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PRAGA
Città che fino al 1918 apparteneva agli austriaci, agli asburgo. Dominazione di
cui Praga ne porta i segni. Rodolfo II fece in modo che la città diventasse il
centro della cultura asburgica, Vienna aveva come contendente Praga come
città più rappresentativa degli asburgo. Tradizione di artisti come arcimboldo,
che visse a lungo a Praga, ma anche scienziati come keplero. Cimitero ebraico
di Praga, la sinagoga, un luogo singolare che rispetto a Vienna che aveva
costruito tutto da zero, edifici calchi del passato, a Praga questi luoghi erano
originali, si parla di Praga magica. Figure leggendarie e che nascono
dall’esperienza della comunità ebraica Praga (praa = soglia), spazio di transito
tra occidente e oriente e spazio in cui si entra nelle profondità delle psiche
umane. Figure come il golem, gigante ddi creta, custode della comunità ebraica
e difensore della comunità ebraica, inventato da rabbi low faust ebraico.
Scrittori come franz werfel che ci dicono che la Praga del tempo è una città
irreale, un ghetto paralizzante, è la città dei tre popoli: convivono senza
difficoltà, tedeschi, ebrei e maggioranza di cechi. Punto di vista economico,
politico e culturale, negli anni della Moderne era da poco uscita dal ghetto e si
era assimilata alla cultura asburgica. Isola linguistica singolare. Gli asburgo
dominavano e ciò aveva come conseguenza che lingua ufficiale del tedesco
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non era la lingua dei cechi, ma la lingua della legge, il ceco invece era la lingua
del popolo.
Rainer Maria Rilke ( 1875.1926)
Figura di congiunzione, a metà tra spirito viennese e il simbolismo tedesco.
Incontro tra il visibile e l’invisibile. Realtà sensibile e realtà ultraterrena, di cui
noi siamo consci e consapevoli ma che non riusciamo a tradurre in poesia.
Lingua del cuore, poetica che ci riporta all’interno di una poesia che si
costruisce sulla soglia e sul limite, in contrasto tra luce e ombra, vita e morte.
Angelo come figura di mediazione tra mondo e l’altro e Orfeo, il cantore, che è
stato nel mondo dei morti ma tornando si volta verso l’inferno, cosa che non
poteva fare, e facendo cosi ha perso il proprio amore. rilke cresce a Praga nella
comunità di lingua tedesca, posizione opposta rispetto a kafka che vive nella
comunità ebraica. Figure molto diverse nella formazione. Rilke frequenta la
scuola militare, MUSIL descrive Praga come fulcro dove si incontrano gli assi del
vecchio mondo. Conosce stephan george a Monaco, trasferendosi rinuncia alla
sua professione e cerca mecenati che lo sostentino in cambio delle sue poesie.
Viaggia e in Russia nel 1905 inizia a lavorare al libro di poesia Stundenbuch,
ricerca di una religiosità che debba essere una sorta di mediazione tra
occidente e oriente cristiano. Ricerca che Rilke affida a un monaco russo, che
affronta una serie di tematiche: incompiutezza di dio, di esilio dal mondo che
ha creato, artista di fronte alla grandezza di dio rimane in silenzio, incapacità di
rappresentare il divino nella sua compiutezza. Il monaco e la sua vita
contemplativa sono risposta alla moderne. Di ritorno dalla Russia si trasferisce
vicino a Brema a worpswede dove fonda una colonia di artisti che dovrebbero
consacrarsi al culto del silenzio. Colonia di artisti si scioglie e lui si trasferisce a
Parigi dove diventa segretario di uno scultore che gli ispira una serie di poesie
ma anche un’esperienza dell’arte come espressione di un limite umano, limite
che si tenta di superare per raggiungere l’invisibile. Riflessione, e poi
immergersi nell’arte cercando di tradurre ciò che si vede negli artefatti, quello
che Rilke ci offre è una poesia ecfrastica (descrizione verbale di un’opera d’arte
visiva). Torso di Apollo che Rilke vede nel 1908 torso che non ha testa ne
gambe, monito per cambiare vita. poesia che descrive il torso nel tentativo di
cogliere un messaggio da questa statua. Esperienza estetica: nel guardare
un’opera d’arte questa ci deve dare un insegnamento. Statua illuminata dalla
luce, serie di congetture sulle parti che mancano, ci porta a parlare
dell’invisibile attraverso il visibile. Esperimenti di vedere l’invisiible nel visibile.
Rilke lascia Parigi e fa altri viaggi che lo portano nel nord Europa, in Egitto,
Spagna e Italia. Si stabilisce a Trieste in cui inizia a lavorare cambiando la una
visione del mondo, svolta positiva nella visione del mondo. Comincia a lavorare
al duineser elegien e sonetten an orpheus. Elegia genere che ha come obiettivo
di raccontare passato perduto, tono malinconico celebrante un passato che non
c’è più. Ciclo di 10 elegie con linguaggio simbolico si basano su temi ricorrenti.
Inconsistenza della vita umana, instabilità dei sentimenti umani e della loro
variazione costante, decadenza, tema della ricerca di una nuova divinità,
denuncia della morte di dio, uomo moderno è individualista, crisi della
borghesia, temi trattati in modo molto prosaico, attraverso alcune figure
emblematiche, alcuni personaggi e figure che ricorrono nelle 10 elegie. Si
riferisce a un angelo, colui che detiene la verità, esprime il maggior grado di
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bellezza. Lui rimane muto di fronte alle richieste del poeta di sapere cosa c’è
nell’invisibile. Angelo è figura tremenda e bellissima. Figure:
Angelo, sfinge, amanti infelici, giovani morti, saltimbanco, viandante, eroe,
bambino, animale. Figure della preesistenza, che vivono in condizioni
intermedia tra essere maturi e essere nello studio infantile. Giovani morti sono
doppiamente caratterizzati dalla morte, perché avevano davanti tutta la vita
che non si realizzata, sono inesausti, non esplicitati, interruzione della vita è
ancora più importante perché esistono possibilità per loro. Saltimbanco si
diverte senza pensare, viandante tema in tutta la poesia tedesca, figure che
vagano senza una meta, alla ricerca di una verità oltre le cose, eroe che ha il
merito di sottomettere la ricerca della propria gioia al dovere, è assimilato ai
morti giovani, perché come loro ha una parte di vita negata, bambino che è
creatura angelica e autentica, non ha ancora ricevuto l’educazione che lo porta
a interpretare il mondo. Il bambino che non ha una educazione è soggetto
spontaneo e puro, perché non è educato, stato di natura e stato di
civilizzazione (critica della cultura di Nietzsche), che ci allontana dalla realtà
profonda delle cose. Accanto al bambino c’è l’animale che non ha una
coscienza, non può essere manipolato dall’esterno o educato, è libero da
qualsiasi preconcetto sociale e etico. Può muoversi con libertà nella natura.
Tentativo del linguaggio di andare oltre la realtà, esperimenti lirici che portano
la lingua alle sue estreme possibilità espressive. Elegie risultano sospese tra il
mondo terreno e ultraterreno. Angelo è espressione della mediazione, sa cosa
sia l‘invisibile ma non ce lo spiega. Espressione di un mondo che troviamo nei
sonetti a Orfeo. Figura dell’angelo ma lo collocano in un contesto mitologico,
sorta di monumento funebre per una ballerina di 19 anni morta, Rilke la vedeva
ballare, e riteneva che la sua danza trasformasse la caducità del mondo in
movimento. Danza che sembrava dare ordine al caos, attraverso il suo canto
Orfeo muoveva gli alberi, le rocce e gli animali affinché abbandonassero la
violenza e si dedicassero all‘ascolto del suo canto, la ballerina sospendeva
qualsiasi tensione di chi la osservava. Orfeo torna dall’ade senza Euridice e
viene ucciso dalle donne della Tracia perché cercano di sedurlo ma lui è
annientato dalla perdita di Euridice, il rifiuto di Orfeo fa in modo che le donne lo
smembrino e rimane solo la sua voce, che diventa la voce della natura stessa.
Come del poeta, alla fine rimane solo il suo canto, possibilità per sopravvivere
alla morte e alla caducità. Lo specchio costituisce una visione limitata delle
cose, una distorsione. Quello che il poeta stesso può vedere è solo una parte
del mondo. Siamo simili a narciso, quando ci si avvicina troppo per vedere la
sua immagine annega nello stagno. Euridice è nel mondo dei morti, sa cos’è
l’invisibile. Poesia degli oggetti che porta all’estremo gli esiti della poesia di
Rilke, porta a un ulteriore rarefazione dell’immagine poetica che diventa
astratta e lontana dalla realtà visibile. Volontà di svoltare verso una poetica del
silenzio. Poesie che scrive in francese. Lingua di mediazione tra il mondo dei
vivi e il mondo dei morti, tra cultura e natura, svela il volto del mondo delle
cose e il segreto del mondo stesso. Magia del creato, visibile nell’invisibile, del
mondo segreto e misterioso, caratteristica praghese.
SCUOLA FANTASTICA DI PRAGA
A cui non appartiene kafka, alcuni autori che appartengono a andré breton,
conferenza 1935 sul surrealismo. Autori che scrivono in tedesco, che avranno
una serie di contatti con kafka. Praga è lo sfondo costante delle loro opere,
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luogo magico che genera visioni, spazio che ci porta all’interno di un modno
invisibile, abitato da presenze inquietanti, fantasmi del passato anche storici.
Gustav Meyrink che vive a Praga fino al 1902, quando si trasferisce a Monaco
parla dei grandi padri della letteratura gotica, ETA hoffman, Edgard allan poe.
Modello dello scrittore romantico tedesco hoffmann, aspetti irrazionali,
personaggio incredibili che non hanno una spiegazione razionale all’interno
della narrazione. Narrativa del meraviglioso è quella dei fratelli grimm, aspetti
che però non ci creano paura. Letteratura del fantastico produce orrore e
inquietudine, del PERTURBANTE.
Max brod scrittore ceco e ebreo che scriveva in tedesco, suggestioni che
derivano dalla sua appartenenza alla realtà ceca e ebraica di Praga, una serie
di immagini e di personaggi (una domestica Ceca, tycho brahe e il suo
cammino verso dio, biografia di frank kafka, nel 1948, opera che ha contribuito
in modo decisivo alla ricezione di kafka nella comunità ebraica, max brod
descrive dottrina di kafka, e come avesse lasciato in eredità la sua opera,
prima di morire kafka consegnò a brod tutti i suoi inediti dicendogli di
distruggerli, e lui invece li pubblicò).
Praga, vivace e viva e aveva caratteristiche architettonica di modernità.
Processo di emancipazione della comunità ebraica, uscire dal ghetto e
assimilarsi nella società civile austriaca. Processo di assimilazione da cui nasce
la letteratura di kafka, tentativo che rimane incompiuto, di integrarsi in una
comunità. Tentativo di assimilarsi è sospeso tra le due comunità principal