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VIRGINIA WOOLF
Tre ghinee (1938)
L'idea di partenza era di creare un testo non semplicemente di saggistica, ma una narrazione fittizia
che mescolasse parti di fiction e parti di non fiction. Woolf non riesce a portare a compimento
questa fusione, infatti dallo stesso lavoro nasceranno due opere diverse: Tre ghinee e The years, un
romanzo, la storia di una famiglia inglese dalla fine '800 a metà anni '30. La domanda che muove
entrambe le opere è: come fermare la guerra? In che modo possiamo fermare l’orrore. Questo rende
Tre ghinee un manifesto del pacifismo, dell'antifascismo e del femminismo.
In esso Woolf mostra una connessione tra l'emancipazione delle donne e la lotta all’imperialismo e
al fascismo. Vuole dimostrare questo: come stanno insieme l'emancipazione delle donne (che da
qualche anno votavano e avevano accesso alle professioni) e la lotta al pensiero e alla pratica
imperialista.
Woolf mostrava in che modo le nostre vite personali sono attraversate dalla politica, è un esercizio
di psicologia sociale questo libro: come se Woolf analizzasse le relazioni sociali, non solo tra
uomini e donne.
Il libro mostra anche come le rivendicazioni degli esclusi non possano semplicemente essere
rivendicazioni di inclusione ( ci siamo pure noi ), Woolf dice io non voglio essere inclusa in un
ordine ingiusto, non mi basta avere il diritto di voto, io voglio riformare i nostri rapporti politici
civili . Il voto non basta, se poi si deve votare per un sistema imperialista.
Le donne inglesi avevano ricevuto il diritto di voto (fine della I guerra mondiale, nel ’20),
perché avevano aiutato in guerra. Era come un premio che avevano ricevuto.
solamente
Woolf non è né marxista, né antirazzista, né rivoluzionaria. Faceva parte di una classe colta,
proveniva da una famiglia di privilegiati, non era stata educata in nessuna scuola (educazione
ricevuta da tutori e padre) e parla da questo tipo di posizione, cioè da una realtà che si è aperta da
pochissimo al contributo delle donne, ma che non ha minimamente ripensato i propri valori e la
fortissimo tra il modo in cui è organizzata la nazione
propria organizzazione. Woolf vede un legame
e il fatto che continui ad esserci la guerra: le cose come stanno in questo momento sono favorevoli a
che la guerra continui. Questa è la sua posizione.
capi di stato sui soldati, è questo tipo di rapporto
La supremazia degli uomini sulle donne, dei
gerarchico e suprematista che consente il pensiero e la pratica della guerra.
Elaborazione molto chiara e seria: il fatto che la battaglia per l’eguaglianza democratica e la
una cosa sola, non ci può essere una battaglia per la pace (gli anni '30
battaglia per la pace siano
sono un momento delicato, in cui i movimenti pacifisti si stanno attivando per evitare che si
ripetano gli orrori della I guerra mondiale) senza battaglia per l'eguaglianza dei diritti.
Woolf vedeva molto bene questa cosa: è inutile fare i pacifisti e gli antifascisti, se poi in casa ci
teniamo queste ingiustizie abissali. Come si fa a combattere il fascismo e poi impedire alle donne ad
avere accesso a un certo tipo di lavori?
Sì all’inclusione nelle università, nella vita pubblica, nelle professioni, però non alle condizioni di
prima (condizioni per cui tutti sfruttano tutti).
Woolf riflette su quello che può essere il contributo delle donne, che in quel momento erano
nuove alla vita pubblica e sociale. La sfera della vita maschile e della vita femminile erano ben
separate fino a tutto l'800 e oltre. Da una parte la vita domestica, dall'altra quella pubblica.
Per Woolf ormai non si può più considerare il mondo diviso in questo modo, non è più un mondo
che si può modellare sulla figura del maschio colonizzatore, uomo al comando, in parole povere il
superuomo nazifascista.
Il contributo delle donne in questo può essere importante, proprio perché erano state escluse, quel
modello non era affatto pensato per loro.
Woolf non parla mai di minoranze razziali o di popoli colonizzati. Lei parla espressamente delle
figlie degli uomini colti, per parlare delle borghesi.
C'è una strategia discorsiva che ricorre nel testo: il riferimento alle fotografie. Alcune sono evocate
e non mostrate, descritte dettagliatamente nel loro orrore e sono le foto dei bombardamenti che
stavano avvenendo in quel momento, dal ’36 in poi, durante la guerra civile spagnola. Guerra che
rappresentò un grande teatro di prova della II guerra mondiale e anche uno degli ultimi scenari
dell’idealismo 800esco.
Ci sono delle foto che arrivano dalla Spagna, che lei descrive con una descrizione disturbante (case
sfondate, corpi dei bambini). Non vengono mostrate queste foto, solo descritte. Poi ci sono 4 foto
che mette nel saggio, di persone che rappresentano le istituzioni: gli uomini al potere, ovvero i
giudici, l'esercito, ecc.
Questo modo di rappresentare la forma dell'umano è fondamentale per il discorso della Woolf:
diversi, la sua esperienza come donna è assolutamente distante da quella di un uomo,
siamo molto
però vediamo una foto dell'orrore e lì arriviamo a un grado 0, in cui siamo uguali.
La foto rappresentata è quella del potere che non suscita nessuna emozione, è una rappresentazione
della forza (personaggi togati, con le parrucche, ecc.).
Importante: non mette immagini di donne, va a rovesciare i termini della questione ( adesso sono io
che parlo di voi ). Discorso che si svolge in modo dialogico: l’opera è la risposta a una lettera di un
noto avvocato, di cui non si fa nome, che le chiede un contributo su come prevenire la guerra e le
offre possibilità di contribuire (possibilità piuttosto sciocche).
Come possiamo fermare la guerra è la domanda posta dall'avvocato.
Woolf innesca il discorso proclamando la propria inadeguatezza a rispondere alla domanda:
Quando mai nella storia un uomo ha posto una tale domanda a una donna? . Woolf sta solo
indossando la maschera dell’inetta, non sta dicendo veramente di essere un’inetta. E' un artificio
retorico, perché poi sarà abilissima a rispondere.
E così comincia a ragionare su quale può essere il contributo di donne che sono sempre state
tagliate fuori.
Woolf vuole fermare la guerra, ma anche smantellare il mondo dell’avvocato, mondo degli uomini,
che ha sempre escluso le donne.
Dietro di noi, sta il sistema patriarcale, le pareti domestiche, con il loro nulla, la loro immoralità, la
loro ipocrisia, il loro servilismo. Dinnanzi a noi, si apre il mondo della vita pubblica, con la sua
possessività, la sua invidia, la sua aggressività, la sua avidità. L'uno ci tiene prigioniere, come
schiave nell'harem, l'altro ci obbliga come bruchi, l'uno in fila all'altro, a fare il girotondo intorno
all'albero sacro della proprietà privata. La nostra è una scelta tra due mali, l'uno peggiore dell'altro.
Non faremo meglio a buttarci da questo ponte giù nel fiume…?
Da una parte i valori vittoriani, patriarcali, domestici in cui le donne erano precluse, dall'altra il
nella grande fabbrica della produttività.
diventare degli automi, carne da macello
Il libro si apre come una risposta alla domanda dell’avvocato e prosegue citando altre richieste, ad
esempio, la lettera di una richiesta di fondi per sovvenzionare un college femminile (in questo
è che tutte le donne potessero entrare a Oxford, c'era un numero chiuso per le donne,
momento non
o un'altra lettera di richiesta di fondi per un'organizzazione che aiutava le donne ad entrare nelle
professioni.
Le tre ghinee del titolo sono un po' queste: una per l'educazione delle donne, una per l'avere accesso
a lavori ben pagati, una per la causa pacifista.
E sono legate a tre domande: come prevenire la guerra, cosa fa il governo per l'educazione delle
donne, perché le donne non hanno lo stesso accesso degli uomini nelle professioni.
Questo è un dialogo, lo sviluppo di un dibattito. I riferimenti all'attualità sono continui, anche i
riferimenti all'archivio personale (cioè a diari, appunti, lettere, giornali che la Woolf studiava), sia
alla vita personale. Questo fa di Tre ghinee un testo molto vivo.
Tra i riferimenti, c'è il nipote, che era andato a combattere nella guerra civile spagnola e che morì
sul campo di battaglia.
Nel testo è presente anche la figura del soldato: outsider come le donne. Vittima della guerra, come
il nipote, è succube.
L’opera è molto abile nel mostrarci quelli che erano i processi socioeconomici dell'epoca: la
segregazione dei lavori (c'erano lavori solo maschili, soprattutto quelli pubblici, di potere, più
soprattutto quelli più umili, domestici, peggio pagati), la
ricchi, e poi c'erano lavori femminili,
discriminazione nei salari (paghe molto diverse), come nei tipi di lavori.
Così, Woolf intreccia questa relazione tra denaro, libertà, potere su se stessi, valore e libertà
creativa è fondamentale in Una stanza tutta per sé , che era l’elaborazione di un
creativa. La libertà
tema per una conferenza a cui Woolf era stata invitata. Lei doveva svolgere un tema: la donna e il
romanzo . Le viene l'idea di parlare di quali sono le condizioni materiali per cui una donna può
permettersi di mettersi a scrivere: una stanza (tutta per sé) e 300 sterline l'anno.
L’indipendenza economica è essenziale per la libertà creativa. L'indipendenza dell'immaginazione,
quindi, dipende dall’indipendenza materiale.
Chi scrive, l'autrice di romanzi, Woolf dice, non può dipendere da un altro, che le chiede di
assolvere lavori che sono in conflitto con la scrittura (se si devono allevare dei figli, non si può
scrivere), né deve sentirsi in colpa perché non partorisce o essere mosso da rabbia o rivendicazione.
Qui Woolf rivendica l’androginia: fondere insieme maschile e femminile. La vera libertà è questa:
andare al di là delle condizioni che ci vengono imposte. I corpi non devono diventare delle galere
incatenanti.
costruisce, quindi, il legame indipendenza economica e libertà individuale. Avere una stanza
Woolf
tutta per sé, uno spazio in cui esercitare lo studio e il pensiero.
In Tre ghinee questo legame diventa ancora più profondo: Woolf mette in discussione il modo in
cui stanno insieme la cultura tradizionale, la libertà intellettuale, e la guerra.
Come se guardasse più a fondo: per avere la libertà intellettuale, devo essere indipendente
economicamente, ma questo accesso alla cultura come sta in rapporto alla gu