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VACCINI CONTRO VIRUS EPATITICI

I vaccini attualmente disponibili contro i virus epatici sono il vaccino per l'HBV e il vaccino per l'HAV.

Vaccino per HBV

È un vaccino ricombinante, costituito dall'antigene di superficie, o HBsAg, somministrato intramuscolo ed in tre dosi. È un vaccino praticamente senza rischi (gonfiore e arrossamento, raramente shock anafilattico) e molto ben tollerato dall'organismo. In neonati a rischio di infezione perinatale è consigliabile la somministrazione di una dose.

Vaccino per HAV

È un vaccino a virus inattivato (ucciso) che si somministra per via intramuscolare in due dosi, la seconda tra sei e diciotto mesi dopo la prima. È probabile che sia necessario un richiamo dopo 10 anni. Non è protettivo se somministrato ai bambini di età inferiore ad 1 anno.

INFEZIONI RESPIRATORIE ACUTE

Le infezioni respiratorie acute (ARI: Acute Respiratory tract Infection) rappresentano un rilevante problema di...

sanità pubblica, per via della loro ampia diffusione e per i conseguenti costi diretti e indiretti (es. assenza dall'attività lavorativa) che determinano. Le infezioni respiratorie acute non sono solo di origine virale, deriva anche da batteri, funghi e addirittura alcuni protozoi, ma sicuramente i virus sono i principali responsabili in termini di morbosità, ovvero di numero di soggetti colpiti dall'infezione sulla popolazione generale. Le infezioni respiratorie acute sono infezioni ubiquitarie a livello mondiale e sono altamente contagiose. La contagiosità è legata alla loro trasmissione, che avviene prevalentemente per via aerea. Le infezioni respiratorie acute possono colpire soggetti di qualsiasi età e possono ripresentarsi anche più volte nell'arco della vita. Più agenti eziologici possono dare infezioni respiratorie acute e per alcuni virus in particolare ci sono diversi sierotipi che possono dare la

stessasintomatologia.Le infezioni respiratorie acute sono responsabili di un’elevata morbosità e di- un’elevata mortalità. La mortalità è particolarmente elevata nelle estremeetà della vita e quindi negli adulti con età maggiore di 65 anni (13% dellecause di morte) e nei bambini con età inferiore ai 5 anni (20% delle cause dimorte).

Mentre i virus sono sicuramente i principali- responsabili della morbosità di queste patologie, ibatteri sono i principali responsabili dellamortalità.I batteri infatti solitamente sovrainfettano l’epiteliorespiratorio in seguito ad un’infezione virale equindi danno un’infezione secondaria con dei tassidi mortalità, nelle estreme età, abbastanzaelevati.

In alcuni casi anche alcuni funghi e alcuni protozoi possono dare infezioni- respiratorie acute.

Vi sono diverse famiglie di virus responsabili di infezionirespiratorie acute.Virus

classiciTra i virus a DNA abbiamo:
  • gli Adenovirus - Possono essere responsabili di infezioni respiratorie acute, solitamente faringiti oppure congiuntiviti.
Tra i virus a RNA abbiamo:
  • gli Ortomixovirus - Sono i virus influenzali;
  • i Paramyxovirus - Comprendono sia i virus parainfluenzali sia il virus respiratorio sinciziale;
  • i Picornavirus - Tra i Picornavirus abbiamo i Rinovirus, responsabili della rinorrea. Per fare un esempio, solo per quanto concerne i Rinovirus si conoscono più di 100 sierotipi e pertanto si possono avere almeno 100 infezioni respiratorie acute diverse provocate da rinovirus; Tra i Picornavirus figurano anche gli Enterovirus che possono dare infezioni respiratorie acute.
  • i Coronavirus - Quelli più classici sono OC43 e 339E. I Coronavirus sono responsabili di congiuntivi, rinorree e infezioni poco severe nella popolazione generale.
Virus emergenti e di recente classificazioneTra i virus a DNA nel 2005 è

È stato isolato il Bocavirus (hBoV) mentre nel 2017 sono stati identificati due nuovi Poliomavirus, responsabili di infezioni respiratorie acute (WUPyV; KIPyV).

Tra i virus a RNA abbiamo:

  • Metapneumovirus - Appartengono alla famiglia dei Paramyxovirus (stessa famiglia del virus respiratorio sinciziale). Causano frequentemente infezioni respiratorie acute nei bambini.
  • Ortomixovirus - Recentemente sono stati scoperti nuovi virus influenzali, appartenenti alla famiglia degli Ortomixovirus. L'ultimo ad essere stato scoperto è A/H1N1v, scoperto nel 2009.
  • Coronavirus - Per quanto riguarda i Coronavirus gli ultimi scoperti sono il virus della SARS, scoperto nel 2003, e il SARS-CoV-2, scoperto alla fine del 2019, responsabile dellapandemia in atto.

La stagionalità: Le infezioni respiratorie acute virali hanno, quasi tutte, una stagionalità ben definita. Le varie infezioni respiratorie acute virali hanno pertanto dei picchi di incidenza in alcuni mesi.

Dell'anno. Ad esempio, i virus parainfluenzali (PIV-3 e PIV-2) di solito hanno un picco di incidenza soprattutto prima del periodo natalizio. Invece, il picco del virus influenzale è di solito tra dicembre e fine marzo. Ci sono virus, tra quelli che causano infezioni respiratorie acute, in cui la stagionalità è meno spiccata (es. Adenovirus e Metapneumovirus). In ogni caso è possibile fare una diagnosi presuntiva sulla base proprio di tale stagionalità.

  1. Orthomyxovirus sono i virus influenzali, ovvero quelli che causano l'influenza propriamente detta. Sono virus a RNA il cui genoma è a singolo filamento di senso negativo- segmentato. In altre parole, è diviso in diversi segmenti che codificano tendenzialmente per una proteina ed in alcuni casi anche per più di una. Hanno un capside a simmetria elicoidale.

  2. Tra gli Orthomyxovirus possiamo distinguere tre sottotipi:

    • influenza A
    • influenza B
    • influenza C

delle epidemie stagionali nell'uomo. Il genoma di questo tipo di virus influenzali è costituito da 8 segmenti.

influenza C Il genoma di questo tipo di influenze è costituito da 7 segmenti.

Replicazione La replicazione degli Orthomyxovirus avviene nel nucleo della cellula infetta. Tale modalità di replicazione costituisce un'eccezione in quanto tutti i virus aRNA si replicano nel citoplasma della cellula infetta.

Gli Orthomyxovirus sono virus dotati di envelope e su questa struttura sono presenti due tipi di glicoproteine (spike proteici). Tali glicoproteine mediano un'ingresso del virus e l'altra l'uscita del virus.

Quindi, in seguito al riconoscimento tra l'emoagglutinina, la glicoproteina recettrice del virus, e gli acidi sialici, a livello della mucosa respiratoria, si ha l'endocitosi del virus in un endosoma. All'interno dell'endosoma si verifica il processo di acidificazione del pH (comune a tutti gli)

endosomi). L'acidificazione del pH provoca un cambiamento conformazionale nell'emoagglutinina che espone la sua parte carbossiterminale che è un peptide fusogeno. In questo modo l'envelope del virus si fonde con la membrana dell'endosoma e i segmenti genomici vengono rilasciati e trasportati nel nucleo. All'interno del nucleo una proteina, ovvero l'RNAasi RNA dipendente virale, trascrive l'RNA genomico di senso negativo in un RNA genomico di senso positivo. Quest'ultimo fa da stampo ai nuovi segmenti genomici di senso negativo che vengono trasportati nel citoplasma e qui tradotti nelle proteine strutturali e funzionali del virus. In seguito, le componenti virali vengono assemblate e il virus esce per gemmazione dalla cellula infetta.

Genetica del virus dell'influenza Il virus dell'influenza è un virus che ha un'alta variabilità genetica. Il virus dell'influenza è infatti in grado di avere due tipi di

cambiamentiantigenici.

Antigenic drift

Caratterizza tutti e tre i tipi di influenza (A, B e C).

Si tratta di piccole mutazioni che sono il risultato di basi trascritte dall'RNA polimerasi RNA dipendente (ricordiamo che è un enzima che manca dell'attività di correttore di bozze).

Cambiamenti dei nucleotidi si possono tradurre in cambiamenti amminoacidici che si traducono in cambiamenti antigenici.

Antigenic shift

Il virus dell'influenza A può avere un ulteriore meccanismo di variabilità genetica.

Tale meccanismo è chiamato antigenic-shift.

Si tratta di un meccanismo di ricombinazione genica che è molto più raro e che si ha quando si verifica lo scambio di un interosegmento genomico virale tra un virus e un altro virus.

Risulta evidente che, perché tale meccanismo possa verificarsi, è necessario che due virus diversi coinfettino la stessa cellula.

L'antigenic-drift tendenzialmente si traduce in piccoli cambiamenti

antigenici, per cui infezioni con virus precedenti potrebbero generare anticorpi che, comunque, in alcuni casi, vanno a impedire la nuova infezione. In altri casi questo non si verifica e gli anticorpi precedentemente prodotti non sono in grado di combattere il nuovo virus. Questo spiega perché il vaccino influenzale vada ripetuto annualmente.

L'antigenic-shift invece è un cambiamento radicale sotto il punto di vista antigenico. Il virus che emerge dopo la sostituzione di uno o due segmenti ad opera di tale processo è un virus sostanzialmente nuovo.

Perché solo il virus dell'influenza A può avere l'antigenic-shift?

Perché questo virus ha diversi serbatoi animali.

I virus, nella maggior parte dei casi, sono strettamente specie specifici. Per esempio, un virus suino infetta solo i suini ed un virus umano solo l'uomo. L'influenza A ha però diversi serbatoi animali. Tra questi esiste un animale, ovvero il maiale, che possiede,

A livello della trachea, ci sono recettori sia per i virus umani sia per i virus suini e sia per i virus aviari (degli uccelli). Pertanto, le cellule della trachea del maiale possono essere simultaneamente coinfettate da più virus e proprio in questo ospite può avvenire l'antigenic-shift.

Dal punto di vista delle epidemie annuali e delle pandemie cosa si verifica? Quando arriva un nuovo virus tutta la popolazione è naif, ovvero non ha mai preso contatto con tale virus. Supponiamo allora che il virus, in tale periodo, possa infettare il 50% della popolazione.

Negli anni successivi il 50% della popolazione mostra gli anticorpi e

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
24 pagine
SSD Scienze mediche MED/07 Microbiologia e microbiologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher grace2000 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Microbiologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Borghi Elisa.