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VILLA SAVOYE
VILLA SAVOYE DI LECORBSIER è situata a 30 chilometri da Parigi, nella periferia di poissy, logo circondato su
tre lati da alberi e sul quarto da un ampio panorama.
La prima impressione della casa è quella di una scatola bianca, sospesa su pilotis cilindrici arretrati. Essi
forniscono un arioso senso di leggerezza.
La facciata principale è in un certo senso vuota e severa è da l impressione (in seguito confutata) di un
edificio completamente simmetrico. La forte enfasi orizzontale è data dalla figura complessiva, dalla singola
finestra a nastro che corre da un’estremo all’altro del piano superiore e dalle ripetute linee orizzontali delle
vetrate industriali del piano terra dove è situato l’alloggiamento dell’autista e dei domestici.
Attraverso le porte principali si passa per il vestibolo dove troviamo due “modi” di salire, uno veloce (scala
a chiocciola per la servitù) e un lento (la rampa per i proprietari). Le superfici intorno superfici fredde,
cliniche e lisce. La rampa è la spina dorsale della villa, in pianta collocata sull’asse passa tra la maglia dei
pilotis. La pianta della villa è quasi un quadrato (figura che l’architetto amava) che contrasta poi con molti
volumi circolari, e rende nobile grazie anche alla rampa, la passeggiata architettonica. Il primo piano
contiene il soggiorno, il camino, la sala, la cucina, la camera della signora Savoye con il bagno e la camera
degli ospiti, e tutto ciò gira intorno ad una stanza a cielo aperto che è la terrazza dalle grandi qualità
intrinseche. Questa era una casa per rilassarsi nel fine settimana respirando aria di campagna in un
contesto tranquillo. Salendo ancora tramite la rampa (mattonelle in diagonale per la rampa, danno un
senso di dinamicità, al contrario che nella terrazza dove sono posate ortogonalmente) arriviamo al terrazzo
dove Le Corbusiersfoga le sue fantasie nautiche come per esempio la grande ciminiera che contiene la fine
delle scale della servitù. L’ultimo tratto della ramap ascende verso il solarium, percepito dall’esterno come
un volume curvo sospeso mentre da questa posizione come una sottile striscia in cui si ritaglia un piccola
fiinestra. Un rettangolo di cielo blu e dalla cima si presenta una vista mozzafiato sulle lontane valate che si
avvistava appena arrivati. Allora si vedeva l’edifico circondato dal panorama ora il panorama è incorniciato
dall l’edificio.
Sia Zevi che De Fusco che Tafuri sono d’accordo che la rampa serve a lacerare la forma pura del
parallelepipedo spaccando tutta la villa in senso longitudinale, come facevano i cubisti scardinando
l’involucro e penetrando nell’interno dell’oggetto. Ma la rampa, dopo aver spaccato la forma pura, rende
percepibile la continuità degli spazzi che essa ha frantumato; infatti collega al coperto il piano terra col
primo piano e, all’aperto, quest’ultimo col tetto-giardino. In tal modo la rampa, vera e propria promenade
architecturale, costituisce un elemento plastico costantemente visibile nella parte centrale della casa sia
per chi guarda dall’interno, sia per chi guarda dalla terrazza del primo piano.
In questa casa ritroviamo tutti e cinque punti fondamentali che sono: il piano pilotis, il tetto giardino, la
pianta libera, la facciata libera e le finestre a nastro.
I suoi cinque punti sono:
- I pilotis sono dei pilastri in cemento armato disposti in una maglia ortogonale e rappresentano la struttura
portante dell’edificio sostituendo i voluminosi e vincolanti setti murari. I pilotis, poggiati su dei plinti, oltre
ad essere la base per gli altri punti servono per elevare la costruzione separandola dal terreno e quindi
dall’umidità.