali (NS), non fanno parte del
virus ma lo aiutano nella replicazione. Non si verifica la suddivisione temporale dell’espressione
genica, la poliproteina si associa alla membrana del reticolo endoplasmatico e, una volta maturata
in proteine, queste verranno rilasciate secondo traffico vescicolare. dae
aviri
Coron 11:46
1
: %
%
1
1 :
%
INTRODUZIONE
È un virus litico a ss(+)RNA appartenente alla IV classe di Baltimore, il genoma varia dalle 27 a 32 kb
(abbastanza grande per un virus ad RNA).
Si trova maggiormente nei gatti e prima della pandemia se ne conoscevano 4 nell’uomo, apparsi in
Asia nel 2003 e responsabili di raffreddore.
DESCRIZIONE
È un virus rivestito che presenta sulla membrana:
recettore trimerico formato dalla proteina Spike (S);
• Proteina matrice (M) integrale, che sostiene la
• membrana;
Canale ionico.
•
Internamente il genoma è rivestito da una proteina
basica N (nucleocapsidica) che forma il complesso
ribonucleoproteico.
PENETRAZIONE
Quando il recettore di S1 si lega ad ACE2 provoca
un cambio di conformazione della subunità S2, la
quale espone il peptide di fusione (fusogeno). Il
fusogeno entra in contatto con la cellula
bersaglio avvicinando le regioni HR1 e HR2 che
sovrappongono la membrana virale con quella
cellulare, permettendo la fusione dei doppi strati
lipidici e l’ingresso del complesso
ribonucleoproteico nel citoplasma.
GENOMA
Il genoma, per i 2/3, è trascritto precocemente
mentre il restante 1/3 è trascritto
tardivamente, codificando i geni delle proteine del
capside.
Il SARS-COv2 ha 6 ORF che producono 26 proteine,
di cui solo 4 strutturali; le restanti regoleranno
finemente la replicazione e interverranno nei
processi di immuno-evasione.
TRADUZIONE E REPLICAZIONE
La traduzione precoce inizia immediatamente grazie alla presenza del cap e della coda di Poli-A, ha lo
scopo di formare proteine necessarie alla replicazione quali: la replicasi, gli enzimi immuno-evasivi, un
enzima con attività di correzione delle bozze per ridurre le mutazioni puntiformi.
La traduzione precoce si svolge in due processi:
1. Traducendo ORF1 si produce la poliproteina-1a che se scissa da proteasi forma 11 proteine non
strutturali (NP1-NP11);
2. Grazie ad un frameshift ribosomiale nella giunzione di ORF1a e ORF1b, la traduzione prosegue su
ORF1b formando una poliproteina-1ab che tagliata porta a 15 proteine non strutturali. La RNA
polimerasi-RNA dipendente è contenuta nella proteina non strutturale 12.
A questo punto la replicasi sintetizza il filamento
stampo ad RNA negativo, che viene usato come
modello per sintetizzare i genomi virali a polarità
positiva della progenie. Inoltre, viene impiegato
anche per formare mRNA subgenomici (sgRNA) con la
trascrizione discontinua del genoma (trascrizione
annidata): le sequenze iniziali conservate TRS
permettono alla plimerasi di saltare le regioni
ripetute, formando un anello di RNA, dove la parte
iniziale e finale sarà uguale.
La traduzione tardiva porta alla formazione di
sg(+)RNA all’interno delle proteine strutturali e del
restante 1/3 del genoma.
ASSEMBLAGGIO
Le proteine strutturali transmembrana S,M ed E vengono sintetizzate e maturate nel reticolo
endoplasmatico dove sono poi spedite nel compartimento intermedio ER-Golgi (ERGIC). Questo
serve per nascondere i frammenti di dsRNA (immuno-evasione). Le proteine N si associano all’RNA
genomico per formare il complesso ribonucleico della progenie.
Il virione si assembla nell’ERGIC e viene condotto dalla proteina M attraverso interazioni proteina-
proteina. I virioni assemblati sono esportati con la via secretoria e si vanno a fondere con la
membrana plasmatica rilasciando le particelle virali.
Alcuni coronavirus hanno la proteina S che viene secreta nella membrana plasmatica, permettendo
la fusione delle cellule infette con le vicine ancora non infette, formando un sincizio che consente la
diffusione del virus interna, senza che venga rilasciato nello spazio extracellulare.
oviridae
Oromyx
% 41.11946
[11 .
%
INTRODUZIONE
È un virus che ha ss(-)RNA appartenente alla V
classe di Baltimore, è un virus rivestito che ha
forma sferica o filamentosa. Il genoma è
segmentato e rivestito da una proteina N basica
associata al complesso della polimerasi in quanto
non è un mRNA; ogni segmento ha informazioni
diverse per i vari ceppi influenzali. I segmenti
genomici sono stati prima convertiti dalla
trascrittasi inversa in DNA e poi sequenziati
attraverso elettroforesi.
Il virus è rivestito e sulla membrana si ritrovano 3
proteine: l’emoagglutinina (HA), la neuroaminidasi,
che rompe l’acido sialico dallo zucchero successivo
permettendo il rilascio del virus (se è assente il
virus non esce ma si riappiccica), e la proteina
matrice M, atta a rinforzare la membrana. PENETRAZIONE
Il recettore della cellula ospite, l’ammino-zucchero
detto acido sialico o acido N-acetil-neuroamminico,
si lega all’emoagglutinina HA; in realtà
l’emoagglutinina è formata da due componenti HA1 e
HA2, che derivano dal taglio proteolitico del
precursore HAO nel reticolo endoplasmatico, le quali
sono legate da ponti di solfuro e legami deboli. Il
recettore si lega alla testa su H1 scatenando
l’endocitosi. La struttura formata da H1 e H2
contiene il peptide fusogeno; la fusione con
l’endosoma determina un abbassamento del pH che
avvicina le membrane, le quali fondono in un poro
(fusione pH dipendente e indipendente).
GENOMA
La trascrizione del genoma virale è affidata al complesso ribonucleoproteico, che è formato da
PB2, PA e PB1, non ha attività di capping e di metilazione però i suoi trascritti presentano queste due
strutture. La componente PB2 si lega all’estremità 5’ (provvista di cap) dei trascritti della cellula
ospite (cellulari), l’endonucleasi PA taglia la sequenza e la utilizza come primer per cominciare la
trascrizione dell’RNA virale (meccanismo di cap-snatching). La PB1, che ha attività RNA polimerasi
RNA-dipendente, inizia la trascrizione fino ad arrivare ad una sequenza di uridine (che formeranno la
coda di poli-A nel trascritto). Dagli 8 segmenti si formano 8 proteine ma due segmenti potranno
andare incontro a splicing quindi le proteine totali nel nucleo sono 10. La proteina NP dal citoplasma
migra nel nucleo e si lega alla PB2 per impedirle di rubare i cappucci.
RIASSORTIMENTO GENETICO (SHIFT) FRA I VIRUS INFLUENZALI
In natura i virus influenzali circolanti appartengono a diversi ceppi, caratterizzati da diversi
sierotipi di emoagglutinina (15) e neuroaminidasi (9), denominati rispettivamente H ed N. Ad esempio il
virus della spagnola è H1N1 mentre quello dell’aviaria H5N1.
La presenza del genoma frammentato può portare a ricombinazione (antigenic shift), oltre che alle
normali mutazioni puntiformi (antigenic drift).
Antigenic shift
Quando la cellula ospite viene infettata da numerose
particelle virali si può verificare la ricombinazione
dei segmenti genomici, andando a provocare una
pandemia in quanto viene modificato il sottotipo di
emoagglutinina e neuroaminidasi. Il virus così si
sparge in una popolazione che ha poca memoria
immunitaria contro questo virus. Generalmente la
diffusione prevede il salto di specie, principalmente
viene infettato il pollo dagli uccelli selvatici
migratori, che poi passa il virus dell’influenza A
all’uomo. Antigenic drift
È la sommatoria di tante piccole mutazioni
puntiformi che avvengono durante la replicazione
del genoma. Provoca i virus responsabili delle
influenze annuali. Queste variazioni che si
accumulano vanno ad inattivare gradualmente
l’anticorpo; la pressione selettiva del sistema
immunitario sul virus fa si che sopravviva soltanto
un virus resistente agli anticorpi, definito mutante
di evasione (escape mutant), che evade dal sistema
immunitario ed è in grado di infettare individui che
avevano sviluppato l’immunità per il ceppo originale.
CARATTERIZZAZIONE DEL VIRUS
Per definire il ceppo influenzale si utilizza il test di titolazione per
l’emoagglutinazione. L’emoagglutinina infatti si lega agli eritrociti
attraverso ponti che formano degli aggregati. Il test consiste
nell’osservare l’aggregazione degli eritrociti:
se il virus è meno degli eritrociti allora questi cadono per gravità
• e formano un bottoncino rosso nel fondo del pozzetto;
Se il virus è più degli eritrociti allora si aggregano fra di loro
• attraverso i ponti e formano una pellicola che precipita sul fondo.
Un’unità emoagglutinante rappresenta la quantità di emoagglutinina
che è in grado di agglutinare 10^7 eritrociti/mL, quindi si ritrova
nell’ultima diluizione prima che si osservi il bottoncino rosso.
La titolazione per l’emoagglutinazione però non definisce la tipologia
di virus, per fare questo serve il test di inibizione
dell’emoagglutinazione, che sfrutta il legame subunità anticorpo-
virus piuttosto che virus-globuli rossi, osservando il bottoncino
rosso.
VACCINAZIONE
La vaccinazione deve essere effettuata in funzione dei sierotipi circolanti, per questo esistono
varie tipologie di vaccino antinfluenzale:
vaccino inattivato o ucciso: il virus è inattivato, viene somministrato con iniezione
• sottocutanea e questo stimola la produzione di anticorpi contro quel determinato ceppo,
tranne nel tratto respiratorio (si usa sugli anziani dove un vaccino infettivo è un rischio).
Vaccino vivo: presenta virus infettivi ma attenuati che stimolano l’intera gamma di risposte
• immuni durante l’infezione, compresa la risposta cellulo-mediata nel tratto respiratorio.
Vaccini a subunità: formati da emoagglutinina e neuroaminidasi purificate da virus coltivato in
• un uovo embrionato di pollo. e
irida
bdov
Rha 1196
%
% /
11 11
.
INTRODUZIONE
Il virus della Stomatite Vescicolare è un virus rivestito a ss(-)RNA con ciclo litico e replicazione
completamente citoplasmatica.
Ha la tipica forma a proiettile e presenta il genoma associato ad una RNA polimerasi che forma
l’mRNA antisenso. Le cellule target sono quelle della cavità orale bovina, può infettare anche l’