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Aree corticali deputate al controllo del movimento
Queste comprendono le seguenti aree della corteccia telencefalica (vd. Telencefalo):
• Area motoria primaria (MI- area 4): è localizzata nella circonvoluzione precentrale, è ricca
di cellule piramidali gigandi (di Betz) ed è organizzata somatotopicamente (homunculus
motorio);
• Area motoria supplementare (AMS-area 6): è localizzata sulla superficie mediale degli
emisferi, superiormente al giro del cingolo;
• Area premotoria (CPM- area 6);
• Campi oculari frontali (COF- area 8): presentano collegamenti per e dall’area visiva;
• Area motoria parietale posteriore (AMPP- area 5,7);
• Area somatosensitiva primaria (area 1).
Fascio piramidale (motilità volontaria)
Rappresenta il principale e più voluminoso fascio di collegamento tra corteccia telencefalica e
apparato elementare assile (monosinaptico senza stazioni di relay motorie intercalate) ed è così
chiamato poiché decorre nelle piramidi bulbari. Esso comprende:
• Fibre corticospinali, dirette ai centri somatomotori dei nervi spinali nelle corna anteriori del
midollo spinale (fascio piramidale in senso stretto- sono fibre esclusivamente crociate);
• Fibre corticonucleari, destinate ai centri somatomotori dei nervi cranici del tronco
encefalico (sono esclusivamente crociate solo quelle dirette ai nucleo del nervo ipoglosso e
alla parte inferiore del nucleo del facciale –che innerva i muscoli inferiori della faccia-, tutti
gli altri nuclei motori ricevono fibre da entrambi gli emisferi telencefalici).
Il fascio piramidale termina su motoneuroni alfa e gamma (lamina IX del midollo) o su interneuroni
(lamine V, VI, VII del midollo) ed hanno su questi effetto eccitatorio.
La lesione del sistema piramidale provoca paralisi spastica (iperattività dei riflessi miotattici
tonici e fasici) e riflessi patologici.
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Fascio extrapiramidale (motilità automatica)
Il fascio extrapiramidale comprende un insieme di vie discendenti e di circuiti riverberanti a
feedback che influenzano l’attività motoria somatica e sono accomunati dal fatto di non appartenere
alla via piramidale. È un sistema polisinaptico.
Fasci discendenti del sistema extrapiramidale
1. Fibre corticoreticolospinali: coordinano la postura ed il movimento integrando i segnali
vestibolari e quelli provenienti da altre afferenze sensoriali con i comandi discendenti della
corteccia. Esse inoltre modulano le azioni riflesse nel corso dell’esecuzione del movimento.
Le fibre reticolospinali si dividono in 2 fasci:
- Fascio reticolospinale pontino (mediale): è il più grande e nasce dai neuroni reticolari
del tegmento pontino dei nuclei caudale e rostrale del ponte. Decorre nel cordone
anteriore omolaterale del midollo spinale e termina su interneuroni del gruppo mediale
nelle corna anteriori a livello delle lamine VII e VIII. Questi fasci portano fibre
eccitatorie per i motoneuroni adibiti all’innervazione dei muscoli estensori prossimali
dell’arto inferiore, dei muscoli del tronco e dei flessori dell’arto superiore.
- Fascio reticolospinale bulbare (laterale): nasce da neuroni delle regioni bulbari mediali
(nuceli reticolari gigantocellulare e ventrale) e le sue fibre discendono nel cordone
anteriore e laterale del midollo, sia omo- che controlateralmente. Gli assoni di questi
neuroni terminano su interneuroni delle lamine VII e VIII del corno anteriore ed hanno
effetto inibitorio direttamente sui motoneuroni che innervano i muscoli del collo e della
schiena. Alcune fibre contraggono sinapsi con interneuroni del gruppo laterale ed hanno
azione inibitoria sui muscoli estensori e facilitatoria sui muscoli flessori. Questo fascio
partecipa al mantenimento della postura;
Entrambi i fasci hanno inoltre connessioni con centri neurovegetativi, nei quali modulano
l’azione della componente motoria (pupilla, apparato urinario etc.);
2. Fibre corticorubrospinali: originano dalle aree motorie della corteccia telencefalica e si
portano alla parte magnicellulare del nucleo rosso (fascio corticorubro, non crociato). Al
nucleo rosso giungono anche fibre paleocerebellari ponendo questo nucleo al centro di 2
importanti circuiti, corticorubrospinale e cerebellorubrotalamocorticale. Dal nucleo rosso le
fibre poi decussano e si portano al cordone laterale controlaterale del midollo terminando
nelle parti laterali delle lamine VI e VII (fascio rubrospinale di Von Monakow). Il sistema di
fibre corticorubrospinale è molto simile al fascio piramidale ed ha un ruolo nel controllo del
gioco tra muscoli flessori ed estensori. Vista la sua scarsa rintracciabilità al di sotto dei primi
neuromeri cervicali si pensa che questo fascio abbia significato vestigiale;
3. Fasci corticotettospinali e corticotettobulbari: originano dalle aree visive della corteccia
telencefalica (aree18 e 19) e si portano al tetto del mesencefalo, a livello della lamina
quadrigemina, e quindi al bulbo, a livello della formazione reticolare posteriore; infine
decussano entrando nel fascicolo longitudinale mediale (via oculocefalogira). Questi fasci
coordinano i movimenti della testa e degli occhi (connessioni col collicolo superiore tramite
i nuclei della formazione reticolare) e provocano movimenti controlaterali del capo in
seguito alla presentazione di stimoli visivi, uditivi e somatici;
4. Via vestibolospinale: è costituita da fibre in massima parte non crociate che raggiungono il
corno anteriore del midollo spinale ed eccitano i neuroni che stimolano i muscoli estensori
assiali e degli arti per il mantenimento della stazione eretta. Questa via comprende 2
contingenti:
- Fascio vestibolospinale laterale: è il più consistente, origina dal nucleo vestibolare
laterale di Deiters (organizzazione somatotopica) e discende omolateralmente nella parte
mediale del cordone laterale fino a raggiungere le lamine VII e VIII del midollo spinale,
dove contrae sinapsi con interneuroni che hanno effetto eccitatorio su neuroni
somatomotori che controllano i muscoli estensori ed inibitorio su quelli per i muscoli
3 flessori. Il nucleo vestibolare laterale riceve afferenze dagli organi recettori
dell’equilibrio dell’orecchio interno (otricolo, sacculo e canali semicircolari) ed è
controllato in senso inibitorio dal cervelletto (controllo attività tonica);
- Fascio vestibolospinale mediale: origina dai nuclei vestibolari mediale e inferiore
(informazioni dai canali semicircolari e dagli organi otolitici) e giunge solo fino ai
segmenti toracici del midollo spinale tramite il fascicolo longitudinale mediale, destinato
bilateralmente ai motoneuroni che innervano i muscoli del collo e della parte superiore
del tronco. Questo fascio permette di stabilire circuiti per riflessi di posizione della testa
in risposta a stimoli vestibolari;
5. Fasci rafespinali e ceruleospinali: originano dai nuclei del rafe ( serotoninergici- effetto
inibitorio su interneuroni del corno posteriore ed facilitatorio dell’attività motoria) e dal
locus coeruleus (noradrenergici ad effetto inibitorio) e si portano al midollo spinale
attraverso il cordone laterale dello stesso.
Fasci corticoreticolospinali
Fasci corticorubrospinali
Fasci Corticotettospinali
Fasci vestibolospinali
Circuiti riverberanti del sistema extrapiramidale
Nuclei della base
I nuclei della base sono prevalentemente coinvolti in circuiti aperti o chiusi partenti dall’area
corticale motoria atti a rinforzare o smorzare i segnali in arrivo alla corteccia ed a facilitare o inibire
il movimento (vd. Via diretta e indiretta dei nuclei della base) per la produzione di movimenti
finemente controllati e precisi (correzione e perfezionamento del programma motorio prima
dell’esecuzione).
Altri circuiti riverberanti
• Circuito di associazione delle vie motorie: coinvolge in quest’ordine la corteccia prefrontale
(area 9-10), striato, talamo, corteccia (prefrontale, premotoria, parietale);
• Circuito oculomotore: coinvolge la corteccia delle aree visive;
• Circuito limbico: coinvolge l’ippocampo, l’amigdala e lo striato ventrale e fa parte
integrante del sistema limbico.
FASCI CEREBELLARI ( motilità riflessa, finezza dei movimenti, fibre dirette non crociate)
Il cervelletto si interpone sui circuiti di movimento ed esercita su questi le seguenti funzioni:
• Archicerebellum (nucleo del tetto): controllo dei muscoli assiali dell’equilibrio tramite fibre
interposte nel sistema vestibolare (cerebellovestibolari e vestibolocerebellari). Un deficit
delle funzioni dell’archicerebellum porta ad atassia e base di appoggio allargata;
4 • Paleocerebellum (nucleo globoso ed emboliforme): modula il tono posturale attraverso fibre
cerebellorubrospinali (controllo muscolatura assile e dei cingoli) e fibre
cerebelloreticolospinali (controllo del tono muscolare degli arti) e ricevendo fibre
spinocerebellari e trigeminocerebellari. Un deficit del paleocerbellum porta ad alterazioni
della postura e della deambulazione, instabilità del tronco e degli arti e asinergia degli arti
inferiori;
• Neocerebellum (nucleo dentato): regola la coordinazione muscolare tramite fibre
corticopontocerebellari, cerebellorubrolivari e cerebellotalamocorticali. Un deficit del
neocerebello porta a ipotonia e astenia, incoordinazione (scomposizione del movimento,
dismetria e adiadococinesia), mancanza di controllo (fenomeno di rimbalzo) e disartria;
Vie sensitive
Generalita
Si definisce sensazione una variazione locale di energia che, superando una data soglia, genera un
potenziale d’azione. La qualità con cui si percepisce una sensazione dipende da:
• Soglia intrinseca del recettore;
• Specificità energetica del recettore;
• Via di senso percorsa;
• Area corticale a cui giunge l’impulso.
Le sensibilità si suddividono a seconda di questi parametri in:
• Sensibilità esterocettiva: la variazione dell’energia esterna al corpo. Questo tipo di
sensibilità si suddivide ulteriormente in:
- Sensibilità specifica : gli stimoli sono ricevuti in zone circoscritte della superficie
corporea. Questa sensibilità si divide ulteriormente in:
Sensibilità visiva: giunge a fotorecettori dell’apparato della vista;
Sensibilità acustica: giunge a meccanocettori dell’apparato dell’udito;
Sensibilità olfattiva: giunge a chemocettori dell’aparato olfattivo;
Sensibilità gustativa: giunge a chemocettori dell’apparato gustativo;
- Sensibilità generale (somoestesica): gli stimoli sono ricevuti da recettori localizzati in
tutto il corpo. Questa sensibilità si divide ulteriormente in:
Sensibilità tattile: giunge a meccanocettori localizzati nell’apparato tegumentario
e può essere:
Grossolana: stimoli pressori e vibratori;
o Discriminata: topognosia, dermo